Anime & Manga > D'Artagnan
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Autore: lady lina 77    14/07/2011    4 recensioni
I moschettieri sono impegnati nella battaglia contro gli Ugonotti a La Rochelle. D'artagnan parte, sperando in una grande e nuova esperienza, quella guerra di cui tanto ha sentito parlare e che mai ha vissuto sulla sua pelle. Ma ci metterà poco a capire che la guerra non è un'avventura da romanzo... Il suo mondo, i suoi affetti, la sua anima finiranno risucchiati in un incubo buio come la notte...
Genere: Avventura, Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eccomi di nuovo fra voi con un nuovo aggiornamento (fatto il 14 luglio, festa nazionale francese, vale doppio XD). Come sempre, ringrazio chi segue e commenta questa storia. E per gli appassionati di Athos e Aramis, lascio una piccola, piccolissima scena. Spero vi piaccia, non sono amante particolarmente di questa coppia ma volevo fare un regalo a voi che mi seguite e che invece spasimate per loro. E' una scena piccolina è, però spero vi piaccia lo stesso ;)

Un bacione e alla prossima!!!






L'unione fa la forza



Per il piccolo Jean era stata una passeggiata arrivare a La Rochelle. Era un bimbo di strada e, a parte il periodo parigino in cui aveva vissuto a casa di monsieur Bonacieux, era avvezzo alla dura vita di senza tetto. Come tanti bambini di quella Francia seicentesca, sapeva bene come sopravvivere senza la certezza del cibo, senza la protezione di una famiglia, con unico tetto nelle giornate di pioggia, un ponte.

Sapeva viaggiare da solo senza mai piangere, senza farsi sconfortare dalla fame o dalle avversità che incontrava sul suo cammino, sapeva procurarsi cibo nei modi più disparati, sapeva lavarsi nei ruscelli che incontrava, sapeva capire con un solo sguardo se un suo eventuale interlocutore era una persona di cui fidarsi o no.

Per questo era riuscito a viaggiare da Rouen a La Rochelle senza particolari problemi. Spinto dalla sua furbizia, dal suo coraggio, dalla voglia di capire cosa fosse successo a d'Artagnan e di aiutarlo.

Ma giunto a La Rochelle il tutto si era fatto più difficile. Era una zona di guerra piena di militari e di Ugonotti inferociti. E lui era un bambino solo. Certo, non era un obiettivo militare, quindi dubitava di venire ferito o ucciso in qualche azione di guerra. Però quello era comunque un territorio ostile, pericoloso e niente e nessuno gli avrebbe garantito di non essere ferito casualmente in qualche azione di guerra.

Aveva individuato abbastanza in fretta la zona dove era accampato il corpo dei moschettieri del re e si era avvicinato e mischiato fra i militari con umiltà, silenziosamente. Per non disturbare le azioni di guerra, per non farsi scoprire e magari allontanare. In fondo, a lui di quei combattimenti non importava proprio niente. Voleva solo trovare Athos, Porthos e Aramis! Digli cosa gli era successo, raccontar loro di d'Artagnan, sentire da loro la storia dell'amico...

Ci aveva messo tre giorni per trovarli. Di giorno il campo era pressocché deserto, solo le reclute più giovani rimanevano a guardia di tende e munizioni.

Era stato notato, gli era stato anche chiesto di allontanarsi, che quello non era posto per un bambino. Ma non l'aveva fatto! Se n'era stato accucciato, in silenzio, senza disturbare troppo. In attesa del momento in cui avrebbe incontrato i tre moschettieri! L'avevano probabilmente scambiato per qualche monello curioso o per il figlio di qualcuno, non aveva importanza. Non l'avevano cacciato, era riuscito a rimanere, nascondendosi nell'ombra.

E finalmente, alla terza sera, li vide...

Stanchi, con gli abiti pieni di polvere, Athos, Porthos e Aramis avanzavano fra le tende. I loro visi erano spenti, distrutti da guerra, desolazione e spossatezza...

Il cuore di Jean prese a battere all'impazzata! Quanto era felice di rivederli!!! Gli erano mancati quei valorosi uomini di guerra, quel gruppo di amici affiatati e fidati che avevano fatto quadrato con d'Artagnan, che si erano presi cura di lui, che avevano combattuto contro i peggiori nemici di Francia, che per lui che non ne aveva mai avuta, erano stati una famiglia...

Gli corse incontro, felice.

Aramis spalancò gli occhi, sorpresa. Un'allucinazione??? "Jean???".

Anche Porthos e Athos si fermarono spaesati. Che ci faceva lì il loro piccolo amico???

Ma non era ancora tempo di domande. Solo di abbracci.

