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Autore: Caya    27/07/2011    1 recensioni
Ciao a tutti non so bene come introdurre la mia storia diciamo che è un pò il frutto delle canzoni degli FT Island e della voce di Hong Ki e un pò il frutto dei loro video musicali che rispecchiano troppo la mia idea di storia.
Questa storia non fa altro che raccontare come la semplice Minji ha incontrato il ricco e apparentemente sempre allegro Hong Ki, di come la loro vita piano, piano è cambiata fino ad arrivare ad un punto di non ritorno.
L'ambientazione non è quella reale ovvero gli FT Island non sono il famoso gruppo musicale ma semplici ragazzi.
N.B: nella storia sarà presente un tema che potrebbe risultare pesante
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ok eccomi qui dopo secoli di assenza, perdonatemi ho avuto un blocco forse dovuto anche alla mia crisi interiore su casa fare di questa noiosa estate! Comunque eccomi qui con un nuovo capitolo, sperando che continuate a seguirmi. In compenso il capitolo è venuto bello lungo.
 

Music life
(Anno 2009)

 
–                    E voi cosa ci fate qui? - chiese Minji quando un gruppone di ragazzi entrò nel pub dove da pochi giorni aveva preso a lavorare.
–                    Yoh! - fece Yo Seob avvicinandosi saltellando e andando a stamparle un bacio sulla guancia mentre  il resto del gruppo rimaneva impalato a fissarli.
–                    Yo.. Yo Seob – fece arrossendo, imbarazzata.
–                    Che c'è? Ti stavo solo salutando. Minji, non sei felice? Siamo venuti tutti insieme a salutarti -
–                    S.. si –
Guardò al gruppo, c'erano tutti. Iseul, Jun Hyun con i suoi due amici Ki Kwang e Yo Seob, Hye Joon, Jea Jin, Jong Hoon, Seung Hyun , Min Hwan, e poi eccolo lì, vestito come al solito con quei suoi strani vestiti e con quel suo stupendo sorriso stampato in faccia,  eccolo lì Hong Ki. Dalla sera in cui l'aveva riaccompagnata a casa era passato un mese e da allora di tanto in tanto si erano incontrati insieme agli altri ragazzi; erano diventati un gruppo di buoni amici. Andavano ai concerti, alle prove, a vedere un film o al karaoke, a farsi una passeggiata o a prendere qualcosa da bere; insomma l'importante era stare tutti insieme e passare il tempo in modo piacevole. Cosi volente o nolente  Minji si alla fin si era affezionata a tutti, erano dei bravi ragazzi e poi amava sentirli suonare. Era  una bella sensazione sapere di avere cosi tanti amici, però c'era qualcosa che non le quadrava. Con Hong Ki non era come con gli altri, quando non erano insieme non faceva che pensare a lui e ogni volta che gli si avvicinava troppo o prendeva a cantare, all'improvviso sentiva come un brivido salirle lungo la colonna vertebrale. All'inizio lo aveva giustificato dicendosi che era  perché la sua voce l'affascinava ma poi si era resa conto che non poteva essere solo quello e che forse stava iniziando ad innamorarsi di lui. Non riusciva a capacitarsi di come fosse successo, era carino, simpatico ma anche arrogante e viziato, aveva un sorriso stupendo e contagioso ma quando nessuno lo guardava potevi vedere quel suo sorriso amaro, triste di chi sa cosa significhi soffrire. Chi sa qual'era la causa di quella sofferenza, chi sa se i ragazzi ne erano a conoscenza; avrebbe tanto voluto saperla anche lei, avrebbe voluto poterlo abbracciare e sussurrargli che andava tutto bene. Avrebbe tanto voluto saper ogni cosa che gli riguardava.
–                    Minjiiii – la richiamò alla realtà Iseul, avvicinatasi al bancone dietro il quale stava lavando i bicchieri.
–                    Ah Iseul! -sbandò riuscendo a riprendere in tempo il bicchiere che gli era scivolato di mano.
–                    Se continui a guardarlo così finirà per accorgersene -
–                    I.. Io non sto fissando nessuno! -
–                    Guarda che lo abbiamo capito tutti che ti piace non serve che continui a fingere -
–                    Co..cosa? I.. io... Lu.. lui -
–                    Tranquilla lui è l'unico che non sa nulla. Potrà anche sembrarti perfetto ma non è molto intelligente, sai? -
–                     Non dire cattiverie -
–                    Guardala come se lo protegge -
–                    Scema! - la schizzò con l'acqua.
