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Autore: SnowDra1609    24/07/2011    0 recensioni
- La Magia Oscura è qualcosa che in pochi comprendono perfettamente. Loro non lo fanno. Si battono per la purezza o meno del loro sangue e danno a noi dei pochi di buono, dei crudeli. Ci dicono che siamo animali ma la lotta tra purosangue e mezzosangue sta trucidando villaggi e famiglie. Bel bigottismo. In ogni caso io non mi cruccio. So che i miei genitori stanno preparando l’incanto finale da far partire da Winter Fall. Alla lunga vinceremo noi tale battaglia, costi quel che costi –
Un mago oscuro capitato dove non voleva capitare, una vendetta che batte forte nel cuore ed un nuovo mondo che non vuole accettare. Le avventure dell'ultimo degli Arconti, del mago oscuro che tanto nero poi non è ...
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Di strane città e di combattimenti in aria

 

Il cielo non ha parenti; tratta egualmente tutti gli uomini

Confucio

 

Per due settimane della loro partenza la strana coppia formata da Blaise e Emmanuel passò in rassegna ville e cittadine sperdute alla ricerca di tracce del diario perduto. Il tempo si mantenne freddo e stabile senza dare particolari agitazioni ai due che dopo l’esperienza nella villa con il Quintaped avevano deciso di procedere molto lentamente e soprattutto con maggiore attenzione. Avevano deciso di non andare a Malfoy Manor subito preferendo invece i posti dove il Barone aveva vissuto o combattuto e quindi dove avrebbe potuto mettere il diario dell’ultimo degli Arconti. Dopo due settimane di dissolvenze e smaterializzazioni guidate da Neris arrivarono infine in un vecchio villaggio di maghi, St. Elia Corner, funesto paese per la vita dell’Arconte che con gioia scoprì era vuoto e disabitato. Molte case sembravano bruciate ma per lo più erano abbandonate, piene di ragnatele e di vermi striscianti. La notte era sopraggiunta con il loro arrivo dentro al villaggio ma decisero di continuare la loro ispezione guidati dalla luce delle bacchette.  Il cielo mostrava i primi segni dell’avanzamento di qualche tempesta che risuonava abbastanza lontana per cui i due in primis andarono di casa in casa controllando l’eventuale presenza del diario. Ma non lo trovarono tra detriti e macerie  e, come notò Blaise, cadaveri. A malincuore i due si diressero nel cimitero del villaggio dove trovarono ben più lapidi di quante il mago del passato si ricordasse. Muovendo la punta della bacchetta illuminò le pietre scritte notando come molti nomi fossero oramai stati cancellati dalle intemperie subite. Alcune però, ovviamente incantante, si erano mantenute. E tra queste ve ne erano due in particolare, più grandi e pregiate, come se fossero state scolpite da qualche mastro artigiano. Su di loro vi erano due soli nomi “Alexia Gryffindor” e sulla seconda “Estelle Blackbird”. I due nomi rimasero fissi nella mente dell’Arconte mentre si voltava per andarsene ma Blaise, meno influenzato da essi, notò che tra le due pietre c’era qualcosa di nero.
- Gratta e netta – la terra si mosse dal pezzo nero che si rivelò essere un quaderno. Lo prese e si voltò raggiungendo rapido l’amico
- Ehi Em, ecco il quaderno. Pare che il tuo amico Barone lo avesse nascosto tra le lapidi – il viso prima abbastanza abbattuto del signore di Winter Fall si fece leggermente più disteso e sorridente
- Avrei dovuto pensarci prima. Detesto ricordare – prese il quaderno e fece per aprirlo quando un’esplosione provocò la caduta di alcune lapide. L’Arconte fece rimpicciolire il quaderno e lo ficcò in una delle tasche della giacca che indossava, mimetizzandolo prima di osservare alcune figure avvicinarsi rapide con le bacchette puntante
- Cazzo sono mangiamorte … che diamine ci fanno qui? – Blaise contò rapidamente i presenti
- Credo che siano sei o sette … che dici? Li facciamo fuori? – Emmanuel scansò un primo colpo di un mangiamorte replicando con un secco schiantesimo che venne deviato
- Proviamoci e poi fuggiamo – si misero spalla a spalla prima di parlare gridando insieme
- STUEFICIUM – i due raggi rossi partirono diretti contro i bersagli e la battaglia cominciò. Il moro cominciò a duellare con due dei servi di Voldemort mentre gli altri cinque si accanirono contro l’Arconte. Il mago dai capelli biondi deviò i primi tre colpi respingendo gli altri due prima di replicare con due disarmi e un Anatema che Uccide ben piazzato al punto da colpire in pieno petto uno dei neri vestiti. Parò altri due colpi
