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Autore: Giulia K Monroe    24/02/2011    17 recensioni
E se Harry Potter avesse avuto una sorella minore?
E se Sirius Black non fosse stato catturato e portato ad Azkaban?
Cosa sarebbe successo alla storia più amata di tutti i tempi? Scopritelo leggendo!
***
All'improvviso lo sguardo opaco, grigio metallo sporco, si accese. Luminoso e carico di rabbioso odio, si riversò su quello della ragazza, che trasalì spaventata.
Alexis fece per indietreggiare, ma lui non glielo permise: lasciata scivolare la mano da sotto le sue, le aveva artigliato le spalle con una presa tanto violenta da farla gemere per il dolore; l'aveva quindi trascinata contro l'armadio e l'aveva sbattuta furibondo contro lo specchio, facendole mancare il respiro.
«Perché non ti sei fidata di me?!» ruggì Draco e alzò il braccio con una mossa così repentina che lei, per un attimo, temette che stesse per colpirla; lui invece scaraventò il pugno al di sopra della sua spalla e il suo viso venne sfiorato solo dall'aria smossa: le nocche pallide avevano cozzato con lo specchio al quale era poggiata, incrinandolo.

[IN FASE DI REVISIONE]
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Harry Potter, Nuovo personaggio, Sirius Black | Coppie: Harry/Ginny, Lucius/Narcissa, Ron/Hermione
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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Ok.
Sono quasi due mesi che non aggiorno.
Questo nuovo capitolo non mi convince.
Ed è lungo solo dieci pagine.
Mi dispiace, sul serio, ma meglio di così non sono riuscita a fare ç___ç
Diciamo che in questo periodo non ho avuto un minimo di ispirazione, tra la scuola e tutti gli impegni giornalieri, quindi per quasi due mesi non sono stata in grado di scrivere neanche una frase. Credo che questo mi abbia allontanata dai progressi che avevo fatto negli ultimi tempi in ambito della scrittura, quindi, nonostante non ritenga che questo capitolo sia proprio a cestinare, mi rendo conto da sola che non è minimamente paragonabile ai suoi due predecessori che, almeno dal mio punto di vista, sono i capitoli migliori che io abbia mai scritto in questa fan fiction.

Ad ogni modo, aspetto come sempre le vostre opinioni, per vedere se riuscirete a smentirmi anche questa volta (:
Bene, ora la smetto di ammorbarvi e vi lascio al capitolo!
Spero che, nonostante tutto, vi piaccia! *_*

 
Ci terrei a ringraziare chi continua a seguirmi dopo tutto questo tempo.
Davvero ragazze, siete diventate tantissime!
18 recensioni solo per lo scorso capitolo, riuscite davvero a farmi emozionare, ogni volta che leggo un vostro singolo commento!

Grazie, grazie, grazie e ancora mille volte grazie!
Se questo capitolo è qui, ancora una volta, è solo per voi e per l’affetto che le vostre parole mi trasmettono *_*

 

Questo capitolo è per ognuna di voi che è qui, a leggere.
Grazie <3

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

~Un Particolare In Più~

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo XXXIV
Il confine da non oltrepassare

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Era passata una settimana da quel giorno. Il ricordo di quel volo spericolato e di quella caduta spaventosa era ancora impresso nella sua memoria e, qualche volta, era tornato a tormentarla nel sonno, accompagnato da una visitina a quel luogo ameno dove la sua dea personale la faceva sempre sentire bene. Non aveva mai capito il significato di quei sogni, ma, sinceramente, non l’aveva neanche più cercato: riuscivano a tranquillizzarla e questo era tutto ciò che aveva bisogno di sapere.
La situazione con Draco non procedeva granchè bene: l’aveva lasciata in pace solo il giorno seguente all’incidente, poi aveva ricominciato a darle il tormento con le sue battutine e le sue richieste, obbligandola ad accompagnarlo agli allenamenti di Quidditch o a fargli compagnia in biblioteca quando doveva studiare.
Agli occhi di tutti, i due sembravano semplicemente felici: era difficile vederli separati, oramai, e passavano gran parte del loro tempo – lezioni permettendo – insieme. Solo Blaise Zabini aveva avvertito qualcosa di strano e innaturale nei loro comportamenti, ma aveva deciso di farsi i boccini suoi, perché di discutere con Draco proprio non gli andava. Inoltre, aveva già tanto da pensare per decidere quale abito indossare al cenone di Natale.
Il venticinque Dicembre era ormai prossimo e la McGranitt, all’inizio delle vacanze, era passata a prendere i nominativi di chi sarebbe rimasto ad Hogwarts quell’anno: nella lista c’erano anche Harry Potter, Ron Weasley, Hermione Granger, Draco Malfoy, Diamond Cherin, Blaise Zabini e Alexandra Black. Alla piccola Potter sarebbero piaciuto davvero andarsene per un po’ da quella scuola, allontanarsi da quell’ambiente che diventava ogni giorno più opprimente, trovare un po’ di tranquillità mettendo distanza tra lei e Draco ed Harry. Purtroppo, dopo l’ultima lettera, non aveva più avuto notizie di Sirius e, in ogni caso, non aveva un posto dove andare; senza contare che, ovviamente, Draco le aveva proibito di andarsene e l’aveva costretta a restare lì con lui.
Sarebbe mai arrivato il momento in cui sarebbe riuscita ad avere una vita normale e tranquilla?
Ormai, cominciava a dubitarne seriamente.






