Solo Punti
Punti.
Ecco cosa vedeva quella sera quando trovò il coraggio ditogliersi le pesanti ed ingiallite bende.
Punti colorati che formavano figura indistinte e colaravano l'ambiete intorno a sè.
Punti.
Come quel punto che aveva chiuso il capitolo sereno della sua vita.
Susan si mise gli occhiali scuri ed aprì la finestra, lasciando che l'aria fresca d'estate la colpisse.
Lei in quel momento si sentiva come un punto d'inchiostro in una pergamena candida.
Sporca e brutta.
Inutile pezzo di carne che si muoveva nell'infinita dello spazio alla ricerca di un atomo con cui scontrarsi ed aprire una voragine scura dove morire.
Ma non avrebbe mai avuto il coraggio di andarsene veramente da quel mondo.
Chiuse la finestra e lasciò che il suo sguardo puntasse su quella borsa scura che Hanna le aveva portato qualche giorno prima.
E se avesse avuto il coraggio di andarsene?
Di prendere quella valigia, impugnare la sua bacchetta e andarsene in qualunque luogo?
Chiuse gli occhi e lasciò che le lacrime scendessero, rigandole il viso.
Mosse qualche passo incerto verso la valigia e strinse con forza il manico usurato.
Punti.
Vedeva solo punti oscurati dalle lenti scure.
Punti.
S'infilò una giacca scura ed indossò un paio di scarpe basse, si guardò intorno e tenne a lungo la mano premuta sulla maniglia.
Ebbe quasi la sensazione di sentirsi osservata, di sentire il respiro affannoso di Hannah quando si arrabbiava con lei.
Aprì la bocca e mosse un passo versò l'interno per poi fermarsi.
Dopo un punto, si disse, comincia un nuovo paragrafo.
Respirò a fondo e tremando aprì la porta.
Quando la richiuse non sapeva che dietro un mantello invisibile si celavano degli occhi chiari.
Occhi tristi.
Occhi persi.
Due semplici punti.
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Mah, non mi piace proprio questo capitolo, eppure lo trovo "giusto" per far transitare la storia verso altri luoghi.
Chissà cosa farà Susan, ancora debole e sola?
Un bacione a tutti voi,
Isy.