Lord Voldemort passò distrattamente la mano sul capo viscido di Nagini - l'aria diabolicamente soddisfatta.

Aveva vinto.

Hogwarts, il ministero... Tutto ciò che aveva sempre desiderato era ora in mano sua; e con un simile controllo sull'intero mondo magico, trovare Harry Potter sarebbe stato un autentico gioco da ragazzi.

Se fosse stato in grado di provare qualcosa di anche solo lontanamente differente dall'odio, in quel momento avrebbe certo permesso ad un sorriso vittorioso di increspare la sua bocca priva di labbra. 

Quel vecchio folle! Credeva forse di riuscire a sfuggire a lui - il grande Lord Voldemort? Pensava davvero che bastasse pregare i suoi Mangiamorte di risparmiargli la vita, perché questi acconsentissero alla sua richiesta? 

"Allora, dove ti ha portato la stupida convinzione che esista la vera redenzione? Che le persone possono realmente mutare pelle come qualsiasi serpente? Sì, sei stato proprio un vecchio stupido, Silente..." pensò, quasi annoiato. "Ora tutto ciò che proteggevi con tanto fervore è mio, e lo sarà per molto, moltissimo tempo. Adesso sono io il mago più potente del mondo magico, e nessuno potrà fermarmi!".

Nagini si allontanò, strisciando via silenziosamente, e Voldemort prese posto su una poltrona dall'alto schienale nero accanto al camino del salone di Villa Malfoy.

«Preparati, Harry Potter» mormorò impaziente, scrutando tra le fiamme. «Vengo a prenderti».