–                    Ah si? Allora se sono scema vado a dirgli tutto -
–                    No, no – fece afferrandola per un polso.
–                    Aaah mi hai bagnata tutta -
–                    Ma cos'hanno da ridere quelle due? - chiese Hong Ki seduto al tavolo insieme al resto dei ragazzi.
–                    Minji starà dicendo che mi ama – sorrise Yo Seob, prima di ricevere una scappellotto da Jun Hyung.
–                    Jun mi fai male – si lamentò.
–                    E tu non dire scemenze, a Minji non piacerebbe mai un bambinone come te -
–                    Io non sono un bambinone! - gli fece la linguaccia e scappò da Minji.
–                    Minji, Minji Jun Hyung mi picchia -
–                    E poi dice di non essere un bambino – fece Jun Hyung sorridendo ad Hong Ki che di rimando sorrise a sua volta, con un sorriso che non sembrava per niente sincero.
–                    Minji dai non puoi non venire! - piagnucolò Yo Seob quando finalmente le svelarono il perché della loro visita.
–                    Ragazzi io verrei anche ma devo lavorare -
–                    È solo un lavoretto estivo puoi anche lasciarlo. Per la vacanza poi i soldi non ti servono; a Jeju ho una casa, venite a stare da me – fece Hong Ki in un tono cosi calmo ed ovvio che Minji si sentì offesa.
–                    Non siamo tutti dei riccastri come te per me questo non è un “lavoretto”, è un lavoro che mi permette di non chiedere almeno per un po' soldi alla mia famiglia – disse stizzita.
Tutti rimasero in silenzio finendo per rendere l’atmosfera ancora più pesante.
–                    Come la fai lunga. Io sarò anche un riccastro ma è a casa mia che verresti a stare e ti faresti una vacanza in uno dei posti più belli della Corea a costo zero. E poi comunque, non vorrai dirmi che sei una poveraccia? Non mi sembra proprio. Non puoi o non vuoi chiedere soldi ai tuoi genitori? Dì la verità sei solo orgogliosa -
Perché cavolo si era innervosito anche lui? E perché i ragazzi lo stavano guardando con quegli sguardi contrariati? Era lei che si era messa a litigare. E poi lui cosa aveva detto di cosi tanto grave?
Qualcosa di luccicante apparve all'improvviso negli occhi della ragazza e Hong Ki sentì come se il proprio corpo stesse diventando di pietra. Cos'aveva fatto?
–                    Non pensavo tu fossi così intelligente, bravo, hai capito tutto di me. Sono orgogliosa e non voglio chiedere soldi ai miei genitori. Quindi ti ringrazio di cuore ma preferisco starmene qui a lavorare, voi andate a divertirvi al mare. - Concluse staccando il contatto visivo con Hong Ki - Ragazzi grazie ancora e scusatemi, la prossima volta giuro che vengo anche io -
–                    Non c'è bisogno di scusarti tranquilla – fece Jong Hoon scuotendo la mano.
–                    Ora perdonatemi ma devo tornare al lavoro, voi bevete pure con calma le vostre bibite -
Senza guardare Hong Ki si avviò al bancone. Hong Ki fece per alzarsi ma le gambe non risposerò al comando e fu costretto a  rimanere seduto a guardarla allontanarsi.
–                    Seguimi – fece Jun Hyung alzandosi e avviandosi verso la porta di uscita del locale.
Hong Ki guardò ai ragazzi che con la testa bassa non osarono proferir parola. Si alzò e seguì l’amico. Voleva fargli una ramanzina? Non gli era sembrato di esser stato chi sa quanto crudele, e anche lei con quel suo perenne ripetere che era un riccastro non era per nulla simpatica. E poi non era una novità che loro due battibeccassero; però stavolta era stato diverso, i suoi occhi si erano incupiti e gli era parso che stesse trattenendo le lacrime. Già, questa volta se la meritava proprio la ramanzina.
-          Siediti – gli indicò il marciapiede su cui si andò a sedere seguito da  Hong Ki.
-          Non dovrei essere io a dirtelo ma sai bene che.. –
-          Che le piaccio? –
Jun lo guardò sconvolto, si ok era palese ma era convinto che babbo com’era Hong Ki non se ne fosse accorto.
