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Autore: eleanor89    01/12/2010    17 recensioni
Questa storia racconta dei Malandrini e di tutte le persone venute a contatto con loro a Hogwarts e negli anni successivi; tanti pezzi di vita che possono avere un significato importante nelle loro esistenze o essere episodi di normale quotidianità.
Avanti e indietro nel tempo, momenti di gioia e di dolore: ecco a voi una lunatica e pessimista Lily Evans, Un Frank Longbottom calmo e che non si lascia influenzare dai suoi pazzi amici, una Alice sportiva e dura, una Mary McDonald civettuola e allegra, e naturalmente Severus Snape, Regulus Black, i Lovegood, tutto l'Ordine della Fenice, compresi i magnifici Prewett, la spaventosa Dorcas, e tanti altri ancora.
Ultimo capitolo: Come Alice soprannominò James "Capitano": "James individua Alice da sola il giorno dopo Natale e pensa che avrebbe preferito non aver stampato sulla fronte il segno di una delle pantofole pelose di Remus, che Sirius gli ha lanciato quando ha ripreso a cantare. Le pantofole sono state trasfigurate da lui – ed è abbastanza sicuro che Remus le preferisca così – ed è ingiusto che siano state usate per tentare di stroncare la sua futura carriera."
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: James/Lily
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie '70's students.' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Non ci sarà James Sirius [dicembre 1995]



Sirius stava ridendo così forte che anche la professoressa McGonagall, rimasta dopo la riunione dell'Ordine per uno dei famosi polpettoni Weasley e ora sul punto di andare via, tornò indietro incuriosita.
«È perso nel viale dei ricordi.» spiegò Remus alle occhiate di tutti.
Tonks, imbronciata, disse: «Precisamente all'ultima volta in cui è venuto a trovarmi da bambina e mi ha involontariamente insegnato un sacco di belle paroline che io ho ripetuto davanti ai parenti di mio padre, finendo in punizione senza sapere il perché.»
«E non dimentichiamoci di quando è riuscito a perderti lasciando la porta di casa aperta.» aggiunse Remus, «Chiaramente è successo quando c'era James a distrarlo e per risultato noi siamo dovuti andare a cercarla per tutta la città, disperati...»
«E dov'era finita?» domandò la signora Weasley, preoccupata.
«Gelateria.» risposero lui e Tonks in coro.
«Sono stato sgridato da una gelataia.» si lamentò Remus, «Per fortuna dopo Andromeda ha massacrato Sirius.»
«Quanti anni aveva Tonks all'epoca?» chiese Moody.
«Tre e mezzo.» rispose Sirius con sicurezza, ricordando bene le urla della cugina.
«E già si metteva nei guai per andarsene a mangiare dolci?»
«Cosa vorrebbe dire questo?» si indignò Tonks mentre gli altri ridacchiavano.
«Ricorda mamma, qualunque cosa accada tra Bill e Fleur... a Sirius non devi affidare neanche un calzino. Devi avvertire Bill.» commentò Fred e la signora Weasley arrossì di indignazione.
«Fred, George, andate a lavare i piatti.» li scacciò subito prima che le facessero pensare alla nuova cotta del figlio per quella francese.
I gemelli per tutta risposta risero, sapendo che si era dimenticata che con la magia ci avrebbero messo pochissimo.
«Meno male che Sirius non si è ancora riprodotto.» sbottò Tonks.
«Questo non lo possiamo sapere...» rise Sirius.
La signora Weasley si schiarì la gola per ricordargli che Harry e Ron erano ancora tra loro, per quanto il figlio fosse mezzo addormentato. Era lieta che almeno le ragazze si fossero spostate per parlare da un'altra parte e non dovessero ascoltare certi commenti.
«Un piccolo Sirius in più in giro per il mondo, terribile.» affermò Remus con un sorriso beffardo.
