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Autore: IceJuliet    14/07/2011    4 recensioni
Nessun Shugo Chara. Nessun Uovo X. Niente Guardians o Easter. Soltanto l'amore di due ragazzi che sboccia dopo diverse disavventure.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Love Begins. '
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Amu si diresse verso il giardino ancora immersa nei suoi pensieri. Vide un albero gigantesco. "Beh, tentar non nuoce"  pensò e sorrise tra se e se. Un piede dopo l'altro salì sull'albero e si sistemò su un ramo abbastanza robusto.

"Hey, posso farti compagnia?" Chiese una voce dietro di lei. Amu si girò di soprassalto, non si aspettava di vedere Ikuto dietro di lei. Sorrise.

"Certo." Continuò "Come hai fatto ad arrivare qui?" Chiese lei.

"Sono uscito dalla finestra." Disse lui alzando le spalle. Lei scosse la testa ridendo.

"Sei strano forte!" Disse e si passò una mano tra i capelli… "Com'è carina…" Pensò lui guardandola mentre Amu si sistemava i capelli da una parte.

"E allora?" Chiese lui. Lei lo guardò con aria interrogativa. "Come mai hai cambiato scuola?" Si spiegò lui.

"Sul serio?" Chiese Amu sospirando.

"Sul serio…"

"Mia madre è morta cinque anni fa, e mio padre per questioni di lavoro si trasferisce continuamente, e io e la mia sorellina minore lo seguiamo. Questa volta, però si risposa, quindi…" Disse Amu tutto d'un fiato sospirando.

Ikuto la capiva. Dio, se la capiva… 

"Bè, non è poi così lunga la storia…" Disse lui, sorridendole. Con uno sguardo comprensivo.

"E, invece te?" Chiese lei. Amu era intuitiva. lo aveva già capito da tempo che Ikuto aveva avuto un passato simile al suo, o ,comunque, che si era trasferito da poco.

Era proprio una ragazza speciale. Diversa dalle altre. E di ciò, Ikuto Tsukiyomi se ne era già accorto.

"Invece io, cosa?" Immaginava cosa intendesse la ragazza, ma voleva capire quali erano le supposizioni di lei.

Lei sorrise, e iniziò a spiegargli le sue idee. "Probabilmente anche nella tua famiglia manca qualcuno, e non sei di certo di qui. Quindi ti dovresti essere trasferito da più o meno un anno, o giù di lì… comunque, all'inizio della scuola c'eri già sicuramente." Si girò verso di lui sorridendogli. 

"Come hai…?" Chiese lui, sbigottito. Lei ridacchiò. 

"Non è stato difficile… appena ti ho raccontato di mia madre non hai fatto domande. Le domande, o le condoglianze, spesso sono fatte da persone che non hanno vissuto in prima persona il trauma o la perdita. E poi, il tuo accento è diverso da quello dei nostri compagni. Molto più simile al mio. Dimostra che non sei di qui, ma bendò dal nord di Tokyo, da dove provengo io. " Disse alzando le spalle.

"E, come hai fatto a sapere che ero già qua all'inizio dell'anno?" Le chiese Ikuto.

"Bè, è facile. Punto Primo: sei uno dei primi ad aver parlato con me, la nuova ragazza. Ciò, dimostra in parte che hai vissuto la situazione. Punto Secondo: parli con i nostri compagni, ma non hai molta confidenza. Punto Terzo:…"

Si girò sorridendogli :" L'ho sentito bisbigliare dalle nostre compagne, mentre eri interrogato"

Lui ricambiò il sorriso.

"Allora? Io ti ho raccontato la mia storia: ora sta a te…" Disse lei. Guardandolo negli occhi… "Eh, si. Non è male!"

"Mio padre ha abbandonato me, mia madre e mia sorella quando avevo 7 anni, lasciandoci nei debiti fino al collo. E, come tuo padre, mia madre sta organizzando il matrimonio." Disse lui. "E, si. Vengo dal nord del Giappone"

Lei sorrise. "Abbiamo molte cose in comune…" pensò Amu. Quel ragazzo. Quel ragazzo che a malapena conosceva… Strano. Molto strano. Sorrise al pensiero.

