Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: eleanor89    10/01/2011    28 recensioni
Questa storia racconta dei Malandrini e di tutte le persone venute a contatto con loro a Hogwarts e negli anni successivi; tanti pezzi di vita che possono avere un significato importante nelle loro esistenze o essere episodi di normale quotidianità.
Avanti e indietro nel tempo, momenti di gioia e di dolore: ecco a voi una lunatica e pessimista Lily Evans, Un Frank Longbottom calmo e che non si lascia influenzare dai suoi pazzi amici, una Alice sportiva e dura, una Mary McDonald civettuola e allegra, e naturalmente Severus Snape, Regulus Black, i Lovegood, tutto l'Ordine della Fenice, compresi i magnifici Prewett, la spaventosa Dorcas, e tanti altri ancora.
Ultimo capitolo: Come Alice soprannominò James "Capitano": "James individua Alice da sola il giorno dopo Natale e pensa che avrebbe preferito non aver stampato sulla fronte il segno di una delle pantofole pelose di Remus, che Sirius gli ha lanciato quando ha ripreso a cantare. Le pantofole sono state trasfigurate da lui – ed è abbastanza sicuro che Remus le preferisca così – ed è ingiusto che siano state usate per tentare di stroncare la sua futura carriera."
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: James/Lily
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie '70's students.' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Comunicazione importante: mi si è rotto il portatile e ho potenzialmente perso il capitolo post-festa da Sirius visto dal punto di vista dei ragazzi. Non so neanche cos'altro ho perso, non so cosa verrà recuperato né quando potrò aggiornare di nuovo, perché in questo computer fisso scrivere fa schifo, tutto è più lento e fa pure casino, senza contare che ho un esame e non potrò neanche rispondere alle recensioni a meno che non ci sia qualche risposta flash da dare a qualche vostra domanda.
E senza contare che quando perdo un capitolo odio riscriverlo.
A questo proposito ringrazio tutti anticipatamente sia per le recensioni già lasciate sia per quelle che lascerete ancora, se ne lascerete ancora. Appena avrò il portatile scriverò qualche nuovo capitolo, promesso!
Ho anche una domanda per voi: trovereste inopportuno se scrivessi molte avventure del gruppo Prewett-Dorcas-McKinnon? Perché dopotutto sono studenti che hanno frequentato nel 70 e che hanno finito nel 74-75 e dintorni... Chiedo perché comunque sarebbero tanti capitoli quasi senza Malandrini se non qualche loro comparsa.

Vi lascio a un capitolo particolare, con uno studente che la scuola l'ha finita da un bel po' e la comparsa di un altro del settanta anche se solo in un flashback.

P.S. Non è detto che non risponda a nessuna recensione lasciata, ma potrò farlo solo ogni tanto perché se mi fermo a rispondere poi non faccio più altro durante la giornata, e l'esame è sabato.
Ultima nota e poi vi lascio in pace: Recchan ha disegnato Mary: http://sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc6/hs076.snc6/168691_124483060950353_100001659807499_168982_7337971_n.jpg http://sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc6/hs046.snc6/167685_124341744297818_100001659807499_167834_7499594_n.jpg





Pochi momenti [1998 – 1997 – 1996 - 1995]






