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Autore: ritsu    25/05/2011    2 recensioni
Matt ha 18 anni, studente, amante della fotografia. Sebbene venga ammirato da tutti, la sua vita gli appare vuota e apatica.
Abyss è un 16enne perennemente senza un soldo in tasca preso spesso di mira dai bulli della scuola, ma nonostante questo non fa nulla per difendersi.
Un pomeriggio come tanti, Abyss, infastidito da ragazzi viziati ed arroganti di una scuola vicina, viene aiutato da Matt. Cominciano così per lui le sue lezioni di auto difesa.
MattxAbyss - Yaoi, don't like, don't read (:
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chiedo scusa a tutti quelli che seguono la fanfiction per non aver aggiornato da così tanto tempo! il problema è che tra compiti e interrogazioni non ho mai un minuto per fermarmi e scrivere.

Spero che questo capitolo vi piaccia e un grazie speciale a tutti voi che recensite o seguite in silenzio la storia <3

pp

Born this way

pov Matt.

17.15

Ero arrabbiato. Dannatamente arrabbiato. Non riuscivo a sopportare che i miei pensieri non fossero coerenti nemmeno un po'. Sospirai, mentre vedevo Abyss arrampicarsi da una parte all'atra su quell'albero vecchio, dalla corteccia scura. Mi avvicinai a lui, guardandolo storto. Sebbene lui non centrasse nulla, o meglio non direttamente, il fatto che fosse sempre così tranquillo ultimamente mi stava dando terribilmente fastidio. Perchè non poteva vedere ciò che era sotto il suo piccolo naso all'insù? E poi, come faceva ad essere così agile? Si muoveva senza problemi e si sedette su un ramo, con i piedi sospesi in aria. "Scendi o cadrai." Dissi severo. Mi rendevo conto che il modo in cui mi comportavo era patetico. Quello a cui avevo pensato quella notte, dopo aver litigato con lui, non mi era mai passato di mente. Ce l'avevo stampato in testa, e non appena lo vedeva ritornava con violenza in superficie.
Non avevo nulla contro le persone che si amavano, anche se erano dello stesso sesso. Non ero mai stato quel tipo di persona che giudica senza conoscere. Ma a me piacevano le ragazze, ne avevo avute. "Se non scendi, ti vengo a prendere." Dissi di nuovo, ma non mi degnò di uno sguardo. Perchè faceva così? Mi arrampicai, con molta meno agilità di lui, su quel tronco e piano piano mi avvicinai al ramo dove era seduto. Quando gli fui poco distante, si girò verso di me.
"Se ti avvicini, il tronco potrebbe cadere." Disse con tono atono. Peccato che nel momento in cui avevo parlato, più che notare le parole che uscivano da quelle labbra, notavo proprio le sue labbra. Scossi la testa, per tornare al presente.
Mi mossi su quel tronco, fino ad arrivare accanto a lui, tanto da sfiorare la sua spalla. Mi sedetti accanto a lui, ma non feci in tempo a parlare, che si sentì un CRACK dalla base del ramo. Cademmo su quella distesa verde,  estremamente vicini. Sentivo il suo braccio sullo stomaco. Mi girai a guardarlo, aveva gli occhi socchiusi e si stava tentando di rialzare a fatica. Deglutii. Mi misi seduto, mentre vedevo Abyss alzarsi. Si girò verso di me, guardandomi male. Okay, avevo capito che è colpa mia. "Mi dispiace." Sussurrai, ricevendo una risposta tutt'altro che aspettata. Aveva teso una mano verso di me. Non so cosa mi prese in quell'attimo, ma fu qualcosa di totalmente irrazionale. Sarà stato perchè quegli occhi cristallini sembravano come liquidi ed immensi, sarà stato perchè con i capelli disordinati e le labbra socchiuse, sembrava mille volte più adorabile. Non lo sapevo nemmeno io perchè, ma tirai quella mano tesa verso di me, facendo cadere Abyss addosso a me. Sentivo i suoi capelli sfiorarmi la guancia e il suo corpo aderire al mio. Quel corpo così piccolo non poteva pesare più di 50 kili. E il bello era che mangiava pure. Poi tornai in me, mi ripresi da quello stato confusionale che mi aveva preso per un attimo. Cosa avevo fatto? Eppure, in quel momento non riuscii a non abbracciare quel corpo magro sopra di me. Rimase fermo, non fece nulla nè per respingermi nè per ricambiare l'abbraccio. Fermo, proprio come ci si poteva aspettare da lui. Guardai il cielo grigio. Oggi avrebbe piovuto, sicuramente. 