-          Ma allora lo sai? –
-          Non ci vuole certo una laurea per capirlo –
-          E allora perché continui a trattarla cosi? –
-           Cosi come? Io non la tratto male, ogni tanto mi diverto a prenderla in giro ma scherzo –
Jun Hyung lo guardò male.
-          Si ok ma è anche lei che se le cerca. Deve smetterla di chiamarmi riccastro con quel tono acido –
-          Su questo non posso darti torto; anche Minji ha un bel caratterino. Non voglio giustificarla ma credo che sia giusto che tu sappia perché è cosi -
-          Che vuoi dire? –
-          Come già sai io, lei e Iseul veniamo dallo stesso paese e  ci conosciamo da quando eravamo all’asilo. Lei e Iseul sono come sorelle. La famiglia stessa di Iseul reputa Minji come una figlia- pensa che era più il tempo che trascorreva da loro che quello che trascorreva a casa sua. Persino alle cerimonie scolastiche erano loro a fargli da genitori, ed erano sempre loro ad organizzarle la festa di compleanno -
Hong Ki lo guardò perplesso.
-          Cosa significa? Non ha dei genitori? –
-          C’e l’ha ma è come se non ci fossero. Certo le danno i soldi per vivere, non le fanno mancare nulla ma per il resto è come se fosse sola al mondo. Possiamo dire che Minji è uno di quei bambini non voluti. I genitori l’hanno avuta quando erano alle superiori e nonostante non fossero davvero innamorati i genitori li costrinsero a sposarsi e ad avere la bambina. Non gli è mai interessato di Minji, era soltanto un peso che li aveva costretti a sposarsi e che li ha costretti a stare insieme fino a qualche anno fa’. Appena hanno potuto hanno divorziato, Minji è andata a stare con la madre, ma la situazione è rimasta la stessa. L’unica cosa che sono capaci di dirgli è che deve ripagarli dandogli qualcosa in cambio; il fatto stesso che l’abbiano lasciata venire a studiare a Seoul è dovuto a questo. Uno se la sarebbero levata dai piedi, due se frequentava l’università di Seul sarebbe potuta diventare qualcuno con un buon stipendio che poi ovviamente loro avrebbero intascato –
-          Ma è spregevole. I.. io non immaginavo che… -
-          E come potevi immaginarlo – sorrise amaramente. – Quando ti chiama riccastro non si rende conto che ti ferisce. Non è te che odia, sono i soldi quelli che non sopporta. Inoltre credo sia spaventata dal fatto che un giorno questo vostro appartenere a classi sociali diverse possa allontanarti da lei –
-          Io non potrei mai allontanarmi da lei o da voi solo perché apparteniamo a classi sociali diverse. E poi che significa? Io non sono quel tipo di persona, io e i ragazzi non siamo come gli altri riccastri, se eravamo come loro non avremmo nemmeno fatto amicizia con voi –
Jun Hyung sorrise cercando di trattenersi dallo scoppiare a ridere.
-          Cosa mi ridi? Sono serio – scattò in piedi.
-          Lo so, lo so, scusa è solo che hai appena pronunciato la parola riccastro proprio come fa Minji – Jun Hyung si alzò a sua volta e dopo avergli dato una pacca affettuosa su una spalla si avviò all’entrata. – Cerca di trattare un po’ meglio Minji o l a prossima volta te la faccio pagare –
Rientrò lasciando Hong Ki fuori. Cos’era quella sensazione che si agitava dentro di lui? Perché si sentiva cosi strano?
Aah basta, da quando frequentava Minji stava diventando strano, scosse la testa e rientrò. Questa volta i ragazzi lo accolsero ridendo e scherzando, ma Minji non si avvicinò più al tavolo e quando se ne andarono li salutò da lontano.
Usciti dal locale dove lavorava Minji, Hong Ki e gli altri ragazzi rimasero insieme ancora un po’ a chiacchierare nel parco per poi salutarsi. Hong Ki decise di non tornare subito a casa e di farsi una passeggiata e senza accorgersene si ritrovò nuovamente davanti al locale. Erano quasi le nove, Minji avrebbe finito di lavorare a breve. Ah , difatti, eccola là. Allungò la mano a chiamarla ma la voce gli morì in gola quando la vide uscire seguita da Yo Seob, il bracciò gli ricadde lungo il fianco e rimase a guardarla allontanarsi con il ragazzo, almeno stava sorridendo. Di nuovo quella sensazione di fastidio al lato sinistro del petto. Aaah basta non gli piaceva quella sensazione, scosse la testa, prese l’i-poad dalla tasca e dopo essersi messo le cuffie nelle orecchie canticchiando se ne tornò a casa.