- Bombarda Maxima – alcune lapidi esplosero costringendo i maghi a pararsi e continuò
- Stupeficium .. .Stupeficium … AVADA KEDAVRA – altri due mangiamorte furono buttati a terra mentre il raggio verde fu intercettato e deviato. Si dissolse rapidamente finendo alle spalle di uno degli avversari e stringendolo con delle grosse corde blu e bianche che lo strinsero fortemente. Spostò il corpo usandolo come uno scudo umano facendolo colpire da un anatema nemico per poi replicare. Blaise nel contempo non se la cavava male. Dopo aver disarmato e schiantato un avversario era rimasto solo con un avversario mentre l’Arconte ne aveva tre. Si buttò dietro un gruppo di massi scansando un paio di colpi sporgendosi solo per lanciare alcune fiamme per distrarre l’avversario. Cominciò a respirare profondamente mentre riusciva a sentire i passi degli stivali del Mangiamorte avvicinarsi molto rapidamente sovrastati a stento dai colpi di Neris. Con un movimento improvviso il moro si alzò e si sporse fuori dal riparo
- Impedimenta – l’incantesimo risultò abbastanza forte da mandare a terra il nemico – Petrificus Totalus – liberandosi dall’assedio nemico mentre si sedette a terra, stanco, mentre Neris continuava i suoi duelli.
- Stupeficium … Impedimenta – il nemico puntato scansò il raggio rosso ma si vide cadere a terra quando il secondo incantesimo lo centrò. Emmanuel si voltò di colpo evitando una serie di raggi verdi e rossi diretti verso di lui e ruotando su se stesso ed abbassando le ginocchia poté spedire contro un muro uno degli avversari stordendolo. Rapido Emmanuel usò l’incantesimo di librazione e di disarmo sul penultimo mangiamorte buttandolo contro l’ultimo rimasto e facendoli ruzzolare entrambi a terra rovinosamente. Terminati entrambi con due Petrificus Totalus ritornò dal moro
- Però dai ce la siamo cavata alla grande –
- Si, però ora andiamocene prima che si risveglino. Dove si punta? –
- Dovremmo andare ad Hogwarts … dammi la mano – i due si stavano per smaterializzare quando un raggio verde che passò in mezzo ai due li costrinse a dividersi. Barty Crouch Jr. fece qualche passo in mezzo ai corpi dei suoi uomini slegandoli dalle maledizioni pietrificanti. Blaise mandò di nuovo a terra il secondo dei due che aveva abbattuto mentre gli ultimi due caduti grazie all’Arconte si alzarono e puntarono le loro bacchette. Emmanuel fece un respiro profondo prima di sporgersi e spedire gridando
- AGHI SPINOSI – aghi rossi andarono ad infilzarsi nell’aria come se fossero aggrappati al muro ed esplosero ferocemente. Fece un cenno a Blaise ed entrambi si dissolsero cominciando a svolazzare nel cielo ma furono subito inseguiti dai tre mangiamorte. Il combattimento risultò cruento. Gli schiantesimo volavano tra quelle che sembravano solo masse di gas poco uniforme. Emmanuel fu sicuro di prenderne uno mentre parò un secondo incantesimo ed accelerò. Blaise si stava dirigendo verso Hogwarts mentre l’Arconte gli copriva le spalle. Crouch tentò di prenderli di lato ma il giovane mago biondo riuscì ad impedire l’accerchiamento creando una cortina d fuoco che ben presto si trasformò in un drago volante teso a colpire i due inseguitori. Una delle ombre nere girò intorno al drago cercando di pararsi con l’acqua mentre il secondo più ardito ci passò dentro andando direttamente a puntare il mago del passato. Emmanuel si gettò in picchiata parando i poco precisi schiantesimi nemici e cercando un angolo giusto mentre il drago di fuoco imperversava in aria abbastanza rapido. Con un gesto secco della mano senza bacchetta tentò di condensare alcune nuvole vicine per creare una sorta di campo di nebbia nel quale nascondersi ma l’avversario l’allontano con una poderosa spinta di vento. Cambiando direzione improvvisamente l’Arconte puntò a sua volta contro l’avversario. Contemporaneamente i due fecero partire schizzi verdi dalle loro armi ma mentre l’Arconte si smaterializzò seduta stante ricomparendo qualche metro più avanti il secondo mangiamorte fu preso in pieno morendo all’istante. Il terzo inseguito voltò le spalle al drago e se la defilò senza mezzi termini. Blaise ritornò in tempo per prendere al volo un cadente Arconte ed atterrare quasi dolcemente a terra. In pratica i due si schiantarono contro una grossa quercia vicino quello che sembrava un paesino nel bel mezzo del nulla.