 

 

La biblioteca, quel sabato pomeriggio, era quasi deserta; solo alcuni studenti dell’ultimo anno studiavano, diligenti, occupando un tavolo nell’angolo più lontano dall’ingresso.
Era la prima giornata soleggiata dopo una settimana di intense nevicate, così la maggior parte del corpo studentesco era uscito a godersi l’illusione del calore. I raggi di quel sole bugiardo filtravano attraverso la grande finestra e andavano ad illuminare due teste chine su libri e pergamene: Draco Malfoy e Alexis Potter – per tutti Alexandra Black- sedevano ad uno dei tavoli, apparentemente assorti dal loro studio. Di tanto in tanto, Madama Pince, con uno spirito incredibilmente impiccione quel giorno, lanciava loro delle occhiate, studiando quei movimenti che sembravano di normale quotidianità, ma che al suo occhio di falco risultavano per quel che erano: incredibilmente forzati e meccanici.
Alexis sospirò per l’ennesima volta, in quel pomeriggio, socchiudendo gli occhi e abbandonando la piuma nel calamaio: era inutile continuare e cercare di capire perché mescolando sangue di drago e occhi di serpente si rischiasse un’esplosione catastrofica.
Si posò una mano sulla fronte e poi se la passò lentamente sugli occhi, stropicciandoli appena. Aprì un po’ le dita per poter sbirciare Draco di sottecchi: era concentrato sul testo di Trasfigurazioni, il profilo basso illuminato dai raggi di sole che filtravano dalla finestra appannata e gli occhi socchiusi, velati appena dalle ciglia.
Sapeva che lo stava guardando, ma non accennò neanche il minimo cambio di espressione; il suo sguardo rimase concentrato sugli appunti che stava diligentemente trascrivendo su una pergamena nuova. Alexis sospirò ancora e girò il viso, rivolgendolo alla finestra; per quanto a lungo avrebbe dovuto sopportare quella situazione? Le sembrava di essere tornata all’inizio di quell’anno scolastico, quando la mancanza di Sirius le gravava sul cuore come una pietra troppo pesante, il rapporto con Harry era incerto e la voglia di dire tutta la verità era travolgente e dolorosa; quando Draco la trattava male e la comandava con intimidazioni e minacce, pur di averla al suo fianco e renderla sua; quando a scuola tutto andava male e i voti colavano a picco, come Folletti della Cornovaglia tramortiti da uno Schiantesimo.

Non ce la faceva più.
-Vai.-
La voce di Draco, atona e incolore, la riportò alla realtà. Alexis scosse il capo e corrugò la fronte, confusa.
-Cosa?-
-Vattene.- ripetè lui con lo stesso tono, senza alzare lo sguardo dal libro e continuando a trascrivere gli appunti. –Mi deconcentri.-

Uno schiaffo avrebbe fatto sicuramente meno male di quelle parole.
Era lui a costringerla ad andare a studiare con lui in biblioteca! Era lui a volerla al suo fianco in ogni momento! E ora la trattava così? Lei lo deconcentrava?
Indignata, Alexis aprì le labbra e strinse gli occhi; fece per dire qualcosa, ma poi ci ripensò: non gliela avrebbe data vinta, era stufa dei suoi giochetti.
Senza dire una parola, raccolse le sue cose con calma, si mise la borsa tracolla ed uscì dalla biblioteca con passo deciso e sguardo determinato. Solo quando fu sulla soglia della porta, Draco si voltò a guardarla e notò il tremore oramai incontrollabile di quelle spalle esili. Una volta in corridoio, Alexis cominciò a correre e le lacrime che le scorrevano sulle guance non avrebbe saputo fermarle neanche se ne fosse andato della sua stessa vita.




