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Autore: Edelweiss_    20/06/2011    3 recensioni
questa FF prende spunto dalla 'fabbrica di cioccolato' anche se la storia prende una piega diversa
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il mattino dopo mi svegliai alle 5.00, non riuscivo a riaddormentarmi, così decisi di scegliere i vestiti che avrei messo per incontrare gli Slipknot: cambiai completamente stile: scelsi la maglietta degli ‘knot e una gonna nera, presi le mie calze nere con i buchi, la mia cintura borchiata e le borchie per il polso e per il collo, ovviamente mi sarei portata la loro borsa e il cd da far autografare. Avrei tenuto i capelli sciolti, la sera prima li avevo piastrati e ora erano neri e lucidi. Coprì uno dei miei occhi azzurri con una lente a contatto bianca. Alle7.00 arrivò la colazione: stavolta solo un succo di arancia e dei biscotti al cacao, non volevo rischiare di vomitare addosso a Joey o a Corey, o ancora peggio a Mick (che mi faceva anche un po’ paura). Alle 8.30 la BMW nera di due giorni prima mi venne a prendere in Hotel e mi portò fino alla casa discografica degli Slipknot. Loro erano lì, in piedi, mi aspettavano con le loro maschere sul volto: quelle maschere le avrei riconosciute ovunque. Scesi dalla macchina con il cuore in gola, avrei incontrato i miei idoli, finalmente la vita aveva deciso di colmare le mie sofferenze, Corey inclinò l testa verso destra … forse si aspettava un ragazzo … [i dialoghi fra Sophie e gli ‘knot si svolgono in inglese, nds] Corey: < ben venuta e congratulazioni per il concorso > Sophie: < grazie … anche se probabilmente vi aspettavate un ragazzo > Joey: < ci accontenteremo > *risata* Corey: < ok, vieni con noi, ti facciamo vedere dove incidiamo i dischi > Mi fecero vedere anche la sala prove, e le varie stanze con gli strumenti dove scoprì che Mick aveva 63 chitarre. Mangiammo insieme nel ristorante del mio albergo: avevano prenotato un’intera stanza, giusto per stare un po’ da soli. Nel pomeriggio Craig fece una cosa che non aveva mai fatto con nessun maggot: si tolse la maschera. Non era brutto, era carino … certo Corey e Joey erano meglio, ma nemmeno lui era brutto: mi disse che teneva la maschera perché nel caso avesse voluto girare per la città in incognito nessuno l’avrebbe riconosciuto, cosa che rischiavano tutti gli altri. Essere assaliti da orde di Maggots non era brutto secondo Corey, faceva piacere vedere i propri fan e dimostrare loro gratitudine. Corey: < ora che ti abbiamo annoiato con le nostre storie, parlaci di te … come sei finita ad ascoltare metal? > Sophie: < ho iniziato quando è morta mia madre, mio padre era in guerra, così io mi trasferì dai miei nonni: all’inizio erano gentili, credevo che gli facesse piacere avermi lì con lora, anche perché io lavavo, stiravo e cucinavo, ma a diciotto anni mi anno buttata fuori casa, io sono andata a convivere con il mio ragazzo, che quattro anni fa mi ha lasciata per andare a sposare una grandissima troia che, fra l’altro, aveva già messo incinta … l’altro giorno la mia migliore amica mi ha organizzato una festa di compleanno e ha invitato anche lui > Joey: < wow … sei più incasinata di me … > Sophie: < me lo dicono in tanti … ma ora io ho conosciuto voi come band … mi piacerebbe conoscervi anche come persone … > Corey: < ti va di restare con noi? Tu, sai fare qualcosa? Potresti essere … la nostra cuoca o … sai cantare? > Sophie: < so cantare … ho studiato lirica per tre anni, ma ho lasciato per aprire uno studio dentistico, il mio lavoro non mi piace, ma dovrò pur fare qualcosa per mangiare … prima giravo video per una cover band … i “ Withe Night Fantasy “ > Mentre finivo di parlare squillò il mio cellulare Sophie: < scusatemi un secondo > Uscì a parlare, mi aveva telefonato l’ospedale in cui mio padre