Nel momento in cui gli avevano detto che Dora era lì si era sentito svenire.
La battaglia non aveva più importanza in quel momento, tutto ciò che contava era trovarla e trascinarla via da lì. Harry avrebbe capito, comunque, perché era stato lui il primo a dirgli di tornare da suo figlio, avrebbe capito che Teddy aveva bisogno di una madre e che era suo compito riportarla indietro. Harry, anzi, sarebbe stato felice, conoscendolo, di sapere che almeno loro erano in salvo.
Perchè Harry era come James.
Ma pensare a James inevitabilmente significava pensare alla sua morte ed era decisamente il momento sbagliato per farlo, perché nessun altro sarebbe dovuto morire quel giorno, nessuno tra quelli che amava almeno.
Mentre correva tra le macerie, schivando corpi, pietre che precipitavano dall'alto e maledizioni, cercando di sentire la voce di sua moglie o quella di Bellatrix, cercava in qualche modo di tranquillizzarsi perché era impossibile che le fosse successo qualcosa, non dopo aver perso prima Peter, poi James, poi Lily, poi Sirius e aver vissuto di dolore per tutti quegli anni. Era semplicemente troppo crudele un destino simile, perciò era da escludersi.
Finalmente le sentì; o meglio, sentì la risata sgraziata di Bellatrix e corse verso di loro, urtando qualcuno e chinandosi per evitare un incantesimo, così concentrato da non dover neppure guardarsi in giro per vederli arrivare.
Dora era in piedi davanti a Bellatrix e le due duellavano, sembrava una replica del Dipartimento dei Misteri, con la differenza che era la più giovane stavolta quella più violenta, quella più furiosa tra le due. Sentì le parole “Sirius” e “ibrido” nell'aria, pronunciate da Bellatrix con scherno, probabilmente per farle perdere il controllo, e senza neppure pensarci Remus le puntò la bacchetta contro.
Non era leale ma non gli importava, voleva che finisse tutto, voleva cancellare il pericolo e portare via la donna che amava prima che qualcosa di serio accadesse.
E poi un'esplosione li distrasse tutti, un fianco del castello era stato smembrato proprio vicino a loro e Remus dovette attraversare la polvere per poter vedere di nuovo.
Un urlo terrificante scosse l'aria e poi altre grida: «NO! FRED! NO!»
Dora si era voltata per una frazione di secondo, il bel viso sofferente, e Remus si era reso conto in quel momento che era tardi, tardi per loro, tardi per un lieto fine, tardi per recuperare tutto il male che le aveva fatto e per fermare il fascio di luce verde che le attraversava il petto, scagliandola indietro.
La battaglia continuava ma per Remus era finita.
Avanzò verso di lei, senza riuscire neppure a urlare, con la bacchetta inutile che batteva contro la sua gamba mentre barcollava come ubriaco. Sentì distrattamente Bellatrix urlare qualcosa e altri strilli disumani, e tra lui e la sua Dora passò un qualcosa di gigantesco, forse un acromantula, diretto al corridoio lasciato scoperto dal crollo.
Lui proseguì e passo dopo passo riuscì a raggiungere Dora, lasciandosi cadere in ginocchio accanto a lei.
I suoi capelli erano neri.

«Come mai oggi porti i capelli rossi?» domanda Sirius, versandosi del firewhisky.
Ninfadora si stringe nelle spalle.
«Non ti piace più il rosa?» azzarda lui.
«Certo che mi piace! Ma ogni tanto cambio colore... Tu, piuttosto, come mai sei interessato al mio colore di capelli?» ribatte infine lei, curiosa.
«Oh, nulla... Solo che mi chiedevo se non c'entrasse il fatto che quando ti imbarazzi ti diventano rossi e che da quando ti ho chiesto se per caso ti piace qualcuno ti imbarazzi sempre in sua presenza e vuoi passare inosservata...»
«Non ho idea di cosa parli, cugino, e versa.»
Remus apre la porta, fingendo di non aver sentito nulla della conversazione, che lo incuriosisce non poco oltre che dargli uno strano senso di fastidio.
«Buonasera, Ninfadora.»
«È Tonks» lo corregge automaticamente lei.
«Come mai i capelli rossi?»
Sirius sghignazza mentre lei resta a bocca aperta.
«Ma cos'è questa fissazione oggi? Cambio sempre colore di capelli!»
«Solo per le occasioni.» puntualizza Remus, sedendosi a tavola, «Scusa, non volevo impicciarmi.»
Ninfadora si irrigidisce, «No, non ti sei affatto impicciato. Mio cugino si impiccia. Volevo solo cambiare un po', tutto qui. Perchè, mi stanno male?»
«Affatto.» risponde Remus, «Non che mi dispiaccia il rosa. Sei probabilmente l'unica persona al mondo a cui si adatta quel colore.» aggiunge tranquillamente e lei arrossisce mentre Sirius ride di nuovo con la solita risata abbaiata.
«Grazie.» risponde Ninfadora, lanciando un'occhiataccia a Sirius prima di svuotare il bicchiere, «Ora devo andare, ero passata solo per dire a Molly che non resterò a cena come avevo promesso. Ho del lavoro arretrato...»
«Qual'è il tuo colore naturale?» domanda Sirius di colpo.
«Di capelli? Non ne ho idea, di solito diventano automaticamente rosa perché mi piacciono così. Penso lo si vedrà solo dopo la mia morte perché andrà via tutta la magia..» risponde lei, prendendo una ciocca rossa tra le dita e osservandola con attenzione, «Così almeno c'è scritto nei pochi libri sull'argomento.»
«Allora non ci tengo a saperlo.» replica lui, versandosi un altro bicchiere.
«Neanche io.» sorride lei, «Anche se, a seconda di come andrà questa missione, potrei venirlo a sapere ben presto.»
Remus e Sirius la guardano preoccupati.
«È così pessima?» domanda Remus.
«Abbastanza. Vedrò il tuo vecchio miglior amico peloso se le informazioni sono giuste.» risponde lei alzandosi.
Remus resta impietrito.
«No.» riesce a dire tra i denti.
«Oh sì, carissimo. Ci vediamo domani. O mai più.» saluta drammaticamente lei, imboccando la porta, «Fatemi sapere di che colore ho gli occhi e i capelli, nel caso.»
«Sta parlando di Greyback?» chiede Sirius incredulo, «Oi, Tonks, ASPETTA!» la chiama, prima di correrle dietro per avere qualche informazione in più mentre l'altro resta seduto, immobile, con le dita tremanti che stringono il bordo del tavolo e la mascella contratta che gli impedisce di urlarle dietro. Qualcosa in lui ruggisce all'idea che quei due si incontrino, ed è la prima volta che si rende conto di quanto ormai lei gli sia cara, entrata nella sua vita con la stessa brusca violenza di Sirius e James.

