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Autore: Ramiza    22/04/2011    2 recensioni
Mi concedo di modificare, ancora una volta, l'itroduzione a questa raccolta che cresce con me, con le mie scoperte e i miei nuovi amori "nel mito". Vi racconto adesso la storia di Alessandro il Grande, di un uomo che diventò mito perché volle esserlo, e del suo ultimo viaggio, così come io lo vedo.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sollevò il capo, riaprì a stento gli occhi già chiusi -

strappando un ultimo istante alla sorte

soltanto per poterne ridere -

e su di lui posò quelle fessure taglienti come lame,

occhi morenti, ma occhi d'un dio.

Anche così Paride n'ebbe paura.

Tremando come una foglia al vento -

nemmeno la presenza d'Apollo al suo fianco,

che ancora sosteneva l'arco, poteva rassicurarlo allora -

si acquattò dietro a una colonna attenendo che la vita l'abbandonasse,

ancora temendo la sua vendetta.

 

Ma lì disteso come un cervo in agonia,

scossa dal dolore la divina bellezza,

Achille sorrideva tra sé.

Caduta era infine l'ora del rancore;

spenta nell'ironia del Fato

che aveva sentenziato la sua morte

per mano del più imbelle tra i principi troiani,

ma più ancora oscurata nell'ultimo sollievo.

 

Precipitoso, sorridente, correva verso la fine:

l'Ade, i campi Elisi, un luogo qualunque.

E gli uomini, la guerra, le pire su cui ardevano gli eroi,

quanta poca importanza avevano adesso;

persino l'agognata gloria gli sarebbe parsa poca cosa allora,

se non fosse stato per quel piccolo particolare: perché quella scelta

impulsiva e fatale

permetteva a lui, immortale, di raggiungerlo così presto.

L'attendeva, Patroclo, e l'eroe precipitoso correva.

L'Ade, i campi Elisi, un luogo qualunque:

dovunque egli fosse l'avrebbe trovato, raggiunto

e si sarebbero poi cercati una spiaggia solitaria,

il loro limbo di dimenticanza o d'eterna memoria,

infine soli

infine liberi.

Senza più profezie ad incombere sul capo,

senza più donne – madri, amanti, spose –,

talloni, dei, profezie di trionfo e di morte

e stretti, finalmente, in un destino comune.

 

La sola cosa che li avesse mai separati,

cosa d'un altra vita, adesso.

 

 

 

 



  
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