Uno squillare di un cellulare mi fece muovere la testa. Abyss si alzò dal mio corpo, liberandosi dalla mia stretta. Si avviò verso quello zaino blu scuro, da dove estrasse il cellulare. Scrisse qualcosa e si avviò verso l'uscita del parco. "Dove vai?" Chiesi mentre lo seguivo con lo sguardo. Non sopportavo quando non parlavo. Mi alzai, avvicinandomi verso di lui. "Devo andare da un mio amico." Sussurrò piano, alzando la mano in segno di saluto. Era normale che avesse amici, non lo mettevo in dubbio. Però, quel qualcosa mi fece male. Abbassai lo sguardo, ma non sentii i suoi passi che si allontanavano. Rialzai gli occhi e lo vidi ancora lì che mi fissava. Aggrottai le sopracciglie. Dovevo sembrare patetico, persino a una persona indifferente come lui? Perchè Abyss non poteva rimanere lì con me? Sospirai piano, ma lui lo notò. Piegò la testa e mi guardò. Si avvicinò, accorciando le distanze tra di noi. "Stai bene?" Chiese, puntando quei cristalli nei miei occhi. Mi avvicinai a lui, ancora di più, osservandolo a mio volta fisso. Non potevo far altro che perdermi nel suo sguardo azzurro. 

"Non sono tuo amico?" Chiesi, ormai fregandomene di tutto. Sgranò leggermente gli occhi, segno che era stato davvero sorpreso. Come poteva essere mio amico? Ci conoscevamo da qualche settimana. Io ero l'unico che teneva a lui. Ma era comunque sbagliato. Alzò le spalle, abbassando lo sguardo. "Perchè?" Chiese, non trovando una risposta da darmi. Aggrottai le sopracciglia. "Perchè non è una risposta?" Dissi con tono duro. Perchè tergiversava in continuazione? "Mi preoccupo per te, ti chiamo se non ti vedo, penso a te e non voglio ferirti. Questo non è come ci si comporta con un amico?" Sbottai, quasi accusandolo. Ma la verità era che i miei sentimenti erano troppo confusi. No, ero io che non volevo accettarli. Io provavo qualcosa di intenso e così difficile da spiegare, che non sapevo nemmeno io descriverlo. "Scusa, vado." Dissi, dandogli le spalle, allontanandomi. Avevo bisogno di riflettere, e con lui davanti non potevo farlo. Camminavo, fino a quando non sentì una mano afferrarmi la felpa. Mi girai confuso e sorpreso, quando notai i suoi occhi liquidi e le sue guance quasi arrossate. Così adorabile. 
Poi abbandonai tutto, razionalità e ragione. Mi avvicinai a lui, fino a sfiorarlo e mi chinai su quelle labbra candide e pure. Con una mano gli presi il volto, delicatamente. Quante volte da quella sera mi ero immaginato una cosa simile? Avvicinai le mie labbra alle sue, e le sfiorai, piano. Come per paura di romperle. Al sapore come di caramella, così dolci e morbide. Perchè non mi allontanava? Perchè mi doveva confondere in quel modo? Ma in quel momento non mi importò. Mi sarei fatto confondere mille volte e ancora e ancora da lui. La verità che avevo tentato di negare era finalmente venuta a galla. Era arrivata come la più dolce delle novità. Cinsi la sua vita stretta con l'altro braccio e lo tenni stretto. Non potevo permettermi che quelle labbra mi sfuggissero. 

Schiuse le labbra dolcemente e assaggiai l'interno di quella bocca così dolce, continuando a stringerlo. Il mio corpo aderiva al suo. Quando lo lasciai per prendere fiato, aveva lo sguardo basso, fisso sulle scarpe, con i capelli a coprirgli il volto. Le guance arrossate e le labbra socchiuse. Non volevo averlo spaventato. Posai una mano sopra la sua spalla, avvicinando le mie labbra al suo orecchio. "Se non vuoi che io faccia più qualcosa del genere, respingimi. Non me la prenderò, davvero." Sussurrai dolcemente. Spaventarlo era l'ultima cosa che volevo. Aveva ancora lo sguardo basso. Lo abbracciai, così forte che avevo paura non respirasse. Sentii le sue piccole braccia cingermi il collo. Respirai quel profumo, il suo. Sapeva di cioccolato, proprio come le merendine che amava. Di nuovo quello squillare di telefono, e aggrottai le sopracciglia. Non potevo permettere che Abyss si allontanasse da me proprio adesso. Sentivo la sua presa cominciare a sciogliersi, e quasi fui preso dal panico. Chi è che doveva rompere in questo dannatissimo modo? Non lo lasciai nemmeno quando capii che dovevo. "Il telefono." Disse guardandomi, con quei suoi bei occhioni azzurri. Lo lasciai. Aveva troppo potere su di me. Non sapevo se doveva farmi piacere o no. 