Aveva gli occhi grigi e i capelli neri, esattamente come Sirius.
Di solito manteneva come aspetto naturale quello che immaginava fosse il proprio dopo averlo utilizzato di più da bambina, a quel che diceva, ed evidentemente non ricordava di aver avuto gli occhi del tipico colore dei Black o non voleva ricordarlo. Del resto era il colore della zia cattiva e del cugino omicida e traditore.
Aveva gli occhi grigi e i capelli neri e il solito viso a forma di cuore, ed era bellissima anche da morta, con quel lampo di dolore negli occhi che era rivolto a Bellatrix ma che Remus sentiva tutto per sé. Per aver rovinato tutto quando ancora avevano del tempo da trascorrere assieme.

«Voglio stare con te.» dice lei piano.
«Non sai di cosa parli.» ribatte lui freddamente.
«Siamo già stati insieme, ti ricordo. So esattamente cosa voglio.»
«È stato un errore.»
Ninfadora trasale.
«Io... Io non l'ho mai considerato un... Capisco che sono... quello che sono, così sbadata e a volte non capisco quando tenere la bocca chiusa, ma...»
«No!» la interrompe Remus, allarmato, «Non intendevo questo! Non volevo certo dire che mi sono pentito di stare con te perchè c'è qualcosa che non va in te! Tu sei semplicemente perfetta, Ninfa...»
«Tonks.» lo blocca lei, con un lampo di gioia nel sentirsi dire che è perfetta, come se non potesse crederci.
«Dora.» termina lui, esasperato, «Il punto è che...»
«Mi piace “Dora” detto da te.»
«Cosa?»
«Mi piace “Dora” detto da te, se proprio non vuoi chiamarmi Tonks. E non mi interessa se stai per dirmi che non vai bene per me. Se davvero mi consideri perfetta come dici dovrò pur piacerti, no? Quindi è per qualche stupida ragione nobile che non vuoi stare con me e io non ci sto. Non ho la benché minima intenzione di farmi scacciare da te, Remus. Sono pronta a lottare.» dichiara lei con determinazione e Remus la ama, la ama davvero, così sicura di amarlo nonostante ciò che è. E proprio per questo non può permettere che si rovini la vita stando con lui.
«Dora, ascoltami... sono troppo vecchio per stare con te.»
«A me non sei sembrato affatto vecchio in nessun senso.» dice lei con un sorriso malizioso.
«Sono vecchio in ogni senso, ho anche i capelli grigi.» ribatte lui per pura contraddizione.
Lei, naturalmente, fa diventare i propri capelli grigi.
«Bastano a rendermi vecchia?»

