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Autore: SweetTaiga    17/06/2011    9 recensioni
"Ma se l’Amore che dice è una stretta al petto dovuta alla sua mancanza, un colpo al cuore ogni volta che mio padre rievoca con disgusto il suo nome, un sorriso ogniqualvolta mi addormento pensando a lei, allora ha ragione.
Forse i Malfoy non provano amore, ma Draco si."
Quando l'Amore trionfa, l'Odio cerca il modo di ostacolarlo. Sempre.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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30. Fiducia e codardia



Al mio Romeo.
Perché avrei dovuto - voluto -  dirgli “stai con me”.
O forse un “vaffanculo” suonava meglio?


 
 
 
Vendetta.
La parola mi lampeggia nella mente a caratteri cubitali.
Hermione.
Devo salvarla, devo correre da lei. Devo..
Daphne.
La mia vita in cambio di quella di Hermione. La pregherò in ginocchio, se necessario.
Blaise.
Ho sbagliato tutto. Avrei dovuto vedere i suoi occhi arrossati.
Nott.
Lui, in silenzio, aveva capito.
«Draco, le scale!», urla all’improvviso Blaise.
Alzo lo sguardo, e sento che con uno scossone le scale si stanno muovendo sotto i miei piedi. Tento di correre, di aggrapparmi alla mano di Blaise, ma in pochi secondi mi trovo due piani più in basso, senza la possibilità di raggiungerlo.
«Corri, Blaise, salva Hermione.», urlo. «Salva Daphne.», aggiungo poi, in un barlume di consapevolezza.
In uno scontro diretto tra una serpe e un grifone, è impossibile determinare con sicurezza un vincitore.

Per quel che ne so io non mi capisco: a volte ti voglio e altre volte no.

Ricomincio a correre, lasciandomi Draco alle spalle. La Guferia ormai è vicina, e le mie gambe si muovono senza la necessità di essere guidate dal pensiero.
Un unico scopo, un’unica meta.
E mi pento, mi maledico, ed il male al petto è la giusta punizione, il dolore al fianco è solo solletico.
Avrei dovuto dirglielo, avrei dovuto urlarle di restare. Bastavano due parole, due misere parole, ma io sono stato troppo codardo per pronunciarle.
Stai con me.
E l’ho lasciata andare via, gettandola tra le braccia di un altro.
Tutto ciò che è stato è ormai perduto.
Tutto ciò che sarà dipende solo da quanto le mie gambe saranno resistenti, da quanto la sua mano sarà veloce, da quanto Hermione sarà forte, da quanto Draco sarà svelto a raggiungerci.
E’ quasi ridicolo, fa ridere, come quattro destini apparentemente impossibili da conciliare siano ora legati da un filo rosso sangue.
Tutti verso lo stesso luogo, tutti con lo stesso obiettivo: salvarci, salvare.
Draco che, imperterrito e deciso, vuole salvare Hermione.
Io che, finalmente consapevole dei miei sentimenti, voglio salvare Daphne.
E loro che, nella loro forza, sanno salvarsi da sole.
Ma noi non lo accetteremo mai, e continuiamo a correre.
Avrei dovuto salvarla quando era il momento. Ormai ha imparato a camminare da sola, non ha più bisogno di un principe valoroso che accorra in suo aiuto.
Anzi, so che lei è sempre stata più forte di me.
Me ne sono accorto quando, sotto la pioggia gelida, mi prese per mano e mi trascinò con sé, incurante degli sguardi esterrefatti degli studenti di Hogwarts, mentre io la guardavo in silenzio, facendomi trascinare.
Lo capii quando dolcemente mi prese la testa tra le mani e mi baciò la fronte, nel momento in cui scoprii l’ennesimo tradimento di mia madre, l’ennesima macchia sulla famiglia Zabini.
Lo vedevo quando, durante un litigio, le sue mani tremavano, ma i suoi occhi erano fermi, immobili, fissi nei miei.
E quando il cielo era buio, quando la scuola era un inferno, quando gli amici erano troppo presi dalle loro vite, quando il tempo sembrava troppo lento, quando la nostalgia di qualcosa che non avevo mai avuto tornava a farsi sentire, quando le domande sul mio passato ricominciavano ad urlare, quando maledivo mia madre ed imploravo la presenza di un padre, quando tutto ciò accadeva c’era lei, che col suo passo lento mi veniva incontro, e senza farmi domande di alcun genere mi cullava.
Ed io mi rifugiavo in quell’abbraccio, senza timore di sembrare infantile, senza paura di essere giudicato, e mi sentivo finalmente libero di mostrare le mie debolezze, quelle sofferenze che nemmeno a Draco avrei mai svelato.
E ora so, so che il sesso forte era lei.
So che era lei a tenermi ancorato alla realtà, so che era lei a farmi risvegliare dai miei incubi.
Ed io, misero uomo senza alcuna dignità, le avevo voltato le spalle nell’unico momento in cui i suoi occhi mi avevano implorato fiducia.
“Credimi, Blaise.”
La mandai via.
E con lei andò via quella parte di me capace di sognare, di sperare in un futuro migliore, di ridere senza timore. Quella parte che ora sto andando a riprendere, di corsa, col fiatone, con la gola in fiamme e le gambe dolenti.
Sperando che non sia troppo tardi.

