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Autore: Doll_    05/08/2011    12 recensioni
June è un'adolescente riservata e timida che al secondo anno di liceo viene inevitabilmente attratta nella tana del lupo cattivo. Jack è più grande e affascinante, ma anche col suo carattere intrattabile e scontroso, riesce a far innamorare di sé la ragazza e a portarla a letto, per poi lasciarla come suo solito. Peccato che l'anno dopo i due verranno messi a stretto contatto a causa dell'imprevedibile destino che, seppur detestandosi, li unirà sempre più...
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'June e Jack'
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Warwick Avenue


 

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Non capivo cosa stava accadendo.
Era passata una settimana da quella dannata sera in cui io e Jack, apparentemente, ci eravamo riavvicinati, ma evidentemente qualcosa non stava andando come da me previsto.
Jack non mi parlava più...E forse avrei resistito a questo ma il fatto era che non mi guardava nemmeno!
Ovviamente avevo provato a farmi notare in tutti i modi, dai vestiti succinti alle frasi provocatorie ma nulla. Neanche un accenno.
Si era nuovamente rinchiuso in quel suo maledetto mondo immaginario e stavolta sembrava molto deciso a non farci entrare nessuno.
Spesso era così preso da se stesso e dai suoi pensieri che non riusciva a vedere nemmeno la persona che gli stava parlando davanti.
Me compresa.
Io lo odiavo quando faceva così.. e lo amavo.
Perché m'intrigava ed io come una sciocca mi sforzavo a captare ogni suo singolo cambiamento d'espressione e comportamento per cercare di capirlo anche se, il più delle volte, il tentativo risultava vano.
Jack era incomprensibile.
Quel giorno avevo deciso di uscire da sola per farmi una passeggiata verso un parco poco distante da casa mia -lo stesso in cui John mi aveva regalato le rose rosse- e così, sedendomi su una panchina leggermente appartata, cominciai a riflettere e a pensare ad una possibile soluzione per riavvicinarmi a lui.
Lo pensavo insistentemente mentre la musica gridava nelle mie cuffiette e davvero non riuscivo a smettere di ricordare il periodo più felice della mia insulsa vita.
Jack sembrava essere totalmente un'altra persona da quando ci eravamo lasciati o, probabilmente, era con me che era differente per cercare di apparire migliore di quello che era realmente per compiacermi.
E la cosa buffa era che, nonostante tutto, io continuavo a sbavargli dietro come un cagnolino fedele.
Hachiko doveva chiamarmi.
Avrei potuto benissimo pensare che quella dell'anno precedente era stata una sciocca cotta verso una persona che effettivamente non esisteva, ma non potevo mentire a me stessa ulteriormente. Io lo amavo anche quando mi trattava male.
Anche quando mi ignorava e si etraniava da tutto e tutti.
Avrei potuto dirmi che amavo il vecchio Jack, quello che ormai non c'era più... Sarebbe stato facile per la mia povera testolina, ma di certo il cuore non sarei riuscita ad ingannarlo! Lui conosceva alla perfezione il sentimento forte e quasi oppressivo che mi riportava sempre ed unicamente a Jack.
E ciò che mi faceva insistere nel non perdere tutte le speranze era che, ogni tanto, il vecchio Jack riaffiorava... Eccome se riaffiorava!
Forse lui adesso provava solo a reprimerlo; magari per orgoglio, per ciò che pensava io gli avessi fatto, ma non poteva del tutto eliminarlo perché faceva comunque parte del suo essere...
Del suo vero essere.
Quello che amavo alla follia.

Forse quel giorno avrei fatto meglio a rimanere a casa. In fondo, perché uscire di domenica? I negozi erano chiusi, la maggior parte delle persone passava quel giorno in famiglia e, probabilmente, io avrei dovuto passarlo sui libri di albebra e storia dell'arte visto che facevo pena in quelle materie, quindi, perché cavolo avevo deciso di uscire dal parco e andarmi a fare una passeggiata in centro?!
