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Autore: Kate_88    07/01/2011    2 recensioni
Kyo e Toru, dopo che la maledizione è stata spezzata, sono andati lontano dai loro amici per raggiungere un Dojo. Toru e Kyo vivono insieme, eppure qualcosa sembra essere diverso... qualcosa si sta spezzando.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kyo Soma, Momiji Soma, Toru Honda, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Capitolo 3 – I sorrisi di un bambino

 

 

Dall'arrivo di Toru erano passati un paio di giorni e mentre lei era a casa, riprendendo a sistemare come le piaceva fare, altri andavano a scuola o a lavoro.

Lei se ne stava con i suoi pensieri, con la solitudine per la mancanza di Kyo e un po' felice per il suo ritorno a Tokyo, lì dove c'era tutto di lei.

Hatsu e Momiji, intanto, se ne stavano in classe, seguendo la lezione sullo sguardo delle ragazze, popolari come per gli anni precedenti, con un'unica differenza: ora non c'era più la concorrenza di Kyo e Yuki.

Erano ammirati, lodati, perfetti nell'aspetto e Momiji anche nello studio, a differenza di Hatsu che preferiva passare i pomeriggi a tenere a bada Rin, perchè lui al contrario della lepre, aveva ancora qualcuno da amare.

Momiji era bello, cresciuto eppure distante.

Non negava nessun aiuto a chi lo chiedeva, sorrideva se necessario, ma da un anno era cambiato. Non era più il ragazzino spensierato e allegro, che passeggiava mano nella mano con Toru sorridendo, se ne fregava di tutto quanto tanto la persona a cui più temeva, la sua amica, la sua sorella, la sua amata, se n'era andata.

Gli mancava e il fatto che fosse tornata non gli era d'aiuto. Sapere che le cose con Kyo non andavano bene, l'averla abbracciata. Si sentiva un verme felice e per un attimo solo si ritrovò a sorridere, felice forse di quel ritorno.

« Yuki vuole andare in montagna da Kyo. Ci andrai? »

Hatsu interruppe i pensieri della lepre che, tornando alla realtà, rifilò un'occhiataccia alla mucca, alzandosi in piedi e sbattendo la sedia contro il banco.

« Scordatelo »

Aveva fatto forse un po' troppo rumore che, nel momento di pausa tra una lezione e l'altra, tutti lo guardavano.

Uscì dall'aula, seguito da Hatsu che lo fermò affermandolo per un polso.

« Ehi, non ti sarai scaldato troppo per quanto accaduto a Toru e Kyo? »

« Affari miei! »

« Affari tuoi? E da quando ti rivolgi così? Sei cambiato, sai? »

« Non sai nulla di me, quindi non atteggiarti a grande amico »

Momiji sputava veleno dalla bocca, come una serpe attaccata dal nemico. Era furente, con se stesso, con Kyo, con Toru. Voleva spaccare tutto, urlare ai quattro venti quanto tutto quello gli faceva male, ma non poteva, doveva solo stare zitto e subire tutto quello che la vita gli stava dando, dalla maledizione a Toru.

« Già, forse non so nulla, o forse so tutto. Tu sei felice che lei sia tornata. Anche perchè è inutile negarlo, l'altro giorno tutti hanno sentito la vostra conversazione. Goditela la sua presenza, almeno finchè è qui »

« La mucca è stupida »

Momiji non disse altro che s'allontanò dalla scuola, uscendo prima e tornando a casa.

Prese un grande respiro e arrivato a casa, varcò la soglia che lo divideva da Toru.

Lei era in cucina, si sentiva l'odore delle verdure che stava bollendo, le uova che friggevano, e tutti i vari componenti per una cena.

Si fermò sulla soglia della cucina e sorrise, tornando per un attimo al ragazzino di un tempo.

« Toru! Sono a casa! »

Toru sorrise, felice come un tempo, girandosi a guardare quel ragazzo che per un attimo si mostrò come il ragazzino gioioso, la lepre di un tempo.

« Sei tornato! Ma come mai così presto? »

« Ho marinato le ultime lezioni »

Si grattò il capo, smuovendo quei capelli biondi e reagendo come un bambino infantile, forse fingendo così bene da far sorridere anche Toru che, felice alla vista di quella gioia, abbracciò il ragazzo.