«Di questo passo ci sarà prima un James Potter Junior in giro per il mondo.» replicò l'altro, lanciando un'occhiata a Harry che, invece che imbarazzarsi come si aspettava, rise.
«Che te ne pare di un James Sirius Potter? Per averli entrambi in giro?» domandò poi d'istinto e nel tentativo di rallegrarlo ancora, perché l'umore di Sirius era in grado di cambiare quello di tutti gli altri, «Se avessi mai dei figli il primo sarebbe senza dubbio lui.»
Sirius spalancò la bocca.
La McGonagall trasalì, «Spero vivamente di non essere più un insegnante per allora.»
«Con un simile nome sarà il peggiore dei Malandrini...» convenne Remus, suonando piuttosto allegro nel dirlo.
«Chi?» domandò Ginny, che era appena tornata con Hermione dal piano di sopra.
«Stavamo parlando del nome del mio futuro figlio, James Sirius Potter.» spiegò Harry, Sirius notò che era divertito come se fosse una battuta.
Ginny ed Hermione si scambiarono uno sguardo, poi la piccola Weasley scoppiò a ridere.
«Sarà peggio dei gemelli! Mi piace!»
«Ci avrei scommesso.» disse Hermione, mettendosi a sedere. Arrivò un rumore sordo dalla cucina e la signora Weasley corse a vedere cosa stessero combinando i figli invece che lavare i piatti.
«E se fosse femmina?» domandò Ginny, imponendosi di non avere un tono sognante.
«Lily.» rispose subito Harry e gli altri sorrisero di riflesso, «E come secondo nome... Luna.»
Hermione lo guardò con orrore: «Come Luna Lovegood?»
Ginny pensò che se fosse mai stata lei la madre, anche se era ormai impossibile visto come andavano le cose, a lei sarebbe andato bene anche chiamarla come Luna, che era la più vicina a lei oltre a Hermione.
«No!» si affrettò a rispondere Harry, «Se volessi chiamarla come un'amica la chiamerei Hermione e poi non siamo così uniti io e lei... No, pensavo Luna per... sai, Lupin. La parola latina.»
«Allora mi ascolti quando parlo!»
Remus si irrigidì per un momento, poi i suoi occhi presero una sfumatura di dolcezza che fece sorridere Tonks e Sirius.
«Bello, mi piace.» convenne Ginny, che guardava soltanto Harry.
«Ma perché ci stai già pensando?» domandò Ron, sbadigliando, «Non hai da fare un paio di cosette prima?»
«Non ci sto già pensando, ma appena l'ho fatto mi è venuto spontaneo pensare a quei nomi. Perché, a te ora non viene in mente nulla, se provi a pensarci?» ribatté l'amico a disagio, piombando improvvisamente nella realtà di ciò che aveva davanti a sé. Sicuramente l'altro parlava di finire Hogwarts ma a Harry era venuto in mente Voldemort e sapeva che i suoi discorsi erano sogni a occhi aperti di un futuro quasi scomparso. Forse non era lui l'arma di cui aveva bisogno, forse, ma il fatto che fosse stato in grado di vedere dentro il serpente...
Ron intanto ci stava riflettendo.
«Non lo so... Voglio dire, i nomi Arthur e Molly di sicuro li prenderanno prima Bill o Charlie o... altri. Quindi un nome non di famiglia... Rose.» decretò.
«Rose?» ripeté Hermione.
«Sì, mi piace Rose.» confermò lui con un'alzata di spalle.
«Piace anche a me.» osservò la ragazza, senza malizia ma facendo comunque arrossire il ragazzo.
«Di cosa parlate ora? Altri guai con Tonks?» domandò Fred, che con George stava raggiungendo la porta mentre la signora Weasley la indicava con aria scocciata per mandarli a letto.
«Stiamo decidendo i nomi dei nostri futuri figli.» rispose Ron, interessato meramente alla loro reazione.
I gemelli ruotarono su loro stessi con gli occhi spalancati, poi George sbuffò un principio di risata e il fratello esclamò: «Cosa?»