"Forse è meglio tornare in classe. Tra poco ricomincerà la lezione…" iniziò lei. 

"Giusto" Ikuto si alzò e salì più in alto nell'albero.

"Che fai?!" Chiese lei, sconvolta.

"Torno in classe… vieni con me, o preferisci rimanere qui?" Chiese lui, inarcando un sopracciglio non capendo a cosa era dovuta la reazione della ragazza. "No… cioè, si… adesso arrivo" Disse lei alzandosi e raggiungendolo.

Ikuto saltò dentro un'aula dalla finestra. Amu prima di saltare, guardò in basso. "Tu dici che se cado, mi spiaccico al suolo e mi devono organizzare un funerale, oppure sopravvivo e saltello fino in classe?" Chiese lei dubbiosa. Lui rise a crepapelle. "Eh, si! E' proprio una ragazza!" Pensò.

"Tu salta, poi ti prendo!" Le rispose lui. Amu avvampò. "Oddio… cioè… mi ritroverei tra le sue braccia… o mamma…" Un turbinio di pensieri le invase la mente… Non era di certo il momento di preoccuparsene! E questo l'aveva capito anche Amu.

Si avvicinò e saltò. Atterrò perfettamente, e Ikuto non ebbe il bisogno di aiutarla in gran modo… ma sta di fatto, che comunque appena scese Ikuto la strinse a se. Lei avvampò di colpo e si staccò immediatamente. 

"Ma che mi è preso?"  Pensò Ikuto arrossendo leggermente. 

"Allora sei qui…" Una voce. Una voce profonda… incuteva paura. Amu tremò…"Oddio…" Si preoccupò lei. 

Una ragazza dai capelli biondi la fulminò con lo sguardo. Era bella. Bella da mozzare il fiato, sicuramente. 

"IKUTO! Che ci fai con QUELLA ragazza, è?" Chiese la biondina urlando contro il ragazzo. "Ecco, lo sapevo. E' fidanzato!" pensò Amu tristemente.

"Senti Utau.." Provò a spiegare Ikuto. "'Cidenti a mia sorella!" Pensò lui.

Lei lo prese le trascinò fuori, strattonandolo per la camicia. Poi si voltò a guardare Amu.

"E tu, stupida bamboccia. Stai lontano dal MIO Ikuto!" Disse, sputando fiamme e fuoco.

"Guarda che ti stai sbagliando!" Disse Amu, sorpresa. Non aveva proprio voglia di litigare.

"Zitta, bambina!" 

Ora si. Aveva davvero voglia di litigare.

Amu corse verso la bionda e liberò dalla sua presa Ikuto, stupito di vedere quella reazione.

"Senti, biondina." Disse. "Io ho un nome, e ti invito ad usarlo." Finì, quasi sibilando.

"Abbassa i toni" Cercò di ribattere Utau. "Io non abbasso niente, finché tu non la smetti di trattarmi come una merda." Concluse Amu "Ecco, addio finezza…"  Pensò incavolata nera.

"Non me l'aspettavo…" Sussurrò Ikuto sorridendo. Nessuno aveva mai avuto il coraggio di parlare con quel tono a sua sorella. Amu s'incamminò superando Utau. Si fermò di scatto e si voltò a guardarla.

"Oh, aspetta. Mi presento. Sono Amu Hinamori. E non bambina, o Bamboccia. Sia chiaro" disse Amu, dolce come un angelo.

"Bamboccia." Sussurrò la Bionda. Amu alzò gli occhi al cielo. Le dava fastidio ammetterlo, ma il caratterizzo della bionda le piaceva.

"Cos'è, hai una memoria breve? Oh, ho capito. Soffri di Amnesia, per caso?" Sorrise beffarda Amu.