Quando apre la porta e se la trova davanti Remus quasi sobbalza.
«Sono stata spedita casualmente da Molly per accompagnarti alla Tana, visto che ieri c'era luna piena e non eravamo sicuri che ce la facessi.»
«Bella scusa.» commenta lui, deciso a essere sgradevole, «Se permetti ci arrivo anche da solo... Cos'hai fatto ai capelli? È un altro modo per dimostrarmi che puoi averli anche tu grigi come a Pasqua?» domanda, cercando di suonare freddo.
Lei sussulta, «Ah, questi... Ho perso il controllo delle mie trasformazioni, ora restano così.»
Remus spalanca gli occhi, «Non sei più una metamorphomagus?»
«No, capitan Ovvio. Come ti ho appena detto non posso cambiare aspetto. Chissà come mai.» replica lei acida, «Forse ho in mente qualcuno coi capelli grigi che invece evidentemente mi odia. Dai, muoviti.»
«Mi dispiace.» dice lui piano, prima di poterselo impedire.
Dora chiude gli occhi per un momento.
«Non sei soltanto tu, non ti preoccupare. Credo sia il senso di colpa che è arrivato in ritardo, oltre ovviamente al fatto che la persona che mi interessa ha deciso di fare dietrofront.»
«Il senso di colpa?» ripete lui, confuso.
«Sai che lui è morto per colpa mia, non fare il finto tonto. È per questo che non sei passato all'ospedale, no? Ora non venirmi a dire che eri occupato.» lo scruta per un momento, e si sta chiaramente domandando perché lui sia rimasto a bocca aperta, «Oh, senti, puoi muoverti e tutto, no? Ci vediamo direttamente alla Tana.»
Remus la blocca per un braccio prima che lei possa smaterializzarsi, furioso. Lei sembra sempre più sorpresa.
«Che ti-»
«Colpa tua? Colpa tua? Sei uscita fuori di testa del tutto? Come sei arrivata a pensare una cosa simile?» la aggredisce e lei si ritrae, sembra spaventata. La lascia andare di colpo, preoccupato. «Dora, Sirius...», fa male, malissimo pronunciare il suo nome, è morto da due mesi e il suo cuore è di nuovo a pezzi, «È colpa di Bellatrix. Soltanto sua. Tu non hai fatto nulla.»
«Con chi stava combattendo prima di duellare contro di lui?» ribatte lei e il dolore è anche nella sua voce, e Remus si accorge che non l'ha più nominato, mai, nemmeno una volta, neppure quando i suoi capelli erano di nuovo rosa e sorrideva, «Tu perché non sei passato a trovarmi allora? Capisco non darmi speranze ma...»
«Sono venuto.» la interrompe lui, «Mentre dormivi. Spesso. Ma non volevo vederti da sveglia perché non avrei potuto consolarti a dovere, non io, non posso... starti vicino, lo sai.»
Il grigio dei capelli di Dora si fa più scuro, color topo.
«No, chiaramente no.» sussurra. Fa qualche passo indietro, pronta a smaterializzarsi, «Ma non venirmi a dire che non è colpa mia.»
«Cosa? No, Dora!» tenta di dirle, ma lei è già sparita.