"Devo andare." Disse dopo poco. Sgranai gli occhi e mi riavvicinai a lui. "E' importante?" Chiesi fissando quelle labbra che poco prima avevo catturato. Piegò la testa di lato e deviò il mio sguardo. "Immagino di sì." Disse, guardando altrove. "Immagini?" Chiesi osservando ogni suo movimento. Sospirai, non potevo condizionare tutta la sua vita. "Devo andare." Disse osservandomi deciso. Non potevo fare nulla per fermarlo. "Va bene." Sussurrai, guardandolo. Certo, avrei preferito tenermelo per me tutta la sera, ma anche così poteva andare bene. Mi avvicinai a lui e lo baciai di nuovo. Quelle labbra erano talmente perfette da non volercisi più staccare. Quando le lasciai andare, Abyss fece un passo indietro, con le guance arrossate. E si allontanò verso il cancello per uscire. Si rigirò per fare ciao con la mano. Non potevo nemmeno più mentire a me stesso. Mi stavo innamorando sempre di più di lui.

pov Abyss

Quello che era successo era strano e uscendo dal parco dove ero stato per tutto il pomeriggio con Matt, me ne resi conto. Era strano positivamente, però. Non era qualcosa che volessi cancellare e dimenticare. Camminai velocemente verso la casa di Josh. Quando suonai il campanello, sua madre mi aprì la porta e con non poche cerimonie su quanto ero carino, mi lasciò entrare. Andai verso la camera di Josh, e davanti alla porta mi fermai. Sentii la voce di Lucy che dava dello scemo a Josh. Aprii la porta e li trovai intenti a ripassare storia. Prima di un compito era sempre così. "Aby!" Dissero quasi in coro. Lucy mi abbracciò come il suo solito e Josh si limitò a farmi un cenno con la mano.

Studiammo quasi fino alle 22, fino a quando io e Lucy non uscimmo di casa di Josh insieme. "Che stavi facendo?" Chiese guardandomi, mentre si spostava una ciocca di capelli che le finiva sugli occhi. "Nulla." Dissi, continuando a camminare piano. "Non sai mentire." Sussurrò, osservandomi. Abbassai lo sguardo, tenendolo fisso sulla strada. "Come va con Luchas?" Chiesi sviando il discorso su qualcosa che non fossi io. Mi guardò un po' male, ma decise di far finta di niente e mi raccontò. Non ero davvero interessato, però, la ascoltai. Mi fece dimenticare le cose che avevo per la mente, un potere che poche persone avevano. Lucy era bella, intelligente, simpatica. La ragazza ideale, probabilmente. Era dolce, un'ottima amica. Lucy mi era sempre stata vicina. La conoscevo da sempre e lei non aveva segreti per me. Continuammo a camminare fino a raggiungere casa mia. "Ci vediamo domani." Disse con tono strano. La salutai con la mano, entrando a casa. Posai lo zaino e mi stesi sul letto. Mi addormentai dopo non poco, pensando a quegli occhi color dell'acqua.


Ed ecco questo breve capitolo concluso. Finalmente i due protagonisti si avvicinano e questa è la parte migliore. Conto di fare il prossimo capitolo molto presto, o almeno io ce la metterò tutta XD Che dire, qui abbiamo rivisto i due amici di Abyss Josh e Lucy che avevo presentato nel primo capitolo. Loro due diventeranno più importanti in seguito. Ed ora le risposte ai vostri commenti che mi fanno sempre piacerissimo:

Nina: grazie mille per i tuoi complimenti! Spero che anche questo capitolo sia piacevole e ben scritto. Sono davvero felice di rivedere i tuoi commenti capitolo dopo capitolo e ti aspetto anche in questo. Spero inoltre che i progressi tra i due ti siano piaciuti.

Kurumu: è ricomparsa Lucy, anche se per pochissimo. Nei prossimi capitoli ritornerà, non ti preoccupare XD In questo capitolo si sono incontrati di pomeriggio, ma da ora in poi le cose si faranno più interessanti (spero LOL). Grazie per il tuo commento!

Silmeria: grazie per la tua recensione, come sempre graditissima. Spero che qui Abyss ti sia piaciuto un po' di più, ma questo è il suo carattere quindi bisogna un po' capirlo. Beh, spero ti sia piaciuto il capitolo.

Detto ciò, ci vediamo alla prossima.

  
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