 



 

Gli studenti rimasti ad Hogwarts per le vacanze natalizie non erano molti, come al solito, quindi i quattro tavoli delle casate erano spariti per lasciar posto ad un unico lungo tavolo al centro della Sala Grande. Alcuni gruppetti di ragazzi già si erano riuniti attorno alle meravigliose pietanze e mangiavano chiecchierando allegramente tra di loro.
Coleen Careye e Charlie Liplose erano le uniche delle Untouchable Ravens ad essere rimaste a scuola quell’anno, ma il loro piccolo commercio non si era fermato, anzi procedeva con piccole promozioni natalizie e grandi sconti per le socie – ma anche i soci – più fedeli. Ovviamente, Diamond Cherin era una di queste e, separatasi da Nott con un focoso bacio, si era diretta dalle due Corvonero e aveva preso posto accanto a loro, cominciando a confabulare fittamente di ragazzi e cosmetici.
-Secondo TeenWitch, l’anno prossimo torneranno di moda i colori metallici, come l’oro e l’argento, brillanti e audaci! Abbinati a pajettes e modelli asimetrici…Dovremmo organizzarci per creare cosmetici che si abbinino alle nuove tendenze, decisamente.-
Comunicò Coleen con tono pensoso, mentre sfogliava la rivista di moda e adocchiava un vestitino striminzito, aderente e di un bel color oro, con una sola spallina, perfetta anteprima della moda dell’anno oramai imminente.
-Oro e argento, uh?- registrò Charlie, prendendo uno specchietto dalla borsetta che aveva in grembo e osservandosi i capelli, ancora corti e sparati in tutte le direzioni, dal bel color rosa acceso. –Mi piace, stavo giusto pensando di cambiare tinta ai capelli e l’argento si sposerà bene con il mio incarnato niveo! Questa sera mi metterò al lavoro per creare una nuova gamma di TintaIstantanea dai colori metallici! Sarà un successone!-
Diamond ridacchiò e scosse il capo, avvicinandosi all’amica e rimirandosi a sua volta nello specchio.
-Credo che una ciocca dorata potrei farmela anch’io, farebbe risaltare i miei occhi, no? Che cosa ne pensi?-

Che tu sia una stupida oca, ecco cosa ne penso.
Hermione Granger, che passava dietro il gruppo di ragazze proprio in quel momento, si trattenne dall’esprimere ad alta voce la sua opinione o avrebbe rischiato di scatenare la Seconda Guerra Magica a colpi di rossetti volanti e piegaciglia assassini. Si voltò invece ad osservare Ron al suo fianco, che con la solita pigra eleganza trascinava i piedi come uno zombie ambulante e sbadigliava distratto senza neanche degnarsi di coprirsi la bocca enorme. Hermione alzò gli occhi al cielo, ma non gli disse nulla: era Natale e a Natale si è tutti più buoni. E poi, forse era quell’atmosfera festiva o forse l’odore dei capelli di Ron, appena lavati e lasciati poi tutti scompigliati, ma sentiva uno strano calore nel petto, che si allargava ogni volta che lui le rivolgeva un’occhiata assente.
I due si accomodarono affianco ai gemelli Weasley, quanto più lontani dalle Untouchable Ravens, e Ron cominciò subito ad abbuffarsi, improvvisamente rianimato dalla deliziosa visione di tutto quel cibo. Hermione dovette coprire un sorriso spontaneo dietro un bicchiere di succo di zucca, mentre Fred e George cominciavano a fare le loro solite battute, per prendere in giro il fratello e scatenare i risolini di Lavanda Brown e Calì Patil, sedute nell’esatto centro tra il gruppo e le Untochable Ravens, in modo tale da tenere a portata di orecchio ogni battuta dei gemelli e ogni nuova tendenza del prossimo anno.
Harry Potter, che era entrato al seguito dei suoi due migliore amici, li aveva abbandonati poco dopo, quando aveva notato Alexandra Black fare il suo ingresso in Sala Grande e camminare lungo la tavolata alla ricerca di un posto. Senza pensarci troppo, l’aveva raggiunta, fermandola semplicemente poggiandole una mano su di una spalla. La ragazza era allora trasalita spaventata e si era voltata ad osservarlo di scatto. Solo quando lo sguardo verde aveva incontrato il suo gemello, allora si era rilassata appena.
Alexis lo guardò dal basso, per qualche secondo solamente, poi puntò lo sguardo in un punto indefinito oltre le spalle larghe del fratello, priva di qualsiasi espressione.

Vuota.
-Ah, sei tu.-
Atona e appena strascicata, la voce solitamente allegra della ragazza sembrava ora quella stanca e perennemente annoiata di Draco Malfoy: forse la piccola Black stava passando decisamente troppo tempo con quella maledetta serpe.
Harry la osservò dall’alto, senza scomporsi minimamente alla freddezza con cui lo stava trattando, simile a quella gentilezza senza calore che si riserva solitamente ad uno sconosciuto.
-Alex, penso che noi due dovremmo parlare.-
Esordì semplicemente, con tono caldo e tranquillo.

