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Autore: war    27/06/2011    2 recensioni
Fra gli esorcisiti, per combattere il Conte del Millennio e i Noah, viene inviato dal Vaticano un aiuto, giunto direttamente da quel Dio che a volte ci si dimentica di amare... La strada da percorrere è una sola: ed essa è sempre stata perfettamente delineata davanti ai nostri piedi.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Imploro pietà da Te,
l'unica che io ami,
dal fondo dell'anima in cui è caduto il mio cuore.

-I fiori del Male – De profundis clamavi – C. Baudlaire –



ATTENZIONE : spoler del capitolo 200 - Seed of Destruction


La rabbia mi passò addosso, come una mano fredda che gela il calore del cuore e ti priva del respiro. Sapevo bene che cedere all’ira era considerato un peccato mortale. Tanto più per una creatura come me. Eppure non potevo farne a meno.
La guardia si ritrovò sbattuta al muro, il mio braccio piegato che gli premeva la carotide.
Sapevo che non era abbastanza per soffocarlo, ma era fastidioso e rendeva difficile respirare liberamente.
- Che hai detto? – il mio sibilo dilatò ancora di più le pupille dell’uomo terrorizzato.
Non era nemmeno da me incutere timore volontariamente…
Cosa stavo diventando?
O era il papato che si circondava di rammolliti e non più di guerrieri?
Mi imposi la calma.
Lasciai libero l’uomo e lo vidi chinarsi in avanti, prendendo generose boccate d’aria fresca.
Il sole non era ancora tramontato, si era in quella particolare fase della giornata dove le tenebre sgtanno estendendo il loro dominio sulla luce.
Forse era quello che accadeva al mondo in quella fine del secolo.
Ma era già successo e poi era stata la Luce a riprendere i suoi domini.
Un po’ come quando viene l’alba.
Lo avevo già visto accadere.
E avevo già combattuto.
I cambiamenti avvenivano, più o meno lentamente ma avvenivano.
Era solo sul finire che gli eventi precipitavano.
Proprio come l’avvicendarsi nel cielo i Sole e Luna.
Dopo il tramonto, restavano poche ore di luce, come se non ci si potesse mai liberare di essa del tutto.
Sapevo che non erano pensieri degni di un angelo, tuttavia…
Non potevo tollerare quello che era stato fatto a Yu.
E non ero nemmeno disposta a passare sopra a quello che si voleva fare ad Allen, anche se dubitavo di poter fare davvero concretamente qualcosa per loro.
La Santa Sede voleva radiare il giovane albino dall’Ordine degli Esorcisti e in un modo o nell’altro ci sarebbe riuscita.
- Signorina Cielo, per favore… - borbottò con voce roca la guardia.
- Per favore, cosa? – chiesi corrugando la fronte e trafiggendolo con lo smeraldo dei miei occhi. Sapevo che il sole morente rendeva infuocati i miei capelli.
Forse più che un angelo parevo un diavolo… Ed in effetti non mi sentivo per nulla angelica.
- Vada da padre Amedeo Leone… Me lo ha chiesto lui di pregarla di farlo, prima che… Bhe, prima di decidere di compiere qualsiasi azione. –
- Tsk! – risposi e mi dissi che stavo prendendo il brutto carattere di Kanda.



Padre Leone sedeva in prossimità della scrivania di noce.
Era apparentemente intento a copiare un testo piuttosto datato, probabilmente di origine medioevale. Ma sapevo che era attento. E che mi stava aspettando.
Non mi lasciò in piedi come avrebbe fatto di solito in attesa che lui finisse il compito a cui era dedito ma posò la lunga penna bianca nel calamaio e mi venne incontro.
- Ce lo hai scritto in faccia che sei furibonda. –
- Bene, così eviteremo di girare intorno alla questione. – ribattei secca.
Lui fece un cenno con la mano, ad indicarmi una sedia di legno sulla quale prendere posto.
- Mi avete richiamata a Roma per fare di loro… Per poter fare con loro quello che vi aggradava? – non esitai a chiedere.
- Queste parole potrebbero costarti una scomunica. –
- A tanto giungerebbe l’ipocrisia della casa di nostro signore? – sibilai
- Il nemico si aggira fra le nostre fila. Anche per noi è difficile discernere chi compie il bene e chi non lo compie. – sospirò il Camerlengo.
Solo allora notai le profonde occhiaie che cerchiavano i suoi occhi azzurri, sempre così acuti e fieri. Doveva aver passato parecchie ore in stato di veglia e fui certa che non si fosse trattato di una veglia di preghiera.
- Il sonno della ragione genera mostri? – osai chiedere.
Lui annuì cupo.
- Cosa consiglia, Padre? –
- Non possiamo fare la prima mossa. Dobbiamo attendere. Attendere che il nemico agisca e cercare di limitare i danni –
- Non mi piace. – ammisi.
- Nemmeno a me. Ma esporsi ora… Sarebbe controproducente. Finiremmo per essere cacciati, per essere additati come eretici o peggio e non poter fare nemmeno più quel poco che la nostra attuale posizione ci permette. –
- Aveva ragione Lui. Questo è un mondo sporco. – l’amarezza nella mia voce la rende persino cupa.
- Con Lui intendi Lucifero? – chiese il Camerlengo.
- Si. Quando era il più grande dei Serafini e ancora serviva la causa di Dio. – confessai
- Non sembrerebbero parole dette da chi potrebbe amare gli uomini… - mi fece notare il Camerlengo.
- A noi angeli era proibito mentire. Se il mondo era sporco dicevamo che era sporco, ma questo non sminuiva l’amore che portavamo a Dio e alle sue creature. E’ facile amare ciò che incontra il nostro gusto o la nostra idea… E’ più difficile amare ciò che è lontano dal nostro intimo sentire. Ma Dio ci ha chiesto di amare, incondizionatamente. – ammisi
- E’ per questo che tu hai accettato tutto quello che ti è stato chiesto di… Fare e di diventare? –
Non sono sicura che Padre Leone voglia davvero una risposta, ma in quel momento mi sembrava che il suo cuore più del mio era in travaglio e avesse bisogno di conforto.
- L’avrebbe fatto anche lei, ne sono certa. – le mie labbra sorrisero, ma era una smorfia amara.
- Hai due notti, Angel. Non so dove Allen possa aver mandato Kanda e Allen dopo l’apertura del gate. Ma se pensi di poter fare qualcosa allora fallo. Ricorda però che io posso darti solo due notti. –
- E se fallissi? Due notti sono poche… -
- Non è una missione ufficiale. Tecnicamente non si potrebbe parlare di fallimento… Ma tu lo vivresti così, vero? –
Lui mi conosceva bene.
- C’è nulla che io debba sapere? Qualcosa che potrebbe suggerire… Un’idea… - chiesi non troppo speranzosa.
Padre Leone accarezzò un fascicolo che aveva sulla scrivania e me lo allungò.
Lo avevo già letto.
Conoscevo già la vergogna che si celava dietro il progetto degli Apostoli.
Ma forse non lo avevo fatto con la dovuta attenzione.
Lo avevo letto come un documento da cui attingere informazioni.
Non lo avevo letto mettendoci il cuore.
Non lo avevo letto con sensibilità.
Quella sensibilità che apparteneva a Angel e non ad Azael.



