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Autore: Argento    13/07/2011    3 recensioni
Dunque, questa è un'idea che mi ronzava in testa da molto, molto tempo, e finalmente ho trovato il coraggio di scriverla e pubblicarla. All'inizio potrete pensare che non centri nulla con Harry Potter, ma capirete nei prossimi capitoli come si intreccia con la storia dei nostri maghi preferiti. Se la storia prende, aggiornerò ciclicamente ogni cinque giorni.
Buona lettura, e, per favore, recensite!
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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1. Una ragazza. Solo una ragazza.


Chiara Valente era una ragazza. Solo una ragazza.

Non era particolarmente bella e non le piaceva il suo fisico.

Non si piaceva e non si amava, magra, piccola e bassa, con una pianura sul petto da far invidia a una specchio.

Occhi e capelli castano chiaro.

Banale.

Dannatamente banale.

Non era un genio a scuola, non lo era mai stata. Ma la scuola non le interessava.

A lei importava solo leggere i suoi libri e stare al computer quando poteva.

Viveva in una casa molto piccola con i suoi genitori e sua sorella.

Non aveva un buon rapporto con nessuno di loro, anzi: per ognuno di loro sentiva ogni fibra del suo corpo produrre veleno.

Se avesse potuto, sarebbe scappata da casa sua.

Ma sfortunatamente non ne aveva la facoltà: aveva ancora quattordici anni.

Aveva sempre creduto di essere fortunata, o almeno, aveva creduto questo fino a quando si era resa conto di non essere felice.

Non era felice a casa, con la sua famiglia.

Non era felice con gli amici perché, anche se con loro si divertiva, non le importava poi cosi tanto; soltanto poche persone erano da lei considerate amici. Veri amici.

Aveva sempre creduto che da qualche parte ci fosse qualcosa di bello anche per lei.

Lei che aveva tutto e non aveva niente.

Aveva creduto di avere dei nemici da affrontare, a scuola o in palestra.

Ma i suoi veri nemici l’avevano vista nascere e crescere.

E lei aveva dovuto condividere con loro ogni sua minima cosa. I suoi genitori. E sua sorella.

Si era resa conto di non essere particolarmente amata in famiglia quando aveva otto anni.

Quando sua madre dimostrò palesemente che le interessava di più donare il suo interesse alla figlia minore di tre anni, che a lei.

Aveva creduto che fosse solo gelosia. Insomma, la gelosia è un sentimento comune in questi casi. Ma aveva capito che non era gelosia.

Era qualcosa di più.

Era odio.

E da li era nata una nuova forma di pensiero in lei: la consapevolezza.

La consapevolezza di essere sempre quella che poteva uscire con gli amici molte meno volte rispetto a sua sorella, la consapevolezza di essere sempre quella che doveva prestare tutto e subito a una minima richiesta senza avere nulla in cambio, la consapevolezza di essere sempre quella che doveva provvedere a sua sorella, la consapevolezza di essere sempre quella che aveva un coprifuoco da rispettare che nessuno aveva in famiglia, la consapevolezza di essere sempre quella che doveva essere pronta e servile, a qualunque ordine, la consapevolezza di essere sempre quella a cui venivano date tutte le colpe, sua sorella era una santa - parole di suo padre - in confronto a lei, anche i litigi dei suoi stessi genitori nascevano sempre - parole di sua madre - a causa sua, la consapevolezza di essere sempre quella che veniva picchiata dal padre e dalla madre se non si comportava come richiesto, la consapevolezza di essere sempre quella che doveva curare ferite esteriori e interiori in se stessa, sempre, la consapevolezza di essere sempre quella che non riusciva a trattenere le lacrime ma che non voleva piangere davanti a nessuno.

Era nata forte. Ma l’avevano indebolita.

L’unica cosa che la confortava davvero era leggere. Lei amava leggere i suoi libri.

Sfogava in essi tutta la sua tristezza, sognando di essere rispettata un giorno.

Magari desiderava soltanto una cosa, dai suoi genitori.

Desiderava rispetto. E amore. Ma sapeva che dalla sua famiglia non ne avrebbe mai ricevuto.

Cosi un giorno prese una decisione.

Aveva deciso che sarebbe morta, lasciando una lettera. Aveva desiderato suicidarsi, per punire i suoi genitori, per restargli sulla coscienza, per tormentarli col suo ricordo fino alla loro morte.

Ma poi si era fermata. Qualcosa l’aveva fermata.

Due cose.

Il forte desiderio di vivere e la paura.

Paura non della morte in se, ma paura di quello che avrebbe perso, le emozioni, le avventure, una vita, l’amore… tutte queste cose le avevano fatto pensare che sarebbe stata una perdita.

Una forte perdita.

Ma la paura non era solo questa.

Aveva anche paura che una volta morta, se ne sarebbe pentita. Dopo la morte non si torna indietro.

Ma ne sarebbe valsa la pena?

Se i suoi genitori non la meritavano in vita, non l’avrebbero meritata neanche in morte.

Ma poi una soluzione arrivò.

Talmente complessa, talmente impossibile, talmente geniale, talmente meravigliosa.

*

*

*
Ok, lo so che penserete che sarà una palla e che non centra niente con Harry Potter ma le ‘sorprese’ vengono dopo..

Fatemi sapere che ne pensate, anche solo per dirmi che fa schifo.

  
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