Ancora, uno schiaffo doloroso in pieno viso. Le budella che si contorcevano nello stomaco. Il cuore che si fermava di botto, come il suo respiro.
Alexis rialzò gli occhi di scatto e l’espressione che il suo volto aveva ora assunto colpì il petto del giovane Potter con una scarica di dolore: era un misto di disperazione e sofferenza. Gli venne voglia di alzare una mano e accarezzarle il profilo delle guance, ma lei fece un passo indietro, bloccando quell’azione ancora prima che fosse stata in grado di nascere.
-Harry io…-
Iniziò, ma una voce alle sue spalle la fece trasalire, stroncando di netto quel discorso che, già da solo, avrebbe abbandonato le sue labbra con una difficoltà indescrivibile.
-E di cosa, di grazia, sfregiato?-
Come sempre, non aveva bisogno voltarsi a guardarlo, per capire chi avesse avanzato quella domanda sfrontata: il tono sarcastico e strascicato erano un marchio di riconoscimento già abbastanza evidente; lo sguardo duro di Harry e il braccio forte che le circondò il fianco, costringendola a scontrarsi appena con un petto marmoreo furono solo una futile conferma a ciò che già sapeva dalla prima sillaba che la aveva interrotta. Alzò appena la testa per poterlo guardare in viso: Draco non la degnò di un’occhiata e continuò a guardare Harry con un sorriso arrogante.
-Draco.-
Si limitò a mormorare, con un soffio leggero, la mano appena aggrappata alla camicia immacolata. Solo allora il ragazzo chinò il capo per guardarla, ma gli occhi che le rivolse erano ciechi e privi di qualsiasi sentimento.

Un dolore acuto che squarciava il petto dall’interno.
-Ciao, amore.-
La salutò con un’inaspettata allegria, mentre le rivolgeva un sorriso pigro, da gatto. La strinse improvvisamente di più a sé e chinò il capo per annullare la distanza tra le loro labbra e colmare il vuoto con un gelido bacio rovente, che le tolse il respiro.

E l’anima.
Harry Potter sentì un colpo esplodergli nel petto e il posto che prima era occupato dal cuore era ora semplicemente cenere bruciata di fuochi artificiali e dannatamente dolorosi. Una mano gli si strinse incontrollabilmente in un pugno, che avrebbe volentieri scaraventato sul volto di Draco Malfoy. Ma quella fu l’unica reazione che si permise di avere, mentre spostava lo sguardo impassibile oltre i due, con un auto-controllo decisamente fuori dal comune: anni sotto le cattiverie continue dei Dursley lo avevano decisamente forgiato bene.
Quando il biondo si staccò rudemente dalla giovane Black, la ragazza aveva il fiato corto, le gote accese, le labbra gonfie e lo sguardo appena umido.

Un ulteriore fuoco artificiale esplose nel suo petto, nero come la morte.
Senza scomporsi minimamente, Harry riportò la sua attenzione su Malfoy che, per nulla provato, lo osservò alzando un sopracciglio verso l’alto, mentre con il braccio cingeva di più la vita di Alexandra, come se volesse sottolineare a chi la ragazza appartenesse.
Come se Alexandra fosse un trofeo tra di loro.
Come se il bacio di cui aveva dato spettacolo non fosse già stato abbastanza evidente.

Come faceva la Black a stare con un tipo come Malfoy, proprio non riusciva a spiegarselo. Lei era così dolce, gentile e indifesa e lui così rude, violento e bastardo.
Alexandra Black non avrebbe mai trovato la felicità se avesse continuato a stare con Draco Malfoy.
Lui, Harry Potter, era decisamente il tipo perfetto per lei, dal suo punto di vista.