Quando Molly gli ha detto che Dora avrebbe trascorso il Natale da sola è riuscito a far finta di nulla, anche se ha colto per un istante lo sguardo di Ginny che ovviamente sa già tutto. Del resto se Dora cambiasse idea avrebbe sempre i genitori da cui andare e sicuramente non lo trascorrerà davvero chiusa in casa.
Quando Harry gli ha detto che il suo patronus è cambiato, però, non ha potuto ignorare lo sgradevole balzo del suo cuore, perché i patronus non cambiano se non è vero amore.
Lo sapeva già, anche se lei non gli ha mai detto quelle parole precise, lo sapeva perché lei continua a insistere, perché dopo quasi un anno da quando si sono lasciati i suoi capelli sono ancora grigi, anche se questo in parte è dovuto anche alla morte di Sirius. Però, pensare che i suoi sentimenti siano tanto profondi da cambiarne il patronus...
Per scrupolo, o così si ripete, decide di passare davanti a casa di lei per controllare che effettivamente non sia uscita.
Se la trova faccia a faccia, sfortunatamente, dato che lei si è seduta sui gradini davanti alla porta, con la neve sin quasi alle ginocchia.
«E tu che ci fai qui?» domanda incredula.
«Io? Tu che ci fai qua fuori!» ribatte lui, altrettanto sconcertato.
«Fa fresco.» risponde e c'è qualcosa di strano nel modo in cui parla. Remus sente l'odore dell'alcol anche da quella distanza.
«Oh, Tonks...»
«Oh, Lupin!»
Remus si acciglia: «Sei tu quella che dice sempre di chiamarti per cognome.»
«E tu fai sempre quello che dico, no?» ribatte lei, alzandosi in piedi e poi cadendo in avanti. Lui l'afferra per un pelo e lei ride istericamente, «Giù le mani, sei troppo vecchio, troppo mannaro e troppo... cos'era? Povero, per mettermi di nuovo le mani addosso.»
Lui la lascia andare subito, irritato. E anche un po' addolorato, ma non solo dalla sua sofferenza quanto dal fatto che gli ricorda immensamente Sirius e sa che Sirius lo ucciderebbe volentieri ora.
«Per favore, rientra a casa, sei gelida.» le dice, ed è vero, ha persino le labbra praticamente blu e sa per certo che i suoi poteri non sono ancora tornati.
«E a te che importa? Tu hai fatto la tua Cosa Giusta, lasciami in pace.» sbuffa lei, facendo un paio di gradini indietro. Scivola nel ghiaccio ma riprende l'equilibrio in un istante e Remus la guarda un po' sorpreso, «Sì, senza poteri non sono più la Tonks maldestra, mi hai portato via anche questo. Maledetto sia l'amore...»
Ecco, ora è la prima volta che lei cita davvero l'amore, e Remus è terribilmente tentato di baciarla, ma fa un passo indietro e prende la bacchetta. «Scusa, ma devi davvero entrare a casa a scaldarti. Stupeficium!»

Dora entra in casa Weasley il giorno dopo come se fosse la propria, e i ragazzi sono già a letto. Sono rimasti solo gli adulti a parlare dell'Ordine.
«Tonks, cara!» esclama la signora Weasley cercando di mantenere bassa la voce.
Arthur sta già sollevando la bacchetta per chiederle di farsi riconoscere in modo più sicuro, dato che ora non ha neanche i poteri per provare di essere la vera Tonks, quando lei si pianta davanti a Remus che stava cercando di ignorarla e che per la sorpresa si volta, e gli dà un pugno sullo stomaco.
«Tonks!» strilla la signora Weasley e tutti ora le puntano le bacchette contro.
«Stupeficiati il...»
Alla frase seguente sono praticamente tutti sicuri che sia la vera Tonks, e lei se ne va via sbattendosi la porta alle spalle subito dopo aver vociato in modo particolarmente originale cosa ne pensa di Remus e anche del suo modo di mostrarsi preoccupato che non la sta aiutando. Fleur deve anche chiedere, a bassa voce, il significato di alcune parole a Bill, che in realtà ne ha appena imparato una nuova, tra le tante che già conosceva, a meno che Tonks non se la sia inventata e che in quel caso era ben esplicativa nel suo contesto.
«Quindi sei andato a trovarla!» dice infine Molly, contenta, «Bravo, Remus! Oh, il mio tè è pronto!»
Remus, con una mano premuta sullo stomaco, le lancia uno sguardo incredulo ed esasperato.

