Libri > Trilogia di Bartimeus
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Autore: Khalan    04/05/2011    0 recensioni
Evans Renley è un giovane mago fuggito in Italia dopo la grande rivoltà degli spiriti a Londra. Qui spera di starsene tranquillo, ma una ragazza che lo aveva notato quando ancora lavorava a Whitehall lo rintraccia e gli chiede aiuto: due oggetti sono stati rubati: l'Amuleto di Samarcanda e il Bastone di Gladstone. E apparentemente il prossimo obiettivo dei maghi è Venezia. Così Evans convoca lo spirito di cui si fida maggiormente: il jinn Revanos e i due si ritroveranno coinvolti in una situazione che mai si sarebbero aspettati.
Genere: Avventura, Comico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ANGOLO DELL'AUTORE: Ho finito da poco di leggere l'ultimo libro uscito della serie di Bartimeus, L'Anello di Salomone, e mentre lo leggevo, mi sono venute tantissime idee. Talmente tante infatti, che ho deciso di scriverci una fanfic. I protagonisti sono un OC (Evans) e un mezzo OC (Revanos). La storia è ambientata 4 anni dopo "La porta di Tolomeo" e contiene spoiler di quel libro e de "L'Anello di Salomone". Detto questo, enjoy!

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La mia musica risuonò potente nella stanza quando apparii nel pentacolo. Pensavo che magari mi sarei liberato in fretta da questa convocazione se il mago si fosse preso un bell’attacco di panico sentendo all’improvviso la macabra musica di un organo a canne sparata a tutto volume da un vecchio gobbo incappucciato(1). Ciò che non mi aspettavo però era di essere stato riconvocato da Evans, il mio ultimo padrone, il quale, dopo aver prontamente pronunciato tutte le formule di rito, mi disse:

“Devi rivedere il tuo repertorio, Revanos! Stai diventando prevedibile!”

Ridemmo entrambi. Devo confessare che lavorare con Evans era stato tutto sommato meno…doloroso del solito: non era in cerca di ricchezze personali e non voleva ammazzare nessuno. Solo qualche entità che lo aiutasse a mantenere alto il prestigio della sua famiglia nella gerarchia inglese(2), e la cosa, benché molto noiosa, era anche molto semplice. Ma sto divagando…
Dopo questo piccolo scambio di convenevoli, io dissi un po’ stizzito:

“Sai, non dovevi per forza pronunciare il rito di schiavitù: non ti avrei certo ammazzato!”
Lui fece spallucce e disse:

“Vero, ma scommetto che mi saresti saltato addosso e decapitato prima di renderti conto che ero io.”
Feci per parlare, ma non dissi nulla. Forse stavo davvero diventando prevedibile…

”Comunque. Che cosa vuoi da me stavolta?”

Mi feci serio e lui fece altrettanto:

“Si tratta di una cosa completamente diversa da ciò che ti ho fatto fare finora e me ne spiaccio.”
Nonostante non fossimo in cattivi rapporti, lo trovavo molto difficile da credere: se non voleva evocarmi, poteva semplicemente convocare qualcun altro! Si schiarì la voce e parlò di nuovo:

“Ti ho convocato per due motivi. Primo: ho bisogno di uno spirito degno di fiducia. E secondo: anche volendo, non avrei potuto convocare nessun altro.”

Non capivo e la mia espressione quando mi trasformai in un giovane dai corti capelli neri e dai bei vestiti doveva essere molto eloquente, dato che la spiegazione arrivò subito dopo:

“Dopo il grande incidente di quattro anni fa, c’è stato un ridimensionamento nelle regole dei maghi e nell’ordine costituito: ora i maghi possono evocare solo foliot, senza eccezione alcuna. I jinn e le altre entità superiori sono stati dichiarati troppo pericolosi e così i registri con i loro nomi sono andati distrutti, forse in ogni angolo dell’Impero Britannico.”

Il grande incidente…era così che lo chiamavano? Non potevano sforzarsi di essere più originali(3)? Tuttavia questo lo ricordo come fosse ieri: un jinn invasato aveva convito dei maghi a convocare gli spiriti nei loro corpi e presto se ne pentirono, sempre se sono sopravvissuti. In quell’occasione, Evans fece lo stesso, non era uno che disubbidiva agli ordini di un superiore, ma non appena vide il caos che si scatenò poco dopo a Whitehall, mi implorò di portarlo al sicuro, lontano da quel posto e cercando di portare in salvo chiunque incontrassimo per strada. Riuscii a condurlo solo fino Calais, oltre la Manica, prima di venire congedato.

“Ora ti presento la persona che mi ha chiesto questo: venga avanti, signorina Jones!” disse Evans dirigendosi verso la porta e la aprì. Nella stanza giunse una ragazza che a occhio e croce doveva aver avuto vent’anni o giù di lì e mi sembrava di averla intravista durante il “grande incidente” assieme a John Mandrake, scomparso in quella tragica circostanza. La ragazza si sedette davanti a me e Evans prese posto accanto a lei.

