Correva.
Non
le importava delle macchine che le sfrecciavano a due centimetri di
distanza,
non le importava dei clacson impazziti, non le importava di niente.
La
rabbia.
Nei
confronti di quel porco che aveva visto affacciarsi sulla porta, ma
soprattutto
di sua madre che aveva permesso tutto: aveva fatto andare via suo
padre,
fregandosene del suo amore, della sua dolce determinazione nel
proteggere lei e
tutta la sua famiglia.
Non
le importava che suo padre fosse diventato un mostro o meno,
perché non ci
sarebbe stato niente di peggio che vedere sua madre in quelle
condizione,
riducendo Renesmee Cullen a perdere quel minimo di rispetto che aveva
per lei.
Si era trasformata in una donna oggetto, in un vampiro oggetto.
La
paura.
Paura
che per suo padre fosse stato troppo tardi, che avrebbe trovato solo un
mucchio
d’ossa o peggio, che lo avrebbe visto morire sotto i suoi
occhi. Non poteva
permettersi di perdere la persona che prima di tutti la aveva amata, senza mezzi termini, senza
preoccuparsi che fosse un ibrido o qualcosa di completamente diverso da
quello
che era stata.
L’intrico
di strade e palazzi intanto, si faceva sempre più rado
lasciando il posto ai
primi accenni di vegetazione.
E
Renesmee correva.
E
Liam era dietro di lei, consapevole di quello che la ragazza stava per
fare.
Pronto a fermarla se fosse stato necessario, anche se in cuor suo
sapeva che se
si fosse trovato lui al posto di Renesmee avrebbe fatto la stessa
identica
cosa.
Ma
i suoi sentimenti erano diversi da quelli della mezza vampira.
C’era
lo stupore.
Non
poteva credere che la sua dolce Bella, dagli occhi color cioccolato e
l’esile
corpo di un giunco potesse ridursi in quelle condizioni depravate e
senza veli.
Era uno stupore assolutamente doloroso, che gli mozzava il respiro. Era
come se
Isabella Swan, la sua piccola,
fosse
morta per lasciare posto ad un’altra creatura che non la
compensava nemmeno
nella sua metà.
C’era
il terrore.
Aveva
paura che, avvicinandosi ai Cullen - affetti da chissà quale
morbo- avrebbe
potuto risvegliare in qualche modo l’arcana maledizione che
Bella sembrava aver
spezzato centodieci anni prima. Il morbo forse, era solo
un’evoluzione di quest’ultima
che l’aveva resa ancora più potente di quello che
era prima e aveva costretto
la famiglia di vampiri più innocua che avesse mai conosciuto
a ritirarsi nel
bosco prima di fare troppe vittime.
C’era
l’amore.
Sì,
non lo avrebbe potuto chiamare in altro modo. Il veder rimbalzare i
riccioli ramati
di Renesmee, la sua feroce determinazione che lui per anni aveva
cercato di
avere nel dimenticare Bella, ma che non era mai riuscito ad acquisire.
E nella
disperata corsa alla salvezza della famiglia Cullen, nel cuore di Liam
Swan
stava crescendo un sentimento più grande della sua intera
anima. Un sentimento
che non poteva non chiamarsi amore.
Lui adorava tutto di lei: i suoi gesti, il suo comportamento misterioso
e
talvolta chiuso, la maschera di indifferenza che cercava di calzare
ogni
giorno.
E
fu in quel momento che il ricordo della sua Bella lo
abbandonò, volò via
insieme agli altri sentimenti e ricordi perduti per lasciare spazio a
qualcosa
che avrebbe occupato la sua essenza per il resto
dell’eternità.
Nota
dell’autrice:
Vi
è piaciuto questo capitolo di mezzo? Ammetto che non viene
spiegato
praticamente niente, ma ho pensato di sviluppare in maniera
più forte i
sentimenti dei nostri due protagonisti per far capire meglio a tutti la
loro
vera essenza, che è destinata a sfiorarsi e infine ad
intrecciarsi per non
lasciarsi mai più.