Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Viki_chan    18/04/2011    7 recensioni
“Parli tanto dei problemi con il tuo sangue, non vedi che stai facendo la stessa cosa con me? Fingi che non ti importi niente del mio marchio, ma alla prima occasione lo tiri fuori.”. Lei era ancora coperta, mi sembrava di parlare da solo. Forse stavo davvero parlando da solo, forse lei non voleva sentire quello che avevo da dirle. Forse nemmeno io avevo più voglia di chiarire quella situazione.
“Non è la stessa cosa. E’ difficile costruire la fiducia di una persona che per anni ha dimostrato di essere qualcun altro.” disse scoprendosi. E di nuovo, mi sembrò di avere davanti qualcun altro.
(cap XV)
Settimo anno ad Hogwarts. Draco Malfoy ritorna a scuola con la famiglia a pezzi e una brutta fama. Un incontro, una parola di troppo. Forse è arrivata l'ora di cambiare.
[Questa storia è il POV di Draco di The Life After]
------------------EPILOGO PUBBLICATO------------------
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nota dell’autrice: Ciao a tutti! Finalmente un capitolo allegretto. Allegretto è una bella parola…
Commentate numerosi!
Stay tuned!

 

19. Ritornare
 
Dopo alcune ore passate tra Villa Malfoy e la casa di Andromeda Tonks, dove mia madre aveva deciso di trasferirsi per qualche tempo, decisi di tornare ad Hogwarts.
Era domenica e, se fossi stato fortunato, il mio ritorno avrebbe dato meno nell'occhio.
“Devi ripartire oggi stesso. Domani mattina sarai pronto per ricominciare la settimana.” mi disse mia madre mentre riempiva l'armadio della vecchia stanza della figlia di Andromeda.
La figlia di Andromeda, morta.
Mi ritornò alla mente quella ragazza. Sembrava così fragile, ma era diventata una Auror.
Fragile come Hermione.
Fu il desiderio di rivederla che mi convinse definitivamente a tornare.

Mi materializzai fuori dai cancelli della scuola e venni accolto dalla professoressa Sprite, che per tutto il tragitto mi raccontò l'importanza di raccogliere un certo tipo di pianta, di cui dimenticai subito il nome, nella giusta fase lunare.
“... se dovessi berla con la luna piena, ti crescerebbero delle zanne enormi, sai?”
mi chiese dopo qualche minuto.
“Si.” gli risposi totalmente ignaro di cosa stesse dicendo.
“Gli altri ragazzi sono a Hogsmeade, puoi lasciare le tue valige qui e raggiungerli.”
“Non importa. Preferisco portarle nella mia stanza.”
E così feci. La sala comune dei Serpeverde era semideserta, la maggior parte dei ragazzini troppo piccoli per la gita a Hogsmeade erano in giardino.
Appoggiai la borsa che conteneva i pochi abiti che mi erano stati inviati da Lumacorno e mi sdraiai sul letto.
Dovevano essere le quattro.
Rimasi per un po' in quella posizione.
Si stava decisamente comodi.
Stavo per addormentarmi quando mi ritornò alla mente perchè ero li, perchè desideravo così tanto tornare il quel luogo.
Lei.
Doveva essere in paese, mi dissi alzandomi e ripercorrendo la strada fino ai cancelli del castello.
Gazza mi guardò di sbieco, ma non disse nulla.
Aveva paura di me.
Non era cambiato niente ad Hogwarts.
Era passata una settimana, c'era da aspettarselo.
Tutto era rimasto immobile.
Come se mi stesse aspettando.
Anche il paesaggio, illuminato dal sole, era lo stesso.
Spazi immensi in confronto alla stanza in cui avevo vissuto in quei giorni.
Spazi immensi in confronto ad una prigione.
Hogwarts non era una prigione, tutto sommato.
Era più un ambiente protetto, qualcosa come una sfera di cristallo piena di anime e nebbie vorticanti.
Sbuffi di fumo e corpi impalpabili.
Le gambe andavano senza il mio controllo. Ero praticamente a metà strada quando la vidi, a braccetto con Potter.
Non ebbi il tempo per rendermi veramente conto che fosse veramente Lei.
Mi strinse, fu il suo profumo a salutarmi per primo.
Rimasi immobilizzato dalla forza di quell'aroma, poi lentamente risposi a quell'abbraccio.
Quando mi separai da lei, anche lui mi si avvicinò, gli occhi verdi puntati nei miei.
“Mi dispiace molto per quello che è successo a tua madre.” disse porgendomi una mano.