«Cosa?» fece loro eco la madre, «Anche tu ora?»
«James Sirius e Lily Luna per Harry. Rose per Ron.» rispose Ginny sogghignando.
«Oh! Beh, ovviamente mio figlio si chiamerà Fred e il figlio di Fred George, così avremo altri due Fred e George Weasley.» proclamò George.
Fred lo guardò e poi sorrise, ammirato: «Sai che mi piace davvero come idea?»
«Davvero?» rise l'altro, «Siamo d'accordo allora!»
La McGonagall impallidì quando Remus commentò: «Davvero, spero tu non insegni più per allora, Minerva.»
«Tonks, tu?» domandò allora Sirius, ammiccando misteriosamente.
«Boh, non ne ho la più pallida idea... Magari Ted come mio padre. Credo che ci tenga.» rispose lei stringendosi nelle spalle.
«Ted Lupin, carino.»
Tonks quasi soffocò nel suo bicchiere coi capelli improvvisamente rossi e Remus si voltò molto lentamente a guardare Sirius che rideva di nuovo. Considerato che lui e lei si conoscevano da poco più di cinque mesi non capiva da dove fosse venuta quell'uscita infelice.
Infelice solo per loro, considerato che doveva essere arrossito e che tutti gli altri ridevano con Sirius.
«Perché?» gracidò Tonks, con la gola dolorante per essere quasi soffocata.
«Frequenti solo lui per ora, no? Noi siamo cugini...»
«C'è Kingley!» protestò lei scandalizzata, «Ci sono Dawlish, tutti gli altri miei colleghi... Oddio, in effetti sì, solo Remus è fattibile. NO! Non fattibile in quel senso!»
Sirius quasi si rovesciò indietro dal ridere mentre Molly cominciava a suggerire che i figli se ne andassero a letto. Remus si era messo le mani davanti alla faccia.
«Fattibile nel senso che è l'unico con cui è fattibile stare assieme considerato che Kingley è così... Kingsley e gli altri sono degli idioti! Oh!» concluse Tonks trionfante, con i capelli ormai rosso sangue e anche il viso coordinato a essi. Remus non si azzardò a riemergere da dietro le mani finché non fu sicuro che i ragazzi e la McGonagall se ne fossero andati dalla stanza, tutti sghignazzanti e cacciati da Molly.
«Grazie.» disse Remus a Sirius con disapprovazione quando Moody fu uscito accompagnato dalla signora Weasley.
«Non pensavo che reagisse in modo così divertente.»
«Ehi.» mugugnò Tonks, «Mi hai colta di sorpresa.»
«Ma Teddy Lupin non suona male.» replicò Sirius innocentemente.
«Sì, a parte il fatto che dubito che nascerà mai un bambino con quel cognome. Che sia legato a me, almeno.» fece presente Remus. Tonks lo guardò incuriosita. «Essendo io un licantropo.» le ricordò.
«I licantropi non possono avere figli?» domandò lei, sgranando gli occhi.
Remus la guardò sorpreso: «Beh, non con i non-licantropi che io sappia... Senza contare che, insomma, con chi dovrebbero averne?»
Tonks si voltò a guardare Sirius con perplessità.
«Uno di quei discorsi che imparerai a memoria su “sono un licantropo e non avrò mai una famiglia”.» sbuffò lui.
«E perché no? Magari puoi averne anche con i non-licantropi, basterà trovare una a cui non importi e vedere se funziona! A me per esempio non importa! Va bene che io sono strana ma sono sicura che a nessuna donna che ti conosca davvero e che non sia stupida potrebbe importare quello che fai una notte al mese! Non sei neanche pericoloso con la pozione anti-lupo!»
Remus la fissò scettico: «Tralasciando la pericolosità, dove metti il fatto che saremmo entrambi allontanati dalla società e trattati da schifo, specialmente lei per avermi sposato? O il fatto che non ho i soldi per mantenere neppure me stesso perché nessuno dà lavoro ai lupi mannari? Se anche accettasse davvero quello che sono, e ho i miei dubbi...»