 
Erano passati un paio di giorni da quando lui e i ragazzi erano stati al locale di Minji e da allora lui non l’aveva più vista, non che gli interessasse, senza di lei si stava molto più tranquilli, però sembrava che ai ragazzi mancasse, non erano neanche voluti andare al mare. Ah uffa lui voleva andarci però. Tutta colpa di quella ragazzina.
Idea!
Corse fuori di casa salutando il maggiordomo e si diresse a casa di Jun Hyung.
 
-          Jun perché siamo in aeroporto? Io ho solo cinque giorni di ferie non ci conviene andare troppo lontani. E poi dove sono Iesul e Hye Joon? E il biglietto? Io non l’ho ancora fatto - disse Minji a un Jun Hyung che la trascinava con sé tirandola per il polso.
-          Aah quante domande. Uno torniamo in tempo, due ci aspettano all’imbarco, tre il biglietto non ti serve -
-          Ma com’è possibile?
-          Ti fidi di me? –
-          S.. si – balbettò confusa.
-          Bene allora sta tranquilla e seguimi – fece fermandosi a carezzarle i capelli.
Dopo non molto arrivarono a un imbarco completamente vuoto, c’era solo un hostess che sorridendogli li fece passare.
-          Minjiiii! – esultò Hye Joon saltandole al collo.
Erano saliti su un piccolo aereo, e non appena ci aveva messo piede l’amica le si era fiondata addosso, il resto dei passeggeri era formato dai suoi amici. Minji sorrise, era ancora confusa ma era felice. Hye Joon la trascinò a sedersi accanto a lei e l’aereo partì.
-          Minji ti piace quest’aereo? – le chiese l’amica – Il padre di Min Hwan è il proprietario di questa compagnia aerea e ha riservato questo aereo solo per noi. Non è fantastico?  -
-          S.. si. Ma dove stiamo andando?  -
-          A Jeju ovvio –
Minji si voltò di scattò a cercare Hong Ki, era seduto da solo due sediolini davanti a lei e se ne stava con gli occhi chiusi con le cuffie nelle orecchie. Jun Hyung le si avvicinò e con un sorriso malizioso le sussurrò:
-          Dopo ringrazialo –
-          Cosa? –
-          Chi credi che abbia organizzato tutto e che abbia chiesto al tuo datore di lavoro di darti quattro giorni di vacanza? – gli sorrise ancora una volta e divertito la lasciò a guardare il ragazzo che fingeva di dormire.
 
Si sa quando ci si diverte il tempo sembra correre più veloce e così anche quella breve vacanza era già arrivata al suo culmine.
Uffa, pensò Hong Ki, avrebbe dovuto convincere il datore di Minji a concedergli più giorni di ferie. Guardò verso la ragazza che correva sulla riva a riprendere il pallone che Hye Joon le aveva lanciato; e pensare che aveva detto di non voler andare, guarda ora come si stava divertendo.
Trascorrere quattro giorni tutti insieme era stato divertente ma a causa sua era stato anche stancante; riusciva a contraddirlo su ogni cosa ed era un maschiaccio che si ficcava di continuo nei guai costringendo cosi lui doveva a stare attento che non si facesse male, anzi era Jun Hyung che lo costringeva. Perché per ogni cosa chiamava lui? Non poteva andarci lui stesso a recuperarla? Non si era mai preoccupato di badare nemmeno al suo cane, che infatti era più affezionato al custode che a lui, ora perché doveva badare a lei? Ecco, ancora una volta era tutta colpa di Jun, da quando gli aveva raccontato dei genitori di Minji non riusciva a non preoccuparsi per lei. E lei non rendeva di certo le cose facili, in soli quattro giorni lo aveva sconvolto. Il primo giorno si era allontanata per esplorare la spiaggia insieme a quello sciocco di Yo Seob che a combinare guai era peggio di lei, e cosi lui Jea Jin e Jun Hyung erano stati costretti a seguirli per assicurarsi che non si facessero male. Il secondo giorno lui aveva proposto una gara di sumo per decidere chi doveva comprare il gelato per tutti, e ovviamente lei aveva voluto partecipare. Ma insomma era o no una “ragazza”? E cosi mentre Yo Seob saltava di gioia Jun aveva dovuto manipolare il gioco per farla combattere solo contro se stesso, fingendo di perdere, e contro di lui. Si era talmente imbarazzata quando l’aveva afferrata per dietro le gambe e l’aveva presa in braccio che poggiarla fuori dal cerchio era stato uno scherzo.
