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Autore: Love_in_London_night    24/10/2010    7 recensioni
Lei cercava la faccia che più la faceva sentire a casa, specialmente quel giorno.
Lui aveva scelto di ritrovare una faccia familiare in un modo alternativo.
Lei aveva scelto le caramelle perchè i pop corn facevano troppo rumore quando venivano masticati, disturbavano.
Lui, beh, aveva scelto i pop corn.
Una distanza colmata. Due chiacchere. Perchè in fondo, le stava simpatico, e le piaceva guardare i film in compagnia. Peccato per quei pop corn!
Ed era solo l'inizio...
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ecco, l'avevo promesso e ora sono qui.
ho reso questa OS, una "mini long-fic". conterà sette capitoli in tutto.
spero possa piacervi!
per le risposte, ci vediamo sotto!

Capitolo 2
 
Another film
 

 

Dov’erano? E da quanto erano lì?
Daphne non riusciva a concepire tutto quello. Era in uno Starbucks con uno sconosciuto, più o meno. Eppure si sentiva a casa. La sensazione che aveva cercato tutto il giorno in modo disperato, e che credeva di aver trovato vedendo quella faccia sullo schermo, ora era amplificata e ben radicata in lei. Ed era merito di Tom.
Lui non sapeva come comportarsi. Parlava, parlava, e parlava ancora, e la faceva ridere. Ma di solito era più spigliato, più burlone. Rasentava la scemenza, spesso e volentieri.
Daphne lo affascinava a tal punto da fargli perdere il lume della ragione.
Si sentiva pacato, più tranquillo. Sereno quando lei era vicino.
E vicini lo erano davvero. Perché erano seduti sullo stesso divanetto, con le teste inclinate uno verso l’altra. Erano talmente vicini che Daphne aveva ritrovato il suo odore – tabacco, pioggia, inverno e calore – e Tom percepiva distintamente il profumo dolce della cioccolata, che ormai era diventato quello delizioso di lei.
- Mi piace la pioggia, mi piace sempre di più – e aggiunse l’ultimo pezzo cercando quelle iridi ghiacciate così calde. Le trovò ed arrossì.
Le piaceva così tanto che si era trasferita a Londra per quello. Le piaceva perché le aveva permesso di conoscere quel ragazzo così particolare. Le piaceva perché aveva dato loro l’opportunità di conoscersi meglio, di avvicinarli.
Le piaceva ancor di più perché lui sapeva di pioggia, e le gocce d’acqua l’avevano reso ancora più bello.
- È l’aspetto di Londra che più preferisco. Non cambierei città per nessuna ragione al mondo – sorrise. Lo fece sapendo di guardare una ragione in più per cui non si sarebbe mai mosso da quella metropoli. Non senza lei al fianco.
Parlava Tom, non le lasciava tregua, voleva raccontarle tanto, e sapere ancora di più. Parlò molto, ma non riuscì a dire nulla di quello che pensava realmente. Non riuscì a porle la domanda che più gli premeva: “Quando posso rivederti?”
Intanto i liquidi nelle tazze avevano abbandonato il loro calore, il loro livello si era notevolmente abbassato, ed il cielo cominciava a scurirsi. Il tempo, impietoso, a passare.
Tom decise di fare l’uomo, e dopo altri dieci minuti trovò il coraggio che aveva cercato per tutto quel tempo ed interrompendola finalmente chiese – Cosa ne dici di andare a mangiare un boccone insieme? – e le sorrise in modo incoraggiante, e così sperava risultasse.
Daphne avvampò. Il cuore schizzò in gola battendo furiosamente. Il rosa sulle guance aveva evidenziato le sue lentiggini. E Tom provò l’insano desiderio di accarezzare quei segni delicati.
Il sorriso di lei si spense – Oh. Stasera lavoro. Però… - non ebbe il tempo di finire che il cellulare del ragazzo la interruppe.
- Scusa. È il mio agente, è importante. Devo rispondere – aggiunse con un tono disperato che mai gli era appartenuto. Aveva appena ricevuto un no, ma aveva avuto l’impressione che di un no non si trattasse veramente. Era intenzionato ad andare a fondo alla questione.
Si chiuse dietro la porta del bagno, per avere la proprio riservatezza.
Daphne guardò l’ora al suo polso, e si accorse tristemente che doveva proprio andare, non poteva indugiare ancora.
Adorava Aidan, quella piccola canaglia di quattro anni a cui faceva da baby-sitter, non gli aveva mai creato problemi. Prima di allora.
In quel momento però, l’avrebbe defenestrato volentieri. Peccato che poi ne avrebbe sentito terribilmente la mancanza.
Avrebbe potuto dire di no ad Annah, la madre della peste, ma sapeva che aveva un disperato bisogno di aiuto. E a lei servivano i soldi.
No, non poteva rinunciare.
Di colpo infilò la mano della borsa, e lo trovò. Il suo inseparabile pennarello nero.
Prese il tovagliolo quadrato e scrisse sopra “Devo proprio andare, scusami. Ho passato una bellissima giornata con te. Grazie!” si girò per vedere se Tom stava tornando, ma non era in vista “Guardati bene in giro. Se lo farai, mi ritroverai. Daphne. Ps: odio i messaggi zuccherosi”