Tonks lo interruppe con veemenza: «Una donna ormai non si aspetta più che il marito la mantenga, può benissimo lavorare! E se una donna è innamorata tutto ciò che vuole è stare con la persona che ama, chi se ne frega delle persone ignoranti che non li vogliono vedere! Siamo in una stanza che fino a poco fa era piena di persone che ti amano, no? Quindi se qualcuno ti discrimina per ciò che sei è un idiota, e chi vorrebbe essere apprezzato da un idiota? Se per caso io mi innamorassi di te, ad esempio, e Sirius piantala di guardarmi a quel modo perché non ci conosciamo neanche ancora bene, ma se accadesse, mi importerebbe solo di te e mi farebbero schifo tutti quelli che ce l'hanno coi licantropi a prescindere, anzi, mi fanno schifo già adesso!»
«Respira.» le disse amorevolmente Molly, che stava pulendo la tovaglia in quel momento e che per un momento, qualche secondo prima, aveva incrociato lo sguardo malizioso di Sirius. «Remus, dovresti ascoltare Tonks, mi pare abbia fatto un discorso piuttosto sensato.»
«Certo che sono sensata.» approvò Tonks, incrociando le braccia e notando solo in quel momento l'aria totalmente sbalordita di Remus, «Cosa c'è?»
«Niente...» mormorò lui, scioccato, «Grazie, Ninfadora.»
«Tonks
«Grazie, Tonks.» si corresse debolmente.
«Non ringraziarmi, è così che la penso. Io sono sicura che troverai la donna giusta, sei troppo... sarebbe troppo uno spreco altrimenti.» si corresse, tornata allegra, «Ma non potrai chiamare tuo figlio Teddy, non senza il mio permesso. E tua moglie dovrà essere approvata da me e Sirius.»
«Concordo. Ma penso che approverò soltanto una donna che ragioni esattamente come te.» disse il cugino.
«Questo perché sono meravigliosa!» esclamò lei, finendo di bere la sua spremuta. «Beh, io ora vado. Grazie per la cena, Molly, era tutto squisito. Ci vediamo domani, gente!» salutò con un gran sorriso, reggendosi a una spalla di Sirius dopo essere inciampata e poi uscendo dalla sala da pranzo.
«Il portaombrelli!» le gridò dietro la signora Weasley e lei fece un segno con la mano.
Quando Tonks ebbe lasciato Grimmauld cadde il silenzio.
«Allora, vecchio mio... Io sono stanco e me ne vado a dormire. Lascia stare, Molly, lo pulisco io domani.» la bloccò Sirius, con un cenno di intesa in modo che lasciassero Remus solo.
«Oh, sì, sì, buonanotte.» si riscosse Remus, che fissava ancora la porta da cui era uscita la giovane Auror, «Tra un attimo arrivo.»
Molly si morse le labbra per non ridere e si affrettò a uscire.
Fecero le scale quasi di corsa, sghignazzando come ragazzini durante quella piccola tregua che si erano concessi prima di dover tornare alla solita disapprovazione reciproca.
«Tonks è adorabile.» disse Molly, «Una ragazza di gran cuore.»
«Hufflepuff, no?» fece Sirius, «E io che stavo solo scherzando con la storia di Teddy!»
«Abbassa la voce, le ragazze dormono.» intimò lei, fermandosi per non far ulteriore rumore. Sirius la guardò scettico, indicando la porta dimenticata socchiusa in camera di Ginny ed Hermione.
«Direi di chiuderla prima che Kreacher cerchi di entrare.»
Quando però si avvicinarono entrambi sentirono una voce maschile. Subito dopo seguì quella di Ginny.
«E hai visto la faccia di Hermione quando Ron ha nominato Rose?»