“Adesso sta molto meglio.” commentai io offrendogli la mia mano con sorpresa. Potter mi guardò facendomi un mezzo sorriso e di scatto si avvicinò al mio orecchio. “Ti aspetto in sala Grande.” mi sussurrò prima di salutare Hermione e lasciarci soli.

Quel suo gesto lasciò interdetta anche Hermione che, dopo averlo salutato, rimase immobile con lo sguardo perso nel vuoto.
Mi godetti per qualche istante la sua buffa espressione, poi la riportai sulla terra prendendola per un braccio.
“Hermione.”
La chiamai a me e la baciai.
Tante sensazioni diverse. Ogni volta mi sembrava di scoprirne una nuova.
Quel giorno era l'oblio.
Mi dimenticai in un secondo di essere in mezzo ad una strada.
Chiunque avrebbe potuto vederci.
Non me ne curai.
Lei fece lo stesso.
Mi godetti quel bacio a lungo, e quando mi separai dalle sue labbra, lei rimase a qualche centimetro da me, con gli occhi chiusi,
“Mi sei mancato.” mi sussurrò prima di aprirli.
Percorremmo la strada fino al castello parlando di mia madre, mantenendo una certa distanza.
Nonostante avessi una gran voglia di stare con lei, l'invito di Potter aveva destato in me una certa curiosità.
“Ho lasciato i bagagli in sala grande, sono appena tornato. Vediamoci tra mezz’ora davanti a Barnaba il Babbeo.”
Mentirle non mi piaceva, ma se le avessi detto la verità, sicuramente avrebbe avuto da ridire.
Annuì, ma non si mosse. Forse aveva capito tutto.
Le sorrisi e mi diressi verso la sala Grande.
Entrai chiudendo la porta alle mie spalle.
Potter mi aspettava seduto sul tavolo di Grifondoro, i piedi appoggiati alla panca.
“Che c'è?” gli chiesi tenendo il mio tono misurato. Non sembrava pronto ad aprire le ostilità. Mi guardò di nuovo e si alzò in piedi.
“Tu non mi piaci particolarmente. Credo che questo sia ovvio.” disse con un mezzo sorriso. “Però tua madre mi ha salvato la vita e io gliene sono grato. Per questo ho deciso di farti un regalo.”
“Di che si tratta?”
“Ti porterò nel dormitorio di Hermione. Conosco la parola d'ordine. Lo faccio anche per lei, soprattutto per lei. Lei ti ama, e io..” disse cercando di nuovo i miei occhi. “.. amo lei. Per questo, se tu dovessi farla soffrire in qualche modo, io ti troverò.”
“Dici sul serio? Tu mi stai dicendo che mi porterai da lei, in camera sua?” gli chiesi incredulo.
“Si.”
“Sai con chi stai parlando?” rincarai la dose.
“E tu, hai sentito cosa ti ho detto? Lei è una parte di me. Stai attento a quello che fai.”
Non aspettò una mia risposta, mi lanciò addosso il solito mantello polveroso.
“Mettitelo e non fiatare.” mi ordinò con un mezzo sorriso avvicinandosi alla porta.
“Potter.” lo richiamai con già una parte del corpo invisibile. “Ti devo un favore.”
“Puoi dirlo forte, amico.”
Salendo le scale dietro di lui, riascoltai nella mia testa quel discorso. Hermione era una parte di lui. Una parte che mi stavo prendendo senza permesso.
Chissà se un giorno se la sarebbe ripresa quella parte.
Quei Grifondoro erano davvero troppo complicati per i miei gusti.
Intanto, mi dissi mentre Potter parlava con il solito quadro, mi sarei goduto quella situazione il più possibile.

 
   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Viki_chan