Vento
Let's
live in this moment just this time, could we?
Just take one moment of our time maybe.
Let's forget we running out of time.
I'm off like an airplane,
I'm catching my second wind again.
I'm using my left brain
And I'm righting all my wrongs.
I'm learning to turn you on.
(Jason
Mraz, Clockwatching)
L’aveva sperato. Quei sorrisi sempre più fitti, quelle parole dolci come un tempo, l’avevano di nuovo catturato. Aveva immaginato che Sirius, in qualche modo, in qualche universo lontano, lo volesse ancora, lo amasse ancora. Le loro mani che si sfioravano grazie alla ciotola di porridge della colazione gli davano un brivido implacabile. Un brivido di assuefazione.
Non
ti ama. E’
finita.
Fattene una ragione, illuso.
Fattene una ragione, illuso.
Avrebbe
cercato il sapore dei suoi baci sulla bocca di qualcun altro, senza
trovarlo
mai. Avrebbe sentito il suo profumo anche in mezzo alla tempesta.
C’era
qualcosa di indefinibile tra loro: era tornato tutto come prima. La
differenza
era nel letto freddo e vuoto.
Ora siete amici.
Come sempre.
Come
prima.
E
per quanto si sforzasse di non pensare a lui, non ce la faceva.
Popolava i suoi
sogni, con il suo sorriso labile ed i suoi occhi grigi.
Sospirò, appoggiando la
mano pallida sul davanzale di una finestra del quinto piano. Il Lago
Nero era
increspato. Forse c’era vento.
- Lunastorta, scusa.
Chiuse gli occhi. Stava delirando lo sapeva.
- Questo mondo non è fatto per noi. Non è fatto per me, rinnegato. Non è fatto per te, scarto.
Strinse i pungi, sperando che quella voce sbiadisse presto.
- E’ fatto per quelli che non hanno più voglia di sperare. Noi apparteniamo ad un altrove senza tempo e senza regole, Remus. Noi due.
Quando le mani di Sirius lo strinsero delicatamente intorno alla vita, Remus capì che quella stretta non era frutto della sua immaginazione. Posò le mani su quelle dell’altro. Ora lo sapeva: il vento che increspava le acque del lago era un vento di felicità.
- Lunastorta, scusa.
Chiuse gli occhi. Stava delirando lo sapeva.
- Questo mondo non è fatto per noi. Non è fatto per me, rinnegato. Non è fatto per te, scarto.
Strinse i pungi, sperando che quella voce sbiadisse presto.
- E’ fatto per quelli che non hanno più voglia di sperare. Noi apparteniamo ad un altrove senza tempo e senza regole, Remus. Noi due.
Quando le mani di Sirius lo strinsero delicatamente intorno alla vita, Remus capì che quella stretta non era frutto della sua immaginazione. Posò le mani su quelle dell’altro. Ora lo sapeva: il vento che increspava le acque del lago era un vento di felicità.