« È bello vederti sorridere » sussurrò Toru verso Momiji, contro il petto del ragazzo, provocando a questo una fitta al cuore.

« Toru sei tu che fai sorridere questa casa. Comunque, ti va di uscire un po' oggi pomeriggio? »

« Si! Devo fare la spesa! »

« Io veramente intendevo altro. È tanto che manchi, e poi quanti vestiti ti sei portata? Insomma, non parti domani, dai andiamo! Anzi, potremo anche passare da Akito, che ne pensi? »

Il ragazzo la guardava ansioso e impaziente, sciogliendo l'abbraccio e prendendola per le mani, come un ragazzino che chiede caramelle con insistenza.

« Mh a pensarci ho solo due cambi, credo che due soldi potrei anche spenderli e poi hai ragione, potremo passare da Akito! Spengo i fornelli e andiamo. Gli altri quando tornano? »

« Tra un paio d'ore saranno a casa. »

« Lasciamo loro un biglietto! »

Toru era nuovamente allegra, spensierata come al solito e l'abito turchese che indossava la rendeva ancora più donna e bella, con le maniche corte e la gonna fino alle ginocchia, abbellita da un nastro rosa alla vita.

Lei era bella e solare, la ragazza che un tempo conquistò tutti, dando speranza ed emozioni a chi ormai aveva perso tutto.

Il ragazzo l'osservava ammirandola, tendendo la mano destra e mormorando: « Come ai vecchi tempi? »

Toru accettò l'invito, afferrando la mano di Momiji, godendo di quel pomeriggio in sui compagnia, mano nella mano, senza pensare a quanto quel gesto rendesse ancora più felice il ragazzo.

 

Giunti davanti alla villa principale dei Soma, Toru si mostrò decisamente agitata.

« Che hai? »

« Non vedo Akito da tanto, insomma, non vorrei che fosse arrabbiata con me »

« Dammi retta, Akito al momento può avercela solo con Shigure per averla ingravidata. E Shigure non ne può di sentirla urlare mentre scrive »

« Sono felici? »

Con un pizzico di tremore mormorò quelle parole verso Momiji che si limitò ad annuire e a stringere la mano di Toru.

Suonarono il campanello e vennero ricevuti dalla vecchia signora che li portò in salotto dove Akito, vestita con un kimono, celava in parte il pancione e Shigure, con il suo solito kimono monocromatico, picchiava le dita contro la macchina da scrivere.

« Ehi, ti ricordo che non vorrei una figlia stordita. Potresti picchiare meno forte su quella macchina infernale? »

« Guarda che la piccola dovrà mangiare eh. »

« Gli darò le tue gambe se non la smetti »

La scena era a dir poco comica e interessante che i due non si accorsero inizialmente degli ospiti finchè Shigure non notò Momiji, Toru e le mani unite.

Incredulo li guardava, fissando poi Momiji che distolse lo sguardo colpevole, per poi dire ad entrambi: « Salve. Qualcuno voleva venire a trovarvi »

« Toru sei tornata! » esclamò Akito che tuttavia non s'alzò dal divano.

« Si starò a Tokyo per un po'. Come stai? »

Con facilità lasciò la presa della mano di Momiji, andando da Akito e carezzando il pancione. Sorrideva per poi rivolgersi a Shigure: « E così diverrai papà di una splendida femminuccia »

« Bè d'altronde se fosse stato un uomo l'avrei fatto volare dal balcone. Dovrò solo ricordarmi di tenere la piccola solo per me e non farla vedere a nessuno. Non vorrei che qualche maniaco me la porti via » Shigure parlava con i suoi soliti modi, lasciandosi trasportare dalle emozioni come se fosse il protagonista di uno dei suoi romanzi.

« Senti da che pulpito viene la predica » borbottò Momiji verso l'altro uomo della casa, per poi sentirsi rispondere: « Guarda che al momento non dovresti proprio parlare eh. »

Il ragazzo biondo arrossì guardando altrove, per poi tornare a gustarsi la scena di Toru che carezzava il pancione di Akito e rideva felice, come se in quel momento tutti i suoi pensieri fossero passati in secondo piano.