Fu il sole la sveglia della coppia accomodata su foglie e radici bagnate. Sole che già puntava alle dieci del mattino. Il primo a essere svegliato fu Emmanuel che si alzò di scatto controllando intorno a se con la bacchetta. Come colpito da un mal di testa tremendo si appoggiò con calma al robusto albero mentre anche Blaise si alzava
- Dove siamo? –
- Non lo so, credo che ieri sera ci siamo schiantati dopo il duello con i mangiamorte –
- Cazzo … - il moro si guardò intorno  - direi di andarcene subito … -
- Si, abbiamo il quaderno, non vale la pena perdere tempo. Dammi la mano che ci smaterializziamo – appena il moro lo toccò il biondo socchiuse gli occhi scacciando il dolore e concentrandosi sul luogo dove voleva andare. Sentì la solita sensazione di risucchio ma a posto di essere proprio risucchiato venne respinto e gettato a terra. Si alzò shockato
- Sei tu che hai apposto resistenza Bla? –
- No, pensavo fossi stato tu … -
- O forse è il luogo – Neris si guardò intorno – non sembra che potremmo smaterializzarci però ho visto prima di cadere delle case da qualche parte qui vicina. Andiamo a vedere cosa c’è li, forse c’è anche la nostra soluzione –
- Non ci conviene andarcene direttamente? –
- Non sappiamo da che parte è l’uscita per questo bosco né tantomeno sappiamo perché non possiamo andarcene con la smaterializzazione. Avranno fatto qualche incantesimo per impedirlo. Prima controlliamo, prima torniamo a Hogwarts – il moro annuì e messo in spalla lo zainetto si incamminò con il collega verso le case. Passarono due ore prima di riuscire a trovare uno straccio di civiltà, in questo caso una casa di due piani in legno che pareva abbandonata. Il primo a entrare fu il mago biondo che si ritrovò dinanzi un ben tenuto salotto, seppur abbandonato da un po’ di tempo visti gli strati di polvere che si erano accumulati sul pavimento e sui mobili. Percorsero lentamente tutto il primo piano ritrovando solo polvere e polvere e una casa ottimamente tenuta. Salendo al secondo piano entrarono in alcune camere da letto scoprendo che anche se abbandonate qualcuno si era lasciato dietro abiti ed effetti personali in abbondanza.
- Direi che non troveremo niente qui … andiamo al villaggio – i due scesero dalla casa ma si ritrovarono accerchiati da una decina di maghi. Questi li fissavano come stupiti e spaventanti dalla loro presenza ed uno di loro si avvicinò
- Cosa ci fate qui voi? –
- Siamo caduti in queste zone per errore, signore. Volevamo andarcene ma non siamo riusciti a smaterializzarci, tutto qui. Non siamo qui con intenzioni ostili, abbassate le bacchette – disse Emmanuel
- Non siete voi a comandare qui per cui deciderò io quando far abbassare le bacchette –
- Ok, sei tu il capo. Ma in ogni caso io e il mio amico non siamo pericolosi – fece scivolare nuovamente la bacchetta nella manica mostrando il gesto come per far capire le proprie intenzioni.
- Il Giudice dovrà decidere di voi per cui seguiteci, ad occhi bendati – i due studenti di Hogwarts vennero presi malamente per un braccio e furono spinti verso la misteriosa località tra i boschi. A differenza di quel che però potevano prevedere i locali Emmanuel riusciva perfettamente a vedere al di là della benda nera calata sugli occhi cercando così di memorizzare il percorso. Fu solo dopo mezz’ora che i due arrivarono ad un agglomerato di case, né troppo grande né troppo piccolo. Al centro delle strutture c’era una piazza con una statua di sirena al centro e dinanzi ad essa una piccola chiesa. Un edificio, forse la casa del Comune, era situata affianco alla struttura religiosa e per le vie c’era un sacco di gente corsa ad osservare chi fosse venuto. Ai due maghi fu tolta la benda e poterono così avvicinarsi e parlottare
- Chissà perché tutta questa curiosità per chi viene qui … -
- Non lo so Bla, credo che non siano abituati ad avere ospiti –
- Lo credo anche io Em. Ma perché? Mia madre mi diceva che i collegamenti tra i villaggi magici son sempre molto fiorenti perché nessuno vuole essere escluso da una società che di normale ti esclude –
- Bel gioco di parole, ma non ho risposte. Non ancora. Ho memorizzato il percorso in caso di fuga ma non credo che potremo aprirci la strada con la magia o la violenza. Sono troppi anche per noi e non riposiamo decentemente da non so quando –
- Quindi si va avanti e basta? –
- Direi di si per ora – il moro annuì e continuarono la loro camminata nel più profondo silenzio mentre qualche corvo li guardava altezzoso dal campanile della chiesa. Arrivati infine al Comune furono portati in uno studio elegante dove sedeva un uomo, grassoccio e corpulento che indossava una pelliccia di strana fattura. Li fece accomodare mentre una penna di uccello, senza essere comandata, andava scrivendo qualcosa.