«Non farmici pensare.» si stava lamentando Harry, «Spero che i gemelli non ne parlino più, quando Ron si innervosisce finiscono per litigare peggio del solito.»
«Lui e i gemelli?»
«Lui e Hermione.»
«Hermione dev'essere in bagno.» sussurrò la signora Weasley, aggrottando la fronte. Sirius nascose un ghigno voltando la testa verso lo spiraglio della porta, che ora mostrava una debole luce che doveva provenire dalla bacchetta di Ginny.
La signora Weasley fece irruzione e lui si allontanò per non passare da spia, salendo velocemente al piano di sopra.
Harry uscì con aria tranquilla mentre la signora Weasley tornava fuori e deviava al piano di sopra a sua volta, salutando Remus che dalla rampa sotto andava a letto con aria estremamente corrucciata, cosa che le strappò una risatina ben udibile.
«Buonanotte.» salutò anche Hermione, appena tornata dal bagno ed entrambi la salutarono, scambiandosi poi un'occhiata una volta rimasti soli a metà tra le rampe.
«Lily Luna?» ripeté Remus, cercando di scacciare dalla sua mente i commenti fatti da Sirius poco prima. Quest'ultimo si fermò nell'atto di andarsene, incontrando lo sguardo di Molly che sembrava divisa tra il voler restare ad ascoltare e il fingersi indifferente.
«E James Sirius.» convenne Harry, suonando divertito.
«Sirius sembrava molto felice.» disse diplomaticamente Remus e Sirius fece una smorfia, pensando a quanto l'amico fosse ipocrita.
Harry rise piano, di una risata strana.
«Ma tu pensi onestamente che ci sarà mai un James Sirius?»
«Che vuoi dire?»
Molly si acquattò accanto a lui con aria confusa e quando Sirius si portò un dito alle labbra, perché facesse silenzio, annuì.
«Sono Harry Potter. Anche se cerco di non pensarci... nel mio futuro c'è soltanto Voldemort.»
Molly sobbalzò accanto a Sirius, mentre l'altro si incupiva.
«Che vuoi dire? Non pensi che vinceremo?» domandò con calma Remus.
«Certo che vinceremo.» rispose Harry, non suonando troppo convinto, «Solo... non penso che tutti... che io... ce la farò necessariamente a sopravvivere. Andiamo, Voldemort mi viene dietro e non sarò sempre al sicuro a Hogwarts, poi c'è la storia di quell'arma che sta cercando... Ho la sensazione che finirà comunque con noi due che ci vediamo di nuovo faccia a faccia, come a giugno.»
Remus impallidì leggermente, mettendo le mani in tasca perché Harry non notasse che stringeva i pugni. Sirius e Molly restarono a bocca aperta, per una volta uniti nella stessa reazione.
«Ma c'è tutto l'Ordine che è dalla tua parte e vuole proteggerti...» cominciò.
«Lo so e vi ringrazio tutti.» disse in fretta Harry, «Ma il fatto è che ho i miei dubbi sul poter avere una vita normale. Ho rischiato di morire almeno una volta all'anno da quando sono a Hogwarts e ancora Voldemort non era tra noi. Dubito che... insomma, avrò mai una famiglia. Prima o poi ci sarà uno scontro tra me e lui...»
Sirius, pallido, si voltò a guardare la signora Weasley, che aveva portato una mano alle labbra forse per non singhiozzare e stava piangendo in silenzio. Guardò poi anche Remus, attento a non farsi notare, e vide che fissava il pavimento.
«Stavolta ha rischiato il signor Weasley, e anche se Ginny dice che non ero posseduto ero così vicino...»
«Harry.» lo interruppe Remus, e la voce suonava distintamente arrabbiata, come accadeva sempre quando era preoccupato, «Tu sopravviverai. Sopravviverai e ti sposerai e avrai anche quei bambini.» decretò, strappandogli un sorrisetto poco convinto.
«Dici?»