Tuttavia, quella vista non durò a lungo, poiché Shigure portò il ragazzo fuori dalla stanza, trascinandolo nel suo studio.

« Mi spieghi perchè hai uno studio dove lavorare e tartassi la tua fidanzata in salone? »

« Perchè se la lascio sola poi viene qui e non ho un divano nello studio dove farla sedere, piuttosto tu, perchè quell'atteggiamento con Toru? Cioè, ricordo che era ben diverso quando lei se ne andò »

« Affari miei »

« Guarda che le voci sono arrivate fino alla villa principale. Yuki è passato oggi dicendo che partiva per andare a pestare a sangue Kyo. »

« È andato davvero? Solo? »

« Molto peggio. Con lui partivano anche Uotani e Hanajima. Tornano domani sera. Comunque, che succede tra te e Toru? »

« Niente. Mi comporto come sempre. Sono un egoista dopotutto »

« Già, ma la verità è che quest'anno senza di lei è stato duro... »

« Volevo farla conoscere a Momo ma non avrebbe senso visto che tanto farà pace con Kyo e ripartirà »

« È stata dura per tutti noi ma, anche se è giusto essere un po' egoisti dobbiamo anche farle vivere la vita come meglio crede. A proposito, Uotani le ha dato la notizia? »

« Credo se ne sia dimenticata... prima o poi glielo dirà »

« Bè allora per oggi ho finito con le parole sagge e serie. Andiamo di là »

Shigure come al solito, dopo un discorso serio, liquidò la questione in maniera leggera, raggiungendo le due ragazze.

La giornata era trascorsa nel migliore dei modi e Toru e Momiji, salutando i due fidanzati, si diressero verso casa, mano nella mano.

 

Yuki, Uotani e Hanajima erano fermi davanti la porta del dojo.

Hanajima aveva i capelli sciolti, un abito nero e l'aria inquietante; Uotani indossava la divisa della Farfalla Rossa; Yuki vestito semplice s'apprestava a bussare.

« E ora chi diavolo è? Oggi sono finite le lezioni » urlò Kyo mentre si muoveva verso la porta.

« Amici » melensi e sarcastici, i tre risposero all'urlo di Kyo che impallidì una volta aperta la porta.

« Che... che siete venuti a fare qui? »

« A spaccarti la faccia. » rispose Yuki con la sua solita aria calma e glaciale.

« Lei dov'è? »

« Ah... sentito Hanajima? Si preoccupa per lei, ora. Che carino. Dovremo riportarlo a Tokyo e farli riconciliare... »

« Certo Uotani e magari organizzare loro un banchetto » Hanajima rispose per quanto potesse riuscire ad imitare una voce carina, prima di tornare tetra e rivolgersi a Kyo « Le onde mi fanno capire che sei piuttosto agitato. Fai bene ad avere paura »

« Guardate che la stupida è stata lei. Poteva dirmelo che voleva che venissi a Tokyo. Mi sarei organizzato con i ragazzi »

« Idiota e stupido di un topo » Yuki perse la pazienza, scaraventandosi contro Kyo, dandogli un pugno in viso « Ma sei stupido? Tokyo? Ti preoccupi di Tokyo? Preoccupati di lei! Non è felice! Pensa a quello che hai fatto per farla star male »

« Ma io... sta male? Perchè non me l'ha detto? »

« Perchè è Honda! »

« Adesso con chi è? »

« Non lo so. Era a casa, forse è con Momiji »

Kyo per un attimo diventò triste, abbassando lo sguardo, placando dentro di se quell'istinto di gelosia che lo attraversava.

« Con Momiji? Bè si starà divertendo... comunque, appena mi sarà possibile la raggiungerò »

« Come ti pare, dipende se lei sarà lì ad accoglierti. Ora... » Yuki si ricompose, spolverando i pantaloni « facci entrare. »

« Eh? »

Arisa non aspettò un attimo di più che varcò la soglia, lanciando un'occhiataccia a Kyo.

« Non t'aspetterai che dormiamo in una qualche pensione, vero? »

Hanajima lasciò ondeggiare i capelli a sufficienza per convincere Kyo che, una volta fatti entrare tutti, chiuse la porta rassegnato.

   
 
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