Matera era una città come altre.
Solo un po’ più mascherata.
Dietro l’allegria e i sorrisi si celava comunque il timore e l’apprensione.
Però era facile mescolarsi alla gente, raccogliere informazioni da brandelli di conversazione da avventori un po’ alticci nelle locande e nelle osterie.
Il popolo del Sud era più disposto alle chiacchiere e alla confidenza rispetto a quello del nord.
E sotto una luna che era solo una falce di se stessa mi avviai verso quelle antiche rovine.
L’aria era umida e faceva caldo.
La notte ti si avvolgeva intorno come un sudario e i miei passi erano pesanti e grevi.
Cos’avrei potuto dire se li avessi trovati?
Come mi sarei dovuta comportare?
Fingere di non sapere?
Scesi degli scalini malandati.
Rimasi celata dietro una colonna.
La decisione di Allen, il suo proposito di non permettere ai Noha o alla Chiesa di intromettersi fra loro due…
Era una colpa di cui mi sarei macchiata perché non avevo alternative.
Mi piacesse o meno, io ero della Chiesa.
Perché la Chiesa, checchè ne dicesse era fatta da uomini, e gli uomini sbagliano.
Nessuno di loro è prefetto, non ne esistono.
Ma hanno gli ideali e quelli si, quelli possono essere perfetti perché possono essere lasciati come dono da Dio.
E ciò che viene da Dio è sempre… Giusto.
Quindi, cosa ci facevo li?
Cosa videro gli occhi di Kanda quando Alma si spense non mi sarà mai dato di sapere.
Forse avrei potuto chiedere o portò chiederlo in futuro ma non credo che lo farò mai.
Ci sono cose, ci sono dolori che non possono essere condivisi.
Questo è uno di quelli.
Di Alma non restava molto.
La testa, il volto, le braccia e un pezzo di busto, al quale Kanda era abbracciato.
Lo aveva capito?
Lo aveva capito che era lei la donna che aveva promesso di cercare e di reincontrare?
Che era la sua anima quella intrappolata nel corpo di Alma?
Forse.
Ma non avrei chiesto.
Mai.
E di nuovo feci qualcosa per cui non sarei mai stata perdonata.
Avanzai nella sabbia di quel posto.
Fra le colonne più o meno rotte.
Non potevo rimandare.
Non potevo permettere si facesse troppo tardi.
Dopotutto ero avvezza ad essere odiata.
Le lacrime di Yu.
Poteva qualcosa di così dolorso essere al contempo tanto bello?



- Il tuo odio… Il tuo odio riversalo pure su di me. Va bene. E’ giusto così. – gli dissi accucciandomi davanti a lui e protendendo una mano per toccare Alma.
Se non avessi purificato il suo spirito, ammesso che fossi comunque in tempo per farlo, non sarebbe mai stato accolto o accolta dall’altra parte.
Non mi era dato di sapere che cosa i morti vedessero al momento del trapasso ma la sensazione di calma e di pace che mi invase mi fece capire che non era troppo tardo.

° Purificami con issopo e sarò mondato; lavami e sarò più bianco della neve. Fammi sentire gioia e letizia; esulteranno le ossa che hai spezzato.°
Salmo 50

E fu davvero come sentire tutte le mie ossa infrangersi.
Perché l’odio che mi si riversò addosso mi distrusse.
Eppure la mia fede non venne meno.
La certezza che il mio Dio non mi stava abbandonando ma solo mettendo alla prova mi diede la forza per resistere.
E anche il corpo di Alma, da nero stava tornando un colore più roseo.

° Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo…
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato tu, o Dio,
non disprezzi.°
Salmo 50

Gli occhi blu di Yu mi stavano fissando.
E lui era a pezzi.
Non solo il suo cuore lo era, ma anche il suo corpo, quel corpo che si rigenerava ogni volta adesso era solo un involucro sottile come la carta velina e fragile come un castello di cenere.
- Angel – sussurrò con labbra screpolate.
Gli sorrisi fra piume bianche rosse di sangue.
  
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