Lo sentiva che quando stava in sua compagnia lei si trovava bene, ma allora perché non aveva scelto lui?
-Allora?-
Lo incalzò Draco, con espressione di superiorità.
-Non sono affari che ti riguardano.-
Si limitò a rispondere Harry, ora anche il suo tono era completamente apatico.
-Ah no?- le labbra di Draco si aprirono in un sorrisino inquietante – Se non lo avessi notato, Potter, io e Black stiamo insieme. Dunque, tutto ciò che è affar suo e anche affar mio.-
Alexis, ancora stretta tra il braccio di Draco e il suo petto, alzò il viso verso il ragazzo e lo guardò contrariata, assottigliando appena lo sguardo.
-Non credi che dovrebbe essere lei a scegliere in quali affari puoi immischiarti?-
Gli occhi di Alexis scivolarono sulla figura del fratello, spaventosamente tranquillo.
Nel frattempo, attorno ai tre, si era creata una piccola folla di curiosi, che osservava l’ennesimo battibecco tra i due esponenti più famosi di Grifondoro e Serpeverde. Fred e George Weasley, insieme a Coleen Careye e Charlie Liplose già scommettevano sull’esito di quello scontro.
-No, affatto.-
Rispose Malfoy, altrettanto calmo, e Alexis alzò il viso di scatto verso di lui, spingendogli le mani sul petto e facendo pressione per allontanarlo, senza troppi risultati.
-Draco!-
Lo riprese, le guance accese d’orgoglio. Il ragazzo si voltò lentamente a guardarla e, con finta ingenuità, la osservò sorpreso.
-Sì, amore? Hai qualcosa da obiettare? – le domandò, tremendamente dolce – O forse hai qualcosa da nascondere? Qualche segreto di cui ci vuoi rendere partecipi, per caso?-
L’occhiata eloquente che le rivolse le attraversò il petto come una scarica elettrica ad altissima tensione, che le fece tremare appena le spalle. Rinunciò a districarsi dalla sua presa ferrea, perché si stava facendo solo più male, e si limitò ad artigliargli la camicia con le dita, le mani che tremavano appena, così come il suo sguardo.
-Perché ti comporti così?-
Mormorò ferita e lui le sorrise, ignorando del tutto la folla ed Harry. La guardò per qualche lungo istante, come se fossero stati da soli al centro del nulla; alzò una mano e le sfiorò una guancia, prima di prendergli un polso con una stretta salda.
-Così come, amore?-
Si informò con tono innocente, stringendo appena le dita attorno al piccolo polso e facendole sfuggire un gemito di dolore.
-Ahi…Mi stai facendo male…-
Si lamentò, stringendo appena gli occhi.
Prima che potesse rendersene conto, venne liberata brutalmente dalla presa e dal braccio che le stringeva la vita. Aprendo gli occhi, capì che Harry era intervenuto e l’aveva liberata dalle spire maledette di quel serpente furioso.
-Adesso stai esagerando!-
Lo aggredì, gli occhi ardenti come smeraldi gettati nel fuoco dell’inferno. Ora, Draco ed Harry erano uno di fronte all’altro, dal momento che il giovane Potter si era frapposto tra Malfoy e la piccola Black.
-Sei patetico.- si limitò a rispondere il biondo, con tono pacato, prima di sghignazzare con disprezzo. – Tanto scioccamente infatuato di una ragazza che non potrà mai essere tua!-
Sputò con cattiveria, l’argento vivo dei suoi occhi che sprizzava cattiveria da ogni scaglia metallica.
Harry spalancò gli occhi, sorpreso, e il gruppo di studenti attorno a loro trattenne il fiato. Il moro si sentì avvampare all’improvviso e un delizioso rossore gli tinse le guance altrimenti smorte. L’odio nel suo sguardo sarebbe stato paragonabile solo alla violenza con cui un suo pugno si sarebbe scagliato dritto sul naso lungo di Malfoy, se solo Alexis non si fosse messa in mezzo tra i due, con le braccia aperte.
-Harry, no!-
Il ragazzo si fermò appena in tempo e le lanciò un’occhiataccia, ma non fece nulla.
-Non scatenate una rissa qui, non ne vale la pena! I professori vi stanno guardando e aspettano il minimo cenno per buttarvi fuori!-
Cercò di farli ragionare, voltandosi anche a lanciare uno sguardo a Draco, che la osservò con un sorrisetto fastidioso. Tornò poi a fissare Harry, che la osservò per qualche istante, prima di scuotere la testa amareggiato e passarsi una mano tra i capelli. Senza dire un’altra parola, si voltò e fece per incamminarsi tra la folla e andare via.
-Ti fai comandare così, Potter?- lo provocò Draco, meritandosi per questo l’ennesima occhiataccia da parte di Alexis –Cos’è, hai paura?-
Harry si fermò e si voltò appena, per considerarlo solo con la coda dell’occhio.
-No, è che non mi spreco per uno scarto umano come te.-
Si limitò a rispondere. Il sorriso scivolò via dalle labbra di Draco e un’espressione indignata gli dipinse il viso, mentre dei risolini dei Grifondoro si facevano largo nel silenzio.
-Come osi, brutto…-
-Che sta succedendo qui?-
L’ala destra della folla si aprì spintonata dal passaggio di Blaise Zabini, che nel suo metro e ottantatre spiccava su tutti, insieme ai gemelli Weasley. Si pose al centro di quel cerchio improvvisato e osservò la scena con occhio critico, prima di lisciarsi la giacca con le mani.
Draco, ringalluzzito dall’arrivo dell’amico, sorrise di nuovo, arrogante, e incrociò le braccia al petto, lanciandogli un’occhiata divertita.
-Potter non riesce ad accettare il fatto che Alexandra sia MIA e che mai nella sua vita potrà sperare di averla. Povero sfigato.-
Scosse la testa con fare rassegnato, il sorriso sbruffone sulle labbra. Alexis si voltò a guardarlo di scatto, i pugni stretti lungo i fianchi.
-Draco!-
Lo riprese scandalizzata, ma il suo rimprovero venne sovrastato dalla voce di Harry, che era tornato alla carica, mai così arrabbiato.
-Adesso basta!-
Ringhiò, alzando un braccio, pronto a scaraventare il tanto atteso pugno sul naso di Malfoy.
Alexis vide la scena quasi al rallentatore, gli occhi enormi sul viso pallido.