Aveva visto mille volte nei film lasciare solo un indizio, per poi ritrovarsi grazie a questo. Voleva sperimentare la cosa.
Aveva passato troppo tempo ad essere la spettatrice, voleva essere l’eroina per una volta.
Si fidava dell’acume di Tom. Sperava con tutto il cuore di non sbagliarsi.
Scrisse il suo numero di cellulare in un posto così banale che Tom avrebbe trovato subito. O così pregava. Si ritrovò a sperare per la seconda volta.
Prese le sue cose e si alzò, in quel momento Tom uscì da dietro la porta. Stava per terminare la chiamata, ma il suo agente non aveva tutta questa fretta di chiudere la comunicazione.
Quando la vide con la giacca e la borsa a tracolla, gli si gelò il sangue nelle vene. Era finita. La sua unica opportunità si era esaurita in un bagno. Che fine ingloriosa!
Daphne desiderava troppo un contatto con lui – con il suo sapore – e prima di pensarci due volte, gli mimò un grazie e lo baciò sulla guancia, stringendosi al suo collo. Non voleva lasciarlo andare, ma doveva.
Si staccò, e corse sotto la pioggia verso la fermata della metropolitana.
A Tom quei pochi secondi di contatto erano parsi scorrere a rallentatore. Eppure non gli era bastato. Ne voleva ancora. Ne voleva di più, e di più lunghi.
Chiuse la conversazione con il suo agente, ormai finita, e si sedette al tavolo con le gambe molli.
Non era stato un bacio, ma un marchio a fuoco. Perché sentiva ancora bruciare le labbra di Daphne sulla sua guancia. E sapeva che era un segno del suo potere. Perché ora ne aveva la certezza: era suo, di lei e basta.
Abbassò lo sguardo sul tavolino e lesse il messaggio sul tovagliolo.
La speranza si impossessò di lui. Doveva solo trovare l’indizio. E l’avrebbe fatto, a costo di ribaltare il locale, o chiamare Indiana Jones in persona, il massimo esperto in casi di questo tipo.
Dopo aver cercato sotto il divanetto, sotto il tavolino, su tutti i tovaglioli e da qualche altra parte era disperato. Non aveva trovato nulla. Ma non poteva arrendersi.
Si sedette al suo posto, sconfitto, si stropicciò i capelli e fece per prendere la sua tazza, anche se il caffè era ormai freddo, quando una voce urlò – Non farlo!
Guardò giù dal soppalco, e vide la cameriera del locale che indicava proprio la sua tazza – Se vuoi il numero di quella ragazza, non mettere la mano sul collarino, o si cancellerà – gli sorrise.
A Grace le storie d’amore erano sempre piaciute, e vederne una sbocciare sotto i suoi occhi era la gioia più grande. Li aveva seguiti con lo sguardo per tutto il tempo, curiosa di come potessero evolversi le cose.
Era felice di aver contribuito ad essere importante per l’unione di quella coppia. Aveva aiutato due ragazzi a ritrovarsi.
Sorrise soddisfatta.
Tom girò velocemente la tazza e lo vide: sul collarino che campeggiava sul bicchiere per non scottarsi le mani, risaltava il numero di cellulare di Daphne. Avrebbe voluto piangere di gioia, ma siccome era un uomo, si limitò a copiare e salvare il numero sul cellulare.
Per sicurezza prese il collarino, il tovagliolo e li mise in tasca.
Prese venti sterline, e quando passò davanti a Grace glieli depose in mano – Una mancia per un’anima buona! – si giustificò.
- Grazie! – rispose appena lei, troppo sbalordita.
Cercò riparo sotto qualche cornicione, mentre pensava continuamente a ciò che Daphne gli aveva scritto “odio i messaggi zuccherosi”
Beh, anche lui. E un messaggio era troppo freddo. Non gli permetteva di sentire la sua voce e il suo respiro.
Trovò il numero nella rubrica e schiacciò il verde. Il telefono squillava, ed il suo cuore con lui.
- Sapevo che l’avresti trovato – disse sottovoce, un po’ imbarazzata.
- Come facevi ad essere sicura che fossi io?
Silenzio - Lo speravo – ammise infine.
La amava. Non gli importava se erano passate poche ore dal loro incontro. Aveva solo una certezza: si era innamorato. O poco ci mancava.
- Però? – domandò lui.
- Però cosa? – ora era confusa.
- L’hai detto tu! “stasera lavoro, però…”? – si era appigliato a quel però come un naufrago in mezzo al mare fa affidamento al suo salvagente.
Rise. Quella risata viva a cui Tom si era già abituato – Però possiamo fare un’altra sera… sempre se ti va – aggiunse.
- Questa settimana sono occupato, ma… - non finì la frase.
- Ah ok, ho capito. Non c’è problema, davvero… - disse lei un po’ triste. O lo percepiva solo lui?
- No, no! La prossima settimana di sicuro! Martedì può andare? Mi andrebbe davvero – non poteva perderla di nuovo. E aggiunse il giorno per darle un senso di sicurezza apparente, per dimostrarle che c’era la volontà di vederla, e per rendere quell’incontro reale.
- Vada per martedì – e la sentì distendersi – Ora vado, prima di dover portare ‘il mio lavoro’ all’ospedale!
Tom non capì la frase, ma decise che andava bene così, da lei aveva già avuto troppo – Ciao Daphne, ci sentiamo presto.
- Ciao Tom, ci conto! – e riagganciò.
Mancavano cinque giorni a Martedì, ma a Tom sembravano ere.

