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Autore: La Stella del Vespro    14/06/2011    2 recensioni
Questo è un Crossover tra Charmed e Supernatural.
I protagonisti principali della storia sono Dean&Paige.
Sam e Dean hanno un nuovo incarico. Bobby gli informa che i cittadini di San Francisco sono impazziti e che certamente la causa è soprannaturale. Così i fratelli Winchester partono per San Francisco, e lì conosceranno le sorelle Halliwell.
In passato, però, le strade e le vite di Paige e Dean si erano già incrociate... rincontrarsi dopo dodici anni potrebbe rivelarsi fatale per loro... oppure potrebbe cambiare per sempre le loro esistenze.
La storia prende alcuni spunti dalle puntate andate in onda dei due telefilm,per poi evolversi diversamente.
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Paige Matthews
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Liceo di San Francisco.
-Avete visto il nuovo ragazzo?- squittì Valerie, fermandosi nel centro del corridoio.
-Io l’ho visto di sfuggita l’altro ieri, mentre andavo in infermeria. E’ davvero carino- rispose sottovoce Julie.
-Dicono che sia un cattivo ragazzo, risponde sempre male e non è mai attento alla lezione- aggiunse Gretchen.
-Poco importa, alla fine dell’anno farà parte della mia lista- disse Valerie, una ragazza dai lunghi capelli biondi, ridendo.
-Ragazze la campanella è già suonata, tornate in classe- le ammonì la preside.

Intanto nella classe accanto a quella in cui corsero le tre ragazze…
-Dean… Dean! Insomma, ormai la scusa del nuovo arrivato non funziona più. Ti ho fatto una domanda, rispondimi!- la professoressa di letteratura si arrabbiò con quel ragazzo che non voleva mai seguire le sue lezioni. Sembrava più interessato ad una sua compagna di classe, era quella la sua distrazione, una ragazza dai lunghi capelli neri che in quel momento stava fissando la finestra con lo sguardo assente.
-Non la stavo seguendo- rispose Dean strafottente.
-Non imparerai mai niente, ragazzo! Se prenderai questa piega, dovrò rimandarti nella mia materia-.
-Che importa, tanto fra poco me ne andrò- Dean stese le braccia dietro la testa e poggiò i piedi sul banco.
-Basta così, vai subito in presidenza- ordinò la professoressa.
Dean si alzò, guardò la sua insegnante con sfida e poi si lasciò la porta alle spalle.
Mentre attraversava il corridoio però riusciva a sentire ancora la conversazione all’interno di quella classe.
-Paige, vuoi dirmi tu di chi è questa poesia?-.
Anche la ragazza dai capelli neri però non era attenta alla lezione e nemmeno si accorse che la professoressa le stava facendo una domanda.
-Ma cosa ho fatto di male?- la donna scosse la testa e appoggiò i suoi spessi occhiali sulla cattedra.
-Paige! Raggiungi Dean, forse una bella punizione è quella che vi serve!- l’insegnante si massaggiò le tempie e tornò alla sua lezione, speranzosa che almeno il resto della classe le prestasse attenzione.

