Grazie per aver letto la mia storia. Il prossimo capitolo s'intitola:
Il Fuggitivo
Finalmente, era ora che arrivassimo alla scuola. Il cancello era ENORME e ne rimasi meravigliata, forse era alto 15 metri e lungo venti, se non di più ed era seguito ai lati da alte mura che circondavano la scuola, ma che dico scuola! Lì dentro c’era un istituto per l’asilo, le elementari, le medie, il liceo e l’università; wow, questo posto era davvero grande! Davanti alla maestosa entrata vi era un uomo sulla trentina con i capelli biondi, gli occhi viola e un sorriso a trentadue denti sul viso che si dirige verso di noi << Buongiorno! Io sono Narumi, lavoro qui come insegnante e ti do il benvenuto nell’Alice Academy! Hai avuto problemi ad arrivare? >> l’ultima frase la disse guardando Natsume che si girò di scatto dall’altra parte, sbuffando, come se fosse stato appena offeso << No, no. È tutto apposto tranne il fatto che abbiamo avuto un “incidente” e che alcuni uomini hanno cercato di rapirmi! >> << Ah, ok. Vieni che ti presento i tuoi nuovi compagni di classe. Ti mancheranno i tuoi vecchi amici giusto, ma qui ne avrai di nuovi, Sara!>> come fa a conoscere il mio nome? Io non l’ho detto a nessuno! << Tanto in Italia non avevo amici, non conoscevo nessuno quindi non mi mancherà nessuno >>.
Eccoci arrivati all’aula 2’A. Non sapevo cosa aspettarmi e quando aprii la porta mi ritrovai davanti uno spettacolo stupefacente: due ragazzi che volavano, uno che disegnava sul muro e i disegni prendevano vita, una che trafficava con delle provette da piccolo chimico, un'altra che cucinava dei piccoli biscotti di tutte le forme che danzavano. Natsume mi scansò e andò da un ragazzo biondo con gli occhi azzurri che teneva in braccio … un coniglio! Natsume e l’amico si andarono a sedere all’ultimo banco e lui sprofondo la faccia in un libro, ma che dico libro, un fumetto. Come se non fosse già comodo, mise le gambe sul banco e le braccia dietro la testa. <
Un insegnante provò ad afferrarlo volando ma il giovane lo scansò. Narumi chiamò Natsume in modo che con il fuoco potesse spaventarlo. Il giovane, di nome Tsubasa, non mollò e ricominciò a salire. Quando stava per scavalcare la recinzione a punte, in cima al muro, Narumi mi chiamò e mi chiese con fare gentile di usare il mio Alice. Io sinceramente, non volevo usarlo perché avrei potuto ucciderlo se sbagliavo qualcosa, ma Narumi mi convinse trascinandomi sotto il muro. Chiese, sempre col sorriso sulle labbra, a Samuel di sollevarmi con il suo Alice. Arrivai facilmente in cima al muro e Samuel mi lasciò seduta a gambe incrociate là, dove tutti si sognavano di arrivare. Quando Tsubasa mi vide lì, seduta comoda, ci rimase un po’ male perché lui si era spaccato schiena e braccia per salire ed io in 5 secondi ero lassù. << Stai tranquillo >> dissi << tra poco sarà tutto finito >> terminata la frase, lo presi per il mento, lo avvicinai a me e gli soffiai in faccia. Un soffio delicato ma potente, debole ma deciso. Lui iniziò a barcollare e, per evitare che cadesse, lo afferrai per la camicia. Guardai giù, due ragazzi stavano portando un trampolino da pompieri di cui ignoravo la provenienza << Lascialo cadere! >> sentite quelle parole lasciai Tsubasa cadere nel vuoto mezzo stordito e poi Samuel mi fece scendere dolcemente. Appena toccai terra, fui travolta da una folla di alunni che continuavano a chiedermi come avevo fatto o che Alice possedevo. Odio essere in primo piano e odio la calca. Gli unici a non degnarmi di uno sguardo erano Natsume e l’amico: loro guardavano la scena da lontano. << Ora che è tutto apposto potete tornare in classe >> la frase arrivò da un professore sulla quarantina-cinquantina. Gli altri si staccarono finalmente da me e si avviarono ognuno per la propria strada mentre bisbigliavano qualcosa sul mio conto, in quell’istante dovetti sopprimere la rabbia altrimenti avrei dato un pugno a qualcuno. Natsume mi guardò con uno sguardo di ammirazione, che durò pochi secondi, e poi si avviò anche lui per la nostra classe. M’incamminai anch’io, rimasi in disparte. Sono una ragazza che ama il silenzio.