Sotto la torre di Hogwarts si stanno battendo come leoni, specialmente Remus da quando ha notato la presenza di Greyback, che sta cercando di raggiungere.
«Non è la tua puttanella Auror quella?» grida Greyback, e improvvisamente lo vede lanciarsi verso Dora. In quel momento qualcosa fa spegnere tutte le luci, non sa neppure che incantesimo sia perché tutta la sua attenzione era su Dora, e poi sente delle urla terrorizzate e sa che appartengono a Ron e Ginny; prega con tutto il cuore che non siano morti, mentre dice lumos e la bacchetta illumina la notte di una lucetta tremolante: non sono tenebre normali o i suoi occhi di lupo mannaro lo aiuterebbero, infatti anche la luce ci mette un po' a spazzarle via, ma perlomeno funziona.
«NO! BILL!» è la voce di Dora questa, invece, e tutti stanno cercando di far tornare la luce, perché soltanto Greyback sembra avere campo libero mentre anche i Mangiamorte hanno qualche difficoltà.
Poi vede Greyback rotolare a terra, finalmente, qualcuno l'ha sbattuto giù pur non riuscendo a fargli perdere conoscenza, e Remus vede che è stata Dora, che ora più che mai è la degna allieva di Moody, tornata calma e pronta a combattere ancora. Per un momento i loro occhi si incontrano, e Remus sa che è perdutamente innamorato, che se lo possa permettere o meno, e che lo sarà sempre.

Le chiuse gli occhi e le sfiorò il viso, senza più badare alla battaglia, senza notare Dolohov che si era rimesso in piedi e l'aveva ritrovato. Non che gli sarebbe importato, occupato com'era a ricordare quanto l'aveva fatta soffrire e anche quanto avevano riso insieme, tutte cose che non sarebbero mai più potute accadere, e lui sapeva già esattamente cosa avrebbe provato, perché c'era già passato.
Il destino gli aveva portato via i Malandrini e ora anche lei.

«Ha fatto bene a chiedermi di sposarmi, considerato che sono rimasta incinta.» dice Dora, annichilita, e Molly e Fleur che cucinano e chiacchierano amabilmente come non hanno mai fatto prima, si bloccano.
«Tu sei cosa?»
«Enceinte
«COSA?»
L'ultimo è lui, Remus, ovviamente, che la sta guardando inorridito. Tonks strilla e poi impreca sonoramente mentre fa cadere il test di gravidanza.
«Tu non dovevi essere fuori?» gli ringhia come se fosse colpa sua.
«Oh Merlino!» esclama Molly, balzando in piedi, e poi domanda, interdetta, «Non sei felice?»
«E come posso, essendo lui il padre?»
Remus si sente morire. Prima di tutto perché non sta scherzando e lui ha stupidamente rischiato di distruggere la vita di un bambino innocente, che oltre a rischiare una vita breve se la guerra va male o i Mangiamorte lo scoprano dovrà anche fare i conti con le umiliazioni, il dolore, la solitudine, la diffidenza e tutto ciò che lui vive giorno per giorno. Secondariamente perché Dora si è resa conto, proprio ora, di quanto lui sia un mostro e che è tutto un errore.
«Voglio dire, guardalo!» continua Dora, indicandolo, «Sta già per farsi venire un attacco di nervi e fare il drammatico per la storia della licantropia! Che cavolo, se almeno aspettassi un po' potrei concedermi un po' di gioia, ma sapendo già che adesso sarà più nel panico di mia madre mi ha tolto la beata ignoranza...»
«Oh.» si fa sfuggire Remus, nel sollievo, «Perché, tu saresti felice?»
«Ma sei scemo? Una piccola Lupin coi capelli che cambiano colore o un bel maschietto coi tuoi occhi...» dice lei sognante, e Molly si porta le mani alle labbra.
«Sono così felice per voi, congratulazioni!»
«Congrotulozions
Remus ha avuto un momento di sbandamento alle parole di lei, si stava già emozionando all'idea, ma poi si irrigidisce e si ricorda che non sarà mai un bambino o una bambina normale.
«No, no! Questo è impossibile! È assurdo! Dora, quale bella bambina o bambino? Sarà un mannaro come me! Com'è possibile che sia successo? Quelli come me non si riproducono!»
«Forse quelli come te, dici tu, non avevano una fidanzata non licantropa.» suggerisce Dora, inarcando le sopracciglia. Di sicuro neanche lei voleva che andasse così il momento in cui glielo avrebbe detto, ma ormai...
«No, non...»
«Senti, mi stavi già sposando, no? Al bambino pensiamo dopo, un passo per volta.» propone lei, avvicinandosi a lui speranzosa.
«Un passo per volta? Il bambino c'è già...» replica lui, sconfitto. Dora gli prende le mani e sorride.
«Appunto, perché preoccuparsene?»