Paige, sempre immersa nei suoi pensieri, raggiunse l’ufficio della preside. Ormai conosceva benissimo quella stanza, ricordava la posizione di ogni singolo oggetto. Non era una cattiva ragazza, solo che le piaceva fare di testa sua.
Bussò alla porta, ma non ci fu risposta. Così si sedette sui divanetti situati contro la parete, fu allora che lo vide. Dean era al di là della grande porta-finestra aperta, nel giardino della scuola, seduto a cavalcioni sul muretto.
-Ehi- disse fissandola , andando verso la porta.
Paige fece finta di non averlo sentito, e rivolse lo sguardo altrove. Dean aspirò a lungo dalla sua sigaretta, e con la mano libera estrasse il pacchetto dalla tasca dei jeans, -ti va di farmi compagnia?-.
Paige si alzò e senza parlare varcò la soglia, prese una sigaretta e la accese contro quella di Dean. I loro sguardi si incrociarono, e per la prima volta la ragazza fu catturata da quell’intenso sguardo. Prese una prima boccata e poi si sedette su quello stesso muretto in cui pochi attimi prima c’era Dean.
-Non parli molto- disse Dean, cercando di rompere il ghiaccio.
Nel suo sguardo aveva percepito qualcosa. Tristezza, forse, ma non ne era sicuro.
-Ok, ho capito che non ti va di parlare. Forse sono io… non a tutti sono simpatico- Dean spense la sigaretta con la punta del piede e fece per rientrare a scuola.
-Aspetta..- disse Paige, e Dean si girò di scatto sfoderando un sorrisino compiaciuto.
-Non sei tu il problema. Scusa. E’ un brutto periodo, questo. E…- Paige cercò in tutti i modi di trattenere quelle lacrime che le pungevano gli occhi. Ormai erano passati tre giorni da quell’orrendo incidente, nessuno a scuola sapeva. Aveva cercato di essere forte, non voleva che la gente intorno provasse pena per lei. La verità invece era un’altra. Dentro si sentiva morire, e la rabbia provata in quei giorni finì per accumularsi per poi scoppiare in quel preciso istante. Abbassò lo sguardo, mai nessuna l’aveva vista piangere. Sempre meglio di fronte ad uno sconosciuto che davanti ai suoi compagni di classe, o peggio ai suoi vicini e parenti, pensò.
-Sai, me lo sentivo che qualcosa non andava- disse Dean sedendosi vicino a lei.
-Neanche mi conosci-.
-Non me ne hai mai dato l’occasione, ma ora sono qui, se ti va di parlare-. Dean non era bravo a consolare la gente, anzi per la precisione, non gli interessava di nessuno, a parte due persone, le più importanti della sua vita: suo fratello Sammy e suo padre.
-Tre giorni fa, c’è stato un incidente. I miei genitori… i miei genitori adottivi sono morti- Paige alzò lo sguardo verso il ragazzo, ma poi scosse la testa e con un piccolo balzo scese dal muretto, -non so perché te lo sto dicendo. Non ne ho parlato ancora con nessuno-.
La ragazza asciugò le lacrime con il dorso delle mani e fece un passo verso la porta. Dean però in quel momento la prese per una mano e la attirò a sé.
Il bacio arrivò inaspettato.
Labbra morbide e calde, e Paige si lasciò andare.
Non sapeva perché lo assecondava, avrebbe dovuto solamente spingerlo e stampargli uno schiaffo sulla guancia per la sua sfacciataggine. Quel bacio però era la prima cosa che la faceva stare bene dalla morte dei suoi genitori. Si avvicinò di più a lui, aggrappandosi a quell’unico attimo di felicità.
Dean appoggiò la fronte a quella della ragazza, -anche mia mamma è morta. L’hanno uccisa- le confidò a bassa voce.
-Voi due… cosa ci fate fuori durante le lezioni. Lo dirò alla preside e starete in punizione per settimane. Ah, gioventù bruciata!- gridò il bidello nel vederli in giardino.
-Figlio di puttana!- imprecò Dean prima di rientrare nell’edificio.

Il giorno seguente Dean non si fece vedere a scuola, così come quelli successivi. Se ne era andato.


