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Autore: L_Fy    17/11/2005    12 recensioni
E’ credenza comune che la migliore scuola del mondo magico sia la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. In realtà, una certa megalomania prettamente inglese ha influenzato il pensiero popolare. Per gli addetti ai lavori, per coloro, cioè, che possono valutare con cognizione di causa la preparazione degli studenti che terminano gli studi, è indubbio che la migliore scuola del mondo magico sia la scuola di magia e stregoneria di Durmstrang.
Genere: Commedia, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 12 : La Stanza delle Punizioni

 

La Stanza delle Punizioni era senza dubbio il prodotto di una mente malata e sadica, anche se a suo modo geniale. Tra quelle quattro pareti di nuda roccia senza finestre si consumavano le punizioni degli studenti di Durmstrang: il più delle volte venivano smaltite singolarmente ma in alcuni casi era previsto di punire più di uno studente contemporaneamente. La caratteristica peculiare della Stanza era quella di capire quale sarebbe stata la punizione più infame per lo studente e di presentare al suo ingresso la giusta ambientazione per subire proprio quella. Benché Costanza avesse passato secoli in quel posto, non mancava mai di stupirsi per come la Stanza intuisse sempre con precisione quale fosse la cosa che più detestava fare in quel momento e gliela propinasse con immancabile puntualità. Lei e Sasha Valenskij, dopo essersi sorbiti un quarto d’ora buono di predica da parte di una furibonda professoressa Bilenska, si ritrovarono spalla a spalla avanti alla porta della Stanza delle Punizioni per scontare insieme le due ore canoniche affibbiategli dalla professoressa. Costanza ormai aveva sbollito la rabbia e il sentimento portante, in quel momento, era una cupa rassegnazione. Valenskij invece mascherava la sua irritazione dietro alla sua solita aria altezzosa. La professoressa, che li aveva accompagnati davanti alla Stanza, lanciò loro un lungo sguardo indagatore prima di sciorinare il suo sermone finale.

"Sono oltremodo disgustata dal vostro ignobile comportamento" sibilò col naso per aria "Quella povera ragazza dovrà passare tutto il giorno in infermeria per farsi ridimensionare il naso. Meritereste molto di più di due ore di punizione, ma a quanto pare il Quidditch richiede i servigi di Valenskij e così chiuderò un occhio. Spero che comunque queste due ore vi siano sufficientemente di lezione. Ed ora, a me le bacchette, signori"

Costanza e Sasha consegnarono contriti le loro bacchette alla professoressa che le fece immediatamente sparire nei meandri del suo ampio vestito. Dopo di che, fece loro un gesto secco e Sasha, con un sospiro di malcelata sopportazione, aprì la pesante porta di legno della Stanza delle Punizioni. Come sempre, all’inizio l’oscurità permeava il locale tanto che non si riusciva a vedere cosa contenesse la stanza. Successivamente, un tenue bagliore grigio illuminò una triste carriola piena di mattoni, un secchio e dei sacchetti di polvere grigiastra che non poteva essere altro che cemento.

"Magnifico" brontolò Sasha a denti stretti mentre Costanza gemeva sottovoce.

Per quel giorno la punizione scelta dalla Stanza per loro era un fine lavoro di edilizia, pronto ad affaticare le loro membra già provate dalla stanchezza: dovevano costruire un muro.

* * *

Quando la porta si fu chiusa alle loro spalle, Costanza si girò immediatamente verso Sasha con aria bellicosa, parlando a raffica senza quasi respirare.

"Tu, lurido verme approfittatore maniaco decerebrato spocchioso narcisista megalomane millantatore bugiardo!"

Sasha la guardò con blanda noncuranza, alzando appena un sopracciglio.

"Forse non lo dimostro, ma sono colpito dal tuo lessico fantasioso" mormorò, altezzoso "Se vuoi fare una gara posso impegnarmi un po’ anche io: tu, stupida gallina petulante presuntuosa seccante comare babbana… eccetera, eccetera, eccetera"

"Che diavolo ti è saltato in mente di caricarmi sulla tua stramaledetta scopa?" strepitò Costanza senza ascoltarlo "Avrei preferito finire travolta da quel branco di guerriglieri mustang piuttosto che far credere che io e te…nemmeno riesco a dirlo, guarda!"

"Non ci ho pensato, va bene?" alzò la voce Sasha, oscurandosi "Pensavo che tutti sarebbero corsi alle scope…chi lo sapeva che erano tutti talmente bevuti da rimanere a terra come galline da pollaio?"