avrebbe dovuto fare una semplice visita di controllo Infermiera: < parlo con la signorina Sophie Magistri? > Sophie: < sì, mi dica pure è successo qualcosa a mio padre? > la mia voce si fece affannata e preoccupata Infermiera: < oggi, mentre entrava in ospedale per la visita di controllo è svenuto, l’abbiamo portato in pronto soccorso, gli è venuto un attacco d’asma seguito da convulsioni, sembrava ristabilito ma gli è venuta un’ emorragia celebrale e, pochi minuti dopo … > la sua voce si fece più cupa :< pochi minuti dopo … è morto > Il cellulare mi cadde a terra, le mie ginocchia cedettero, le lacrime rigavano il mio volto, quasi non riuscivo a respirare … era come se mi stessero conficcando mille pugnali nel cuore … Joey mi vide e corse fuori a prendermi, mi sollevò e mi portò dentro, mi vece sedere su una sedia e mi pulì le ginocchia dai sassolini, tornò fuori e mi riportò il cellulare, poi mi fece bere un bicchiere d’acqua e mi asciugò le lacrime, Joey:< cos’è successo?> Sophie: < mio padre … è … morto … e io … dovevo essere lì con lui, ha sempre detto che il giorno della sua morte voleva solo che io gli tenessi la mano, e che gli dicessi che gli volevo bene e che nonostante tutto noi saremmo sempre stati insieme > gli altri se ne andarono, sapevano che Joey ci era già passato e che era la persona giusta per consolare una ragazza che ha appena perso suo padre. Joey: < lui ti voleva bene, sapeva che questo giorno sarebbe arrivato, e lo sapevi anche tu … lui ora è in posto migliore, non soffrirà più … non dovrà stare sulla terra ad assistere allo scempio del mondo … è meglio così … la vita non è poi così bella > Sophie: < forse hai ragione .. Dopotutto lui aveva anche perso le gambe …. Lì non ne avrà bisogno … ma io … non ho ragione di vivere se lui non c’è … io vivevo per lui … per stargli accanto … per sostenerlo sempre … ma ora, lui non c’è più … domani torno in Italia, voglio organizzare un funerale degno del suo nome, e dargli una degna sepoltura … > Joey: < poi tornerai in America e starai con noi, potrai girare i video per le nostre canzoni, sarai la nostra seconda voce e, beh … se avremmo bisogno di un dentista avremmo pur sempre te … > Sophie: < ma … i miei clienti, come farò? Non posso chiudere lo studio così di punto in bianco …> Joey: < mia cugina andrà in Italia il mese prossimo e lei cerca un lavoro come dentista … potresti affidare lo studio a lei e potresti venderle la tua casa … > Sophie: < io … non lo so … non posso cambiare vita in modo così radicale .. > Joey: < hai detto che il tuo lavoro non ti piace, ma ti piaceva cantare e girare video … perché non puoi tornare a fare quello che ti piace e mandare a puttane tutto ciò che non ti va a genio? … Fallo e basta. > Sophie: < hai ragione … ma … > Joey: < se non vuoi farlo per te, fallo per me … domani andremo in Italia insieme, faremo un funerale per tuo padre, torneremo in America e tu starai con me … io sarò tutto per te … sarò il tuo inizio e la tua fine, sarò il tuo sole quando piove, il tuo fiore in inverno e il petto per la tua guancia in lacrime … ti prego … non mi lasciare > Mi abbracciò, lo sentì piangere, e iniziai a piangere anche io … non volevo lasciarlo … lui … sarebbe stata la mia vita … il mio nuovo inizio. Come deciso il giorno dopo io e Joey andammo in Italia organizzammo un funerale e restammo lì per due settimane, io vendetti la casa e lo studio dentistico a sua cugina, con i soldi ricavati insieme tornammo in America e comprammo una casa. Circa due anni dopo io e Joey ci sposammo e l’anno successivo avemmo due gemelli: un maschio e una femmina che, siccome entrambi, Corey, Craig e Chris eravamo dei patiti di “ Star Wars “ li chiamammo Luke e Leila … che fra le altre cose io trovavo due bellissimi nomi.
  
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