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Autore: mamogirl    19/06/2011    1 recensioni
Because of you I've tried my hardest just to forget everything.
Because of you I don't know how to let anyone else in.
Because of you I'm ashamed of my life because it's empty
Because of you I'm afraid."

Alexander James McLean era sicuro di conoscere fino in fondo Brian Littrell, ogni minimo pregio e difetto. Basta una sola notte per cancellare qualsiasi certezza e distruggere l'immagine che si era creato dell'amico. Non é tutto oro ciò che luccica.
Ma quando si ritrova davanti un ragazzo completamente distrutto, non può non aiutarlo né evitare che il suo cuore incominci a battere più velocemente nel suo petto. Lo deve aiutare.
Brian, senza ormai niente da perdere, decide di afferrare la mano tesa
per aiutarlo e, insieme all'amico, cercherà di rimettere insieme i pezzi di un'identità ormai sbiadita da tempo.
L'amore può guarire le ferite ma, presto, i due ragazzi scopriranno che il passato é sempre dietro all'angolo, pronto a presentare il conto ed esigere che venga pagato.
Genere: Drammatico, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash
Note: OOC, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Primo Capitolo

 

 

 

 

 

 

 

 


Alexander James McLean respirò a pieni polmoni l'aria frizzantina di metà settemebre che lo colpì non appena mise piede oltre l'entrata dell'hotel, assaporando l’odore tutto particolare di erba appena bagnata: qualche ora prima doveva aver piovuto, solo qualche goccia, ma l’asfalto ne portava ancora qualche traccia e, qua e là, piccole pozzanghere rendevano più avventuroso il passaggio dei pedoni.
Era passata la mezzanotte ma la città sembrava essere viva più che mai: le luci al neon delle insegne luccicavano quasi ipnoticamente, creando giochi e riflessi ogni qualvolta accarezzavano una superficie metallica o un vetro mentre la musica arrivava alta dalle finestre aperte di locali e ristoranti, soffocandosi amabilmente fra le voci, a volte chiassose, dei clienti che affollavano l’interno e l’esterno.
Con tutta questa vitalità intorno a lui, Aj non riusciva a non sentirsi meno euforico di quanto lo fosse già, grazie all’endorfina ed all’adrenalina che ancora fluivano nelle sue vene dopo il concerto di quella sera.
Uno dei migliori da quando era uscito dal centro di riabilitazione, doveva ammettere con se stesso.
Per la prima volta, non era stato assalito da paura ed ansia da prestazione, non si era preoccupato se la sua voce non raggiungeva più certe note o se, in alcuni punti, si smorzava in una roca tonalità. 
Per la prima volta, invece, era tornato a sfamarsi delle urla della folla, a respirare ogni applauso come aria vitale ed a sentirsi vivo come non mai se solo si fermava qualche secondo ad osservare dove si trovava.
E non solo fisicamente parlando.
In soli ventitré anni di vita aveva compreso che cosa significava trovarsi all’apice di una carriera, avere letteralmente il mondo ai propri piedi, e non essere capace a gestire la fama e la solitudine. Aveva toccato il fondo ma, proprio in quel momento, era riuscito a ritrovare la forza per navigare la corrente invece che lasciarsi trasportare laddove essa voleva.
Quella sera meritava una celebrazione.
Aj aveva chiesto a Howie, suo compare di tante nottate, se voleva accompagnarlo in qualche locale ma l’amico aveva declinato dicendo che Leigh, la sua fidanzata, era in città per poche ore e, strizzando l’occhio, gli aveva fatto intendere che aveva in mente altri tipi di festeggiamenti.
Nick era da escludere a priori, non che con il biondino non avesse un buon legame, ma uscire con lui significava automaticamente ritrovarsi accerchiati da onde di ragazzine in preda agli ormoni!
Quella sera, Aj voleva solamente la tranquillità di entrare in un locale, magari bere qualche analcolico – che, stranamente, non erano così orribilmente noiosi e scialbi come aveva sempre considerato – e godersi un po’ di musica, scatenarsi sulla pista senza seguire un ordine preciso di passi e lasciarsi andare.