- Allora signori. Siete arrivati qui come esattamente? –
- Come ho spiegato ai suoi “guardiani”, siamo arrivati qui perché caduti mentre volavamo con delle scope signore. E’ stata una casualità –
- Non sono state trovate scope però –
- Sono andate distrutte e in effetti neanche io e il mio compagno le abbiamo più viste – rispose il mago biondo accennando al moro
- Potevate appellarle … -
- Ci abbiamo provato ma non abbiamo sortito alcun risultato, signore –
- E perché volavate da queste parti. Nessuno lo fa mai –
- Perché eravamo di passaggio. Siamo minorenni in fuga da casa e non potevamo provare a smaterializzarci, anche se ci hanno insegnato come. Ci avrebbero trovati subito … -
- Quindi vi stanno cercando? – l’uomo parve leggermente preoccupato mentre la penna scrisse più veloce
- Non lo so. Credo che li abbiamo seminati qualche contea più verso ovest –
- Perfetto. Voi non sapete dove siete vero? –
- Non ne abbiamo la minima idea signore – Emmanuel si fece curioso ma anche attento a non lasciare aperte le vie della mente, nel caso il primo cittadino fosse stato un lettore di menti – vorreste dircelo voi? –
- Questo è Hackdirt. Siamo qui nascosti nel bosco da centinaia di anni anche se sovente mandiamo qualcuno a vedere cosa succede nel mondo di fuori. Ci sono potentissimi incantesimi a difesa di questo villaggio in modo che nessuno possa uscire senza il consenso del Giudice e del Prete. Giudice che a momenti sarà qui. Non so voi come siate potuti capitare casualmente qui ma non se ne esce, o almeno non finché non decideremo cosa farne di voi. Ora attendiamo. Ho già chiesto di preparare il the per cui dovete solo attendere qualche istante – infatti poco dopo comparvero tre tazze con dentro un liquido fumante che Emmanuel controllò prima di berne. Dopo dieci minuti arrivò anche il Giudice, un uomo di nero vestito e stempiato che osservò con gli occhi spiritati i due e poggiò un pesante tomo sulla scrivania di legno. Bisognava anche chiedersi come un così mingherlino uomo poteva portare quel tomo che pareva essere infinito tanto era grande.
- Signor Sindaco. Ho pensato a lungo riguardo ciò che mi hanno detto e ho cercato nel Libro della Legge. Loro non possono uscire. Nessun incantesimo di memoria è abbastanza potente da poter cancellare il ricordo senza che qualcuno se ne accorga, per cui dobbiamo per forza tenerli con noi –
- Perfetto signor Giudice. In questo caso non ci sono altre parole da dirsi. Signori, vi sarà data una casa e non potrete uscire più di qui. Non date fastidio e se non avete soldi trovatevi un lavoro. Per il resto potete andare. Non provate assolutamente la fuga, nessuno verserà una lacrima se accidentalmente vi lanciassimo una fattura –
 
Le due settimane seguenti furono quelle che Blaise considerò il più grande spreco di tempo mai fatto in vita, a differenza dell’Arconte che ne approfittò per terminare lo studio di alcune tecniche si era ripromesso di imparare prima di morire. Nelle due settimane iniziali si rinchiusero in casa a dormire, mangiare, parlare e duellare senza fare altro e fu una ragazza a rompere il limbo di solitudine che si erano creati intorno a loro. Possedeva dei lunghi capelli mori distesi con dei delicati boccoli, gli occhi erano di un azzurro cobalto mentre indossava una veste che Blaise riconobbe come del XIV secolo secondo ciò che vedeva. Le arrivava fin sopra i senti lasciando scoperte il collo e le spalle, mentre terminava con una gonna poco sopra le caviglie. La ragazza portava due ceste che offrì ai due giovani
- Il Sindaco vi manda queste cibarie nel caso ne aveste bisogno –
- Oh grazie signorina – il primo a farsi avanti fu Blaise che con poca grazia spedì le ceste al povero Emmanuel che seppur sbuffoso le andò a posare.