Magari in quel momento in televisione stavano trasmettendo un film carino, oppure su internet qualcuno aveva postato una notizia divertente....
Avrei fatto meglio di gran lunga a fare retro marcia e tornarmene da dove ero venuta... Ma questi sono pensieri di adesso. Adesso che so cosa mi avrebbe aspettato quel giorno. Ciò che i miei occhi avrebbero visto.
E videro.
Stavo ascoltando ancora la musica con una sola cuffietta però, così non rischiavo di essere investita, quando un negozio chiuso ma con le vetrine ben esposte, non attirò la mia attenzione.
Sin da bambina ero stata incantata da quei vestiti tanto appariscenti che anche in quel momento destarono la mia attenzione così da farmi quasi dimenticare del mondo circostante.
Ecco, quasi.
Stavo ammirando un bellissimo vestito da sposa viola e blu quando una voce femminile mi riscosse.
Sono così contenta che tu sia qui, Jack.”
Il mio Jack? No, impossibile. Lui che usciva con una ragazza, poi?
Mica era l'unico con quel nome! Pensai, presa dal panico.
Ma ogni mio buon proposito, si frantumò non appena lui rispose.
Figurati, è un piacere!”
Il mio Jack! Che rispondeva a un'altra con lo stesso tono spensierato e divertito col quale si rivolgeva a me!
Rimasi impietrita davanti a quella vetrina senza riuscire nemmeno ad alzare il viso per guardare la ragazza affianco a lui, anche se la curiosità mi stava uccidendo.
Avevo gli occhi sbarrati e la bocca spalancata, i rossi alle guance e le orecchie a fuoco.
Stavo per scoppiare, lo sentivo.
Uh, guarda che bello questo!” Gridò la ragazza, avvicinandosi allo stesso vestito che stavo guardando anche io.
Non mi avevano vista prima poiché avevo deciso di coprire il mio viso con i capelli ma adesso che la vicinanza era a dir poco esagerata, le mie mani iniziarono a sudare per il disagio e a pizzicare per la rabbia.
Avrei voluto prendere a schiaffi quella tizia e strangolare Jack.
Viola e blu? Di solito i vestiti da sposa non sono bianchi?” Chiese lui, col solito tono diffidente, e ci avrei scommesso tutto che in quel momento aveva inarcato il sopracciglio.
La ragazza, che si era posizionata davanti a me così quasi da nascondermi, ridacchiò divertita.
Come sei antico, Jackie!” Gli diede un buffetto, facendomi ansimare a causa dello strano peso nello stomaco che sembrava volermi soffocare.
Lui.. con un'altra.
In quel momento metabolizzai il significato di quella circostanza.
Era quindi per questo che utlimamente stava sempre con la mente da tutt'altra parte? Pensava a lei!? Si stava innamorando ed io gli ero solo servita per scaricare le sue frustrazioni sessuali poiché, magari, questa tizia ancora non gliel'aveva data?
Il cervello stava letteralmente andando in fumo con tutti quei pensieri e quelle ipotesi che avrebbero fatto invidia anche a Sherlock Holmes.
Fortunatamente il cappellino mi copriva meglio, così potevo alzare di poco la testa per vedere da sotto la visiera, l'aspetto di quella ragazza che adesso si era abbarbicata al braccio del mio Jack. Che mio non era...
E, beh, in quel momento pensai che fosse stato davvero meglio rimanere a casa quel giorno, magari a strafocarsi di porcherie e a disperarmi perché Jack non mi aveva nemmeno chiamata una singola volta, ma almeno non avrei visto la vera ragione di quel cambiamento radicale.
Lei era... perfetta.
La barbie ideale; credevo di averne una identica a casa.