Perché no, magari condividere poi il finale di quella serata con qualche bel sconosciuto.
Già, parte dei suoi problemi con alcohol e droga erano stati una conseguenza di quella parte di se stesso, così differente dall’immagine che gli era stata cucita magistralmente addosso per accontentare il proprio pubblico: Aj aveva sempre immaginato quale poteva essere la reazione delle loro fans nello scoprire che lui, l’uomo che aveva sempre avuto ogni donna su cui puntava l’occhio, invece giocava per l’altra squadra e non era stata, decisamente, un coro di applausi.
Con il tempo, e con tanta terapia, Aj aveva finalmente accettato quella parte di sé e, se continuava a tenerla nascosta, non era perché se ne vergognava ma bensì perché non capiva per quale motivo dovesse mettere un cartello intorno al collo con scritto: “Sono gay”. La sua confessione avrebbe creato solamente confusione e problemi per il gruppo e, dopo i suoi recenti guai, stabilità e tranquillità erano gli unici ingredienti necessari per rimanere sulla cresta dell’onda.
Certo, molti critici avevano finalmente abbassato le arie e non consideravano più i Backstreet Boys solamente cinque faccine pulite con poco talento, ma attorno a loro c’era ancora chi bramava per farli crollare ed Aj si sarebbe maledetto prima di consegnar loro un asso così vincente.
Immerso nei suoi pensieri, Aj si accorse solamente dopo qualche minuto che qualcosa vibrava, qualcosa che proveniva dalla tasca dei suoi pantaloni. Recuperando velocemente il cellulare, un sorriso gli illuminò il volto quando vide il nome che compariva sul display: Den.
Den, insieme a Ty, era uno dei pochi amici che gli erano rimasti accanto anche nel momento più buio, invece che dilettarsi a spiattellare qualsiasi gossip, vero o presunto che fosse, a qualsiasi tabloid che sventolasse qualche bel centone davanti ai loro occhi.
E loro due erano gli unici a sapere esattamente chi era il vero Alexander dietro la maschera di Aj il cantante.
“Hey, McLean! – La voce squillante di Den si sentiva a malapena sopra il rumore di un motore rombante e i bassi dello stereo – Quanti reggiseni hai collezionato questa sera?”
“Molti di più di quelli che tu hai raccolto in tutta la tua vita!” Rispose Aj con tono sarcastico.
“Peccato che a te non servano a nulla!”
“Ahahah, molto divertente!”
“Sempre nelle serate lavorative. Anche in quelle feriali ma con te non si capisce mai quando sia vacanza o meno.”
“Debbo a qualche motivo particolare la tua chiamata o cosa?”
“Dipende dal cosa.”
“Den!”
“Beh, scusa. Magari il tuo cosa era interessante! La vita glamour che noi comuni mortali non possiamo permetterci rimane sempre affascinante!”
“Che cosa hai preso prima di chiamarmi?”
“La mia solita dose di umorismo.”
“Inglese, ovviamente. Visto che pochi lo trovano divertente.”
“Ma tu e Ty mi amate anche per questo.”
“Se non lo facciamo noi, chi lo farebbe?”
“Tante altre persone! - A seguito di quella che era la solita battuta di Den, una fragorosa risata riecheggiò nella cornetta, dando adito a quella di Aj - Ad ogni modo, preparati che stiamo passando a prenderti. Stasera ti portiamo in un locale che è la fine del mondo.” Den concluse senza nemmeno prendere in considerazione le risate precedenti.
“Vi stavo giusto per chiamare. Qui mi hanno abbandonato tutti ed io ho proprio voglia di uscire.”
“Ci siamo noi a salvarti! -  Aj sentì Ty urlare in sottofondo. - Fatti trovare pronto che tra cinque minuti siamo lì.” Aggiunse poi Den.
“Sono già fuori dall’hotel.”
“E non ti hanno ancora sbranato via?”
“Bardato come sono, dubito che mi riconoscano!” In effetti, quella sera, Aj aveva optato per indossare vestiti che lo rendevano meno riconoscibile del solito, anche se gli immancabili occhiali da sole non avevano abbandonato il loro posto davanti ai suoi occhi.
“Meno male, non avevo voglia di lottare contro delle sanguisughe. Ah, abbiamo in serbo una sorpresa per te!” E, con quell’ultima frase, la telefonata venne interrotta, lasciando Aj ad osservare confuso il suo telefonino.
Perché quella sorpresa sembrava essere una velata minaccia?