- Di niente, messere – la ragazza non aveva fatto segno di nessuna emozione anche se le guancie si erano leggermente imporporate
- Signorina, lei mi sa dire in che anno siamo? – il biondo aveva fatto capolino dalla porta della dispensa con fare bastardo
- Siamo nel 1359, messere – la ragazza si girò prima di uscire, forse offesa dal comportamento dell’Arconte
- Ehi ci sarei arrivato io Em –
- Tu saresti arrivato alla sua biancheria Bla. Ed ora zitto che abbiamo di che riflettere –
- Detesto andare indietro nel tempo, lo sai vero? –
- Non si tratta di andare indietro nel tempo, credo che sia una bolla temporale, è diverso. Forse hanno messo troppi incantesimi a protezione dell’insediamento e ciò ha creato una sorta di limbo che si è fermato nel 1359. Non esistono leggende a proposito? – alzando una mano fece volare una mela sul tavolo dove si erano accomodati ed incantò sempre con la mano un coltello perché la sbucciasse
- Beh, ce ne sono un paio, però forse ne ricordo una che fa al caso nostro. Mia madre mi raccontò che nel 1380 c’era una faida tra due villaggi per il possesso di una miniera d’oro. I confini dei due paesi erano molto poco definiti per cui i signori di entrambi i villaggi reclamavano la miniera come loro. Ovviamente si arrivò alle bacchette e i due villaggi crearono dei potentissimi incantesimi di difesa per evitare di essere attaccati. Si dice che però fossero così potenti che si esclusero dal mondo, annientandosi praticamente da soli –
- E’ interessante … ma se non possono uscire neanche loro, perché ci han detto che son usciti già alcune volte? –
- Forse per inganno o forse perché ad uscire possono uscire ma solo alcuni –
- Intendi dire che tengono questa popolazione nel 1359 mentre loro vanno avanti ed indietro dal 1995? –
- Si, è possibile – nel contempo il coltello finì di sbucciare la mela ed Emmanuel la prese con molta calma addentandola con gusto
- Dici che ti puoi lavorare quella tizia per avere più informazioni? Io non voglio restare molto qui e dobbiamo andarcene il prima possibile – il moro fece una faccia fintamente dispiaciuta
- Sarà difficile Em, ma posso tentarci –
 
La notte scendeva precisa e puntuale sul paesello perduto ma mentre tutti dormivano Blaise terminava la sua missione. Aveva conquistato rapidamente la preda con le giuste paroline e comportamenti e nella stessa sera si erano ritrovati nella stalla, il luogo comune come lo aveva definito il moro, per dar espressione ai propri piaceri. Mentre si baciavano alla francese con anche troppa passione lo slytherin fece scivolare una mano sulla coscia della ragazza alzandole la veste. Questa, presa dalla più sfrenata frenesia, continuò a baciarlo lasciandosi spogliare almeno il primo livello ma notò una strana luce negli occhi del moro
- Che c’è Bla? –
- Pensavo a noi, Hilma. Pensavo a me che ti regalavo un anello, ma non so come fare … -
- Non si può uscire di qui, lo sai no? – Blaise le diede dei baci sul collo provocando un primo flebile gemito di piacere
- Ed a chi chiedo un anello allora? –
- Il Giudice ed il Sindaco mandano di solito fuori due persone, i fratelli Brook, per la spesa –
- Perfetto, allora andrò da loro domani – con un gesto rapido le tolse la veste sfilandole poco dopo sia le slip di pizzo che il reggiseno. Si gettò sui seni toccandoli con ardore e con passione, muovendo le mani in modo esperto e facendo sorridere e già gemere la ragazza. Continuò a baciarla, sempre languidamente, andando su e giù per il corpo mentre lei, senza vedere, armeggiava con i pantaloni di lui facendoli cadere nella paglia. Lui la strinse alzandola, mettendola sopra alcune balle di fieno prima di finire di farsi svestire dalla poco abile ragazza e poi poggiandosi sopra di lei. Cominciò con alcune lente spinte facendola gemere lentamente e poi sempre più rapidamente, sempre con più forza e vigore. Alcune lacrime di piacere uscirono dagli occhi blu di lei e prima della sera si ritrovarono entrambi, stanchi e contenti, nel fienile.