Doveva fare qualcosa!
Ancora, si mise in mezzo ai due e, con una forza di cui non si credeva capace, posò le mani sul petto del fratello e lo spintonò indietro con violenza, disorientandolo per qualche secondo. Harry la guardò confuso, aggrottando la fronte e Alexis gli rivolse un’occhiata decisa e orgogliosa.
-No, Harry. Basta tu. Se volevi parlarmi, fallo adesso e poi vattene. Ho perso già troppo tempo e odio questi teatrini.-
Quella frase venne lasciata ricadere nel silenzio freddo che si era appena creato. Tutti trattennero il respiro e Draco Malfoy fischiò, sollevando entrambe le sopracciglia, meritandosi un’occhiata strana da parte di Blaise.
Hermione Granger, che aveva raggiunto l’amico insieme a Ron e ai gemelli, arrossì di disappunto.
-Come si permette, quella maledetta serpe?- sibilò con rabbia, anche se tutti poterono sentirla perfettamente nel silenzio. – Ora gliela fa…-
Il suo discorso fu interrotto da Ron, che le aveva poggiato delicamente una mano sulle labbra e, con espressione stranamente seria, l’aveva osservata e aveva scosso la testa, come a dirle che non era il momento.
Alexis deglutì e il suo sguardo si puntò su di un punto indefinito alle spalle del fratello.

Non ce la faceva a guardarlo, non con quello che stava per dirgli.
Merlino, si sarebbe odiata a vita per averlo fatto.
Ma era l’unico modo per…Neanche lei sapeva più giustificarsi.
Bugie su bugie, un muro che prima o poi sarebbe crollato, mettendo tutti nei guai.
Sirius…

Sbuffò e strinse le mani in due pugni, fino a che non sentì le unghie perforarle i palmi.
-No, guarda, non mi importa. Qualunque cosa fosse, non credo meriti la mia attenzione. Non mi cercare più, non rivolgermi più la parola, lasciami in pace ed esci dalla mia vita, sono stata chiara?-
La sua voce era atona e tagliente come una katana appena affilata ed Harry accusò il colpo quasi come un automa, senza sentirne davvero il dolore.
Ciò che, in effetti, gli faceva più male, era osservare quegli occhi di smeraldo ora ciechi e impercettibilmente lucidi.

Gli stava mentendo.
Alexis si voltò, prima che lui potesse accertarsi che le lacrime che le velavano lo sguardo fossero reali e non che la sua mente le avesse create per attutire il dolore delle parole.
Alexis guardò Draco dritto negli occhi, ostentando un orgoglio spaventoso, gli occhi ora evidentemente lucidi.

Stavolta la katana affondò dritta nel petto di Draco, facendogli spalancare appena gli occhi.
-Spero che tu sia soddisfatto adesso.-
Sibilò con rabbia, prima di passare in mezzo a lui e Blaise e farsi largo in mezzo alla folla, per uscire e allontanarsi da tutti.
Draco rimase a fissare il vuoto, il sangue che sgorgava dalla ferita interna del suo cuore.
-Per niente.-
Mormorò, abbassando lo sguardo, mentre la folla si diradava e cominciava a bisbigliare concitata e a spettegolare su quanto appena successo.
Harry fu il secondo a lasciare la sala, non prima di essersi scontrato accidentamente con Malfoy. Ron ed Hermione lo seguirono a ruota, preoccupati.
Blaise, ancora interdetto da quanto appena successo, si riscosse solo quando tutti ripresero il proprio posto e continuarono a mangiare tra i bisbigli. Lanciò un’occhiata a Draco e lo prese per una spalla, voltandolo con violenza. I suoi occhi erano fini e bruciavano d’ira.
-Non so cosa cazzo tu abbia in mente, ma vedi di darti una calmata! Alexandra non merita questo trattamento.-
Lo rimproverò duro, artigliandogli una spalla. Draco lo osservò impassibile, poi gli schiaffeggiò la mano e se lo scrollò di dosso infastidito.
-Lasciami in pace Blaise e non immischiarti in faccende che non ti riguardano.-
Si limitò a rispondere, prima di voltarsi e abbandonare a sua volta la Sala Grande. 





