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Autore: miriel67    07/11/2010    1 recensioni
Un incontro imprevisto porta Sanzo a fare i conti con il suo passato. Una nuova avventura per i Saiyuki Boys che li porterà molto lontano dal deserto del Tenjiku...
Genere: Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cho Hakkai, Genjo Sanzo Hoshi, Sha Gojio, Son Goku
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Sanz1

Ai-Li sorseggiava lentamente il caffè che Hakkai le aveva offerto. Gojyo non riusciva a capacitarsi che quella bella e piccola signora era la madre di Sanzo. Se ne rendeva conto solo quando apriva la bocca. Aveva una voce insolitamente bassa per una donna, gradevole, fino a quando non assumeva un insopportabile tono autoritario. Avevano lo stesso naso e nonostante la differenza di colore, gli occhi erano identici.

-Smettila di guardarmi, sono troppo vecchia per te ragazzo!-

Gojyo arrossì mentre Goku continuava a saltellarle intorno tempestandola di domande.

-Sei la mamma di Sanzo, si? Sei una principessa? Sai chi ha rapito Sanzo? Sai dov’è?-

-Scimmia taci una buona volta!-

Hakkai non ebbe più alcun dubbio, quella era sicuramente la madre di Sanzo. Goku le si afflosciò vicino e tacque. Ai-Li appoggiò la tazza del caffè e fece una lunga carezza sui capelli del ragazzo.

-Non so dove sia Xuàn, Sanzo, come lo chiamate voi. Non sapevo neanche che fosse vivo fino a poco tempo fa. Dopo averlo lasciato nella cesta, sono stata rinchiusa nelle mie stanze, a Palazzo. Non potevo parlare con nessuno. Mi portavano da mangiare e da bere. Ero imprigionata in casa mia. Alla morte di mio padre, quando ho assunto il comando del regno, l’ho fatto cercare, con discrezione, ma nulla. Sparito, scomparso, svanito. Ho cominciato a sentire un paio di anni fa le storie che circolavano sul “gruppo di Sanzo”, sul monaco dai capelli color oro. Vi spostavate troppo velocemente e avevamo avuto problemi ai confini. Non potevo impiegare uomini nella ricerca di un sogno. Poi, pochi giorni fa, mi ha chiesto udienza uno dei vecchi mercenari che pagava mio padre. Ha detto di essere sicuro che Sanzo sia mio figlio, mi ha parlato della pistola che avevo lasciato nella cesta ed eccomi qui.-

Ai-Li tacque guardando negli occhi i ragazzi, uno per volta. Hakkai si schiarì la voce.

- Sanzo è stato rapito da suo padre, almeno così ci ha detto un tipo nell’ultimo paese, dove ci siamo fermati, ma non sappiamo perché l’ha fatto. Sappiamo invece che l’hanno imbarcato a forza e lo stanno portando in Britannia.-.

- James mi deve delle spiegazioni, lo inseguiremo, andremo in Britannia anche noi. –

 

 

Sanzo guardava il mare, un infinito blu macchiato dal bianco della spuma che la goletta lasciava dietro di sé.

-Terra in vista!-

Il grido dall’alto dell’albero maestro lo scosse dai suoi pensieri. Si incamminò lentamente verso prua, lasciando la poppa dell’imbarcazione e con essa parte dei suoi pensieri.

Le scogliere erano alte e bianchissime, con piccole lingue di sabbia chiara e centinaia di gabbiani che si alzavano a stormi in volo, gracidando prima di tuffarsi in acqua.

-Sir Simon queste sono le scogliere di Dover, siamo quasi arrivati a destinazione-

Il capitano Worthington guardò il passeggero. Sanzo annuì mentre il vento gli scompigliava i capelli.

Aveva preso una risoluzione interiore. Era inutile ribellarsi mentre i suoi piedi poggiavano su di un legno in mezzo al mare. Era in grado di controllarsi. Poteva farlo. Anche se era tremendamente in collera.

Rivoleva il Sutra, la pistola e un pacchetto di sigarette. Al resto ci avrebbe pensato quando i suoi piedi avrebbero toccato terra.

-Entro sera avremmo ormeggiato a Dover e domani in carrozza potremmo raggiungere Londra e poi il castello di Marleborough , dove vostro padre vi attende.-

 

-Padre...-  

Sanzo non replicò. Lui non aveva padri e se ne aveva avuto uno era stato il suo maestro Komyo. Sicuramente non  voleva avere nulla a che fare con questo James. Non avrebbe mai riconosciuto alcuna autorità a quest’uomo.  Di nessun tipo.

Il bonzo si girò. Non gli interessava vedere quella terra, non era sua. Allungando il passo rientrò in cabina e non si mosse fino a quando la nave non ormeggiò a tarda sera nel porto.

Suoni, colori, odori. Tutto era diverso. Una nebbia leggera avvolgeva la campagna, mentre la carrozza avanzava in mezzo a colline frammezzate a campi coltivati. La permanenza a Dover era stata breve, ma sufficientemente lunga per procurarsi un pacchetto di Dunhill Light. Fumare di nuovo lo aiutava a pensare e quelle bionde non erano male. Scostò la tenda della carrozza.

-Quello deve essere il dannato castello di Marleborough.-

Come un pugno fortissimo avvertì la potente aura demoniaca che permeava la zona. Fu un attimo sufficiente a mozzargli il fiato. Poi l’aura scomparve, così come era comparsa. Sanzo chiuse gli occhi.

-Sir Simon, vi sentite bene?-

Worthington guardò il giovane. Minuscole gocce di sudore si erano formate sulla pelle chiara del viso.

Sanzo respirò profondamente.

-Ho bisogno del mio Sutra.-

   
 
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