Jean corse loro incontro, saltò al collo di Aramis e si strinse a lei. La tensione abbandonò il suo piccolo corpo e il bambino scoppiò in un pianto a dirotto. Un pianto liberatorio. Finalmente, in quel luogo di guerra, non era più solo...


...


Mezz'ora dopo si trovavano tutti nella tenda di Porthos. Avevano rinfocillato Jean, lo avevano aiutato a calmarsi e ora tutti aspettavano da lui qualche risposta. Perchè si trovava lì? Cos'era successo? Nessuno si sarebbe mai aspettato di vederlo, non a La Rochelle almeno...

"Allora Jean, che ci fai quì? E' un campo di battaglia questo, non è un luogo adatto a te, lo sai...?" - chiese gentilmente ma con il tono serio che sempre lo contraddistingueva, Athos. Gli era balenata l'idea che Jean fosse giunto lì perchè alla ricerca di d'Artagnan ma aveva evitato di nominare il loro amico scomparso. Per Jean sarebbe stato un terribile shock scoprire cos'era successo al guascone e Athos, per quanto possibile, voleva evitargli ulteriori sofferenze. Era ancora troppo scosso per sapere della scomparsa dell'amico!

Jean inghottì l'ultimo pezzo di pane. Poi sospirò, ripensando all'incontro di poche settimane prima con Grethel e d'Artagnan a Rouen. "Io...". Deglutì, non riuscendo però a continuare... Brutta cosa il groppo in gola, quando devi dire qualcosa!!!

Aramis gli si inginocchiò davanti e dolcemente gli accarezzò una guancia. "Coraggio, ora sei fra amici! Dicci cosa ti è successo...".

Jean la guardò. Era tanto dolce Aramis... Si vedeva lontano un chilometro che possedeva una grazia e un'eleganza nei gesti che difficilmente si conciliavano col rude mondo dei moschettieri... Eppure, era una donna e nonostante questo, era fra i migliori di quel corpo di soldati! Jean sorrise... Era vero, era fra amici! E d'Artagnan non c'era, conferma che quello che aveva visto a Rouen era proprio lui e non si era confuso con un'altro! Doveva parlare... "Io sono quì perchè vi cercavo... Ho girato, da quando sono partito, il nord della Francia alla ricerca della mia mamma! E negli ultimi tempi ero a Rouen. E' una città grande e pensavo che magari la mia mamma fosse lì! Beh, non ho trovato lei ma un'altra donna... Una donna molto bella, coi capelli neri e gli occhi verdi... E con lei c'era... c'era... d'Artagnan!". Il bambino alzò lo sguardo e incontrò gli occhi sorpresi dei tre moschettieri che lo guardavano sbalorditi.

Athos deglutì. Una donna dai capelli neri... Ricordava l'incontro con d'Artagnan durante gli scontri del porto e la sua fuga con una donna simile alla descrizione che stava facendo Jean. Allora non si erano sbagliati, allora davvero quello era d'Artagnan!!! Dannazione, erano davvero tanto vicini al loro amico disperso... "Cosa...?" - chiese con un filo di voce.

Aramis gli si avvicinò con più foga. "D'artagnan??? Hai visto davvero d'Artagnan a Rouen???" - urlò. Da quando il ragazzo era scomparso, quel senso di colpa per non averlo protetto non l'aveva mai abbandonata...

Jean indietreggiò, preso un pò alla sprovvista da quella reazione e intimorito. "Sì, con quella donna dai capelli neri!".

"E che ti ha detto?" - chiese Porthos con tono grave.

Jean scosse la testa. "Nulla! Non mi ha riconosciuto. E quella donna diceva che era suo marito! E lui diceva che era vero e che non mi conosceva! Quella donna mi ha minacciato, mi ha detto di stare lontano da lui che se no mi sarebbe successo qualcosa di brutto! Mi ricordava tanto Milady, cattiva uguale!". Sbuffò, poi alzò il viso a guardare i tre uomini. "E così, sono venuto a cercare voi! Ma cos'è successo a d'Artagnan?".

I tre abbassarono lo sguardo e solo Athos se la sentì di parlare. Aramis era troppo scossa e Porthos non era mai stato un mago della conversazione e del tatto. "D'artagnan è stato dato per disperso e morto in un'azione militare tempo fa... Non sapevamo più nulla di lui e il suo corpo putroppo non è mai stato ritrovato. Pensavamo tutti fosse morto ma poi l'abbiamo visto anche noi, tempo dopo... Ci è apparso davanti in battaglia, come per magia... Siamo rimasti sconvolti, abbiamo cercato di avvicinarlo, anche se non eravamo convinti che fosse davvero lui! Ma non ci ha riconosciuti, ci ha combattuti ed è scappato con una donna molto somigliante alla descrizione che stai facendo tu! Quindi, era davvero d'Artagnan quel giorno... E' ancora vivo e di questo sono felice! Ma non capisco cosa sia successo, chi è la donna che lo ha fatto scappare da quì e che si spaccia per sua moglie a Rouen. E perchè lui la asseconda...".