 
- Oggi non ho dormito Bla. C’erano degli uccelli fastidiosi fino alla morte che facevano strani rumori –
- Davvero, oh molto strano … io non li ho sentiti – il moro sorrise mentre entrambi si diressero verso la casa dei fratelli Brook. Incontrarono Hilma che abbassò il capo come colpevole e il biondo disse all’amico
- Così ti sei divertito eh? Fortuna che ogni tanto però fai il tuo dovere – gli diede una pacca sulla spalla destra prima di bussare con forza alla porta. Furono fatti entrare da due gemelli, alti, mori e soprattutto dai visi molto contrariati.
- Cosa vi serve, stranieri? –
- Un’ordinazione – Emmanuel alzò la mano e lanciò rapidamente due Imperio sui due ragazzi
- Ora, chiedendo e rispondendo rapidamente. Andate mai nel mondo esterno? – i due annuirono e il mago continuò
- In che anno sono nel mondo esterno –
- 1995 –
- Cosa prendete di solito?
- Il necessario –
- Come uscite di qui? –
- Usiamo l’incantesimo Hexia Helmia per creare un piccolo varco ed andarcene –
- Perché la smaterializzazione non funziona? –
- Perché siamo in tempi diversi –
- Perfetto … Oblivion – gli sguardi due si fecero vacui mentre i due studenti abbandonarono la casa.
- Prendi lo zaino e ficcaci tutto il necessario stasera ce ne andiamo di qui –
Come anche il giorno prima, appena l’orologio della chiesa batté le nove il paese cadde come nel più tranquillo dei sonni. Gli unici movimenti erano le foglie scosse da un leggero vento ed alcune ombre, ovvero sentinelle, che pattugliavano il confine del villaggio con il bosco. Emmanuel tirò un potente incantesimo di disillusione su se stesso e sul collega e messo lo zaino in spalla si diresse verso l’esterno del villaggio. Contro ogni previsione però furono costretti a fermarsi notando degli strani movimenti. Quasi tutti gli adulti del villaggio erano usciti dalle loro botteghe e case e si erano diretti verso la statua della sirena mentre la ragazza riconosciuta come Hilma da Blaise, vestita con una tunica bianca semi trasparente era legata ma pareva tranquilla. La figura del Prete comparve dalla chiesa e si diresse verso la gente usando la bacchetta come amplificatore
- Amati amici e fedeli, come ogni notte di Luna Piena siamo qui per venerare Azalea, signora della Morte e dell’Ombra. Come molti sanno ieri notte questa donna si è unita con lo straniero dalla pelle scura, schiavo di Azalea – i due maghi si lanciarono un’occhiata shockata mentre il Prete continuava – cosa molto rara oggi questa donna sarà sacrificata in onore di Azalea assieme al moro, che ritornerà così tra le braccia della sua padrona e noi ne otterremo i suoi consensi – si levarono grida di assenso e di gioia dai maghi
- Andiamo Bla. Se ci beccano siamo fottuti –
- E la ragazza? – chiese scosso il ragazzo
- Il sacrificio è congiunto, non lo faranno senza di te – in effetti dopo pochi istanti alcuni uomini sfondarono la porta della loro abitazione gridando
- Sono fuggiti, stranieri fuggiti – tutti gli abitanti del villaggio presero le loro bacchette e la coppia di studenti prese a correre sotto l’effetto della disillusione. Superarono rapidamente le sentinelle ma forse un incantesimo di protezione non visto o forse solo la fine stessa della magia di Emmanuel rese di nuovi visibili i due. Subito sentinelle e abitanti si scagliarono contro la coppia mentre Emmanuel si girò velocemente scagliando una serie di dardi a terra che usò come mine.
- Tu vai sempre avanti e ricordati la magia Bla –
- Non ci sperare, li affrontiamo insieme  - il biondo sorrise senza essere visto mentre continuavano la corsa. Una corda volante per poco non lo colpì e si girò di scatto
- IMPEDIMENTA – un paio di coloni caddero a terra provocando un piccolo blocco subito aggirato
- Stupeficium … Bombarda Maxima … Impedimenta – i due studenti lanciarono una sfilza di incantesimi che andarono più o meno a segno. Ma i coloni erano di più e anche se colpiti spesso e volentieri si rialzavano rapidamente come se fossero protetti. Emmanuel fece sparire la bacchetta e chiuse a pugno le mani. Blaise lo osservò stupito ma continuò a proteggersi dagli attacchi nemici deviandoli o scansandoli. Un filo verde si diresse rapidamente verso l’Arconte ma piuttosto che accelerare questi si fermò ed apri le mani parando l’Anatema che Uccide. Si voltò proiettando fiamme poderose dalle mani che ben presto divennero blu e bianche e creò un grosso vortice di fuoco e vento intorno ai nemici costringendoli a retrocedere. Qualcuno provò ad usare l’acqua ma il flusso continuo di magia di Neris impediva che avesse effetto. Spinse più lontano possibile i maghi nemici prima di ricominciare a correre lasciandoli in balia del fuoco. Riprese in mano la bacchetta facendo crollare un paio di alberi fino a giungere ad una barriera che li scaraventò a terra.