 

 

*********

 

Il locale dove Ty e Den avevano portato Aj quella sera si trovava non poco lontano dall’albergo in cui i Backstreet Boys risiedevano per quei giorni. Aperto da poco tempo e riempiendo tutti i tre piani dello stabile, il club coniugava in sé non solo il semplice ballare o bere qualcosa, ma offriva la possibilità di un’esperienza completa visto che, al primo piano – la discoteca vera e propria si trovava nel piano interrato – era stato concepito un ristorante di lusso mentre all’ultimo, completo di terrazza, erano state create delle suite per tutti coloro che volevano terminare la nottata senza spostarsi in un’altra zona.
Il club era ben arredato, le pareti di un grigio scuro tendente al nero contrastavano con le piastrelle di un bianco argenteo e lampade a forma di stella riflettevano fasci di luce ad intermittenza, intersecandosi a vicenda o richiamando l’attenzione su uno dei dettagli. La pista occupava tutto il centro della stanza, con piastrelle di plexiglass al cui interno racchiudevano luci bianche al neon; ai quattro angoli enormi casse musicale risuonavano le note prodotte dalla postazione dj, nascosta in un incavo in una delle pareti. Disposti a semicerchio ed intramezzati fra loro da delle colonne in granito bianco, divanetti e tavolini creavano l’atmosfera adatta per chi voleva solamente rilassarsi e bersi qualcosa.
Su un piccolo soppalco, lontano dalla pista, era stata creata una zona vip ed era proprio in quest’aerea che Ty, Den ed Aj erano stati accompagnati, una volta che il proprietario aveva constatato che l’ultimo era un vip e che avrebbe certamente portato pubblicità al suo locale.
“Okay, in che cosa consiste la vostra sorpresa?” Domandò all’improvviso Aj all’indirizzo dei suoi compari, dopo un bel po’ di tempo che erano rimasti tranquilli a sorseggiare i loro drink e a fare commenti causali su chiunque, donna o maschio che fosse, attirasse la loro attenzione. Per ora, non aveva trovato ancora nessuno che gli stuzzicasse l’appetito ma la notte era ancora giovane ed il locale ancora troppo vuoto per essere solamente un sabato sera.
Den e Ty erano una coppia fuori da ogni schema: tanto il primo sembrava il perfetto prototipo del palestrato tanto il secondo era il classico secchione, o “nerd” come era di moda ora soprannominarli. All’apparenza, niente sembrava accumunarli ma, sì sa, a volte le apparenze ingannano e sarebbe stato uno shock scoprire che lo sciupa femmine era Ty, in realtà, e che Den amava corteggiare una ragazza prima di poterci combinare qualcosa insieme.
Alto quasi due metri per una circonferenza delle spalle possente e minacciosa, Den aveva una zazzera rossa di riccioli ribelli e lentiggini che disegnavano strane immagini attorno al suo naso. Beh, almeno Aj aveva intravisto quelle figure una notte che l’amico aveva recuperato completamente ubriaco ed aveva riso sganasciante al sentire che sul suo naso abitava una cicogna insieme ad un moscerino!
Ty, invece, all’apparenza sembrava essere appena uscito da Silicon Valley, alto e dinoccolato con enormi occhiali da vista che, invece di nascondere, mettevano in risalto due occhi di un penetrante nero, quasi simile al colore che Aj preferiva usare per le sue unghie.  
Una cosa che legava i due amici era la missione che si erano imposti di portare a conclusione, ovvero quella di trovare un fidanzato per Aj. Da quando Aj aveva deciso di confidare questo segreto ai suoi due migliori amici, era iniziata una gara con il solo scopo di trovare la metà ideale o, più terra terra, almeno un compagno per una notte solitaria.  