 

 

 
Liberarsi di Diamond era stato meno difficile del previsto: aveva preso il suo momentaneo trasloco in camera di Draco come l’ennesima manifestazione del profondo legame d’amore che li univa e non aveva fatto troppe domande. Inoltre, così, avrebbe avuto la stanza libera per le sue nottate con Theodore.
Così, Alexis aveva gettato nella cartella qualche camicia pulita, insieme a due gonne e un maglioncino, una spazzola per capelli e lo spazzolino da denti. Accennando solo ad un veloce saluto con la mano, aveva lasciato la camera e una Diamond intenta a passarsi uno smalto azzurro sulle dita dei piedi. Si era poi diretta in camera di Draco, senza neanche fermarsi a salutare Blaise, che si limitò a seguirla con lo sguardo, al di sopra delle testoline sospiranti delle ragazze che lo circondavano.

Tutta quella faccenda puzzava decisamente di bruciato.
Quando si trovò davanti alla porta della stanza di Draco, la fissò per qualche momento, senza sapere bene che cosa fare. Chiuse gli occhi e prese un grande respiro, cercando di calmare il cuore che aveva preso a frullargli violento nel petto.
Odiava quella situazione.
Si passò una mano tra i capelli, scompigliandosi la frangetta, e poi bussò.
Nessuno rispose.
Girò la maniglia ed entrò piano nella stanza, osservandola nella penombra offerta dalla tremula fiammella di due candele poggiate sulla scrivania.
-Draco…?-
Lo chiamò, assottigliando lo sguardo per poter vedere meglio. L’unica risposta che ottenne fu lo scorrere dell’acqua proveniente dalla doccia che Draco si stava, probabilmente, facendo. Sospirò e abbandonò la borsa sulla poltrona all’angolo, cominciando a sistemare i vestiti che aveva lanciato alla rinfusa nel bagaglio per uscire quanto prima dalla propria stanza, prima che Diamond avesse potuto avere la brillante idea di farle qualche domanda scomoda. Aveva appena finito di ripiegare le camicie, quando la porta del bagno si aprì. Alexis si girò e quasi le prese un infarto: Draco Malfoy, appoggiato allo stipite della porta, la osservava con uno sguardo strano, i capelli bagnati che gocciolavano sul viso e il corpo statuario, coperto solo dall’asciugamano legato in vita, completamente cosparso di mille stille che riflettevano ogni minima sfumatura del fuoco delle candele.

Una visione peccaminosa e dannata.
Sentì il viso andarle letteralmente in fiamme e la stanza le sembrò improvvisamente troppo piccola; era come essere diventata claustrofobica in un secondo ed essere poi stata rinchiusa in uno stanzino minuscolo con altre tre persone.
Non respirava.
Draco la squadrò con una lentezza esasperante, poi si mosse e, senza degnarla di ulteriori occhiate, le diede le spalle, dirigendosi verso il suo armadio.
-Ah. Sei qui.-
Disse poi con una nota di disprezzo, come se la cosa non fosse abbastanza evidente.
Alexis si risvegliò e buttò fuori tutto il fiato che aveva trattenuto, permettendo all’aria di tornare a circolare liberamente nei suoi polmoni. Deglutì, perché all’improvviso sentiva la gola decisamente secca e dolorante. Serrò la mascella e alzò il viso, orgogliosa come una vera Grifondoro.

Come una vera Potter.
-Sì.-
Si limitò a rispondere, dura, ostentando un’incredibile alterigia, che stupì lei per prima: la voce non aveva tremato neanche un po’, ma era stata decisa in quell’unica parola.
Certo, era corta, ma almeno era un inizio.
Draco si girò lentamente ad osservarla, abbandonando l’interno dell’armadio che stava scrutando alla ricerca di qualcosa da mettersi. Il ghigno sensuale che le rivolse era decisamente poco rassicurante e la costrinse a deglutire.
Si avvicinò di un passo, lento come un felino che studia la sua preda.