- E’ la protezione … Hexia Helmia -  la bolla che prima era invisibile divenne opaca e come vetro che viene rotto da un pugno si creò una piccola insenatura nella protezione permettendo ai due di passare oltre. Emmanuel prese il braccio di Blaise e si smaterializzò.
 
La sensazione di dolore che colse la coppia fu notevole nella smaterializzazione, fatta anche di fretta e portò i due a schiantarsi contro un albero in una foresta, come era oramai tradizione dei due. Alzati quasi subito e barcollanti si guardarono intorno ancora bacchetta alla mano
- Dici che ci siamo allontanati abbastanza? –
- Bella domanda Bla … senti urla e combattimenti? –
- No direi. Quindi siamo lontani – si sistemarono gli zaini in spalla e si pulirono dalla terra e foglie che gli erano cadute addosso quindi si mossero.
- Dove siamo finiti? –
- Dagli alberi direi che siamo da qualche parte in Scozia, o forse è lo Yorkshire –
- Non scherzare Em. Dove siamo? – il moro sbuffò dinanzi alla perenne ironia del compagno di viaggio
- Non lo so Bla, potremmo essere ovunque. E non so bene perché questo posto mi inquieta e anche molto –
- Cosa c’è di strano? E’ un bosco di notte, cosa potrà mai accaderci  -
- Ora sei tu l’ironico, Blaise – i due risero leggermente anche se sotto stress e nelle loro voci si poteva leggere un filo di paura. Camminarono per ore senza riuscire a vedere quasi uno straccio di niente, spesso sentendosi come se girassero in cerchio. Del sole che prima o poi sarebbe dovuto alzarsi in cielo non c’era la minima traccia e questo diede un ulteriore colpo al basso morale dei due. Dopo ancor quelle che parvero ore ma che potevano essere anche minuti, vista la mancanza di orologi, si buttarono ai piedi un grosso albero molto alto, quasi come la Torre di Astronomia sentendo il biondo e si addormentarono quasi immediatamente. Il primo a svegliarsi, sorprendentemente, fu Blaise che si guardò rapidamente intorno. Non sapeva perché ma era sudato e si sentiva molto stanco nonostante si fosse svegliato da poco. Diede con poca grazia un calcio debole all’amico facendolo svegliare. Emmanuel pareva provare la stessa stanchezza ed era anche di pessimo umore
- Dio che schifo. Proviamo a materializzarci? – il moro annuì e prese il braccio dell’amico. Entrambi vennero risucchiati ma piuttosto che comparire dinanzi i cancelli dell’amato castello si ritrovarono, ancora, vicino l’albero della sera prima.
- Ma che cazzo. Blaise, dissolviamoci – l’altro annuì ma appena preso il decollo come spinti da qualche forza abbastanza potente vennero buttati a terra con violenza.
- Ma dai … che cazzo succede? – Emmanuel si guardò intorno osservando il cielo che era rimasto buio e immacolato con alcune stelle a punteggiarlo. Vi mirò con la bacchetta e lanciò un “Bombarda Maxima” che si infranse contro una sottospecie di cupola di vetro. Gridando irritato più che mai diede un bel calcio all’albero che aveva dinanzi incendiandolo poco dopo. Con suo sommo disappunto esattamente come le fiamme che erano magicamente apparse così anche scomparvero.
- Dove merda siamo finiti? – Blaise irritato si appoggiò all’albero di prima
- Non lo so. Ci hanno preso per il culo direi. C’era si una prima protezione ma c’era anche un altro incantesimo. Probabilmente un re indirizzamento delle smaterializzazioni. Finisci qui e non sai come uscirne. La cupola è protetta da magia antica e credo ci sia qualche incantesimo che ti fa incazzare a bestia. Fammi provare – alzò la bacchetta dicendo alcune parole in latino stretto e facendo uscire delle piccole luci bianche e azzurre dalla punta.