A Sasha risultava molto difficile spiegare che l’urgenza di mettere in salvo quella dannata rompiscatole petulante gli aveva fatto dimenticare il bon ton durmstranghiano. Non poteva assolutamente dirlo a miss Spocchia, comunque!

"E quella pazza furiosa di Natasha!" cambiò argomento Costanza, intuendo suo malgrado che l’argomento scopa andava accuratamente evitato "C’è mancato poco che le facessi un’Adavra Kedavra a quella disgraziata!"

"Natasha non si meritava quella fattura orribile. Che diavolo di incantesimo hai mollato a quella poveraccia?"

"Poveraccia…lei?!? Allora Voldemort è prossimo alla beatificazione!! "

"Per colpa tua mi sono beccato due ore di punizione…il muro da costruire è niente confronto al dover passare tutto questo tempo con te!"

"Io invece preferirei portare da mangiare al mostro del lago piuttosto che stare qui, ma la tua mania di protagonismo mi ha incastrata. La prossima volta che ti viene voglia di fare l’angelo custode ed io sono nei paraggi, fammi un favore… e impiccati!"

"Non capisci proprio niente, miss Spocchia!"

"Capisco molto più di quello gnomo decerebrato della tua fidanzata, mister Letamaio!"

"Sei…una strega!"

"E tu un borioso pallone gonfiato!"

Valenskij si allontanò bruscamente da Costanza, voltandole le spalle.

"Io e Natasha ci siamo lasciati ieri sera" disse a voce bassa e neutra "Ce l’aveva con te perché ci ha visto insieme e ha pensato che fosse a causa tua se l’ho scaricata"

"Lei pensa che tu l’abbia mollata per me?" trasecolò Costanza, allibita "Rettifico: uno gnomo decerebrato è un genio, confronto a lei"

Scese un silenzio pesante mentre i due giovani lasciavano sedimentare il livore accumulato in quella mattina. Dopo un po’ di tempo, Sasha sbuffò e diede un calcetto stizzito al sacco del cemento.

"Odio questo stupido lavoro babbano" sibilò imbronciato "Per digerirlo meglio fingerò di stare per murarti viva"

"Mi hai dato un’idea meravigliosa per sopravvivere a queste due ore" grugnì Costanza incrociando le braccia sul petto.

"Allora, che aspetti?" berciò Sasha cupo. "Muovi quel sedere secco da lì e vieni ad aiutarmi"

Costanza spalancò la bocca, offesa.

"Tu… non prendo ordini da te, signor reuccio. E il mio sedere non è affatto secco!"

"Mi spiace dissentire ma lo è" ribatté Sasha con un sorriso infido "Ce l’ho avuto davanti per tutto il volo stanotte e ho visto abbastanza per parlare con cognizione di causa"

"Sei un lurido animale da cortile e cacci solo amene falsità da quella boccaccia che ti ritrovi, ma ci passerò sopra" cedette Costanza, ormai al limite della sopportazione "Basta che iniziamo. Se tra due ore non abbiamo finito la punizione raddoppia"

"Lo so, miss Spocchia. Non è la prima punizione che sconto. E adesso fai un piacere all’umanità e taci"

Oltraggiata, Costanza cominciò a strattonare il sacchetto del cemento mentre Sasha iniziava a scaricare i mattoni dalla carriola dopo essersi arrotolato le maniche sopra i gomiti. Dopo un’ora di lavoro passato in un cupo silenzio, la rabbia di entrambi era quasi completamente sbollita per lasciare il posto ad un vago senso di imbarazzo. Sasha fu il primo a mollare la cazzuola piena di cemento dentro al secchio con un sospiro frustrato.

"Va bene, principessina, puoi tornare a parlare" disse con voce stanca "Questo silenzio mi uccide quasi più della tua presenza"

"Come se aspettassi il tuo benestare per parlare" sbottò Costanza malevola.

"Quello di ieri sera è stato un incidente, va bene?" ammise controvoglia Sasha "Ti giuro che la prossima volta che sarai in pericolo non muoverò un dito e lascerò che riducano a brandelli le tue petulanti, spocchiose membra"

"Sarebbe meraviglioso" ringhiò Costanza, ancora ansimante di rabbia. Sasha rimase per un pezzo col viso corrucciato girato verso il muro ed osservandolo un poco della rabbia di Costanza si sciolse alla vista di quella cupa espressione remota. Stava per parlare di nuovo (il silenzio opprimeva anche lei) quando Sasha intervenne bruscamente.