“Bene ora può finalmente dirci perché ci ha cercato fino a qui in Italia, signorina Jones.”

 La ragazza annuì e iniziò a parlare, senza giri di parole:

“Grazie. Allora…chiedo il vostro aiuto per recuperare alcuni artefatti magici che sono stati rubati dall’abbazia di Westminster: l’Amuleto di Samarcanda e il Bastone di Gladstone.”

Improvvisamente l’atmosfera si raggelò. Primo: come cavolo potevano essere stati rubati degli artefatti del genere? E secondo: perché? A dire il vero, di risposte ne avevo moltissime, ma nessuna era piacevole… Evans rise nervosamente e disse:

“Ahah…state scherzando, spero. Noi dovre…insomma…andiamo! L’Amuleto e il Bastone! Chiunque li possieda ora avrà un potere immenso, non abbiamo speranze! E poi perché è venuta proprio da me e non da qualche mago più competente?”

La signorina Jones guardò il giovane mago con uno sguardo che non ammetteva repliche:

“Io…vi ho visti a Londra. Dopo aver sganciato la bomba e dopo l’inizio della rivolta: a differenza di tu…di molti altri maghi, vi ho visti collaborare; nessun mago poi avrebbe cercato di salvare altre persone. E un lavoro come questo richiede molta collaborazione, senza che ci sia qualcuno che tenga il broncio per la sua schiavitù.”

Si girò verso di me e io, istintivamente, mi girai indietro anche se era chiaro stesse parlando di me, che dissi:

“Beh…non è che mi piaccia stare qui. Però prima iniziamo, prima finiamo. Quando e dove si comincia?”

La signorina Jones si alzò e si avvicinò alla finestra per poi scostarla.

“Esattamente da qui.” disse.

Io feci per avvicinarmi, ma una barriera invisibile mi fece cadere sul pavimento con violenza. Evans rimediò presto alla situazione, scusandosi profusamente e pronunciando le formule per liberarmi dal pentacolo. Mi avvicinai alla finestra e guardai fuori: vedevo una distesa tetti di tegole più o meno bassi, intervallati qua e là da qualche campanile o cupola; un panorama che conoscevo molto bene: Venezia. Era dai tempi del mio ultimo padrone, nel ‘700, che non ci tornavo. Era strano vedere come fosse rimasta sempre la stessa: stesse chiese, stesse case e quasi le stesse imbarcazioni. La signorina Jones mi risvegliò dalla mia nostalgia dandoci una prima pista:

“Scotland Yard pensa che il ladro, o i ladri, si siano rifugiati in un luogo ad alta concentrazione magica(4) e questo era il più vicino. Inoltre uno dei ladri ha perso un messaggio in codice che indicava come punto di ritrovo Venezia per “qualcosa di grosso.””

Riflettei. Cosa poteva esserci di tanto potente e magico da essere accoppiato a Bastone di Gladstone e all’Amuleto? Lavorare solo come il capocantiere dell’Arsenale non ti dà accesso a tutti i segreti della città, purtroppo, anche se sapevo che il doge qualcosa lo teneva, nascosto nel suo palazzo.
“Revanos, tu hai servito a Venezia prima che io ti convocassi a Londra. Qualche idea?” chiese Evans, rigirando il coltello nella piaga. Improvvisamente mentire sulla vera natura delle mie convocazioni non mi sembrava più una grande idea…tuttavia non lo diedi a vedere e pensai rapidamente a una risposta:

“Non mi posso ricordare ogni cosa. Però sono sicuro che alla Biblioteca Nazionale Marciana troveremo qualcosa…” dissi tranquillamente. Mi ricordavo che ci andavo spesso quando avevo qualche dubbio sulla costruzione di una nave, come la decorazione della polena. Era un bel posto e anche ben fornito. Se fossimo andati lì, qualcosa lo avremmo di certo trovato.


NOTE:
(1)Lo facevo sempre e quasi sempre funzionava. Con Evans no però, dato che suo nonno era un organista e a lui piacevano le storie dell’orrore.
(2)In realtà erano solo dei Lord senza alcun potere materiale, ma ci tenevano al loro posto a Whitehall.
(3)Nella mia vita, ci sono stati principalmente tre “grandi incidenti”: l’incendio di Roma dopo che Nerone rovesciò una lampada durante una litigata (poi sfruttò la cosa per fare pulizia), il tentato colpo di stato al palazzo di Simon Lovelace e ultimo, la rivolta degli spiriti di Nouda e Faquarl, che è quello a cui ci si riferisce qui.
(4)Luoghi ad alta concentrazione magica: luoghi con alcune peculiari caratteristiche geografiche che li rendono, metafisicamente, più “vicini” all’Altro Luogo. In tali luoghi le magie sono più potenti del normale e la nostra essenza si logora più lentamente. Ne esistono cinque al mondo: Venezia, Petra, Gerusalemme, l’Antartide e il Triangolo delle Bermuda.
  
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