E, da quando era salito in macchina con quei due, Aj aveva avuto il sospetto che quella fantomatica sorpresa, in realtà fosse un altro appuntamento al buio con un ragazzo che, secondo i suoi amici, doveva essere più che perfetto per lui.
Allo scambio di sguardi fra Den e Ty, Aj arrivò alla conclusione che il suo sospetto era più che fondato.
“Per favore, ditemi che non l’avete fatto! – Esclamò Aj mettendosi le mani fra i capelli -  Mi reputate davvero così disperato?”
Den e Ty sorrisero con un diabolico sguardo.
“Dipende da che cosa pensi che abbiamo fatto.” Commentò Den, sorseggiando l’ultima goccia della sua birra.
“Okay, chi mi avete trovato questa volta? Un genio del computer? O, meglio, un rapper! – Tirò ad indovinare Aj. – Un rapper che non sopporta le boyband!”
“Niente di tutto ciò.” Rispose Ty.
“Anche perché non ti va mai bene nessuno. - Aggiunse Den. - Hai degli standard molto alti, mio caro. Quasi irraggiungibili, visto chi hai come modello.”
Aj sbuffò infastidito a quell’ultimo commento. Era colpa sua se si era infatuato dell’unico uomo che non avrebbe mai potuto avere?
“Sappiamo che non è colpa tua se ti sei innamorato.” Ty sembrò avergli letto il pensiero.
“Nonostante ciò – intervenne Den – sai bene che é una questione fuori da ogni schema del possibile. Quell’uomo è più santo di un angelo e te lo scordi che possa giocare per la tua stessa squadra.”
“Dov’è finita la tua solita la speranza è sempre l’ultima a morire?” domandò Aj.
“Oh certo che è l’ultima ma tu sarai il primo comunque!”
Aj scrollò le spalle. “Non posso farci niente. So che non lo potrò mai avere ma... – istintivamente, incominciò ad accarezzare con la punta dell’indice, la semplice catenina che indossava, da cui non se ne separava quasi mai - ... non sono capace a rinunciare a qualcosa che mi fa stare bene. Anche se non avverrà mai.”
Attorno a loro, cadde un silenzio innaturale, interrotto solamente dal rumore sordo dei bassi.
“Okay, prima di rovinare completamente la serata, passiamo alle cose serie! – Si intromise Ty, lanciando una gomitata all’amico – Sappiamo che ora non vuoi una relazione stabile e/o un fidanzato perché sei appena uscito da una riabilitazione e vuoi ritrovare te stesso, blah blah blah... ma questa non è un’ottima scusa per rinunciare al sesso! Un tempo tu eri il Dio del sesso!”
Aj aggrottò la fronte, socchiudendo lievemente gli occhi. “Dovrei prenderlo come un complimento?”
Den e Ty fecero finta di non sentire né calcolare la domanda posta dal loro amico. Convincere Aj ad accettare ciò che gli stavano per proporre sarebbe stato molto duro ma loro erano sicuri che, alla fine, Aj li avrebbe ringraziati.
“Hai mai sentito parlare di Angel?” Domandò con cautela Ty, prendendo il discorso alla larga.
“E’ una canzone?”
“No.” Risposero all’unisono gli amici.
“Cioè, è anche una canzone ma non è quella di cui stiamo parlando.” Spiegò Ty.
“Allora è una persona? -  Domandò Aj, sentendosi come se stesse giocando ad “Indovina chi?”. - Ditemi che non è la sorella di Nick!”
“Jay, sappiamo che sei gay. Ricordi? Ce lo hai detto te!” Ironizzò Dan.
“Comunque sì, è una persona.”
“E, da come se ne parla in giro, è anche un uomo molto affascinante. Attraente.”
“Oh, si dicono molte cose sul suo conto! Anche se nessuno sa esattamente chi sia.”
Finalmente, i pezzi mancanti del puzzle incominciarono a trovare il loro posto e a consegnare ad Aj il quadro completo della situazione.
Paradossale, sì, era quello il termine più adatto.
“Wow, wow, wow. – li interruppe Aj prima che potessero incominciare a fornire dettagli. – Fermi due secondi. Spero che voi non mi abbiate prenotato un prostituto.”