Ma tu sei sempre qui e non te ne vai, perché stringi i denti e resti accanto a me.

«Punirlo. », ripeto tra me e me.
Ripenso a tutte le volte in cui, per pura curiosità, chiedevo che fine avesse fatto l’austera regina dell’arroganza.
Ogni volta che nominavo Daphne, le labbra di Draco si stringevano in un ringhio rabbioso, mentre lo sguardo di Blaise inseguiva qualcosa che io non riuscivo a vedere.
Mi sono sempre chiesta perché il suo nome fosse una sorta di argomento tabù.
Lo scoprii quando, in anticipo ad un appuntamento, sentii Nott e Draco discutere silenziosamente in libreria.
Parlavano di un matrimonio, di un uomo ricco ed anziano a cui era stata praticamente venduta la loro compagna di Casa.
E di un tradimento, un tradimento che aveva disintegrato la loro amicizia nel giro di poche ore.
Un tradimento che, a detta di Draco, era peggio di un pugnale conficcato nelle spalle.
Avrei voluto sapere di più di quella storia, ma quando Nott mi scorse nell’ombra degli scaffali si affrettò a far tacere Draco, indicandogli la mia posizione.
Si girò sorridendomi, ma la rabbia nei suoi occhi non si era ancora spenta.
Capii di non poter ricevere spiegazioni quando, per la prima volta dopo molto tempo, vidi nel suo sguardo la nota d’odio che tanto ardentemente avevo cercato di estirpare.
“Una traditrice non merita così tanto interesse, Granger.”, sibilò come risposta alle mie domande, prima di cambiare argomento.
Ora quella stessa rabbia la scorgo negli occhi di Daphne.
Perché è tornata?
Perché ora?
Perché vuole me?
Resto sull’attenti, muovendo lentamente la mano verso la bacchetta.
«Non provarci, Granger.», sibila tra i denti, seguendo i miei movimenti con lo sguardo.
«So che i Serpeverde sono dei vigliacchi, ma non puoi pretendere che non tenti di difendermi. Affrontami in un duello leale, se ne hai il coraggio.», rispondo a tono, ripesando ai motivi che potrebbero aver spinto Daphne a tradire i suoi migliori amici.
Una risata roca fuoriesce dalle sue labbra,mentre con un gesto di stizza butta a terra gli occhiali così simili a quelli di Harry.
Slaccia lentamente la cravatta Grifondoro, liberandosi poco dopo del mantello.
Il suo corpo assume lentamente le sembianze sottili di una donna, le spalle larghe di Harry vengono ben presto rimpiazzate da lineamenti esili, tanto che la camicia candida inizia ad essere troppo grande e spaziosa.
«Un duello leale, dici?», mi fa eco lei.
«Non hai il diritto di chiedere una cosa del genere, quando il tuo caro amante da quattro soldi non ha mai saputo cosa significasse la lealtà.»
Iniziamo a fronteggiarci, girandoci intorno come animali famelici, aspettando il momento giusto per attaccare.
«E poi, stupida ragazzina, pensi davvero di potermi battere?», aggiunge poi, con voce stridula.
«Pensi di poter duellare contro chi nell’ultimo anno ha dovuto difendersi da un lurido, schifoso marito Mangiamorte? Pensi davvero di poter fare qualcosa tu, che resti al sicuro tra le mura di Hogwarts?»
Una risata isterica riempie l’intera Guferia, mentre nei suoi occhi scorgo un lampo di tristezza e follia.
«Bella vita la tua, Granger. Con i Serpeverde al tuo fianco ed i Grifondoro a coprirti le spalle. Nessuno ti accuserebbe di tradimento. Come potrebbe la giovane, promettente perla dei Grifondoro mentire, o addirittura tradire?», domanda con finta innocenza, imitando una voce da bambina. «Tra i Serpeverde i rapporti sono diversi, Granger. Da noi non esistono le favole. L’amicizia dura finché l’opportunismo regna. Non ci sono gesta eroiche, nessuno ti salva il culo, Granger. Nessun Potter sarebbe pronto a rischiare la vita, nessun Weasley combatterebbe per te, se tu fossi una serpe come me. Nessuno ti crederebbe, se con le lacrime agli occhi urlassi di essere innocente. Nessuno! »
Cerco lentamente di mettere insieme tutti i pezzi di un puzzle, ma ne mancano troppi per ricreare la storia della ragazza che, cieca di rabbia e dolore, mi punta contro la bacchetta con mano ferma.
«Bella vita la tua, Granger.», ripete ancora.
«Bella vita, dici?», sussurro.
«Bella vita, certo. Non so cosa sia successo tra te e Draco, ma la mia vita è tutt’altro che bella.
