Anime & Manga > D'Artagnan
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Autore: lady lina 77    14/04/2011    4 recensioni
I moschettieri sono impegnati nella battaglia contro gli Ugonotti a La Rochelle. D'artagnan parte, sperando in una grande e nuova esperienza, quella guerra di cui tanto ha sentito parlare e che mai ha vissuto sulla sua pelle. Ma ci metterà poco a capire che la guerra non è un'avventura da romanzo... Il suo mondo, i suoi affetti, la sua anima finiranno risucchiati in un incubo buio come la notte...
Genere: Avventura, Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Tornata! Grazie di cuore davvero, a tutti quanti per i vostri commenti, siete un ottimo stimolo a scrivere!

E rinnovo anche quì i complimenti per le altre bellissime storie di questa sezione!

Era ora che quest'anime bellissimo avesse il suo fedele seguito!!! E che seguito ;)





In battaglia



"Stamattina Denis, verrai a combattere con noi! Ormai stai bene, è ora!" - disse perentorio, a sopresa, Marcel, in una mattina che era partita come tutte le altre...

Gli altri Ugonotti presenti alla scena, una manciata di uomini in tutto, sussultarono. E anche Grethel e d'Artagnan spalancarono gli occhi stupiti.

Nell'animo della coppia si agitavano sensazioni diverse. Nel guascone la prospettiva di ributtarsi in battaglia era al tempo stesso ricca di incognite ma stuzzicante perchè non vedeva l'ora di porre fine all'inattività causata dal suo ferimento e quindi le parole di Marcel erano pane per i suoi denti.

Grethel invece sembrava meno felice. In un certo senso quella strana routine data da quel finto matrimonio gli piaceva, la trovava rilassante e piacevole. E d'Artagnan era una persona limpida, gentile, diversa da quegli Ugonotti assetati di guerra e sangue. Sapeva che il piano di mentire al loro prigioniero era partito da lei perchè sua era stata l'idea del finto matrimonio e della storia fasulla sul passato Ugonotto del giovane catturato. Però ora, la prospettiva che lui andasse in battaglia, che rischiasse la vita, la consapevolezza che sarebbe stato probabilmente notato dai suoi vecchi compagni, che sarebbe stato riconosciuto e usato come merce di scambio, non la allettava più. A quello strano ed ingenuo ragazzo si era in qualche modo... affezionata. E anche alla loro vita insieme, benché frutto di menzogne, funzionava bene. Se tutto fosse andato come nei piani originari, presto d'Artagnan avrebbe scoperto la verità, l'avrebbe forse disprezzata, verso di lei avrebbe probabilmente adottato lo stesso atteggiamento degli altri uomini del gruppo. Una semplice ed insignificante pedina che poteva essere destinata e sacrificata alla causa come un banale oggetto, nulla più di questo. O una donna da odiare, che si era presa gioco di lui mentendogli, allontanandolo dalla sua vera vita e dai suoi veri ideali... Fino a quel momento d'Artagnan invece l'aveva trattata come un essere umano prezioso, l'aveva rispettata, in un certo senso 'amata'.

Sarebbe finito tutto.

"Marcel, devo parlarti in privato, SUBITO!" - disse prendendo il capo degli Ugonotti per il braccio fino a spingerlo fuori dalla porta. Sbatté l'uscio e i due rimasero soli in strada. "Non puoi portarlo ora in battaglia! E' ancora debole!" - sentenziò decisa.

Marcel la fissò inespressivo, per nulla turbato dalle parole della donna. "A me pare che stia meglio di me e te messi insieme invece. E onestamente, è giunto il momento che si guadagni la pagnotta anche lui. Mantenere un prigioniero, offrirgli vitto e alloggio gratuito non rientrano nei miei piani! Soprattutto perchè stiamo parlando di uno schifoso moschettiere, un servo di quel dannato Luigi XIII!!!".

"Lo uccideranno!" - sibilò Grethel.