“Prostituto è un po’ riduttivo in questo caso.” Rispose Ty per entrambi gli amici.
“Lo avete dovuto pagare?”
“Sì.”
“Beh, allora non lo trovo riduttivo. Ma Cristo Santo, mi ritenete così disperato da non sapermi trovare qualcuno con cui passare la notte?”
“Oh, lo sappiamo che non sei così disperato ma...”
“... ma Angel è un’esperienza unica.”
“Voi l’avete testato?” Domandò Aj, accigliandosi.
“No ma ci siamo informati. È quasi una leggenda metropolitana, non rimane mai nella stessa città per più di una notte e la lista d’attesa per anche solo un’ora è più lunga di qualsiasi altro evento. Chiunque abbia avuto la fortuna di entrare in una di quelle camere d’albergo... beh, non ha fatto altro che incensare la conoscenza di Angel in quel campo, sottolineando quanto sia un’esperienza unica ed irripetibile.”
“E noi siamo stati fortunati a riuscire a prenotarlo stanotte.”
Aj rimase perplesso da tutta quella situazione. Oh diamine, poteva tranquillamente ammettere che aveva voglia di sesso quella notte, quando era stata l’ultima volta che lo aveva fatto? Mh, il fatto che non se lo ricordasse la diceva lunga ma farlo in quel modo... gli dava qualcosa di squallido, come se fosse davvero un uomo disperato che avrebbe fatto di tutto pur di ottenere ciò che tanto anelava. E lui, lui era già passato da quella strada e si era ripromesso di non ricaderci mai più.
E poi... che cosa sapevano di quell’Angel? Qual era la sua storia?
Perché si ritrovava a vendere il proprio corpo notte dopo notte? Perché fuggiva da una città all’altra?
A questo nessuno ci aveva pensato? Invece che decantarne le lodi, perché non si preoccupavano di aiutarlo ad uscire da qualsiasi casino si fosse immischiato?
La domanda focale era, però, se lui voleva immischiarsi o meno.
Si conosceva, sapeva che una volta entrato in quella stanza non sarebbe mai uscito senza aver conosciuto meglio questo Angel e senza essersi offerto di aiutarlo, in un modo più concreto di un semplice pagamento per saldare qualsiasi debito o credito avesse con chi lo stava spingendo a prostituirsi.
Era appena uscito da un disastro, stava appena incominciando a rimettersi in carreggiata, di sicuro non gli serviva addossarsi bagagli di cui non aveva la forza per sopportarne il peso sulle sue spalle.
“Senti, non ci devi per forza fare sesso. Puoi anche usarlo come psicologo per la tua cotta ormai eterna verso tu sai chi.” Scherzò Den, riportando Aj alla conversazione.
Ty diede una gomitata all’amico, segno che stava incominciando ad esagerare con le battutine. “Provaci, okay? Se questo Angel si rivela essere un nano barbuto e con la gobba, puoi sempre andartene e nessuno te lo potrà rimproverare.”
Dalla tasca della giacca, il ragazzo fece apparire una chiave. “Come hai notato, questo locale ha anche delle stanze al piano superiore. Quella riservata ad Angel è la suite e questa è la chiave. La suite ha due entrate, una direttamente alla stanza da letto ed è dove tu entrerai, la seconda da sul salottino. Angel ti raggiungerà in pochi minuti.”
Aj prese la chiave e la fece roteare fra le dita della mano. “Sembra la trama di un brutto porno.” Commentò mentre la sua mente prendeva la decisione finale.
“Hai deciso, quindi?” Domandò Den.
Lo sguardo deciso rifletteva la decisione presa da Aj.
Mentre il ragazzo si alzava, la chiave ben stretta fra le sue mani, poté sentire un misto di eccitazione scorrergli fra le vene.
Il non sapere che cosa lo poteva aspettare dietro quella porta lo rendeva spaventato, sì, ma ansioso di scoprire che cosa si celasse dietro la maschera di Angel.
 