Ho dovuto lottare contro il mio orgoglio per ammettere i miei sentimenti verso Draco, ho dovuto svelare ai miei migliori amici di avere una storia con il loro peggiore nemico, senza contare che uno di loro due è anche il mio ex ragazzo, ho fatto i salti mortali per farmi accettare dalla ristretta cerchia di amici di Draco, ho dovuto sopportare le urla strazianti di Ginny, che con gentilezza mi dava dell’idiota, ho dovuto superare mille difficoltà, ho Voldemort alle calcagna per essere un’amica del Bambino che è Sopravvissuto, i Mangiamorte pensano che io sia una qualche strana varietà di caramella, ho i Malfoy contro per il mio sangue impuro e per aver violato l’innocenza e la purezza del loro amato figliuolo.. Tutto questo per difendere un ragazzo con le manie da eroe, un Weasley impacciato ed un Serpeverde egoista. La mia vita è tutt’altro che bella: la mia vita è meravigliosa, perché ho qualcosa per cui lottare. Se tu ti sei arresa non prendertela con me.», concludo rabbiosamente, prendendo velocemente la bacchetta dalla tasca della gonna.
«La tua aria da saputella non funziona con me, Granger. Non sono così disperata da stare a sentire le tue prediche.», sibila, ed allunga il collo come un serpente pronto all’attacco.
I suoi capelli biondi si muovono con lei, ed improvvisamente, nel giro di mezzo secondo, mi ritrovo a fronteggiarla.
«Che c’è, ho toccato un tasto dolente, Greengrass? Credevo che le Serpi avessero più autocontrollo.», le urlo, mantenendo la concentrazione sull’esercito scudo che ho creato.
«E io pensavo che i Grifoni fossero meno ficcanaso, Granger.»
Ci sorridiamo sarcasticamente, bloccando per un attimo l’attacco e la difesa.
«Davvero il pargoletto dei Malfoy non ha spifferato nulla? Non è corso a piangere attaccato alla tua gonna?», dice, con le labbra tirate malignamente all’insù.
«Penso di sapere con che Draco tu abbia avuto a che fare, ma non è più così. Il tuo nome non è mai uscito dalle sue labbra.», replico, sempre più curiosa di sapere la verità.
«Pensi di conoscerlo così bene? Eppure non ti ha parlato di una cosa così importante. Strano, no? Draco è un guscio chiuso. Puoi anche pensare di aver aperto il suo cuore, ma il suo cervello è ben sigillato. E’ un calcolatore. Quindi smettila di illuderti, Granger: Draco non è il principe azzurro dei tuoi sogni.», bisbiglia, in un sussurro appena udibile.
«Se avessi voluto un principe azzurro, forse la mia vita sarebbe stata più semplice. Ma innamorandomi di Draco ho compreso quali fossero i rischi, ho valutato ogni possibilità. Credi che non avessi voglia di scappare, all’inizio? Di sotterrare i miei sentimenti e continuare ad essere la ragazza di sempre? Bè, non so che razza di cuore gelido tu abbia, Greengrass, ma i miei sentimenti sono stati più forti del mio cervello. Difenderò Draco a mani nude, se necessario. Non ho bisogno di un principe azzurro, non ho bisogno di essere salvata: ho bisogno di Draco.»
Vedo i suoi occhi diventare due fessure sottili, eppure per un attimo ho intravisto un lampo di meravigliosa.
Povera illusa, credeva davvero che fossi una stupida ragazzina che gioca a fare la principessa?
«Mi fai pena!», urla, dopo un lasso di tempo che mi sembra infinito.
Compie un paio di passi verso di me, come a volermi svelare un segreto imbarazzante. «Tutte queste storielle sull’amore, sulla fiducia, sulla vita felice, sul bisogno dell’altro.. Sono tutte stronzate, non lo capisci? Mi fai pena!»
«Sei tu a farmi pena, se dopo tutti questi anni non hai capito che l’odio porta solo morte e distruzione. L’amore può salvarci tutti. L’amore rende migliori.»
Avrei voluto abbassare lo sguardo nell’ammettere quando l’amore mi rendesse debole e forte al tempo stesso, ma piantai gli occhi nei suoi, nonostante il lieve rossore sulle mie guance.
In qualche modo so che capirà. So che è come me.
Lo vedo nei suoi occhi, lo vedo nei pugni stretti per contenere la rabbia, lo vedo nel modo in cui tenta di convincersi dell’inutilità di quell’amore che anche lei – si vede – ha provato.
Perché solo chi ha amato e sofferto può essere così arrabbiata col mondo da rinnegare l’amore stesso.
«Eppure il tuo Draco non ti ha svelato il suo segreto.», ripete lei, toccando l’unico tasto dolente della conversazione.
«Cosa avrebbe dovuto dirmi? Sentiamo. Se vuoi tentare di ferirmi, sbrigati: odio i tuoi giochetti.», sibilo, stringendo saldamente la bacchetta.
«Fu mia sorella a tradirvi. La dolce, cara Astoria.»
Se non avessi visto le sue labbra muoversi, avrei creduto che fossero stati i muri a parlare.
Fu un sussurro così flebile che dovetti impegnarmi per udirlo.
«Cosa?», domando, ma nel cuore ho già capito.
«E Draco accusò me.»