"Dobbiamo scoprire cosa è successo ragazzi!!!" - tuonò il vocione di Porthos.

Aramis era rimasta in silenzio, ascoltando sia il racconto di Jean, sia rivivendo mentalmente il giorno in cui avevano rincontrato il guascone... Il comportamento di d'Artagnan era apparso strano a tutti allora... Perso, smarrito, come se fosse un'altra persona... "Ha perso la memoria!!!" - scattò. Ma certo, in fondo non era la soluzione più ovvia!!!???

"Cosa???" - chiesero Athos, Porthos e Jean in coro.

Aramis, rossa in viso, spiegò... "Vi ricordate Constance? Anche lei dopo un incidente aveva perso la memoria e non riconosceva nessuno! E ora d'Artagnan ha vissuto un trauma simile, non potrebbe essere che abbia un'amnesia come era capitato a Constance ee non si ricordi di noi?".

Athos si lisciò i baffi, pensieroso... "Come spiegazione ci potrebbe stare, è logica e ha senso! Se tu avessi ragione Aramis, saremmo sulla giusta strada per capire cosa è successo al nostro amico... Però, è tutto il contorno che non quadra! Chi è la donna che era con lui? Cos'ha in mente? E in che rapporti sono?".

"C'è solo un modo per scoprirlo!!! Si va a Rouen tutti e quattro! Jean ci farà da guida, lo troveremo e lo leveremo dalle grinfie di quella donna!" - urlò entusiasta Porthos.

Athos annuì... "Già, ma c'è un problema...".

L'entusiasmo di Porthos si sgonfiò... In effetti... la guerra... E soprattutto... "De Treville, giusto?" - sussurrò, mentre l'entusiasmo scemava e già si vedeva davanti il capitano che faceva NO con la testa...

Aramis si avviò verso l'uscita della tenda. "Andremo a parlare con lui insieme a Jean! Gli spiegheremo cosa abbiamo scoperto e gli chiederemo un congedo!!!". Era risoluta, niente l'avrebbe fermata. Il senso di colpa che era nato in lei dal giorno in cui d'Artagnan era scomparso stava scomparendo, lasciando posto alla voglia di salvare l'amico. Niente era perso davvero per sempre! E, ne la guerra, ne il capitano, ne il re sarebbero riusciti a farla desistere dai suoi propositi!!!


...


"NO!!!". L'urlo di De Treville tuonò per tutto l'accampamento addormentato. "E con questo, ogni discorso è chiuso!". Il viso del vecchio comandante era stanco e spossato da mesi di guerra e di sofferenze. Le privazioni, il vedere molti suoi uomini partire per non tornare lo avevano segnato nell'animo e in quelle ultime settimane era più cupo, intrattabile e severo del solito. Aveva ascoltato attentamente quanto riferito dal piccolo Jean e le spiegazioni a cui erano giunti i moschettieri. Sapere che il giovane guascone era molto probabilmente vivo – anche se nei guai quasi sicuramente – lo riempivano di una gioia che però, nel suo ruolo, non poteva esternare. E nemmeno, nel suo ruolo, poteva concedere licenze agli uomini migliori al servizio del re per andarlo a cercare. L'avrebbe volentieri fatto lui stesso, ma non poteva nemmeno pensare a una cosa del genere...

Athos protestò vivamente. "Ma capitano, avete sentito quello che vi abbiamo detto? D'artagnan è vivo e noi dobbiamo...".

"VOI DOVETE COMBATTERE PER IL RE!!! E' IL VOSTRO COMPITO, LA VOSTRA MISSIONE!!! SIETE MOSCHETTIERI E NON RAGAZZINI CHE INSEGUONO UN SOGNO!!! E C'E' UNA GUERRA IN ATTO!!!". De Treville urlò talmente forte che divenne rosso in viso, mentre il fiato gli si faceva corto.

"Anche d'Artagnan è un moschettiere e ha sempre servito il re con fedeltà!!! Non merita aiuto, ora che ne ha bisogno??? Ricordate i suoi servigi alla corona, sia nelle faccende riguardanti Milady e il Cardinale, sia per quanto riguarda Maschera di Ferro!!!??? Se non fosse stato per lui, forse non ne saremmo usciti vincenti!!!". Aramis era disperata! Capiva la posizione del capitano e quanto dolore provasse ma non lo accettava.

"Ho detto di ritirarvi nelle vostre cuccette!!!" - sbiascicò il capitano fra i denti, innervosito.