 

 

*********

 La stanza era di un’opulenza sofisticata, con tocchi di ricchezza lasciati qua e là, alcune volte nascosti alla vista mentre altre lasciati lì in primo piano, per essere osservati e rimirati.
Il grande letto a baldacchino prendeva tutta l’attenzione dell’osservatore non appena entrava anche se l’ampia finestra con vista mozzafiato sulla città gliela contendeva strenuamente.
Aj aveva deciso di rimanere in piedi, proprio accanto a quello specchio che rifletteva luci in un gioco di colori.
Angel.
Angelo.
Un sorriso incurvò all’insù gli angoli della bocca mentre sulla superficie trasparente davanti a lui si materializzava la figura dell’unico individuo che aveva sempre chiamato con quel termine.
Il suo angelo.
Una creatura angelica che aveva morbidi riccioli di un biondo castano che spesso ricordava il caldo colore del grano mentre altre volte risplendeva come la sabbia più dorata.
Per non parlare del suo sorriso.
Non riusciva nemmeno a trovare alcuna definizione che potesse descrivere appieno che cosa era, per lui, vedere Brian sorridere. Sapeva ciò che accadeva dentro di lui: sentiva letteralmente il suo cuore fare un salto, fermandosi fra il petto e la gola, e battere così velocemente che qualcuno avrebbe potuto ballarci sopra con quel ritmo frenetico. E, qualunque fosse il suo umore, anche il peggiore, di quelli che vorresti solamente mandare tutti a quel paese e nasconderti sotto le coperte, bastava guardare Brian sorridere per un complimento ricevuto o per una battuta fatta da Nick che, immediatamente, anche lui si ritrovava a sorridere, la sua anima più leggera ed i problemi volatilizzati in uno schiocco di dita.
Perché tutto il mondo sembrava risplendere di una differente luce se Brian sorrideva.
E lui... oh, lui ne era ormai profondamente drogato.
L’unica droga di cui non avrebbe mai fatto a meno.
Sì, Brian Littrell era la sua droga ed era anche parte del motivo per cui era sempre stato sul chi va la nel raccontare il suo segreto sulla sua sessualità.
Oh, immaginava già la reazione di Kevin non appena avrebbe scoperto che la persona da lui amata era il suo cuginetto. Sì, in quel caso avrebbe dovuto scappare e nascondersi in una calotta polare, la sua vendetta sarebbe stata lenta e dolorosa. Molto dolorosa.
Ma non era quello il punto, no.
A che cosa serviva parlarne se tanto non sarebbe mai stato ricambiato?
Ed era qualcosa di strano perché loro due erano così differenti, così agli antipodi che era impossibile concepire un qualche punto in comune fra loro: tanto Brian amava rimanersene tranquillo in camera e guardarsi un film, tanto lui amava uscire e divertirsi, conoscere nuova gente e flirtare; tanto il ragazzo era timido, introverso – anche se non sembrava all’apparenza – e molto schivo sui suoi problemi, lui si fidava apertamente e lasciava che gli altri lo aiutassero a comprendere dove stesse sbagliando e perché.
Almeno, questo è quello a cui era arrivato essere dopo la riabilitazione.
Già... Brian, ai suoi occhi, era davvero una creatura proveniente dal cielo e non solo per il suo aspetto fisico. Per quanto potesse trascorrere ore ed ore ad elencare ogni piccolo dettaglio, questi scomparivano non appena venivano messi al confronto con la sua anima, una delle più pure che Aj avesse mai conosciuto.