"Balthus come sta?"

"Sta bene" borbottò Costanza, leggermente ammansita "Ci ha pensato Nadja finché non sono tornata a casa. Stamattina. Mezza congelata. Coi capelli sconvolti e senza una scarpa"

"Chissà che amore che eri" mormorò Sasha con un sorriso così disarmante che Costanza sentì sbollire del tutto la sua rabbia "Se fossi un bravo e rispettabile mago ti chiederei scusa"

"Ma non lo sei, giusto?" finì Costanza, intuendo che quello era il massimo che ci si poteva aspettare da Sasha in fatto di scuse.

"Proprio rispettabile non direi. Per il bravo, dipende dagli argomenti trattati" mormorò Sasha, allusivo.

"Se non ti ho ancora polverizzato è solo per il sollievo di sapere che Karkaroff non mi ha espulsa" ribatté Costanza, sostenuta.

"Ancora con questa storia?" sbuffò Sasha noncurante "Il preside mi odia e non capisco perché visto che sono tanto buona e bella…Avanti, visto che muori dalla voglia di sfogarti, dimmi perché il puzzide dovrebbe tanto avercela con te, principessa sul pisello"

"Che dovrei dirti?" sbuffò Costanza, sbattacchiando un mattone con malagrazia "Mi odia e non vede l’ora di sbattermi fuori da Durmstrang. Fine della confessione"

"Così sembra solo che la tua megalomania galoppi un po’ troppo" ribatté Sasha, noncurante "Ci vogliono prove"

"Negli esami di ammissione ho ottenuto il punteggio più alto" iniziò Costanza con voce neutra "Tuttavia la mia domanda fu respinta dal preside in persona. Dovette intervenire mio padre con un’ordinanza della Confederazione Internazionale dei Maghi per farmi riammettere"

"Niente popò di meno" commentò Sasha alzando un sopracciglio dubbioso.

"La media di permanenza per studente nella Stanza delle Punizioni, è di un’ora a settimana. Io ci passo almeno un’ora al giorno da sei anni a questa parte"

"Perché sei una bimba cattiva che meriterebbe ogni giorno una bella sculacciata" ribatté Sasha "Poi?"

Costanza, dopo aver inspirato a fondo, sciorinò una dopo l’altra le ingiustizie subite in sei anni di scuola: all’inizio la sua voce era calma e incolore, verso la fine si fece tremante di rabbia repressa, fino ad arrivare al famigerato uovo di drago ed alla convivenza forzata con l’odiato fratellastro. Sasha ascoltò in silenzio, la faccia progressivamente sempre più seria. Quando Costanza tacque, sfinita, Sasha rimase per un po’ cogitabondo prima di rispondere senza ironia.

"Effettivamente, il preside sembra avere un interesse particolare nei tuoi confronti" disse tranquillo "Magari gli piaci e sogna sempre di dartela lui, quella sculacciata"

"Ma per favore" sbuffò Costanza arricciando le labbra dal disgusto "Anche le altre ragazze hanno il loro carico di peste da sopportare. Non come me, ma comunque più di voi, preziosi maschietti burbanzosi"

"Scusa la morbosa curiosità" sospirò Sasha "Ma una strega in gamba come te avrebbe potuto tranquillamente diplomarsi a Beauxbaton o ad Hogwarts senza nessun problema. Chi te l’ha fatto fare di venire a subire tutto questo a Durmstrang?"

Costanza rimase un attimo in silenzio, indecisa se parlare o mandare al diavolo quella bella faccia di bronzo.

"E’ per mia madre" disse alla fine, bruscamente "Prima di morire mi fece promettere che avrei frequentato Durmstrang ad ogni costo. Ed io…ho promesso"

"Oh" mormorò Sasha. Era la prima volta in otto anni che Costanza nominava la madre. Sasha aveva addirittura pensato che non l’avesse mai conosciuta. D’un tratto si rese conto di non sapere niente della vita di Costanza al di fuori delle mura di Durmstrang. Magari in Italia aveva cugini, amici, fidanzati…no, fidanzati no, decise matematicamente. Con quel caratteraccio, nemmeno un italiano sarebbe riuscito a sopportarla! La guardò di sottecchi mentre mesclava svogliatamente il cemento dentro al secchio. La faccia scura di Costanza sembrava stranamente indifesa con quelle ciglia chilometriche abbassate ed un baffo di cemento sulla guancia pallida. Sasha rimase un pezzo a guardare quel baffo, trovando interessante in maniera quasi morbosa finché distolse lo sguardo, imbarazzato.