Remus cercò di calmarsi prendendo un respiro profondo: «Andiamo, sei l'eroe, no?»
«Gli eroi muoiono sempre.»
Una risposta degna di Lily che lasciò i tre adulti di stucco.
«Scusa... Non so perché parlo così ora... C'è una foto del primo Ordine che Moody mi ha fatto vedere e c'erano tutte quelle persone felici, i miei genitori... e non riesco ancora a togliermela dalla testa. Penso alle mie foto con Ron ed Hermione e al fatto che potrebbe succedere qualsiasi cosa anche a loro... Forse a causa mia...»
Sirius chinò il capo, sapendo esattamente cosa stava provando Harry in quel momento, cosa aveva provato James tanti anni prima, cosa avevano provato tutti loro. Non si era mai reso conto che il suo figlioccio potesse sentirsi così. Certo, era rimasto chiuso in camera quando pensava di essere controllato da Voldemort, ma dopo aver parlato coi Weasley ed Hermione era tornato relativamente tranquillo, contagiato anche dall'atmosfera natalizia, e quindi lui non si era reso conto di quanto profondamente stesse male.
Remus poggiò una mano su una spalla del ragazzo, mentre Molly si sforzava per non singhiozzare.
«Non è colpa tua, non sarebbe mai colpa tua, ma soltanto di Voldemort e dei suoi seguaci. Non riesci a vedere il tuo futuro perché lui è un ostacolo troppo grande e nasconde il resto, ma io posso e sono sicuro che tu avrai un lieto fine. Devi, altrimenti Molly se la prenderà con te.»
Harry rise di nuovo, stavolta nel solito modo.
«Vero, non potrei più mangiare le sue aringhe.»
«Come hai detto tu sei Harry Potter, la nostra speranza, e la speranza è l'ultima a morire. Ultima, chiaro?»
Harry rise di nuovo, stavolta più sollevato, «La signora Weasley era una ragione sufficiente per non morire, grazie. Scusa se ti ho trattenuto, non so cosa mi sia preso. È da quando abbiamo cominciato a parlare di nomi e di bambini che mi sono innervosito...»
«È comprensibile, sei molto sotto pressione, me ne rendo conto.» lo scusò immediatamente Remus, «Hai fatto bene a parlarmene.»
«Sì, beh, non posso parlarne con Ron ed Hermione, non senza mandarli nel panico. E Sirius... sta già così male per conto suo.»
Sirius strinse i denti, sentendosi improvvisamente un idiota inutile.
«Puoi parlare con me quando vorrai, Harry. Sempre, davvero.»
«Stanno per salire.» sussurrò la voce di Moody, facendo sobbalzare Sirius e quasi urlare Molly. Per fortuna l'ex Auror le aveva lanciato un incantesimo per toglierle la voce un secondo prima di parlare.
I tre si infilarono nella prima stanza libera e Molly cominciò a singhiozzare apertamente, sapendo di non emettere alcun suono.
Remus entrò un momento dopo.
«Sirius, se devi spiare abbi la decenza di non farti beccare, è un miracolo che Harry non ti abbia notato.» disse freddamente, «Finite incantatem
«Povero piccolo... Moody... come ti è saltato... in mente... la foto... gli dobbiamo parlare...» singhiozzò Molly.
«Non lo so, dobbiamo?» chiese lui con voce dura.
«E cosa suggerisci di fare? Lasciarlo solo?» domandò bruscamente Sirius, «Lasciare che continui a pensare certe cose?»
«Credo che dovremmo dirlo a Dumbledore.» rispose Remus, «E che dobbiamo stargli vicini ma anche che dobbiamo aspettare che ce ne parli lui. E anche se andassi a parlargli cosa potresti dirgli, Sirius? Che hai origliato? L'ho convinto ora e non possiamo dirgli molto altro, oltretutto sappiamo sia io che lui che per quanto io abbia fede nel fatto che non muoia, nessuno sa come andranno a finire le cose.»