Marcel alzò le spalle, incurante. "Se succederà, cattureremo qualcun altro! O c'è forse qualche problema da parte tua...?". Il viso dell'uomo si fece sospettoso, si avvicinò alla ragazza, prendendola rudemente per il mento. "Signorinella, sentimenti e cuore li lasciamo fuori da questa storia, d'accordo? Perchè ho idea, temo, che come una donnetta qualsiasi tu ti stia innamorando, perdendo di vista il nostro VERO scopo... O mi sbaglio?" - chiese sibillino.

Grethel si morse il labbro. Accidenti, non doveva provare sentimenti, non poteva permettersi che Marcel perdesse fiducia in lei o altrimenti l'avrebbe allontanata dal gruppo e non sarebbe più riuscita a cercare l'uomo che voleva stanare. D'artagnan o non d'Artagnan, la cosa prioritaria era rimanere fra le fila degli Ugonotti. Con un gesto secco, si liberò dalla stretta di Marcel. "Non dire sciocchezze, volevo solo preservare un pò il nostro prigioniero! Catturarlo, dopo tutto, non è stato facile!".

Marcel la fissò torvo, accigliato. "Sarà... Ma attenta a non deludermi troppo mia cara. O potrai scordarti la tua vendetta... o la tua vita e il tuo bel faccino!".

"Non ti deluderò!" - rispose Grethel cupa.

"Bene!". Marcel rientrò nella casa, ordinando ai suoi uomini di uscire a combattere, nella zona del porto. Poi si rivolse a d'Artagnan. "Denis, preparati che li raggiungiamo!". E così dicendo gli lanciò dei logori vestiti scuri, un cappellaccio verdognolo da mendicante, una spada e una pistola e gli intimò di cambiarsi. Gli Ugonotti erano persone povere, vestite di stracci, un combattente vestito 'da casa' avrebbe stonato col gruppo.

Anche Grethel rientrò nella stanza, prendendo ad osservare il 'marito' che si cambiava senza fare storie. "Andrete quindi al porto?" - chiese a Marcel.

"Esattamente! Al centro della battaglia..." - disse sibillino l'uomo. Poi le si avvicinò, sussurrandole in un orecchio. "Al porto combattono i suoi amici, lo noteranno... Non voglio perdere troppo tempo con questa falsa, voglio usare l'ostaggio ed entrare in contatto, subito, con quei dannati monarchici e cardinalisti e trattare!".

Grethel sussultò. La zona del porto era la più pericolosa, il fulcro della battaglia... Marcel voleva arrivare subito al sodo, mettendo d'Artagnan in pericolo. Che non lo facesse solo per la missione però, ai suoi occhi di donna apparve chiaro. Avvertiva, senza ombra di dubbio, anche una grande avversione ed antipatia verso il priogioniero, da Marcel. Ma decise di tacere, non poteva intromettersi ulteriormente. "Bene, allora buon lavoro! Ci si rivede stasera!" - disse abbassando lo sguardo. Poi si avvicinò a d'Artagnan, baciandolo fugacemente sulle labbra. "Stai attento..." - sussurrò.

Il giovane annuì, le accarezzò dolcemente i capelli neri e poi, su comando di Marcel, uscì dalla stanza, pronto a tuffarsi in una nuova avventura. Non vedeva l'ora...

Grethel li guardò allontanarsi dall'uscio di casa. Teoricamente avrebbe dovuto andare in cerca di cibo come sempre, quelli erano gli ordini...

Eppure...

Per una volta, contro ogni sua logica, decise che avrebbe seguito i due uomini da lontano, senza essere vista. Marcel non l'avrebbe probabilmente mai scoperta, il cibo poteva procurarselo anche più tardi senza troppi problemi, magari rovistando proprio fra le rovine del porto. Già, almeno avrebbe 'vegliato' su suo marito. E così facendo, avrebbe anche visto da vicino i moschettieri e forse individuato l'uomo che cercava... Sì, in fondo era una buona idea, lo faceva per la sua causa oltre che per se stessa e per controllare che il suo giovane, dolce e finto marito stesse bene...