Ciò che amava maggiormente in lui era il suo altruismo, anche se doveva ammettere che i primi anni era una delle cose che gli davano più fastidio: quel continuo desiderio di aiutare gli altri, consolarsi se li vedeva tristi, aiutarli in piccoli o grossi problemi... Brian era un attento osservatore e non servivano parole affinché intuisse ciò che non andava. Ed Aj aveva compreso solamente più tardi, dopo che i due avevano incominciato a conoscersi meglio, che quello era, per Brian, una forma di sopravvivenza: aiutare gli altri per essere felici, per sapere di essere stato, anche solo per un secondo, importante nella vita di qualcuno.
Aj aveva abusato di quel lato di Brian, lo sapeva.
Deliberatamente, aveva scelto lui come unico confidente quando le cose andavano male e... Dio, tutto quello che gli aveva fatto passare durante i mesi della sua dipendenza: le parole che gli aveva urlato ogni notte, il terrore con il quale aveva dovuto convivere ogni volta che non rispondeva al cellulare, chiedendosi se quella sarebbe stata la sera in cui avrebbe ricevuto una chiamata dalla polizia o da qualche ospedale.
Se era vivo, Aj lo doveva soprattutto a Brian.
Una porta si aprì, facendo entrare una corrente fredda insieme all’aroma di profumo, un pungente profumo di bosco selvatico.
Il suo Angel era arrivato e, per un lungo attimo, Aj si ritrovò paralizzato con l’ansia che risucchiava il suo stomaco in una voragine apertasi all’improvviso.
Quello era il momento... ciò che sarebbe successo, da lì in avanti, sarebbe stato solamente nelle sue mani.
Lui avrebbe deciso se continuare la notte o meno.
Così, lentamente, Aj si voltò per osservare e scoprire, finalmente, il volto di cui tanto si era parlato.
Indubbiamente, era un angelo.
Ciò che paralizzò completamente Aj, bloccando ogni movimento, anche quelli necessari alla mera sopravvivenza come il semplice respirare, era che Angel era il suo angelo.
Davanti a lui, in vesti completamente differenti e in un contesto che mai avrebbe potuto considerare possibile, Aj si ritrovò faccia a faccia con Brian.

 

 

 

 

 

 

 

 

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Ammettetelo, non ci speravate più in un aggiornamento di questa storia, vero? ^_^ 
Invece, eccomi qua! Dovrebbe essere semplice tradurre se stessa invece... invece no, visto che, in ogni modo, aggiungo sempre cose in più! Chi ha letto il capitolo in inglese (e questa parte era ancora all'interno del primo) potrà accorgersi che ci sono pezzi aggiunti, la descrizione dei due amici di Aj e qualcosa in più sul nostro Omerone. 
Ringrazio le due anime pie che hanno recensito il prologo e tutti coloro che lo hanno letto e chi ha aggiunto questa storia tra le preferite. Se voleste lasciare un piccolo pensiero, sarebbe gradito! =) Più che altro perché é davvero una storia molto diversa da quelle che vi avevo abituato, un Brian totalmente differente! 
Beh, che altro dire? Spero di tradurre con più celerità il prossimo capitolo!

Buona lettura!

   
 
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