-          Scema - gli aveva sussurrato facendogli la linguaccia, per poi ridersela quando arrossì ancora di più e arrabbiata se ne tornò all’ombrellone.
Il terzo giorno si erano allontanati in barca, e questa volta credeva che non sarebbe successo nulla; sorprendendolo, se ne era rimasta buona sulla barca mentre lui e gli altri erano scesi in acqua.
-          Minji, vieni anche tu - gli disse Jae Jin accostandosi alla barca.
-          Preferisco restare a prendere il sole –
-          Cos’è non sai nuotare? - la prese in giro Hong Ki accortosi che anche nei giorni prima non si era mai allontanata da dove si toccava.
-          No.. non è vero –
-          Beh allora vieni in acqua –
-          Non.. non posso, qualcuno deve sempre rimanere sulla barca –
-          Minji ma perché non me lo hai detto? Risalgo io - fece Jae Jin.
-          I.. io - guardava l’acqua preoccupata. Ok non è che non sapeva nuotare una volta Jun Hyung gli e l’aveva insegnato, però non era mai andata in acqua alta.
-          Minji - la chiamò Jae Jin vedendola impalata. - Se vuoi restare sulla barca... -
Hong Ki la stava guardando non poteva mostrarsi debole, aveva nuotato in acqua bassa cosa mai poteva cambiare? Prese un profondo respiro e si lanciò in acqua.
Dannazione perché non risaliva?
-          Minji! - urlò Jae Jin.
Jun Hyung che si era allontanato con Iseul si voltò verso la barca richiamato dall’urlo.
-          Hong Ki, non sa nuotare! - urlò.
Il ragazzo si immerse subito e dopo averla afferrata la riportò sulla barca con l’aiuto di Jea Jin.
-          Stupida! Perché non hai detto che non sai nuotare? Non era il momento di fare l’orgogliosa -
-          Chi sa chi mi ricorda - bisbigliò Jae Jin ricevendo subito un occhiataccia.
-          Non è che non so nuotare, è solo che non ho mai nuotato in acqua alta - cercò di scusarsi la ragazza.
-          Stupida! - fece alzandosi per andarle a prendere un bicchiere d’acqua.
Finalmente era arrivato il quarto giorno e a parte il fatto che li aveva buttati giù dal letto alle otto di mattina, era l’ultimo giorno, dovevano goderselo tutto, no? Se ne era restata buona; forse anche grazie al resto dei ragazzi che spaventati dal giorno prima avevano deciso che dovevano insegnarle a nuotare e farle capire che non bastava agitare mani e piedi.
-          Ragazzi mi è venuta una super idea! – urlò Hong Ki richiamandolo tutti sotto l’ombrellone – Dato che stasera è l’ultima sera a mare che ne dite di fare un falò in spiaggia? –
-          Wuao una volta tanto anche tu hai buone idee – lo prese in giro Seung Hyun.
-          Hahaha simpatico –
-          A me sembra un ottima idea – rispose Iseul.
-          Beh allora andiamo a fare la spesa – l’appoggiò Jun Hyung.
-          Eeeh? Noi? – chiese confuso Seung Hyun.
-          Ma no, non vi preoccupate, lo dirò al maggiordomo e se la vedrà lui –
-          Cosa? Neanche per sogno, siamo noi a fare il falò e noi facciamo la spesa – s’impose subito Minji non lasciando così a nessuno la possibilità di ribattere.
Al supermercato le ragazze dovettero occuparsi quasi di tutto da sole, o meglio gli unici ad aiutarle furono Jun Hyung e Ki Kwang. Hong Ki e il suo gruppo all’inizio frastornati, correvano ora da un reparto all’atro del supermercato portando con sé mille cose inutili. Poverini, pensò Minji non erano mai stati in un supermercato, a casa avevano chi faceva la spesa e cucinava per loro; ma Yo Seob che si divertiva a correre con loro e a prenderli in giro proprio non era perdonabile.
-          Yo Seob – lo richiamò Minji.
Il ragazzo mogio tornò accanto alla ragazza come un cagnolino in punizione.
-          Porta il carrello –
-          Si –
-          Lei è l’unica che riesce a calmarlo, a volte guardandoli mi sembrano come madre e figlio. Non sono carini? – chiese Jun Hyung a Hong Ki che si era fermato ad osservarli.