DAPHNE:

 

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cin, sono contenta che tu abbia trovato il "primo capitolo" londinese... perchè era una cosa che volevo trasmettere! e come vedi, ff lo è diventata!
o mi hai spronato, o mi leggi nel pensiero!
sabry, come vedi, ci provo! spero che possa piacerti anche il secondo capitolo!
aryanne, sono contenta di averti stupito! tom doveva essere reale, e quindi sul luogo. era rob la presenza in quel capitolo!
harry potter, ah, anche io appena lo nominano salto! non oso immaginare tua mamma! XD
spero che tu possa gradire questa ff!
vichy, vedi?
sto provando a scrivere del nostro amato Tom!
ops! colpevole, lo ammetto! è proprio colpa mia XD
eh si, su tom c'è ancora poco in circolazione, sono una "pioniera" ahahah!
simo, oddio... vero figo è più che un complimento! O_O
per la ff, come vedi, ci sto provando!
romy, grazie !*____*
sono contentissima che risulti così inglese!
spero che possa continuare a piacerti.
anche io penso che tom meriti!
e anche per me il 4° film è assolutamente uno dei migliori! <3

ecco, perchi non lo sapesse, posso dirvi che ho creato su facebook una pagina per le storie, trovate il link nel mio account, aggiungetemi, ci tengo a rimanere in contatto con voi! Cris.

   
 
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