«Non ci credo.» dice Dora, no, Tonks, a denti stretti, le braccia incrociate. È furibonda, i suoi capelli sono addirittura neri.
«I tuoi genitori hanno bisogno di te, dopo essere stati tortu-»
«Risparmiami le vigliaccate.» taglia corto lei, «Pensi che ti supplicherò? Non lo farò, Remus, non è la prima volta che fai cenno di volertene andare. Ma che tu ci sia o no questo bambino nascerà, sta a te decidere se vuoi che poi cresca con un padre o pensi che sia stato abbandonato per via di ciò che potrebbe essere.»
Remus stringe più forte la bacchetta tra le mani, rischiando di spezzarla.
«No, lui capirà, perché come potrebbe volere un padre come me, che gli ha passato la sua maledizione come se nulla fosse?»
«Ti amerebbe come sua madre, mentre di sicuro ti odierà se non ci sarai.»
«E tu?» domanda lui. Forse sarebbe un sollievo se lei lo odiasse, potrebbe non sentirsi così in colpa. Lei avrà la sua famiglia, non sarà sola, e senza di lui avrà anche un lavoro decente, dei soldi, potrà rifarsi una vita.
«Io non ti odierò comunque, Remus. Ti amo troppo e so quanto tu sia ingenuamente convinto di aver ragione... Ma guardami. Guardami negli occhi un'ultima volta.»
Remus obbedisce. Sa che ora gli chiederà di dirle che non la ama, lo obbligherà a dimostrarle le sue bugie dicendole che non gli è mai importato nulla di loro due e del bambino.
«Mi stai spezzando il cuore.» dice invece lei, «Mi stai abbandonando con tuo figlio in grembo perché hai paura, e non dire che non è così. E io ti amo comunque, perché sono cretina e non ci posso fare niente. So anche che tornerai, perché sei un brav'uomo, quindi vai. Ma ti avverto: tu mi stai spezzando il cuore. E quando tornerai io ti spezzerò le ossa.»

È passato un mese da quando Harry e lui si sono scontrati a Grimmauld Place, e ormai non può più rinviare, il senso di colpa sta vincendo la vergogna che prova nei confronti di lei e del figlio di James. Che tra l'altro ha parlato esattamente come avrebbe fatto suo padre.
Alla fine bussa alla porta, ed è Andromeda a rispondere, con sua grande inquietudine.
«Sono Remus John Lupin.» dice debolmente.
«Dimostralo.» replica la voce della suocera, più fredda che se avesse annunciato di essere Voldemort in persona.
Remus usa il suo patronus e poi attende in silenzio. Sa che Andromeda sta parlando con Tonks e non sa cosa aspettarsi, se di essere cacciato tramite porta chiusa o se aprirà direttamente Andromeda per malmenarlo.
Alla fine è proprio Tonks ad aprire, e lui con un colpo al cuore nota che la sua pancia è visibile ora. I suoi capelli sono di nuovo tra il castano e il grigio, ma è chiaro che sia lei ad averli colorati in questo modo dato che solo a vederlo cominciano a diventare rossi.
Lei incrocia le braccia. Non piange mai, non l'ha fatto neppure quando l'ha lasciata, e gli ricorda Lily in modo impressionante per un momento. Ora capisce tutto ciò che James gli ha detto, perché Tonks, no, Dora, è la sua metà.
«Parla.» dice lei.
Lui nota che alle sue spalle ci sono Ted e Andromeda, diversi metri indietro, e stanno osservando la scena da dietro una porta. E quasi sicuro che lui la stia tenendo ferma.
«Io... Avevi ragione su tutto. Ti amo e amo il nostro bambino, e non potrò mai farmi perdonare abbastanza per ciò che vi ho fatto... Ma vorrei che tu mi dessi l'opportunità di tentare e di poter vivere accanto a te e al bambino.»
«Scapperai ancora?» domanda lei, mantenendosi distaccata.
«No, mai più. Non sono mai stato così sicuro di qualcosa in vita mia. Non ho smesso di pensare che se il bambino sarà un lupo mannaro sarà stata colpa mia, ma l'affronterò. Gli parlerò, accetterò ciò che lui vorrà. Restando con te.»
Dora lo guarda, chiaramente pensandoci. Poi annuisce,seria, e Remus sente la speranza risorgere.
«Lo sai che ti amo ancora e te l'ho detto che ti avrei accettato indietro.» dice, corrucciata; poi gli dà un calcio tra le gambe e il dolore è orrendo. Lui si piega in due e subito dopo lei gli tira un pugno in faccia.
«Ti avevo detto anche che ti avrei spezzato le ossa, ma essendo incinta è meglio se non faccio sforzi. Mi accontenterò, per ora.» la sente dire, e poi lui vede attraverso gli occhi pieni di lacrime i suoi capelli gloriosamente rosa sparire dentro casa. Sente anche la risata di Andromeda, sicuramente fiera di lei.
Anche Remus riderebbe, se il dolore lo lasciasse respirare.

