Nota dell’autrice: Vi ho fatto aspettare qualche giorno, mi dispiace. Ho avuto più di un imprevisto e non ho avuto tempo per scrivere questo breve epilogo, che come leggerete ha solo la funzione di ponte tra The Life After e The Life After – Summer’s Chronicles, cioè la sua continuazione. Per i ringraziamenti vi rinvio a fine capitolo. Io spero tanto che voi mi seguiate anche nei miei progetti futuri, ormai sono affezionata ai miei recensori.
Epilogo
“Sei sicura di aver preso sufficienti maglioni?” mi chiese mia madre sbirciando nella mia borsa di perline, che ad ogni suo movimento faceva un rumore sproporzionato rispetto alle sue dimensioni.
“Ho preso tutti quelli che avevo, non penso che partiremo per una spedizione per il Polo Nord.”
“Dovevamo andare a fare un po’ di shopping tesoro, se solo tu ti fermassi ancora qualche…”
“Ne abbiamo già parlato mamma.” La interruppi anzando lo sguardo dalla lunga lista di cose da portare. Lei mi guardò con un’espressione un po’ triste, poi si aprì in un mezzo sorriso.
“Ti sei diplomata solo ieri Hermione. Sei stata a casa solo una settimana dopo la fine della scuola. Sembra che ti dia fastidio stare qui con noi.”
Mi avvicinai a lei e la abbracciai.
“Io vi voglio bene mamma, ma ho davvero bisogno di staccare da tutto e da tutti. Si tratterà solo di qualche settimana, poi tornerò qui e non lascerò casa finchè non avrò capito come procedere.”
“Va bene, abbiamo già ripetuto questo discorso troppe volte in queste ore.” Commentò mio padre facendo capolino dalla porta semichiusa. “Draco è appena arrivato.”
“Scendiamo subito.”
Presi la borsa di perline che mi faceva da bagaglio e una gabbietta in cui stava appollaiata la mia nuova civetta e mi diressi verso la porta. Mia madre mi seguiva a un passo, guardandosi intorno furtiva.
“Che c’è?” chiesi infastidita dal suo comportamento bloccandomi a metà scala.
“Non ci oblivierai vero?” rispose con un filo di voce.
Mi voltai e vidi una lacrima rigarle la guancia.
“Mamma.” Sospirai. “Sarò in vacanza, una tranquilla vacanza con il mio ragazzo. Vi manderò Temperance appena saprò dove siamo diretti.”. dissi alzando il braccio per mostrarle la civetta, che tubò allegramente. “Non voglio che tu pianga, vado a divertirmi.”
“Va bene. Ma prendi anche questo.” Disse porgendomi un cellulare. “Io e tuo padre saremo più tranquilli.”
Presi il piccolo telefono e lo misi in tasca, accanto alla bacchetta.
Dal salotto provenivano le voci di papà e Draco, sembrava si stessero scambiando dei convenevoli.
“Eccomi.” Esclamai entrando. Draco si avvicinò e mi diede un bacio sulla guancia.
“Hai preso tutto?”
“Si.”
“Direi che possiamo andare.” Disse prendendo la gabbietta di Temperance dalle mie mani e avvicinandosi alla porta.
I miei genitori si mossero simultaneamente, abbracciandomi a turno e sussurrandomi frasi come “stai attenta” “fatti sentire” “divertiti”.
Sorrisi e mi diressi verso l’uscita, mettendo la mano libera in quella di Draco.
“Dove stiamo andando?” gli chiesi quando eravamo ormai a metà del vialetto.
“Ti ricordi quel bel chalet sulle Alpi?” rispose con un sorriso. “Tieniti forte.”
Voglio ringraziare tutti coloro che hanno letto questa storia. Siete davvero in tanti. In particolare ringrazio le persone che hanno recensito i capitoli capitoli, e in particolare (mi sto ripetendo allo sfinimento, non importa) le persone a cui ho anche dedicato dei capitoli, perché come ho scritto nelle risposte alle loro recensioni, mi hanno motivata moltissimo. Voglio inoltre dire grazie a Patrick, che nonostante tutto mi appoggia anche nelle idee più stravaganti.
E ringrazio anche te, non c’è bisogno che ti nomini. Mi mancherai tanto.