"Se è così… Hai qualche idea sul motivo per cui Karkaroff ti odia tanto?"

"Sono così impegnata a smaltire le sue punizioni che non ho proprio il tempo materiale per pensarci" borbottò Costanza "Comunque direi che nessuno può saperlo, a parte il suo stesso microscopico cervellino"

Sasha annuì ma un sorriso saputo gli stese le labbra: si piegò verso di lei con l’aria di un cospiratore.

"Forse, conosco qualcun altro che può saperlo"

* * *

Costanza era rimasta sorpresa dalla dichiarazione di Sasha.

"Chi te lo ha detto?" chiese dubbiosa disinteressandosi del mattone che aveva in mano.

"Il tizio di un ritratto" rispose Sasha evasivo "Ero andato da Karkaroff a proposito di Balthus…"

"Karkaroff ti ha parlato di Balthus?" scattò Costanza, sospettosa.

"Già" rispose Sasha, asciutto "Mi ha fatto velatamente capire che per noi giocatori di Quidditch la prova dell’uovo di drago è più o meno…facoltativa ai fini del diploma"

"Ci avrei giurato" mormorò Costanza con amarezza "Bella fregatura, però…"

"Rilassati" sospirò Sasha, irritato "Non ho intenzione di venir meno ai miei doveri di padre adottivo. E poi quasi mi sono affezionato a quella palla puzzolente"

Costanza sollevò le ciglia e gli sorrise: il primo, autentico sorriso della giornata, così fragile che Sasha trattenne il fiato per paura di spezzarlo.

"Dici che quella puzza possa dare assuefazione?" mormorò lei quasi vergognosa " In confidenza…anche io tengo a Balthus, a prescindere dal diploma. E’…confortante avere qualcosa da accudire"

"Senza contare la rara e preziosa qualità di saper ascoltare senza protestare" specificò ironico Sasha con un sorriso scintillante.

Costanza sentì qualcosa di molto indecoroso muoversi nel petto alla vista di quel viso sornione.

"Allora…dove posso trovare quel ritratto?" disse in fretta per distrarsi.

"Lungo la parete di destra delle scale che portano all’ufficio di Karkaroff" rispose Sasha, di nuovo serio.

"Come dire nella costellazione di Andromeda" sospirò Costanza, depressa "Quell’ufficio è più inespugnabile della Gringott"

"Ma no" ribatté Sasha con leggerezza "Ti ci porto io, se vuoi"

Le parole gli scapparono prima che potesse fermarle: diamine! Offrire aiuto ad una studentessa era ritenuto un chiaro segno di predisposizione all’avventura sentimentale, a Durmstrang. Ovviamente, Sasha non aveva mai avuto intenzione di avvicinarsi all’argomento romanticismo con Malatesta, ma la facilità con cui continuava a dimenticare l’etichetta a cui era sempre stato ligio lo preoccupava non poco: non è che a livello inconscio pensava che Miss Spocchia…no, no, andiamo! Inconscio o no, pensare a lei senza associarla ad una Caccabomba era ad anni luce dai suoi progetti per il futuro. Chiaro? Sasha si stava esponendo suo malgrado e l’unico pensiero che gli fu di sollievo in quel momento fu la consapevolezza che Costanza era all’oscuro dell’etichetta amorosa della scuola e che, fortunatamente, non avrebbe frainteso le sue intenzioni. Lo sguardo che gli lanciò Costanza, però, era talmente insondabile che Sasha fu tentato di ritirare la proposta.

"Sarebbe carino da parte tua. Ma perché lo faresti?" domandò la ragazza, con durezza.

"Perché anche se pensi il contrario, ho anche io un codice morale che non prevede il maltrattamento delle ragazze, per quanto siano streghe petulanti, fastidiose e isteriche. Karkaroff mi rovinerebbe la gioia di essere il loro personalissimo aguzzino, ed il mio spirito sadico non lo accetterebbe"

Costanza ci pensò su mentre Sasha tentava di ricomporre la sua improvvisamente traballante dignità da grande conoscitore delle regole. Poi, di nuovo Costanza sfoderò il suo sorriso particolarissimo, tra lo scettico e l’indifeso, e la dignità di Sasha passò di colpo in secondo piano.

"Ah…così mi è tutto più chiaro" mormorò lei, convinta.

