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Autore: AngelOfSnow    04/07/2011    3 recensioni
" Shouta-kun "
Mi ridestai dai miei pensieri sentendo che le costava fatica parlare.
" Dimmi, come ti senti? "
" Shouta-kun… io "
Alzò la testa: vidi un lampo di lucidità e coraggio attraversare quei pozzi di cioccolata.
" Shouta-kun io ti amo… "
[ Sawako & Shouta Citazione Cap.4 ]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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 Capitolo 3:

Sentimenti a lungo repressi.
 

Non si era ancora girato.

Perfetto visto che ti vergogneresti no?

Si era perfettamente vero, ma l’avrei potuto guardare in faccia dopo quello che stavo per dirgli?

Non voglio lasciarlo andare!

Una piccola voce infantile si agitava nella mia testa urlando, sbattendo e trucidando i miei nervi, già spossati dalle lacrime e dalle conversazioni di pochi minuti prima. Era ancora girato, non potevo sopportarlo. Avrei dato sfogo al mio desiderio finalmente.

Lo chiamerò per nome.

<< Shouta-kun >> 
Si girò con gli occhi aperti per lo stupore, le sue iridi cioccolato lucidissime , con alcune lacrime in procinto di uscire, ma non lo fecero.
<< Kuronuma…. Come mi hai chiamato? >>

Oddio e se non avesse voluto?

Panico. Abbassai gli occhi intenta di chiedergli scusa, ma qualcosa dentro me mi incitò ad andare avanti e continuare quello che stavo facendo. Oramai, avevo percepito il modo in cui il sangue stava colorando le mie guance.
<< Shouta-kun…. Posso chiamarti così?? >>
Dolo questa frase divenne di mille colori. Era così bello quando si comportava così, si vedeva tutto il mondo che avevo visto da lontano: felicità,  sorrisi ampi, amici, amori, stare in mezzo a tante persone senza esser visti di malocchio ma ben accetti, sentimenti . Tutto.

Ti  servono solo 2 parole per averlo così per sempre.

Già sono solo 2 parole che però non riesco a dire. Le parole che avrebbero cambiato tutto, le parole che mi avrebbero permesso di trovare e stare con lui.

Ma perché deve essere così??

La testa iniziò a pulsare e girare vorticosamente, gli odori si iniziarono a mescolare e tutto sfocare. Lo vedevo in modo distinto ed ebbi paura. Iniziò a mancarmi il respiro e cercai di aggrapparmi il più possibile a lui, ma le ginocchia cedettero e mi ritrovai in ginocchio.
<< Kuronuma! Che succede? >>
Mi stava scuotendo troppo. Alzai una mano per fargli cenno di fermarsi e sedersi di fronte a me. Si avvicinò e mi lasciò appoggiare la testa sul suo petto.

Siamo così vicini! Che meraviglia.

Era così strano, e ebbi il presentimento  di esser rossa in viso, ma il problema era il mio battito accelerato e con grande stupore, mi accorsi che il suo era anche più veloce del mio.

Perché ti ama!

Vero, non ci feci molto caso prima, ma adesso…
<< Shouta-kun  >>

mi costava non poco parlare senza balbettare per l’imbarazzo.
<< Dimmi, come ti senti? >>
<< Shouta-kun… io >>
Alzai la testa sicura di me e di quello che stavo per dire.
<< Shouta-kun io ti … >>
Mi sentì mancare e poi niente. Il buio totale. Un tunnel buio. Un tunnel  dove non c’era nessuno, nemmeno la percezione di me stessa poteva esser molto azzeccata. Ad un certo punto una voce familiare:

Sei sola!... Sei sola!...Sei sola!

Non è possibile che io sia sola, con me ci sono tante persone buone e gentili.

Ne sei sicura?!... Sarai sempre sola per colpa del  tuo aspetto!

No non posso essere sola, perché io ho degli amici come Chizu Chan  e Yano Chan.

Ma adesso dove sono?!

Già dove sono?..

Girai la testa convulsamente per cercarle. E le trovai. Stavano camminando lungo una passerella.
<< Yano Chii, andiamo a mangiare del Ramen da Ryuu?! >>
<< Mi farai diventare grossa lo sai vero? >>
Per fortuna stavano parlando allegramente. Mi avvicinai frettolosamente a loro e cercai di toccare per il braccio Chizu: ma la mia mano trapasso da lato a lato. Ebbi paura, troppa paura di quello che stava accadendo.

Visto? Sei sola come sempre, nessuno ti vuole e tu sei invisibile agli occhi di tutti. RASSEGNATI!

NO! NO! …

Non poteva non esser accaduto niente in tutti quei mesi. Ma…
Mi lasciai cadere per terra, nel buio più totale.

Ero sola.