"Ah, sei anche spiritosa adesso, vero?" chiese Utau, fredda come il ghiaccio.

"Oh, io so essere molto spiritosa."  Sorrise alla ragazza, e tornò per la sua strada. "Certa gente è proprio fuori…" Pensò Amu.

Ikuto sorrise tra se e se. "Bè, non c'è che dire…" Sussurrò e s'incamminò nella direzione in cui era andata la ragazza. Utau lo prese per un braccio e lo tirò. "Non avrai intenzione di lasciarmi qui!" Gli disse.

"Senti, Utau. Mi sono proprio stancato della tua gelosia. Lo vuoi capire? Sei MIA SORELLA!" E concludendo così, strattonò il braccio e continuò per la sua strada.

Utau, indispettita gli voltò le spalle e se ne andò.

Entrato in classe Ikuto vide Amu seduta al banco immersa nei suoi pensieri. "Oh, 'Cidenti! Sarà la sua ragazza…?" Pensava la ragazza dai capelli rosa. "Taci Amu. E poi cosa te ne fregherebbe, tu ce l'hai già un ragazzo. E il suo nome è Ryan. Non Ikuto." Continuava. "Amu. Qui è il tuo cervello che parla. Conosci Ikuto a malapena da 3 ore. Ryan da quanto lo conosci?"Chiese una vocina nella sua testa "Una vita!" Si, però… "Rispose mentalmente lei "Din din! Risposta esatta! " (Possibile discutere con il proprio cervello? *mistero*) Amu rifletteva "Si, ma… cioè… bo, non lo so!" Disse ad alta voce, ma solo Ikuto, che era lì vicino la sentì.

"Che cosa non sai?" le chiese.

"Bè… tante cose…" Disse Amu vaga.

"Ti chiedo scusa per prima… Mia sorella è un po strana" Disse Ikuto. "Sua sorella?!" Gridò Amu dentro di se. "Evvai!" Pensò."Ma che evvai, ragazzina! Se Ryan leggesse i tuoi pensieri." Commentò il cervello. "Stai zitto e lasciami esultare un po. E poi voglio un po riflettere, quindi va via!" Rispose lei mentalmente. "Io SONO il tuo CERVELLO. Ora spiegami come faccio ad andarmene senza un trapianto!" (E' possibile fare un trapianto al cervello? *ancora mistero*). 

"Fa niente. Forse dovrei scusarmi anche io, mi sono alterata in fretta." Disse lei scuotendo la testa.

 

Amu stava uscendo da scuola in compagnia di Ikuto e di alcuno compagni di classe. Maschi. Faceva colpo in fretta. 

Ridacchiavano parlando del più e del meno, finché il cellulare nella tasca di Amu non vibrò. Lei lo tirò fuori e vide che c'era un messaggio.

Ryan.

Piccola, quando sono finite le lezioni chiamami. Mi manchi. Ti amo. :)

Questo era il messaggio. Amu sorrise. Il gruppetto di cinque ragazzi si fermò a guardarla, con aria interrogativa. 

"Scusate, è il mio ragazzo. Devo chiamarlo." Disse lei arrossendo un attimo.  I tre ragazzi la guardavano ammutoliti, con arie tristi, come se sperassero in una relazione amorosa con la ragazza. Ikuto invece era sprofondato in un turbinio d'emozioni. "No. Il ragazzo. Non può essere." Pensava. "Ma dai! La conosco da 6 ore e già…" Poi alzò lo sguardo e la vide. Era bellissima. Doveva ammetterlo.

"Ho un'idea. Mentre tu chiami …?" Disse uno dei ragazzi, Usui.

"Ryan" disse lei.

"Ryan, noi andiamo a prendere un gelato. Vi va?" Chiese e tutti acconsentirono. 

Ora Amu doveva chiamarlo. Si sedette su una panchina.

"Che gelato vuoi?" Chiese Ikuto.

"Mmm… cioccolato!" Disse lei convinta e sorridente. Lui rispose al sorriso e s'incamminò.

