Film > Four Brothers
Segui la storia  |       
Autore: EffieSamadhi    30/03/2011    1 recensioni
“Ehi, questo è nuovo” commentò, sfiorando con la mano un tatuaggio all’altezza del cuore. “E’… sono…”
“Il nome di mia madre” completò lui, spostando la propria mano su quella di lei. “E quello di mio fratello. E il tuo.”
“Mancano Angel e Jerry” gli fece notare.
“Oh, loro sono qui” ribatté lui, indicando un altro tatuaggio. “Ma questo è un posto speciale. Mia madre, Jackie, tu… avete il mio cuore.”
Adia osservò il tatuaggio, poi alzò gli occhi nei suoi, guardandolo con amore. “Farò di tutto per meritarmelo, Bobby” bisbigliò, suggellando la promessa con un bacio.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Four Brothers - Call Me When You'Re Sober.

26. Underneath The Night Sky

 

 

            Bobby esitò, prima di bussare. Soltanto per una manciata di secondi, si chiese se svegliare Aaron Chambers nel cuore della notte fosse la cosa più giusta da fare. Valutò rapidamente i possibile risvolti negativi della situazione: prima di tutto, Aaron avrebbe potuto rifiutarsi di parlare con lui, o, peggio, avrebbe potuto chiamare la polizia – o, peggio ancora, la polizia l’avrebbe potuta chiamare la moglie di lui. Se, tuttavia, Bobby fosse riuscito a parlare con il fratello di Adia, c’era la possibilità che fosse lei a rifiutarsi di parlare con lui, da quel momento. Su quel punto era stata irremovibile, e lui se ne stava fregando. Ma mai si era sentito forte come in quel momento: in ballo c’era la serenità della sua ragazza, e anche se gli costava ammetterlo, avrebbe fatto di tutto per lei. Bussò due volte.

            Attese un minuto. Proprio quando si accingeva a battere un altro colpo, Aaron venne ad aprire, assonnato e decisamente preoccupato. “Chi diavolo… Mercer? Che ci fai qui? E’ successo qualcosa? Dov’è mia sorella?”

            Bobby alzò le mani davanti al proprio corpo, in segno di difesa. “Sta bene, è a casa e dorme. Non è successo niente.”

            “Ma allora… ma che cazzo ci fai qui?”

            “Ho bisogno di parlarti” ammise Bobby, abbassando le mani.

            Aaron si passò una mano sulla faccia, stropicciandosi gli occhi. “Sono le due del mattino” osservò, più per se stesso che per rimprovero nei confronti di Bobby.

            “Sì, lo so. Ma non potevo aspettare. Riguarda tua sorella.”

            “Hai detto che sta bene” ribatté Aaron, tornando a preoccuparsi.

            “Infatti sta bene. Dai, è importante.”

            “Entra” lo invitò l’altro, scostandosi per farlo entrare.

            Appena ebbe messo piede in casa, Bobby fu immediatamente aggredito da Cecilia, accorsa al piano inferiore per capire che cosa stesse succedendo. “Oh, dovevo immaginarlo che c’entrassi tu. Lo sapevo, che quella stupida si sarebbe cacciata in un guaio, mettendosi a uscire con un criminale come te, e…”

            Aaron la afferrò per un polso, mostrando forse per la prima volta un briciolo di controllo della situazione. “Cecilia, non azzardarti a chiamare mia sorella stupida. Torna a dormire.”

            “Ma tesoro…”

            Torna di sopra. Devo parlare con Bobby.” Cecilia obbedì, non dopo aver lanciato un’ultima occhiata di fuoco a Bobby, ancora fermo accanto alla porta d’ingresso. “Vieni con me” aggiunse Aaron, guidando l’ospite verso la cucina. “Forza, siediti” lo esortò, indicandogli uno sgabello. Si stropicciò ancora una volta gli occhi, poi si versò del caffè. “Caffè?”

            “Sì, grazie.”

            Aaron si sedette di fronte a Bobby. “Scusa per Cecilia. Non è sempre così. Insomma, lo è spesso, ma… scusala.”

            “Non importa. Sono abituato a sentirmi chiamare criminale” lo rassicurò Bobby, piegando un angolo della bocca in un sorriso.

            “Allora, hai detto che volevi parlare di Adia.”

            “Sì. Beh, lei non sa che sono qui. Spero solo che non si svegli prima del mio ritorno.”

            “Dormi a casa sua?” gli domandò Aaron, alzando un sopracciglio con fare sospetto.

            “Non sempre, ma qualche volta capita. Beh, è una donna adulta…”

            “Sì, sì, lo so. Insomma, me ne ha parlato, so che cosa fa con te. Insomma, non mi ha raccontato tutto nel dettaglio, ecco, ma… non mi illudo che non abbia mai fatto sesso. Anzi, sospetto che ne abbia fatto più lei di tutte le nostre sorelle messe insieme” aggiunse, con una risatina.

            “Le chiederò di venire a vivere con me” ammise Bobby, dopo qualche secondo di silenzio.

            “E’ un passo importante.”

            “Lo so. Ci ho pensato parecchio.”

            “Dove vi trasferirete?”

            Se accetterà, andremo a casa di mia madre.”

            “Perché, hai dei dubbi? Accetterà. Credo sia innamorata di te dai tempi del liceo.”

            “Beh, quando saprà che sono stato qui, credo che essere innamorata di me dai tempi del liceo non farà differenza” commentò Bobby, guardando il contenuto della propria tazza con tristezza.

            “Di che cosa devi parlarmi, Bobby?”

            Bobby si grattò un sopracciglio, continuando a cercare le parole adatte. “Domani mattina andrà in ospedale per farsi operare.”