E così dicendo si mise il mantello, calò il cappuccio sul viso e quatta quatta come un gatto, sgattaiolò fra i vicoli di La Rochelle, a poche decine di metri da d'Artagnan e Marcel.


...


"Stai dietro le barricate, dannazione! Non vorrai farti ammzzare subito?!" - gridò Marcel a d'Artagnan che si era esposto troppo per osservare i combattimenti che fervevano nel porto.

Per il giovane guascone tutto era spaventoso e maestoso insieme. Il porto brulicava di combattenti, spadaccini, duelli, spade, cannoni e pistole. Gente che moriva, gente che combatteva, gruppi di Ugonotti più o meno organizzati che organizzavano imboscate, scontri, con gruppi di guardie del Cardinale e moschettieri nella loro sfavillante divisa blu.

Già, la divisa blu...

Era bellissima, gli occhi del giovane brillavano nell'osservarla tanto da vicino... Si vergognò di quei pensieri, loro erano NEMICI, non persone da ammirare!!!

Però non poteva farci niente, il richiamo verso quella divisa era troppo forte. La sua testa prese a fargli male, osservandola.

"Cos'hai?" - chiese severamente Marcel vedendolo sbiancare – "Non stai bene o hai solo, semplicemente, paura?".

D'artagnan arrossì. "N... niente, niente! Sto bene!" - disse, tentando di ricomporsi.

"Bene..." - mugugnò Marcel, prima di tornare ad osservare la scena. C'era decisamente casino sulla banchina del porto, un ottimo momento per entrare nel vivo della battaglia, con le giuste mosse. "Ascolta Denis, c'è modo e modo per entrare in scena! Il tuo, camminando piano, perso nei pensieri, come poco fa, è SBAGLIATO e decisamente IDIOTA! Si osserva, si notano i punti più tranquilli e via, con uno scatto li si raggiungono. Correndo decisi, spada sguainata, pistola nell'altra mano libera! Poi si focalizza la preda e si combatte! Capito?".

D'artagnan annuì. "Capito!".

I due si misero ad osservare la battaglia da dietro la barricata fatta di vecchie casse di legno. E d'Artagnan, con l'occhio scaltro da moschettiere, vide, a ridosso di una vecchia casa rossa, una zona con meno uomini dove i nemici erano in netta minoranza rispetto agli Ugonotti. La distanza era di pochi metri, andava bene! "La!" - disse sotto voce a Marcel, indicando il punto esatto.

L'Ugonotto sorrise. "Là e perfetto!".

E i due si lanciarono come furie in battaglia!

E per la prima volta dopo settimane di inattività, d'Artagnan si sentì vivo. Impugnare la spada, combattere uomo contro uomo in duelli entusiasmanti. Come se non avesse mai fatto altro in vita sua. Combattere dava un senso al suo essere, gli faceva sentire l'argento vivo addosso. Fino a pochi minuti prima, nascosto nelle viuzze strette di La Rochelle con Marcel aveva avuto un pò di timore all'idea di buttarsi nella mischia, come sempre si ha timore di qualcosa che non si conosce o che non ricordiamo. Ma ora lì, in quella battaglia forsennata, si sentiva a casa... Grethel e Marcel avevano ragione, lui era stato un grande combattente... E ora era tornato ad esserlo...


....


"Oggi c'è più casino del solito, vero ragazzi?" - disse Porthos fra un colpo di spada e l'altro.

Athos sorrise. "Beh, ti pagano per combattere, no?".

