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Autore: virgily    06/10/2010    1 recensioni
Senza rispondergli allora la piccola mora fece un passettino in avanti, accorciando le distanze tra loro e si mise appena in punta di piedi, era un po’ titubante ma sicura di quello che voleva fare. Si avvicino’ ancora, quel tanto che le bastava per restituirgli un bacino sulle labbra. In quella piccola frazione di secondo, mentre le loro labbra erano semplicemente poggiate l’une sulle altre, sia Craig che Ettie sentirono i loro piccoli cuoricini cominciare a battere forte e quando si separarono la piccina gli sorrise -grazie- ridacchio’ prima di senitre la voce della mamma chiamarla per medircarle la mano. Lascio’ cosi’ Craig solo, sperso nel pieno del suo ingenuo e candido stupore.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Con visetto incuriosito la morettina lo osservo’ stranita, facendosi sgusciare dalle labbra un lieve ghigno divertito

-tutto bene?-domando’ poggiandosi il vecchio oresetto di pezza tra le gambe

-hem... si, insomma. Non ricordavo che Ett avesse una sorella minore- affermo’ il giovane grattandosi appena la testa

-io invece so tutto di te- quella frasetta gli parve tanto dolce quanto rivelatrice, ce voleva dire? In che senso quella bambina sapeva tutto di lui? Ma sopratutto... Dov’era la sua Ettie?

-oh... e come mai?- domando’ Mabbit avvicinandola appena, cosi’ che si ritrovassero faccia a faccia con le gambe incrociate l’uno davanti all’altra

-Ettie mi ha palato molto di te. C-che zocavi con le pitole, che ti piacciono i muffin...- e in quel breve elenco di passioni che quella piccola creatura angelica stava facendo, il moro si senti’ paralizzato; Angie sapeva vita morte e miracoli sul suo conto, e cio’ stava a significare che la sua bellissima mora non lo aveva dimenticato

-e dimmi Angie... adesso tua sorella dov’e’?- le domando’ sorridendogli dolcemente, osservando mentre la piccolina gli faceva spallucce, sporgendo all'infuori le labbra, gesto che gli fece ricordare cosi' fottutamente la sua migliore amica che ancora stentava a crederci che fossero due persone distinte; che la sua moretta che fosse cresciuta

-mi sta venendo a celcare credo...-

-okey. Lo sai che Mr. Hugs era un regalo mio e di Max di tanto tempo fa? Era il giocattolo preferito di tua sorella quando aveva la tua eta’-

-shi... ma ora e’ il mio di giocattolo preferito- ridacchio’ la bambina sbadigliando appena, socchiudendo lentamente le palpebre e pesantemente calavano sui suoi begli occhioni verdi

-sei stanca?- domando’ Craig reclinando appena la testa, osservandola teneramente incuriosito, come se fosse tornato il bimbetto che era

-nuooooo... sholo un pochino...- sbadiglio’ nuovamente la bambolina. Sbuffando dolcemente allora Mabbit si sollevo’ dal giaciglio e delicatamente prese la bimba tra le braccia, distendendola sul materasso prima di coprirla con la copertina azzurrognola che stava posata disordinatamente sul suo letto

-vado a dire a tua mamma che dormi qui, cosi’ non si preoccupano okey piccolina? Qualsiasi cosa mi chiami-

-attie Craig. Ti voglio bene-

Per qualche secondo interminabile la mente del moro venne invasa da teneri ricordi infantili. Quelle tre piccole paroline gli mancavano tanto quasi quanto gli mancava la bimba, che ormai diciottenne, gliele diceva sempre. Ricambiando il ragazzo si volto’ appena, fissando intensamente la porta semi aperta della sua stanza, da dove s’intravedeva una forte luce  una sinuosa ombra. Gli basto’ soltanto mettere meglio a fuoco per vederla affacciata quasi timidamente, come se avesse paura di disturbare il suo migliore amico e primo amore. Ettie aveva visto tutto: aveva osservato con cura come il suo amato aveva cullato la sua sorellina tra le braccia, e l’avesse accudita come se fosse figlia sua, come se fosse tornato agli anni d’oro, quando era lei la bimba ad essere coccolata. I due bambini troppo creasciuti quasi si corsero incontro, ritrovandosi nel mezzo del buio che stava invadendo quelle quattro mura, quel buio che neanche volendo la luce avrebbe potuto illuminarli. Non si vedevano bene, ma tutti e due sapevano che si stavano guardando intensamente negli occhi, lui con i suoi che alla penombra apparivano quasi neri e magnetici, e lui con quelle iridi verdi che avrebbero fatto invidia a un diamante inquanto a brillantezza. Rimasero in silenzio; abbracciati come non avevano mai fatto prima; lasciando che i loro respiri sfiorassero le loro pelli ghiacciate e indebolite a causa della loro lontananza. Il viso della moretta stava ben nascosto nell’ampio petto del compagno, assaporandosi il suo odore, il suo calore ma soprattuto il suono dolce e ipnotizzante del suo cuore; una melodia che tanto gli era mancata. Dal canto suo il ragazzo’ non pote’ far altro che tenerla stretta a se, sentendosi quasi riempito di un vuoto che da tempo lo stava corrodendo nel profondo. Un lieve singhiozzo interruppe il magico silenzio che manmano li trascinava in una atmosfera quasi mistica e surreale; cosi’ le afferro’ il viso, e scritandola con intrepida dolcezza e sfrenata “passione” (cosi’ la definiva lui, la passione dell’amicizia, la forza indissolubile che mai li avrebbe divisi). Le soffio’ quasi seducentemente sulle labbra, come se volesse nutrirla di cio’ che gli dava la vita, e successivamente le poggio’ sulle sue guance lievemente arrossate, assaggiando le dolci lacrime che guizzavano dai suoi occhi

-Sei tornata...- sussulto’ sulla sua pelle, continuando a regalarle  soffici baci sull’intero volto

-Si, e questa volta non ti lascio piu’ Craig- 

 

*Angolino di Virgy*

Perdonatemi ma ho avuto tante questioni in sospeso per la testa che ho tralasciato questa fic. il capitolo e' corticino lo so ma ho incentrato una buona dose di dolcezza(o almeno ci ho provato); dopo tutto si rivedono dopo mooooolto tempo!

spero che piaccia anche a voi!

un bacino

-V- 

  
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