"Squilla…" Disse Amu, con il cellulare all'orecchio.

"Amu!" Sentì dall'altro lato del telefono.

"Ryan! Come stai?" Chiese lei allegra.

"Bene! Mi manchi da morire. Te, invece? Come va nella nuova scuola?" Chiese lui.

"Io sto bene… non è poi così dura come pensavo. Poi ho già fatto nuove amicizie!" 

"Davvero? Sono felice pe…" non finì la frase interrotto da Ikuto.

"Amu, ecco il gelato." Poi si accorse che lei era ancora al telefono. "Scusa!" Sussurrò. Amu sorrise come per perdonarlo.

"Chi era quello?" Si sentì dall'altra parte del telefono. La gelosia di Ryan era davvero stressante per Amu.

"Tranquillo Ryan, era un mio compagno di classe!" Disse lei scuotendo la testa rassegnata.

"Perché esci con lui?" Risposta burbera. "Odio quando fa così" Pensò lei.

"Ryan. Sto andando a casa!!" Rispose lei alzando il timbro di voce.

"Con QUELLO?" 

"Senti Ryan, non ho voglia di litigare al telefono con te per una sciocchezza. Ne riparliamo più tardi. Ti chiamo stasera." Disse lei chiudendogli il telefono in faccia.

Sempre così. Mai una volta che lui non le facesse saltare i nervi. Sbuffò.

"E' sempre così…?" Cominciò a chiederle Ikuto.

"Assillante? Stressante? Eccessivamente ossessivo? SI." Disse lei sbuffando ancora più forte. Prese il gelato dalle mani di Ikuto.

"Stavo per dire geloso, ma…" Si girò verso di lei sorridendo. Amu ricambiò il sorriso.

Arrivarono anche gli altri ragazzi, che si sedettero nel prato.

"Come è andata?" Chiese un ragazzo biondo, Akito.

"Mbah. Potrebbe essere andata meglio!" Sbuffò iniziando a mangiare il gelato.

La compagnia rise vedendo Amu alzare gli occhi al cielo. La gente che passava guardava con curiosità il gruppetto formato da quattro ragazzi e una ragazza che stavano spaparanzati sulle panchine e per terra.

"E ora che si fa? Sono già le quattro." Chiese ad un tratto un moro, Ryou.

"Le quattro?!" Disse Amu saltando in piedi. "E' meglio che vada! Ci vediamo domani a scuola!" Disse salutando con un cenno i nuovi amici. E Ikuto. Corse via sotto lo sguardo stranito dei ragazzi che scoppiarono a ridere. 

"Certo che è proprio un bel tipo!" Esclamò Usui, ridacchiando.

Amu correva talmente veloce che se avesse fatto una curva vicino ad un albero, si sarebbe di sicuro schiantata su di esso.

"'Cidenti! Mi sono dimenticata di prendere Ami!" 



When I saw you over there, 
I didn't mean to stare, 
But my mind was everywhere, 
I wanna know you!

Gonna guess that you're the kind, 
to say what's on your mind, 
But you listen when I have something to show you. 

There's a mark above your eye, 
You got it in July...
You're fighting for your sister's reputation .

You remember people's names 
Valentines are lame .
So I bring you flowers just for no occasion!

I wanna know you! 

I wanna go there, where you go.
I wanna find out what you know. 
And maybe someday down the road, 
I'll sit back and say to my self, 'yeah I thought so'!

You smile, never shout. 
You stand out in a crowd.
You make the best of every situation.

Correct me if I'm wrong, 
You're fragile and you're strong:
a beautiful and perfect combination!

I wanna know you 

I wanna go there, where you go. 
I wanna find out what you know .
And maybe someday down the road, 
I'll sit back and say to my self ...

I like how you are with me 
In our future history! 
And someday down the road,
I'll sit back and say to my self, 'Yeah, I thought so' !

I thought so

David Archuleta- I Wanna Know You
  
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