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Autore: Isyde    23/04/2011    2 recensioni
Serie di Brevi Storie su Millicent Bullstrode, che raccontano momenti della sua vita prima, dopo e durante la sua permanenza a nella scuola di magia, analizzando il suo rapporto difficile con gli altri compagni di casa.
Buona Lettura, Isy'.
Genere: Generale, Introspettivo, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Millicent Bullstrode, Serpeverde
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Ti capisco, Blaise.

 

 

 

Le stelle quella notte brillavano intensamente, nonostante gli squarci di luce dei botti e dei fuochi d'artificio che incendiavano l'atmosfera.

Non c'era nulla di più bello per Millicent che starsene ad ammirare quello spettacolo gratuito, sorridendo ad ogni esplosione di colore e luce.

Era come vedere i suoi sogni, spesso flebili e sbiaditi dalla realtà, illuminarsi intensamente prima di perdersi in milioni di pezzi nell'atmosfera.

Chiuse la finestra della sua camera e s'infilò fra le fredde coperte del suo letto.

Un altro anno era passato, trascinandola in una dimensione fatta di tensione e di rabbia.

Rabbia.
Perchè solo quella provava di fronte a quello sguardo impassibile e che nei suoi sogni era costantemente sporco di sangue.

Sangue di un uomo.

Sangue di un morto.

Si passò il dorso della mano sugli occhi e respirò profondamente.

Lei aveva solo bisogno di tempo.

Di un altro po' di tempo per trasformare la rabbia in qualcosa di più utile.

Eppure nulla l'avrebbe mai aiutata a superare quella linea immaginaria che separa la fine di un anno, dall'inizio di un altro.

Piuttosto era convinta che si sarebbe ritrovata spinta contro la sua volontà in mezzo al caos.

E con quei pensieri, Millicent si addormentò, sperando di non risvegliarsi mai più.

 

 

 

 

Semplice busta chiara, con gli angoli rovinati e spezzati, la carta ingiallita dalla troppa umidità, la scritta sbavata.

Se solo avesse trovato il coraggio di leggerla, di sapere cosa lei avesse da dire in proposito, forse non si sarebbe trovato nel bel mezzo di un noioso Capodanno a fissare una busta nello studio del suo patrigno.

Strinse il bicchiere pieno d'alcool e lo buttò giù con un sorso, ignorando le mute proteste delle sue cavità orali.

Si sentiva annebbiato e in pace, dopo aver bevuto.

Talmente in pace che si alzò e strappò la busta.

Lesse.

Lesse a lungo.

Lesse finchè i suoi occhi cominciarono a confondere ogni vocale, ogni consonante, ogni parole.

Lesse fino a quando capì di aver incasinato la sua vita.

L'unico colpevole era lui e anche se non l'avrebbe mai ammesso, lui era il responsabile.

La miccia che aveva fatto esplodere la miniera.

L'ultimo sereno alito di vento prima della tempesta.

Gettò nel camino la lettera e la guardò soccombere sotto i colpi impetuosi delle fiamme.

Nonostante il calore i suoi occhi era rimasti fissi su una frase.

"Perchè nonostante tutto, io ti capisco Blaise".

 

 

 

   
 
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