Aramis non partecipò allo scambio di battute fra i due. Non le andava di scherzare, di dire frivolezze, non le andava nulla che non fosse finire quella guerra assurda che le aveva portato via un giovane amico senza un perchè. Già, loro erano pagati per combattere. Ma i soldi valevano anche la loro vita? Gli uomini trovavano un senso nelle battaglie, nella morte, trovando in esse la gloria. A lei sembrava maledettamente stupido... Per questo, anche se si era illusa che era uguale agli altri, si era resa conto che mai sarebbe stata un moschettiere come Athos e Porthos. Uomini e donne avevano modi di pensare troppo diversi, aspettative di vita opposte, visioni diverse dell'onore, della gloria e di quanto importante e unica fosse la vita... Ma essere moschettiere era l'unica cosa che le fosse rimasta e quindi l'avrebbe fatta al meglio. Ma di scherzare... No, con d'Artagnan morto non ci riusciva più...

Si guardò intorno. Quegli uomini che combattevano con fervore, quanto assomigliavano al suo giovane amico? Tanto... Gli pareva di vederlo lì, in mezzo alla mischia, con la spada sguainata e il suo consueto entusiasmo giovanile... Oh si, d'Artagnan avrebbe trovato elettrizzante una giornata come quella, in quel porto...

Improvvisamente però, una figura di spalle attirò l'attenzione della donna...

Un uomo combatteva con un cappellacio in testa, vestito di abiti logori. Stessa corporatura del suo giovane amico, stessa giovane età probabilmente, si vedeva che non era un uomo adulto ma un giovanissimo Ugonotto buttato in battaglia come carne al macello. Combatteva bene, oltre all'aspetto fisico sembrava essere simile a d'Artagnan anche nel modo di maneggiare la spada. "Ragazzi..." - disse avvicinandosi a Porthos e Athos che avevano appena atterrato tre uomini – "Quel ragazzo... non vi ricorda...?".

Gli occhi di Athos si incupirono nel vedere il giovane indicato da Aramis. Era lontano circa venti metri da loro, impegnato in un duello con una delle guardie del Cardinale. E somigliava in modo inequivocabile a d'Artagnan!!! "I giovani sono tutti uguali quando combattono Aramis, non farti ingannare..." - disse piatto, senza tradire alcuna emozione.

Athos stava per aggiungere altro quando il giovane Ugonotto si voltò, pronto ad affrontare un nuovo avversario.

E il cuore dei tre moschettieri si fermò nel vederlo in viso.

"D'ARTAGNAN!!! PERBACCO, QUELLO E' D'ARTAGNAN!!!" - urlò Porhos.

Athos rimase pietrificato, indeciso se quella fosse realtà o una qualche sorta di allucinazione comune. Non aveva senso, non poteva che essere un parto malato delle loro menti addolorate. D'Artagnan era morto e se anche non lo fosse stato, di certo non avrebbe combattuto a fianco dei loro nemici!!!

Aramis invece pareva la più convinta e realista dei tre. "E' d'Artagnan! Qualunque cosa stia succedendo, quello è d'Artagnan!". E, improvvisamente rinfrancata, corse verso l'amico, schivando i colpi dei nemici che gli si paravano davanti. Una mossa pericolosa, ma non gliene importava nulla. Se quello era d'Artagnan, allora tutto tornava ad avere un qualche senso!

E Athos e Porthos non poterono far altro che seguirla, guidati dall'entusiasmo della donna moschettiere e dall'emergenza di guardarle le spalle.

Nel frattempo d'Artagnan aveva atterrato con successo tre Cardinalisti. Era soddisfatto e anche se nella mischia, aveva perso di vista Marcel, si sentiva forte e sicuro.

Vide i tre uomini che gli si avvicinavano di corsa gridando un nome che nel frastuono non riusciva a sentire e qualcosa in loro gli apparve famigliare. Ma fu un attimo. Indossavano quella fantastica divisa blu che fino a poco prima aveva ammirato, erano moschettieri e quindi nemici.

Si preparò a combatterli, brandendo la spada davanti a lui.

Quando i tre furono a pochi metri, uno sparo fra loro, giunto dalle barricate, fermò i tre uomini.

Sorpreso, d'Artagnan si voltò.

E fra le casse delle barricate vide il visino di Grethel che brandiva una pistola fumante e con la mano gli faceva segno di raggiungerla.

