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Autore: Ikigai01    06/12/2010    1 recensioni
Se amo lei perché tutto questo ti sembra sbagliato?-
Fanfiction ambientata dopo la II guerra magica.
Genere: Erotico, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Harry, Harry/Ginny
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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La brezza estiva fischiava nelle orecchie di Harry che saldamente si teneva stretto al manico della sua scopa. Gli occhi lacrimavano a contatto con l’aria umida e dovette sbattere le palpebre parecchie volte prima che le sue lenti a contatto tornassero nella posizione giusta; Draco diceva che gli occhiali si sarebbero rotti di sicuro prima o poi, schiacciati dal peso dei loro due corpi che si muovevano sinuosamente sul grande letto verde scuro. Ormai non poteva più incontrarsi a casa Malfoy perché Astoria aveva qualche sospetto sui rumori che provenivano dallo sgabuzzino in piena notte, e le scuse di Draco non la convincevano più. Per questo motivo da qualche giorno si trovavano in una casa abbandonata sistemata all’interno di una piccola radura; Harry trovava molto romantico il svegliarsi all’alba respirando rugiada, mentre gli animaletti del bosco attraversavano furtivi la radura per poi fermarsi a guardare i due ragazzi che colpevoli si stringevano in un abbraccio.

Aguzzò lo sguardo lottando con il bruciore che gli annebbiava la vista e scorse la piccola casetta nascosta dagli alberi. Guidò il manico di scopa e dopo qualche secondo atterrò perfettamente a pochi metri da Draco, che a torso nudo gli rivolse un’occhiata infastidita.  –Sei in ritardo- disse schiarendosi la gola.

Harry sorrise: -Queste lenti- indicò i suoi occhi, -fanno davvero schifo, Draco. Ho rischiato di finire addosso a un platano appena uscito di casa-.

Il ragazzo gli si avvicinò pericolosamente, appoggiandogli le mani sui fianchi scolpiti. –Sicuro di voler parlare di lenti a contatto tutta la notte? Mi è costato abbastanza quel letto, lo sai?-

Dalla gola di Harry uscì un turbinio e nel giro di dieci secondi erano già sdraiati sull’erba umida; quello che condivideva con Draco era una cosa completamente estranea all’amore che univa lui a Ginevra, ma ne era dipendente ormai. Le sue cosce, il modo in cui lo sentiva muovere sopra di lui, gli stimoli che lo facevano sentire vivo erano tutt’altra cosa; aveva bisogno di sentire il dolce sfiorare delle sue dita sulla schiena, la bocca che vorace assaggiava il suo collo; e non voleva smetterla mai. Draco era un vizio così essenziale che non riusciva a comprendere come avesse fatto a vivere fino a quel momento. Quando lo sentiva entrare caldo e affamato dentro il suo corpo ogni più piccola cellula provava l’estasi, ma durava così poco che ne voleva sempre, sempre di più. –Ho bisogno di te- sussurrò Harry all’orecchio del ragazzo che spalancò gli occhi e lo guardo perforandogli le iridi; Harry abbassò lo sguardo e sbatté le palpebre sorpreso dall’intensità dello sguardo di Draco, che inaspettatamente lo baciò con un trasporto che mai aveva percepito nei suoi baci. Appena si staccarono Harry gli sorrise dolcemente. –Non me lo avevi mai detto- si giustificò Draco che arrossì sensibilmente.

Il costosissimo letto verde scuro lo considerarono solo quando erano entrambi così stanchi da sentire il bisogno di dormire, e quando Harry riaprì gli occhi il sole era sorto già da un bel po’. Si vestì ascoltando il cinguettio degli usignoli, osservando le nuvole che lente si spostavano verso sud. Prese la sua scopa e dopo aver lanciato un ultimo sguardo al ragazzo che beato dormiva sotto le coperte, si alzò in volo e ripercorse il tragitto per tornare a casa; un nodo invisibile gli strinse le viscere in una morsa, e la mascella si serrò furiosa. Il senso di colpa di aver tradito la sua famiglia si fece vivo di nuovo e gli ci volle tanta volontà per cacciare dentro le lacrime amare che spingevano contro le sue guance. –Sono una merda- disse contro il cielo e annusandosi una mano sentì l’odore pungente dei capelli di Draco. –Sono una merda- ripeté prima di atterrare nel giardino di casa, e quando aprì la porta della sua stanza trovò Ginny rannicchiata in posizione fetale rivolta verso la finestra; i lunghi capelli cremisi ricadevano morbidi sul cuscino. Il suo profumo fiorito annullò tutto il resto, e Harry sentì la necessità di sdraiarsi vicino a lei e osservarla dormire. Si addormentò abbracciato a lei, piangendo silenziosamente provando disgusto verso sé stesso.
   
 
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