La guardava con un’intensità tale, che lei si sentì morire dentro, incenerita dalle fiamme di un inferno maledetto, che la consumava lentamente e dolorosamente.
Draco fece un altro passo.
E la luce sinistra dei suoi occhi cambiò, diversamente colpita dalle tremule candele, diventando spaventosamente divertita.
Un altro passo ancora.
Le goccie che scivolavano lungo i fasci di nervi e i muscoli testi delineavano ogni sfaccettatura del suo fisico asciutto e perfetto, così potente da poterla ridurre in frantumi in qualsiasi momento.
L’ennesimo passo.
Ora la distanza di un altro ultimo passo li separava.
Alexis indietreggiò, spaventata da quel silenzio e da quell’occhiata.
Draco la studiò, passandosi la lingua sul labbro inferiore.
-Spogliati.-
Alexis spalancò gli occhi, ora decisamente terrorizzata. Sentì un mancamento e fu solo grazie alla poltrona dietro di lei che non rovinò in terra. Appoggiò una mano sul bracciolo e si sorresse, senza avere la forza di staccare lo sguardo da quello maledettamente serio di Draco.
-Che cosa?!?-
La voce le uscì in un misto di indignazione e paura, acuta e altisonante, priva di fiato.
Lui si limitò ad alzare un sopracciglio, le labbra ancora dispiegate in quel sorriso sfrontato.
-Spogliati, ho detto.-
Ripetè con tranquillità. Gli occhi di Alexis, se possibile, divennero ancora più grandi sul visino improvvisamente pallido. Scosse la testa, prima lentamente, poi, stringendo gli occhi, la scosse con foga, lasciando che i capelli le scivolassero sul viso.
-Ma non ci penso proprio! No!-
Si rifiutò decisa, la voce ancora acuta. Indietreggiò di un passo e si scontrò con il muro.

Era in trappola, di nuovo.
E ci si era messa da sola.
Di nuovo.

Draco sollevò entrambe le sopracciglia, leggermente sorpreso, ma il sorriso arrogante non lasciò mai le sue labbra.
-Ho capito.-
Il ghigno gli si allargò, orribile e bellissimo.

Poteva qualcosa di così bello essere tanto spaventoso?
Si avvicinò, colmando la distanza che li separava con un solo lungo passo.
Alexis tremò, gli occhi ancora spalancati.
-Vorrà dire che ci penserò io.-
Mormorò, poggiando le mani sul muro, ai lati del suo viso. Chinò appena il capo per poterla guardare bene negli occhi, lo sguardo deciso e annebbiato.
Alexis si strinse di più contro il muro, come se avesse potuto indietreggiare ancora o diventare talmente piccola da poter sparire.
-Cosa?- soffiò, il terrore che fuoriusciva con ogni suo respiro –Non puoi!-
Draco sogghignò, divertito, e lasciò scivolare una mano dal muro fino al suo viso, per prenderle il mento con una stretta violenta.
-Sì che posso.-
Sussurrò serio, con una punta di cattiveria. La sentì trattenere il respiro e avvertì il corpo tanto vicino, tremare.

Smeraldi enormi, carichi di angoscia e ricordi che ora, come vecchi filmini in bianco e nero, scorrevano davanti ad entrambi.
La violenza che l’aveva colto e con la quale l’aveva trascinata sul letto.
Baciata.
Deturpata.
Quasi violentata.
La paura nel petto di lei.
Il dolore dilaniante nel petto di lui.
Adesso, come allora e come sempre.
Loro due, insieme, Malfoy e Potter, mai più sbagliati.

Draco le lasciò andare il mento e sollevò il braccio con un gesto brusco, tanto che lei temette volesse farle qualcosa di orribile, come strapparle di nuovo la camicetta o buttarla sul letto con uno spintone violento. Strinse gli occhi, impaurita, ma l’unica cosa che avvertì fu una carezza gentile sulla guancia, tenera come quelle che lui le regalava prima di tutto quel disastro.
Uno strano calore, in fondo al cuore, come non ne sentiva più da giorni.
Draco le si avvicinò ulteriormente, passandole l’altro braccio intorno alla vita e stringendola appena, mantenendo comunque la distanza sufficiente per poterla osservare in viso.
Alexis si ritrovò a contatto con quella pelle liscia e umida, che profumava di buono, di pulito.

Il cuore accelerò i suoi battiti.
Draco chinò il capo e le sfiorò la tempia cone le labbra, in un bacio delicato.
-Adoro anche il profumo della tua paura.-
Mormorò pensieroso, costringendola ad aprire gli occhi per guardarlo. Lui le sorrise appena, senza alcuna punta di cattiveria.

L’argento liquido sembrava ora una pozza di antica malinconia che le fece stringere il cuore.
La lasciò andare e le prese il viso tra le mani. La guardò ancora e, lento, si avvicinò. Lei sorrise appena a sua volta e socchiuse gli occhi, pronta a colmare la poca distanza che li separava con quel bacio tanto atteso, che già assaporava dolce sulle labbra, per cancellare la violenza delle ultime settimane.
Rimasero fermi per qualche minuto.
Poi, alla fine, l’unica cosa che sfiorò le sue labbra fu il respiro freddo della risata sprezzante di Draco, che si allontanò velocemente, lasciandole andare il viso e abbandonandola in quella posizione sognante, da sola.
Alexis aprì gli occhi, disorientata e con il cuore ridotto in pezzi.
Senza degnarla di ulteriori attenzioni, Draco si vestì in fretta e uscì dalla stanza, lasciandola lì con solo il gelo a circondarle quel luogo caldo che, una volta, aveva occupato il suo cuore.

   
 
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