Stai con me, stai con me, stai con me, stai con me.

Entro affannosamente in Guferia.
Mi aspetto di trovarmi davanti due figure affannate e con le bacchette pronte, invece Hermione e Daphne hanno la braccia abbandonate contro i fianchi e sguardi afflitti e confusi.
«E’ stata lei…», sussurra Hermione.
«Non sono stata io…», sibila Daphne.
Ed in un momento comprendo che ciò che è successo è ben peggio di quel che io e Draco avessimo immaginato: nessun combattimento all’ultimo sangue, nessun rischio di morte, nessuna maledizione.. Solo parole. E, si sa, le parole a volte sono l’arma più tagliente.
Si fronteggiano silenziose, l’innocente e la vittima.
Il colpevole dov’è?
E’ ben lontano.
Da tempo ormai non si hanno notizie di Astoria.
E’ andata via, premiata dal padre di Draco, lasciando dietro di sé quattro cuori infranti.
Quello di Hermione, che finalmente comprende l’accaduto.
Quello di Draco, che ha dovuto tacere, tenendo per sé la rabbia e comprendendo troppo grande il suo enorme errore.
Quello di Daphne, che ha visto i suoi amici voltarle le spalle, ed è stata costretta a sposare un uomo che non ama.
Ed il mio.
Io, che ho nascosto la verità ad Hermione.
Io, che non ho saputo contraddire Draco.
Io, che non ho dato ascolto a Daphne.
E sento come se in questa storia i colpevoli sono in realtà due: Astoria, che ha programmato, ed io, che senza volerlo l’ho assecondata.
Una strana sensazione mi risveglia dal mare di pensieri in cui ero sprofondato: due paia di occhi mi guardano, gli uni con curiosità e gli altri con rabbia.
«Cosa fai qui, Zabini?», mi domanda Hermione.
Forse non sa tutto.
«Vai al diavolo, codardo.», esclama invece Daphne, alzando il mento con fare altezzoso.
E la vedo, in tutta la sua bellezza.
E la amo, nonostante indossi gli abiti sgualciti di Harry, nonostante il volto imbronciato, nonostante la rabbia che brilla nei suoi occhi.
E la capisco, e mi odio.
«Ciao, Daphne.», sussurro, dopo aver donato un mezzo sorriso ad Hermione.
«C’è qualcos’altro che dovrei sapere?», bisbiglia la Grifondoro, ed è come se fossero amiche.
Potrei crederci, se non sapessi di chi sto parlando.
Se Draco ed Hermione sono una coppia particolare, allora Hermione e Daphne sono totalmente incompatibili.
«Ricordi tutto il discorso sulla fiducia di poco fa?», domanda la bionda, guardando Hermione dritto negli occhi.
Lei annuisce, e Daphne sospira.
«Amavo Blaise.», sussurra.
Il verbo al passato fa male, ma il verbo amare che lega i nostri nomi mi da un senso di sicurezza e calore.
«Nemmeno lui si fidò di me. Ascoltò Draco. Io fui costretta ad andare via per sposare un Mangiamorte. Fine della favola: l’amore e la fiducia non sono citati nemmeno nei titoli di coda.»