«Stai dicendo che quindi invece morirà?» Molly lo guardò con orrore e Remus impallidì maggiormente.
«No, certo che no! Ma parlare del futuro in questo momento spaventa tutti e c'è un motivo. E se Harry non è venuto a parlare con nessuno dobbiamo comunque rispettarlo.»
«Che meraviglia.» sbottò Sirius, «Diciamoci le cose come stanno: andare a dirgli che avrà un futuro non l'ha convinto affatto perché tutti sappiamo che se Voldemort scovasse la Profezia e la sentisse per intero troverebbe il modo per ucciderlo subito e no, Molly, non posso dirti esattamente di cosa essa parli!» Sirius sembrò sul punto di colpire qualcosa ma poi fece un respiro profondo, «Non voglio finire col rompere di nuovo una promessa, ma voglio dire a Harry che io sono pronto a morire al posto suo se mai ce ne sarà l'occasione.»
«Lo farebbe sentire peggio.» ribatté debolmente la signora Weasley.
«Lo so, quindi non gli dirò nulla.» disse Sirius, «Ho detto che voglio, non che posso. Però ho tutta l'intenzione di permettere a James Sirius di nascere. Ci tengo a un Sirius col cognome Potter.»
Remus sospirò rassegnato.
«E Lily Luna.» gli ricordò.
«Credete davvero che il discorso di poco fa sia stato sufficiente almeno a distrarlo?» domandò la signora Weasley, preoccupata, «Che ora Harry non si stia ripetendo che verrà ucciso?»
«I Prefetti hanno sempre un certo ascendente sui Potter. Fidati.» rispose Sirius seccamente, dando loro le spalle e uscendo dalla stanza con chissà quali pensieri per la testa. Remus e Molly si scambiarono un'occhiata infelice.
«Non ci perdonerà di averlo convinto a non parlargli.» sospirò di nuovo Remus.
«Non so se mi perdonerò neppure io.» disse quietamente la donna, «Anche soltanto per non essermi accorta che Harry cominciava a pensare a certe cose.»
«Vigilanza costante.» borbottò Moody, lasciando la stanza.
















[...] Sirius, la cui allegria stava evaporando ora che il Natale era passato. Più la data del loro ritorno a Hogwarts si avvicinava, più Sirius diventava incline a quello che la signora Weasley chiamava "eccesso di cattivo umore", diventando taciturno e burbero, e richiudendosi per ore nella camera di Fioribecco. La sua malinconia serpeggiava nella casa, infiltrandosi sotto le porte come un gas nocivo, così che tutti ne venivano contagiati.









L'ultima ovviamente è una citazione di Harry Potter e l'Ordine della Fenice, ho provato a dare anche una spiegazione inaspettata al cattivo umore di Sirius, che io stessa ho reputato dovuto al fatto che sarebbe presto rimasto di nuovo solo.
Dato che i miei James e Lily sono sempre negativi al massimo e il caro Harry lo è nel libro, ho pensato di fare una scossa a Sirius e Remus facendogli notare che anche Harry non è esattamente un ottimista. Oltretutto con l'attacco e la possibilità di essere la famosa arma che ogni tanto gli tornava per la testa, con il cimitero l'estate precedente e tutto ciò che stava succedendo a scuola per cui non aveva speranza di miglioramento, mi sembra anche normale che da lì siano cominciati a partire i dubbi che poi si sono mostrato in tutto il loro splendore prima della caccia agli Horcrux “Non sopravviverò” “Voldemort è tutto ciò che ho davanti” “Lasciamo Ginny libera anche se sposerà uno sconosciuto perché io non avrò mai una mia vita” e via dicendo.
Ciò che conta però è il RemusTonks. Sempre.
Sirius che shippa il RemusTonks, anche. E Tonks che shippa inconsapevolmente il futuro RemusTonks.
(Fred e George, sigh)






   
 
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