            “O-operare? Alla gamba, dici?” Bobby annuì. “Ma… ma non può essere! Mi aveva detto che quell’intervento era troppo costoso, e non aveva nemmeno voluto farsi aiutare da me…”

            “Sì, me lo ha detto.”

            “E come… dove ha trovato i soldi?” Incrociò lo sguardo di Bobby, e in quel momento comprese. “Sei stato tu?”

            “Non voleva accettare, all’inizio. L’ho quasi dovuta obbligare a prendere quei soldi.”

            “Quanto le serviva? Non me lo ha mai voluto dire…”

            “Cinquantamila dollari.”

            “Cinquantamila dollari? E dove diavolo li hai trovati, cinquantamila dollari?”

            “Li ho presi dall’eredità di mia madre. Dalla mia parte, con il consenso dei miei fratelli” specificò. “Mia madre è stata uccisa per quei soldi, e per quei soldi è morto anche mio fratello. Dovevo usarli per qualcosa di utile. E poi, a mia madre è sempre piaciuta tua sorella” osservò, con un sorriso. “Adia non voleva accettare, all’inizio. Ho dovuto insistere parecchio perché accettasse.”

            “Perché non me ne ha parlato?”

            “Per lo stesso motivo per cui non voleva accettare il mio aiuto. Perché è testarda, perché è orgogliosa, e non vuole essere di peso a nessuno. È anche per questo che se n’è andata di qui.”

            “Credevo fosse perché odia mia moglie” osservò Aaron, sorridendo.

            “Beh, anche. Il punto è che lei… lei è fatta così.”

            “Sì, è vero. Ha sempre voluto fare tutto di testa sua.”

            “Non voleva che te lo dicessi. Diceva che ti saresti preoccupato, che la cosa ti avrebbe creato dei problemi, ma… non potevo accettare che ti tenesse all’oscuro di tutto. Sei suo fratello, in fondo.”

            “Ti ringrazio di essere venuto fin qui a dirmelo.”

            “Era la cosa giusta da fare” replicò Bobby, alzandosi. “Grazie a te per avermi ascoltato.”

 

            Bobby rientrò com’era uscito: dalla porta principale e senza fare rumore. Si spogliò rapidamente, lasciando cadere i vestiti sulla sedia, esattamente dove li aveva lasciati poco prima. Mentre si sfilava i pantaloni, gettò un’occhiata verso Adia: dormiva ancora sullo stesso fianco, come se non si fosse mossa in quelle due ore in cui lui era stato fuori. Scostò piano le coperte e si mise a letto furtivo come un ladro, lui che ladro non lo era più. Aspettò qualche secondo, prima di voltarsi verso di lei e abbracciarla in modo da far sembrare tutto naturale.

            “Sei stato da lui, vero?” sussurrò Adia, senza muoversi.

            Il primo istinto di Bobby fu quello di mentire, di fingere di non saperne nulla… ma no, non poteva ingannare lei così come non poteva ingannare se stesso. “Sì, sono stato da lui.” Aspettò invano una risposta. “Lo so che ti avevo promesso che non ci sarei andato, ma lui aveva il diritto di saperlo.”

            “Dovrei buttarti giù dal letto e prenderti a calci per tutta la strada, lo sai?”

            “Ne avresti tutto il diritto.”

            “Ma non posso, sono zoppa.”

            “Puoi prendermi a schiaffi, allora.”

            “No, non sarebbe la stessa cosa” osservò Adia, dopo qualche secondo di pausa. “Tanto non servirebbe a nulla. Se non sbaglio, mi hai detto che devo prenderti così.”

            Bobby sorrise. “Sì, l’ho detto.”

            “E allora va bene, Bobby. Ti prendo così come sei.”

            “Adia…”

            “Sì?”

            “Vuoi venire a vivere con me?”

            “Me lo hai già chiesto, mi sembra.”

            “Sì, è vero. Ma non mi hai mai dato una risposta vera.”

            Adia si rigirò tra le sue braccia, voltandosi a guardarlo. “Sì, voglio venire a vivere con te.”

            “Quindi, mi perdoni per aver spifferato tutto a tuo fratello?”

            La ragazza sorrise, accarezzandogli la guancia. “Sei un Mercer. A voi si perdona sempre tutto.”

 

NdA – Come dicono i miei cari colleghi americani, Here We Go!

Mi sembra giusto, arrivata a questo punto, intervenire per dire qualcosa alle mie lettrici (anche se comunichiamo piuttosto assiduamente anche al di fuori di questa storia e di EFP):

1.        Siamo alla fine, siamo agli sgoccioli, stiamo per concludere. Non so ancora se la cosa durerà uno, due, tre, cinque capitoli, ma tant’è. Mi dispiace separarmi da Bobby e Adia, ma se andassi avanti a raccontare le loro avventure, allora tanto varrebbe aprire un blog ^^

2.       Non ho mai dato un volto a Adia, anche se l’ho sempre descritta come una ragazza con lunghi capelli scuri e occhi azzurri. Personalmente, anche se ciascuno di voi se la sarà immaginata un po’ come crede, io mi sono ispirata alla cantante Norah Jones.

3.       Idem per Aaron: non ho mai detto nulla di lui, e anche se probabilmente vi siete fatte una vostra idea di lui, io me lo immagino un po’ come Edward Norton (sì, lo so, ho un’immaginazione molto vivace ^^).

Non mi sembra di avere altro da dire: ringrazio Dada88 per le recensioni fiume e l’inserimento nelle storie seguite, Kashmir per il supporto morale e per l’inserimento nelle storie seguite, s a r s a per le recensioni, ed eventuali lettori silenziosi per avermi accompagnata sin qui.

See you soon,

EffieSamadhi*

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Four Brothers / Vai alla pagina dell'autore: EffieSamadhi