"Bene" decise Sasha, sollevato: per un attimo aveva pensato che Costanza gli avrebbe riso in faccia, umiliandolo per quella sua cavalleresca proposta. E poi c’era quel sorriso che lo mandava un po’ in confusione. Solo un pochino. Diamine, parecchio, dovette ammettere.

"Adesso ti spiego cosa dobbiamo fare" disse Sasha deciso mettendosi di fronte a lei e smettendo il lavoro da manovale.

"Purché il tuo piano non comprenda un nuovo giro nel bosco delle Querce Oscillanti" mormorò Costanza, rabbuiandosi.

 

 

 

Note dell’autrice:

RAGAZZE!!! CENTO RECENSIONI!!! 100 RECENSIONI!! Sono emozionata, commossa, esalata…ok, mi faccio un Prozac e torno normale. Che dirvi, nemmeno nelle mie più rosee previsioni avrei sperato di ricevere tante belle parole. Non so cosa dirvi se non grazie, dal profondo del cuore. Mando un bacio a tutte, con un avviso…il prox capitolo lo pubblico lunedì. Spero che ci sarete ancora tutte, eh? (Vi buco le gomme, se non ci siete).

Ed ora, un saluto speciale a:

: Meno male che qualcuno apprezza il mio disgraziato difettuccio di scrivere fino allo sfinimento…questa storia, in origine nei miei pensieri, doveva avere massimo 20 capitoli di due pagine l’uno, e sto già scrivendo il 14 (di tre pagine l’uno, mediamente) e non sono nemmeno a metà. Che vuoi farci, soffro di incontenibile diarrea verbale. E ora passiamo ai pompieri…diamine, se sapevo così venivo prima alle vostre grigliate!! Anzi, mi facevo arrostire io stessa, con tanto di anicetta e rosmarino, se poi venivo salvata da un maschio di siffatta specie! Mica che possa lamentarmi, eh: nella vita "vera" (si fa per dire) ho il mio uomo che è bello come un Apollo, simpatico e caustico come un Sasha cresciutello, bravo a cucinare…è un po’ disordinato (lo chiamo Napalm domestico, fai tu…) ma è adorabile. Nessun pompiere regge il suo confronto…Comunque, uno strappettino virtuale alla promessa di fedeltà si può fare. Credo che non sarebbe geloso. E poi, mi sono sciroppata Kill Bill vol. ½ per 4 ore dietro fila solo per permettergli di ammirare la Divina Uma, un pompiere me lo deve! Arrivooooo!

Maharet: Che ci sei andata a fare a Milano? C’è la nebbia, lo smog e un sacco di cotolette. Sono davvero contenta che paragoni la mia storia ad una dose di droga: le vostre recensioni lo sono per me, almeno non sono l’unica tossica della situazione!! La zompata di tre giorni nel bagno la tengo da parte, descrivere tre giorni di amplessi diventa difficile anche per una logorroica come me. Un bacino, bel sufflè emiliano!! Diamoci dentro di "taiadeli al ragò!"

Helen Lance: PEPI in effetti è un nome così carino!! Non sembra affatto un covo di fumati fuori di testa. Le apparenze, certe volte…comunque, mi è arrivata una partita fresca dalla Contea (erba pipa purissima!) e passerò il week end a studiarne gli effetti benefici. Ti saprò dire lunedì com’è andata… Bacioni!!!!

Yeran: Todo bien, muchacha? Qui da me Natasha ti ringrazia tanto per i complimenti (il suo neurone è in lavanderia, adesso come adesso è sola ed abbandonata…). Bella la storia del manuale di corteggiamento!!! Posso farlo dire anche a Costanza? Sì, verooooo!!? Io il permesso di usare le mie battute te l’ho già dato, per normale cortesia dovresti ricambiare… Sasha, effettivamente, è un gran topone, e non solo fisicamente. L’ho tirato su bene, altro che palle! Il manuale di corteggiamento l’ha praticamente scritto lui, non so se mi spiego…ehm…immagino che la Stanza delle Punizioni non abbia incontrato troppo il vostro favore. Ragazze, è presto per la zompata selvaggia!! Ma arriverà, tranqui. Spero che l’effetto-droga perseveri durante il week-end, sarà dura resistere fino a lunedì senza le vostre meravigliose recensioni!! SOB! A presto, spero. Ti mando un bacionazzo fortissimo!