-          Pff, sembrano solo due stupidi, anzi lo stupido è lui che si fa comandare a bacchetta –
-          Sta tranquillo Yo seob le vuole bene e lo stesso Minji ma sono solo amici –
-          Nessuno ti ha chiesto niente – sbuffò allontanandosi verso il reparto cioccolate – Jae Jin vieni qui! Guarda questa non è quella che vedevamo in tv? –
Jun Hyung sorrise e tornò ad aiutare le ragazze.
A sera tutti insieme prepararono il fuoco e una volta acceso Jun Hyung e Min Hwan iniziarono ad arrostire la carne aiutati dalle ragazze.
-          Tieni – fece Minji porgendo il piatto ad Hong Ki che se ne stava comodamente seduto su un tronco ad accordare la chitarra.
-          Thank you – le sorrise posando la chitarra.
Minji si sedette al suo fianco.
-          Grazie – bisbigliò all’improvviso.
-          Scusa non ti ho sentito – finse, cercando di frenarsi dal ridere.
-          Grazie – fece a voce un po’ più alta.
-          Non.. -
-          Ho detto grazie! Grazie per avermi accettata in casa tua ed avermi fatto trascorrere questi stupendi giorni di vacanza nonostante l’altra volta sia stata un po’ acida –
-          Un po’?
-          Ok forse un po’ più di un po’ –
-          Vabbé, questa volta te la lascio passare ma sappi che l’ho fatto solo perché altrimenti i ragazzi non sarebbero venuti –
Minji gli sorrise lasciandolo perplesso, sapeva bene che non era solo per i ragazzi, forse lui non provava i suoi stessi sentimenti ma sapeva anche che la reputava un’amica e se quello era il suo modo di accettare i ringraziamenti beh allora lei lo avrebbe accettato, infondo amava anche quella sua parte stupidamente orgogliosa e timida.
Hong Ki scosse la testa. Bah chi sa cosa le saltava per mente, cosa aveva da sorridere? Meglio lasciare perdere, pensò addentando una salsiccia.
Minji prese la chitarra e iniziò a pizzicare le corde.
-          Sai suonare? – le chiese il ragazzo.
-          Un po’, mi ha insegnato Yo Seob –
-          Ah si? E fammi sentire, cosa ti ha insegnato?  –
-          Aah Hong Ki che schifo finisci di mangiare prima di parlare –
-          Io parlo parlo e se vuoi canto pure. “Music life, musica days. Non posso descriverlo a parole. Oh baby baby. Voglio ascoltarti. I will walk la la la with you” – scherzò avvicinandosi ancora di più alla ragazza che schifata cercava di proteggersi il viso con una mano mentre con l’altra reggeva la chitarra, tuttavia nel tentativo di evitare Hong Ki e di non far cadere nella sabbia la chitarra Minji scivolò in dietro.
-          Wuaaa –
-          Sta attenta – fece serio dopo averle portato d’istinto un braccio attorno alle spalle evitando così che cadesse.
-          S.. si. Sc.. scusa – balbettò arrossendo violentemente. Aaah dannazione! Erano troppo vicini, il suo viso, le sue labbra, erano troppo vicini, poteva sentire il suo respiro. Chi sa come dovevano essere morbide le sue labbra.
-          Pfff  haha – scoppiò a ridere senza tuttavia spostarsi. – Non pensavo potessi essere carina anche tu, invece quando arrossisci lo sei davvero molto –
Minji arrossì ancora di più.
-          Cos’è vuoi che ti baci? –
-          Sme.. smettila – Aah perché si stava avvicinando?
-          Yaaah! – sentirono urlare Yo Seob che arrabbiato lasciò il suo piatto a Jonh Hoon e si diresse a rapidi passi verso di loro.
-          Smettila di scherzare! – lo spintonò Minji.
-          Cos’è arriva il tuo ragazzo e non vuoi farti vedere mentre baci un altro? –
-          Tu… sei un CRETINO! – si alzò di scatto, gli sbatté la chitarra in petto e tornò al barbecue infuriata.
-          Hong sei un cretino! – gli disse Yo Seob. Per poi fargli la linguaccia e ricorrere Minji che lo aveva sorpassato.

 
* Il titolo del capitolo è una canzone degli FT Island appunto "Music life" però fa parte di quelle giapponesi.
  
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