«Ma non è il bambino più bello che tu abbia mai visto?»
«Sicuramente è il bambino coi capelli più turchesi che abbia mai visto.» dice Remus, accarezzandolo. Dora ovviamente non si fa ingannare dal tuo tono, considerato che lui è lì lì per piangere.
«Sai cosa dovresti fare? Arthur ci ha detto dove Harry si trova al momento, no? Vai e chiedigli se vuole essere il padrino.» suggerisce Dora.
«Ma non posso lasciarvi soli!» ribatte Remus, «E se Ted avesse bisogno di me? E se tu avessi bisogno di me? A proposito, vuoi altri cuscini?»
Dora scoppia a ridere, «Non credevo ti avrei mai visto così fuori di te, sai?»
«Non so di cosa stai parlando.» replica lui, sorridendo sornione.
«Dammi un bacio, Malandrino.»

Remus sentì immediatamente la terra scivolare sotto i passi veloci alle sue spalle, qualcuno doveva aver quasi perso l'equilibrio. Non sarebbe riuscito a girarsi in tempo, e di istinto prese la mano di Dora e la strinse forte.
Harry si sarebbe preso cura di Teddy. Sapeva che avrebbe vinto, era Harry dopotutto, e sarebbe stato il padrino che Sirius non era potuto essere.
Lui e Dora invece avrebbero raggiunto Sirius e poi le avrebbero finalmente presentato James e Lily, che di sicuro le sarebbero piaciuti.
La luce verde lo raggiunse quando aveva già chiuso gli occhi, alle sue spalle, e Remus cadde accanto alla moglie, mano nella mano con lei.












«Moony, cugina. Chi aveva ragione a dire che sareste stati una bella coppia?»
«Tonks! Incantato di incontrarti da adulta, finalmente. Ehi, ma ora è come se lei fosse più vecchia di me o io resto...?»
«Fate silenzio voi! Remus, mi dispiace ma devi aspettare. È inutile spostarci ora, stiamo per andare a incontrare Harry... Dobbiamo accompagnarlo nella foresta.»


















E aggiungo qualche altra immagine stupida fatta da me per rallegrarvi:

http://sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc4/hs413.snc4/47644_150925688292114_100001240500692_320031_1005008_n.jpg

http://sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc4/hs433.snc4/47647_149153231802693_100001240500692_308563_4460299_n.jpg

http://sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc4/hs907.snc4/72012_149149878469695_100001240500692_308559_3755676_n.jpg (questa varrebbe giusto nell'AU)

http://sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc6/hs051.snc6/168118_100962856644553_100001925166320_9270_5183372_n.jpg

http://sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc4/hs1176.snc4/154877_149032645148085_100001240500692_308178_7280225_n.jpg

http://sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-ash1/hs742.ash1/163396_148886525162697_100001240500692_307112_6560979_n.jpg

http://sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc4/hs1384.snc4/163668_148790625172287_100001240500692_306460_7606576_n.jpg


   
 
Leggi le 28 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: eleanor89