Lilyblack: Socia della mia vita, io nella casella di posta c’ho guardato, ma non mi sono arrivate mail (se non una che mi proponeva un viaggio in Thailandia….se era la tua, ti prego, rimandamela subito!!!!) Ho già avviato con Minako Chan le trattative per trovare un produttore per il film tratto dalla Prova del drago: ci siamo un po’ arenate su chi farà Balthus. Se hai qualche proposta, ti prego, suggerisci…Tornando alle cose serie, il bell’Hayden mi va benissimo (tranquilla, ho capito benissimo cosa intendevi…hem hem…), ma sai, io sono un po’ selettiva e rompiballe sugli uomini. Mi piace solo Johnny, quindi se mi date lui va benissimo così. Un bacione, a lunedì!!

Delfinocurioso: He he…quando mi ci metto, sono un treno a scrivere (ma, soprattutto, non devo avere niente da fare al lavoro). Per scrivere di più salto la pausa pranzo e non vado nemmeno in bagno. Apprezzate lo sforzo, per favore!! Il primo bacio…sto ancora cercando l’ambientazione giusta. Anzi, se avete suggerimenti, li accetto volentieri!

Minako-chan: Sono lusingata per i complimenti per il mio nick, ma ti avverto che non è farina del mio sacco: l’ho scopiazzato da un libro che avevo letto ambientato in una chat room. Era fico, tra l’altro, chissà dove l’ho ficcato…Comunque, io nemmeno in un millennio di spremitura del neurone l’avrei mai trovato. Probabilmente, in un sublime sforzo di fantasia, avrei messo il mio nome vero. Allora, ti sono arrivati i depliant per lo Zimbawe? Qual è la prossima tappa? Io ho già la valigia pronta, dimmi tu da dove parte il tour promozionale…

Romina: Come ti capisco…anche io mi sono dovuta allenare una settimana per scrivere bene Durmstrang. E poi, ancora adesso, preferisco un bel copia-incolla, con genuflessione di ringraziamento a chi ha inventato questa meravigliosa funzione. Che il subdolo Sasha fosse cosciente di infrangere una regola d’oro dell’albo del corteggiamento, non ci è dato di sapere: lui dice che "si era dimenticato…". Facciamo finta di credergli, non indaghiamo su cosa cova il bel Sasha a livello inconscio e passiamo oltre. Nadja voleva sapere…ma posso dirlo? Ci sono minorenni, qui? Ed io lo dico lo stesso (sull’argomento ne sanno più loro di me, ‘fanculo). Nadja era interessata alle misure. Punto. Credo che tu abbia già capito, no? Comunque, per sicurezza, ti avviso che non erano le dimensioni della scopa quelle a cui era interessata. Oh, quanto ho riso con la Bilenska Sbilenca!!! Effettivamente, il nome è nato proprio così, anagrammando il nome della più grande ballerina russa Ciolanca Sbilenka (l’avevo scritto sul diario, alle medie…roba da piena prima infanzia, lo so). Mi perdonerai mai la caduta di gusto, o stupenda e torreggiante creatura? Sappimi dire…ci sentiamo lunedì.

Nisi Corvonero: Buongiorno a te, o mio calzoncino farcito! Oggi ho una voglia di pizza che azzannerei qualsiasi passante che assomigli ad una mozzarella. Effettivamente, l’aspetto culinario del nostro rapporto può essere dovuto al fatto che posto il capitolo e scrivo le risposte alle recensioni nel mezzogiorno, quando il mio stomaco comincia a cantare la Traviata ed io non posso fare a meno di sbavare se penso a qualsiasi cosa di commestibile. Forse è per questo che "scorfanarsi" mi ha tanto colpito. Ne ho uno anche io da suggerirti, che è "impalugarsi". Sempre rigorosamente riflessivo, indicherebbe quello stato di disagio che comporta la difficoltà a deglutire perché il boccone non è stato sufficientemente idratato e forma una specie di tappo semisolido in gola. Un impalugo come si deve, di solito, ha una consistenza sabbiosa e cementa le fauci tra di loro tipo Super Attack. Hai presente? Bene, dopo questo dotto scambio culturale, ti saluto con un bacio fortissimo, avvisandoti che oltre ai biscottini, quando sarai ricoverata alla neuro, ti porterò anche il lambrusco, la porchetta con tanto di girarrosto (ma non so se te la faranno tenere), le cozze in guazzetto, il montone in umido e qualche caciotta. Se hai bisogno di qualcos’altro, fammelo sapere!

  
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