- Mi sento meglio. Cos’hai fatto? –
- Felix Felicis. Incantesimo di mio nonno. Pecora nera di famiglia, detestava la magia oscura e si dava a quella divertente –
- Direi che ci ha salvato la vita e scusa se ero irritato –
- Scusa a me piuttosto. Ed ora riflettiamo. Abbiamo superato una barriera, non so quanto serve ma proviamo … Hexia Helmia – la cupola non ebbe alcun effetto
- Quindi pensiamo. I Brook ci hanno detto che superate le difese del villaggio si ha la via libera, forse era solo un depistaggio ma credo che invece la cupola re indirizzi qualsiasi cosa. In questo caso … come ce ne liberiamo? –
- Direi di trovare un confine innanzitutto. Non è molto grande credo dall’angolazione che prende –
- No, non lo è. Andiamo che è meglio – i due presero gli zainetti in spalla e si mossero a passo svelto. Emmanuel si fermò giusto in tempo per non schiantarsi contro il confine.
- Ci siamo – il moro buttò a terra il suo carico e si accomodò fissando la parete
- Già ed ora … - Emmanuel prese la mira e mormorò alcune parole ma non sortirono effetto.
- C’è un solo incantesimo che posso provare ma non so se funzionerà … era quello che usai mentre mi spedirono nel futuro –
- Beh meglio di morire soli è – il biondo annuì ed incrociò le gambe gettandosi a terra
- Protego … cancellanis … hilirion elk hakator in misiolo – continuò a ripetere la frase mentre alcuni fulmini si schiantarono verso terra. Un forte vento soffiò in tutte le direzioni e Blaise riuscì a sentire come un fischio stridulo, qualcosa che cominciava a tremare ed a muoversi. Emmanuel continuava con l’incantesimo, ora gridando le parole mentre energia sempre più forte faceva pressione dal cielo verso terra come volendo colpire tutto ciò che aveva intorno. Il biondo aprì gli occhi ed alzo la bacchetta mirando alla cupola quindi concentrò tutta la magia in un'unica piccola sfera e la lanciò contro il vetro, facendolo incrinare e poi spezzare. Blaise alzò la bacchetta verso il cielo evitando che grossi frammenti della sostanza che componeva la bacchetta si andassero a schiantare su di loro
- Protego – uno scudo bianco avvolse i due che infine furono liberi.
- Che cos’era esattamente? – il moro chiese all’amico mentre si alzava stancamente
- Fulmini concentrati. Una cosa un po’ complesso. Ora, andiamocene – lo slytherin prese il braccio del gryffindor e sparirono entrambi in un nuovo vortice.
 
Comparvero infine, soddisfatti, dinanzi ai cancelli di Hogwarts. Solo che esattamente pensarono di essersi perduti qualche passaggio poiché quando Hagrid comparve dietro di loro  
- Ehi voi due, non è ancora ora di andarsene dal castello, manca la Terza Prova – il mezzo gigante osservò gli studenti
- Tu sei l’Arconte, Hermione mi ha parlato di te. Sei quello un po’ buffo –
- Buffo? – Emmanuel inarcò un sopracciglio con fare criptico e chiese – in che giorno siamo? –
- Oggi è il 19 Giugno ragazzi … posso sapere che fate qui? –
- Niente, signor Hagrid – Blaise sorrise e diede un calcio al compagno che sorrise prima di dire
- Ora scusi ma dobbiamo andare dal preside, subito – i due si dissolsero dinanzi lo sguardo stupito del guardiacaccia dirigendosi rapidamente verso la loro destinazione.

Salve gente, sono tornato: ditelo, speravate non succedesse eh?
In ogni caso, scusate il ritardo ma sono stato pieno di impegni e credo lo sarò a lungo, per ciò direi che il prossimo capitolo lo avrete dopo agosto, credo. O forse no, in quel caso direi che il capitolo sarà (SPOILER) ciò che succede ad Hogwarts mentre Blaise e l'Arconte sono fuori (FINE SPOILER).
Ora, fatemi i perché del capitolo ... vi rispondo solo a due di essi:
questo capitolo è lotta, pura lotta ... perché adoro il sangue
Blaise si fa una ragazza ... perché volevo farglielo fare, che diamine ...
Si, forse in questa storia ci saranno altre scene di sesso ... spero di si insomma, poverini sennò XD
Vi lascio e vi ricordo: dopo la lettura è consigliato caldamente commentare.
Ciao ciao!!!
  
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