Aramis lo fissò... De Treville era stato la sua salvezza, l'inizio della sua rinascita e della sua nuova vita. A lui doveva tanto, tutto. Se ora aveva amici, una casa, sogni forse, lo doveva a lui e alla grande opportunità che gli aveva dato... Ma riteneva di aver saldato, in anni di fedele servizio, il suo debito verso di lui. E decise. Lentamente si tolse la casacca da moschettiere e la pose sulla scrivania del capitano. "Se il problema è il mio ruolo da moschettiere che non può abbandonare il campo di battaglia, allora rassegno le mie dimissioni! Me ne vado, lascio i moschettieri!" - disse risoluta.

Athos la fissò. Aramis era diversa da loro... Di lei – perchè era sicuro ormai si trattasse di una lei, l'aveva capito in anni di stretta vicinanza – tutto si poteva dire ma non che non fosse cocciuta. Era una donna e come tale, se si metteva in testa una cosa, era difficile farle cambiare idea. Le donne sanno essere testarde molto più degli uomini e più battagliere per le cose che stanno loro a cuore e Athos lo sapeva bene. Non sapeva nulla del perchè lei fosse un moschettiere e della sua vita passata. Ma decise che non gli improtava. La apprezzava e basta... E l'avrebbe ammirata sempre, anche in silenzio, anche fingendo di non sapere... Lentamente, anche Athos si tolse la casacca. "Io faccio lo stesso capitano! Da oggi non sono più un moschettiere!".

Aramis si voltò verso di lui. Fiero, alto ed elegante, Athos fissava De Treville fisso negli occhi, senza nessuna ombra di esitazione per quanto aveva appena fatto e detto. La ragazza arrossì... Athos era bello, intelligente, colto... La vera mente del gruppo... Solo lui riusciva a farla arrossire come solo la donna che una volta era stata riusciva a fare... Odiava questa cosa ma era così e col tempo aveva accettato questa sua debolezza. Anche se, accuratamente, aveva evitato di chiedersene il motivo...

E infine toccò a Porthos. "Mi dimetto anche io capitano!" - disse semplicemente.

De Treville fissò i tre sorpreso e pensieroso, poi si abbandonò sulla sua sedia con aria sconfitta. "Riprendetevi le vostre casacche!" - disse in tono stanco e un pò più gentile di poco prima – "non è necessario dimettersi...".

"Si che lo è, se non ci lasciate andare!!!" - obiettò Porthos.

De Treville sospirò. Spiegarlo al re e al Cardinale non sarebbe stato facile ma si sarebbe inventato qualcosa... I suoi tre migliori uomini erano decisi e determinati in quello che volevano. E che voleva anche lui in fondo, era innegabile... Riportare a casa d'Artagnan sarebbe stata la sua più grande vittoria e gioia, in quella guerra assurda... "E sia! Vi concedo un congedo! Per un'azione di guerra segreta, ecco cosa dirò al re! Dirò che d'Artagnan è stato individuato e che voi tre, in incognito, siete andati a liberarlo dal nemico che lo tiene prigioniero. Il re era molto rammaricato per la sua scomparsa e credo non obbietterà se vi assentate – per il più BREVE tempo possibile – per riportarlo da noi. Rimarrò sul vago con il re e credo che andrà tutto bene... Se ci fossero problemi, vedrò di risolverli in via confidenziale con lui... In fondo, siamo amici da anni! Per quanto riguarda il Cardinale... Beh, lui ha le sue gatte da pelare coi suoi uomini impegnati in battaglia, quindi dubito verrà a ficcare il naso nelle nostre questioni interne". Già, non poteva fare altro. Il re si sarebbe infuriato di più per tre valorosi uomini dimissionari e disertori che per qualche giorno di congedo per un'azione, dopo tutto, di guerra...

Gli occhi dei tre moschettieri brillavano di gioia. Il loro amato capitano non li aveva delusi nemmeno quella volta. "Grazie capitano!!!" - esclamarono allegri, riprendendo le loro casacche blu.

De Treville annuì. "Aspettate a ringraziarmi! Se tornerete con un nulla di fatto, assaggerete la mia punizione! Questa vostra missione NON deve fallire, capito?".

"Ci conti capitano!" - lo rassicurò Porthos con rinnovata allegria.

Uscirono allo scoperto, seguiti da Jean che non aveva fiatato durante il colloquio con De Treville.

"E allora, si parte?" - chiese Athos.

"Certo, subito!" - rispose Aramis.

Porthos estrasse la spada. "Prima di andare a salvare quello scavezzacollo di d'Artagnan che come al solito si è cacciato nei guai con una bella donna, ci vuole il nostro rito propiziatorio ragazzi, che ne dite?".

Athos e Aramis annuirono. E mentre Jean li guardava estasiato, pronunciarono il loro famoso motto con le spade alzate al cielo. "Uno per tutti, tutti per uno!!!".

  
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