Dodici anni dopo…
-Ragazzi avete letto il giornale?- disse Bobby tenendo il telefonino vicino all’orecchio.
-Che succede Bobby?- rispose Sam all’altro capo della cornetta.
-San Francisco è in subbuglio, credo ci sia qualche entità demoniaca. Io andrei a darci un’occhiata- spiegò, l’uomo.
- Ci andiamo subito!- disse prontamente il ragazzo moro.
Sam entrò nella stanza del motel che lui e suo fratello avevano affittato per la notte appena trascorsa.
-Forza Dean, alzati. Abbiamo un lavoro da svolgere- diede un calcio ai piedi del fratello, che arrivavano oltre il bordo del letto.
Dean, era prono, con le braccia attorno al cuscino e la bocca spalancata -ma è solo l’alba!- protestò in qualche modo, ancora per metà nel mondo dei sogni.
-Dean alzati, Bobby mi ha appena chiamato, dobbiamo andare a San Francisco-.
Dean finalmente si svegliò, -San Francisco, eh? Dovrai portarmi in un bel night per farti perdonare… stavo sognando una bionda e non sai cosa…-. Il fratello lo interruppe, -si si, va bene… vestiti che andiamo. Intanto vado ad accendere l’Impala- disse Sam, prendendo le chiavi della macchina.
Dean si alzò di scatto dal letto, e strinse il polso del fratello minore, -sono sveglio.. e tu non ti siedi al posto del guidatore! Solo io posso!- disse improvvisamente serio. Dean era fatto così, quando si trattava della sua adorata auto, era la cosa a cui teneva di più in questo mondo.

Intanto a San Francisco stava succedendo davvero qualcosa di strano.

Le giornate sembravano infinite e la notte era scomparsa. Gli abitanti del posto erano perennemente felici e mantenevano il sorriso sulle labbra anche quando persone a loro care morivano.
Paige e Phoebe, appena tornate dal mondo parallelo, sembravano le uniche immuni a questo strano sortilegio.
-Ora non c’è tempo, Leo mi ha chiamata e Piper partorirà a momenti- disse Phoebe alla sorella.
Le due ragazze si diressero verso l’ospedale in cui si trovava Piper. Solo quando le due streghe raggiunsero la stanza d’ospedale e incontrarono un infermiere con la mano mozzata, capirono che la situazione si stava facendo grave.
-Le posso dare una mano?- disse Piper rivolta all’infermiere. Quest’ultimo si guardò il moncherino e poi scoppiò a ridere insieme alla sorella maggiore del trio.
-Piper, non c’è da ridere- disse scioccata Phoebe.
-Oh ma non fa niente. E’ colpa mia se è successo. Ho usato il mio cellulare in ospedale. E’ una cosa che non si può fare- spiegò l’uomo.
-Eh no… non si fa- commentò Piper. L’infermiere uscì dalla stanza.
-Oh Piper svegliati! E’ una cosa pazzesca!- gridò Phoebe, cercando di riportare alla normalità la sorella.
-Cosa?-
-Questo…tutto!- continuò Phoebe infuriata.
-Phoebe, abbassa la voce o ti taglieranno la lingua!- le consigliò Piper, come se per lei fosse una cosa normale.
Paige trascinò in un angolo Phoebe, -senti non c’è più tempo da perdere, non possiamo rimandare. Tu rimani qui con Piper. Io orbito in soffitta e consulto il libro delle ombre-. Paige sparì, inghiottita da mille luci bianche.

Il giorno dopo i fratelli Winchester arrivarono sul posto. Armi alla mano e sguardo vigile.
La situazione era degenerata, queste punizioni eccessive per i trasgressori della legge avevano oltrepassato il limite, ed ora la città era incontrollabile.
Auto distrutte e abbandonate in mezzo alla strada. Macchie di sangue sparse, ma soprattutto la città sembrava deserta.
Ovviamente Dean e Sam non erano al corrente del sortilegio che si era impossessato di San Francisco.
-Dove sono tutti?- disse Sam.
-Saranno nascosti, insomma qui è un vero macello…oppure…-
-Oppure?- ripetè il fratello.
-Oppure sono tutti morti!- concluse Dean, deglutendo.
Continuarono a camminare lenti, cercando di valutare al meglio la situazione o perlomeno speravano che comparisse qualcuno per interrogarlo.

(Continua...)


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Questa è la mia prima Fanfiction, spero vi piaccia o che almeno non vi abbia annoiato. Ho citato alcuni fatti accaduti in Charmed(Streghe), [6x22-6x23 Per il bene o per il male?], ma non seguo a pari passo tutto ciò che accade nel telefilm. Comunque questa Fanfiction poi prenderà la sua strada (magari citando sempre alcune scene che realmente abbiamo visto nei due telefilm).
  
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