In quel posto vuoto, bui e desolato, dove non c’era nemmeno un suono e nemmeno un odore che mi rendesse riconoscibile il luogo, o magari mi desse l’occasione per orientarmi, la voce continuò a lungo a schernirmi in ogni modo possibile, quando si materializzò come il vento una ragazza.

Non una semplice ragazza…

Buttò un passo verso di me e poi un altro. Quando la vidi rimasi impietrita come marmo: Me stessa.

Infatti… sono te, anzi mi correggo, ero te…

Il volto non lasciava nessun spazio alle emozioni, e mi guardava in modo apatico. Una figura impressionante. Si avvicinò e mi tocco la fronte. Vidi tutti i miei ricordi di solitudine e rabbrividì a quanto fredda potessi essere. Ma poi come un lampo spuntò Shouta…

Si lui ci ha riscaldato il cuore, ma tu, perché lo fai soffrire?...

Non lo faccio soffrire…

Non volontariamente almeno, lui soffre e tu te ne rendi conto solo adesso?...

Il suo sguardo era accusatorio ma complice e colpevole…

Si in parte è colpa mia… sono l’incarnazione della tua solitudine. Non ti ho permesso di capire tante emozioni fino adesso, perché non c’era nessuno in grado di spodestarmi dal tuo cuore…

E cosa vuoi adesso da me?... io non voglio più stare da sola…

Spuntarono come pellicole tutti i ricordi dal giorno in cui incontrai Shouta-kun.

Voglio vederti sorridere e essere felice… quindi vai e cerca di esserlo ok?... Addio 

Addio…

Non potevo odiarla, perché era parte di me, del mio essere. Ma potevo solo convivere con gli anni più bui , o forse gli unici, in cui sono stata esclusa da tutto e tutti. Sorrisi, del mio sorriso più grande e cominciai a camminare e chiamare il suo nome.

Una luce?...

Una luce che mi risucchiò.
<< SI E’ SVEGLIATA!!!... >>
Qualcuno al mio fianco urlava e cercava di chiamare qualcuno.

Ma chi?...

Misi a fuoco il posto in cui mi trovavo: tende bianche a marcare il perimetro di un lettino, Chizu; Yano, Ekko, Ryuu, Tomo e Kurumizawa in un lato.

Infermeria?

Oh no! Mi misi a sedere di scatto, ma una mano calda e grande mi costrinse a ristendermi.
<< Eh no signorina! Non puoi metterti di scatto a sedere! Vuoi per caso svenire di nuovo? >>
L’infermiera, una donna sui 40 anni, portati molto bene, capelli castano chiari con due occhi nocciola caldi, mi osservavano in modo materno.
<< G-g-grazie, ma che… >>  
Vidi una figura alzarsi dietro le tende, e con passo deciso mettersi al  lato sinistro del lettino. Era lui.
<< S- Kazehaya! … >>
Aveva il volto tirato, di chi rimane per ore preoccupato per un parente…

Parente? Lui ti Ama!

Avvampai per l’imbarazzo , e notai che Yano e Chizu sogghignavano divertite.
<< Sei svenuta mentre stavamo parlando… Ti ho portata in infermeria 3 ore fa…>>
3 ore?... strano a me sembra che siano passati solo attimi in quel luogo…

Già… Shouta!...

Lo guardai intensamente negli occhi, e come mi aspettavo ricambiò il mio sguardo addolcendosi  poco. Non mi accorsi subito che Yano e Chizu stavano spingendo via tutti, ma quando mi resi conto della situazione era troppo tardi: eravamo soli.
<< Kazehaya… scusami>>
<< Scusami per cosa... per il fatto di non chiamarmi più per nome? Oppure di avermi fatto preoccupare come un anima in pena? >>

Soffre!...

<< E-hm no scusami per la seconda opzione… Posso davvero chiamarti per nome?>>
Ero allibita e felicissima. Quando lui abbassò la testa consenziente.
<< Shouta-kun… Io T- >>
Mi tappò la bocca e con uno sguardo acceso iniziò a parlare.
<< Lo so… Me lo hai detto prima di svenire tra le mie braccia… hai continuato a ripeterlo mentre eri incosciente… l’hai detto anche davanti agli altri in modo incosciente…>>

Come poteva esser successo?... non avevo mai parlato nel sonno… non...

<< Perdonami! … >>
Trattenni le lacrime, ma strinsi con forza un lembo di lenzuolo così tanto da farmi male.
<< Sawako, guardami>>
Alzai piano la testa e vidi che il suo viso era contratto in modo dolce.

Non era arrabbiato allora?

L’infermiera stava premendo nel farmi riposare
<< Ne parleremo domani ok?... >>
Si avvicinò e mi lasciò un tenero bacio sulla fronte.
<< Domani, prima di giocare, mangia qualcosa. >>
Disse qualcosa con le labbra che mi fece stare subito bene: I Love You
Mi sorrise e uscì dalla stanza, ero conscia che l’indomani, l’avrei detto con fermezza assoluta.

   
 
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