Una forte esplosione causata da una cannonata investì proprio in quel momento un'area vicina al gruppetto, avvolgendo tutto e tutti in una pesante coltre di fumo che impediva ogni visuale.


....


Grethel, nascosta dietro alle barricate, non aveva perso di vista suo marito, vegliando su di lui con una pistola rubata ad un cadavere che giaceva inerme vicino alla grossa pira di casse di legno.

D'artagnan se la stava cavando egregiamente, dimostrando ampiamente quale grande moschettiere in realtà lui fosse. Ma un occhio in più non faceva male comunque...

Nel frattempo si era guardata attorno, per scorgere la persona che tanto cercava. Ma era rimasta delusa, quei moschettieri che combattevano al porto erano troppo giovani per essere lui.

E proprio mentre osservava la scena, aveva notato quei tre uomini correre verso d'Artagnan, gridando il suo vero nome. Un moschettiere biondo, uno grosso, uno dall'aria raffinata. Descrizione perfetta degli amici di d'Artagnan. Non voleva che lo trovassero, non voleva che i piani di Marcel andassero in porto. Era presto e lei non era pronta!

Per questo, d'istinto, sparò per fermare la loro corsa e dare modo a d'Artagnan di raggiungerla.

L'esplosione fece il resto.

Con un balzo e approfittando del fumo, Grethel saltò fuori dalle barricate, prese un troppo sorpreso d'Artagnan per il braccio e lo scaraventò in una viuzza laterale, lontano dai combattimenti.

"M... Ma Grethel!? Che... che cosa fai? E CHE CI FAI QUI'???" - si lamentò d'Artagnan incredulo della piega presa dagli avvenimenti negli ultimi istanti.

"Shhh, dobbiamo scappare!" - disse strattonandolo via.

"Non posso!" - si bloccò d'Artagnan.

Grethel lo prese violentemente per il braccio, spingendolo a correre, non dandogli modo di fare altro. "Quei tre uomini sono feroci assassini, li conosco! Non voglio che tu muoia, non sei pronto ancora per un duello del genere, ti avrebbero ucciso! Scappiamo lontano da quì!".

"Ma non posso, la lotta..." - disse d'Artagnan, confuso...

Grethel abbassò lo sguardo, tristemente. "Fallo per me...".

D'artagnan la fissò, incerto e anche stupito da quella arrendevolezza che tanto poco si addiceva a Grethel. La amava... Odiava vederla triste e per lei si sarebbe buttato nel fuoco. Era stato bello combattere, poco prima, ma in fondo sua moglie non doveva venire prima di tutto? Altre battaglie avrebbe combattuto, in fondo era giovane... E sua moglie aveva bisogno di lui... "Mi hai seguito perchè eri preoccupata per me?" - le chiese dolcemente.

Grethel sorrise. "Si...". In cuor suo sapeva di non mentire, non completamente almeno.

D'artagnan la prese per mano, decidendo quale era la cosa giusta da fare. "Ok, scappiamo da questa guerra, noi due soli!".

La donna annuì. Il suo piano in fondo poteva continuare anche su binari paralleli a quelli scelti in partenza, al fianco degli Ugonotti. D'artagnan dopo tutto era un moschettiere, aveva fiducia in lei e l'amava. E di di certo, se lei gliel'avese chiesto, l'avrebbe aiutata a trovare chi stava cercando...

Fuggirono insieme, correndo per le viuzze di La Rochelle che Grethel conosceva bene, mano nella mano...

Il fumo coprì parzialmente la loro fuga, ma i tre moschettieri riuscirono ad intravedere quanto successo.

L'entrata in scena di Grethel, il suo portar via d'Artagnan dalla zona della battaglia, la loro fuga nelle piccole e strette vie del porto.

E pur non capendo cosa stesse succedendo, d'istinto, insieme decisero di abbandonare la lotta, prendendo a correre dietro ai due fuggiaschi.







  
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