E finalmente capisco.
Una cosa in comune ce l’hanno: il dolore.
Improvvisamente il colore dei loro capelli non mi sembra così diverso, i loro occhi non hanno una forma così divergente, i loro caratteri appaiono quasi compatibili.
E vedo sovrapporsi tutto ciò che le accomuna: dal desiderio di autonomia al bisogno d’amore, dalla forza immensa all’aria altezzosa.
Ed improvvisamente scopro ciò che più di tutto le rende simili: me e Draco. Due ragazzi idioti, ciechi e codardi.
Non impavidi cavalieri, ma principi da salvare.
Perché sono sempre loro a salvare noi.
«Levati di mezzo, Zabini.», sibila Hermione.
Poi a passi svelti si allontana. «Non vi lascerò uscire finché uno di voi due non sarà morto.. o finché entrambi non avrete ammesso la verità. Codardi.»

Per quel che ne so tu sei come me, ci siamo trovati e poi lasciati e poi…

Riesco finalmente a raggiungere la Guferia, e me la trovo davanti, con i capelli scompigliati e la bacchetta ancora in mano.
Scuote la testa con fare rassegnato.
«Hermione?», domando, incerto.
Lei alza lo sguardo su di me e si posa un indice candido sulle labbra.
Mi avvicino lentamente, senza fare rumore, e con gli occhi gli chiedo cosa stia succedendo.
«Draco, aiutami ad insonorizzare la Guferia: Daphne e Blaise hanno bisogno di un po’ di.. privacy, ecco.», mi dice a bassa voce, voltandosi di spalle e puntando la bacchetta verso un punto indefinito.
Un attimo prima che lo scudo sonoro sia completo, sentiamo l’urlo di Daphne:
«Non mi interessa se sarà infinito, mi basta che sia vero

Per quel che ne so ti voglio con me anche se non so quanto durerà
Stai con me.








NOTE:
Eccolo qui, fresco fresco. Finalmente!
Vi chiedo scusa, ma tra la scuola ed il lavoro non ho avuto molto tempo. Spero che sia valsa la pena di aspettare :D
Ma bando alle ciance e ciancio alle bande!
La canzone del capitolo è:
Stai con me – Moravagine
http://www.youtube.com/watch?v=29MGHKUKvqI&feature=player_embedded
A chi fosse interessato, ho creato un gruppo per gli eventuali aggiornamenti di She Called it Love : )
Per chi volesse aggiungermi su Facebook, basta cercare SweetTaiga Efp :D

La smetto di blaterare e pubblico, prima di essere linciata dal mio adorato Jerry :P

Un abbraccio a tutte le ragazze e ai pochi ragazzi : )
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo nuovo, ATTESISSIMO ( :P ) capitolo!

Ah, ultima cosa.. Ho riletto molte volte il capitolo, ma sono abbastanza stanca, quindi mi scuso per eventuali errori e vi prometto di rileggerlo appena possibile! Non dovrebbe esserci nessun ORRORE, comunque :P

A presto,
SweetTaiga : )
   
 
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