Era alta quasi quanto Jack, il ché era un tutto dire, con due occhi azzurri che sorridevano insieme alle sue labbra a cuoricino, i capelli lunghi biondi e lucenti, un corpo da favolta ed una pelle di procellana... Per non parlare delle sue gambe magre e lunghissime.
Dio, che sciocca che ero! Chiunque si sarebbe innamorato di una tipa simile.
Lei era... perfetta.
Ed io ero insulsa a paragone.
Esattamente così: lei uno schianto, io un pianto.
Però... sembrava molto più grande di lui. Insomma, di certo non aveva la nostra età...
Gliene avrei dati ventidue perché era davvero bellissima, ma si poteva anche azzardare coi venticinque....
Proprio mentre stavo ricominciando a formulare altre migliaia di ipotesi, la ragazza, o meglio, la donna si spostò un po' troppo verso di me e mi venne quasi addosso, facendo cadere il mio i-Pod a terra “a pancia in su” facendo instravedere ciò che stavo ascoltando e, probabilmente, proprio per questo avenne ciò che avrei preferito di gran lunga evitare.
Ops, mi scusi!” Fece la bionda mentre io, senza alzare lo sguardo per nascondere ancora il mio viso fra capelli e cappello mi accingevo a recuperare quel che mi era caduto.
Mmm.. Non fa niente.” Borbottai, così a bassa voce che a malapena mi sentii io.
Ero salva, sentivo già i cori dell'allelujia quando ormai credevo che non mi avesse riconosciuta quando...
June?”
Cazzo.
Non alzai lo sguardo e feci per andare via, quasi di corsa, venendo bloccata per un braccio da una mano grande e forte.
Avevo fatto molti passi quindi non mi spiegai come cavolo aveva fatto a raggiungermi tanto in fretta; ma comunque non ci pensai più di tanto visto che subito dopo mi fece rigirare per costringermi ad alzare lo sguardo.
Mi guardava quasi.. arrabbiato? Confuso?
Deluso...?
Lasciami andare.” La mia voce uscì, per mia sopresa, fredda ed autoritaria anche se, ero sicura, i miei occhi gridavano tutt'altro.
Che ci facevi lì?” Continuò, stringendo la presa.
Non sono affari tuoi! Ora lasciami!!” Deglutii, sentendo la mia voce abbandonarmi e la salivazione scarseggiare.
Mi spieghi che cavolo ti prende!?” Domandò poi, strattonandomi così da farmi avvicinare ancora di più a lui.
Allora, con gli occhi puntanti nei suoi, cercai con tutte le forze di reprimere le mille lacrime che smaniavano per uscire; poi volsi lo sguardo dietro di lui e vidi la donna tutta sorridente continuare a guardare la vetrina e pensai che insieme fossero perfetti... Che io, quindi, non c'entravo assolutamente nulla.
Nulla..” Sospirai, smettendo di oppormi all'evidenza.
Bugia.” Mi derise e allora ogni sitinto omicida di poco prima riaffiorò in me, tanto potente da strattonarmi così forte da liberarmi dalla sua presa e allontanarmi per poi guardarlo negli occhi un'ultima volta.
Fottiti.” Lo biascicai con così tanta cattiveria, sia nel tono che negli occhi, per tutto ciò che avevo dovuto subire, per ogni pianto, per ogni illusione... Che lo lasciai paralizzato e interdetto.
Poi, come per vendicarmi ulteriormente e dargli, quindi, il colpo finale prima di andare via, dissi con ancora più cattiveria: “Ti odio. E questa è la verità.”
Prima di andare via a passo spedito feci però l'errore di guardarlo negli occhi.
In quegli occhi spalancati, sorpresi e... profondamente feriti.

Il giorno dopo non mi sentivo nemmeno la faccia per quanto avevo pianto la sera prima.
Le gambe andavano da sole e nella mia mente c'erano solo quegli occhi e quella donna...
Davvero mi stupivo che il mio cuore continuasse a battere nonostante tutto quello che aveva dovuto patire.
Lui era innamorato di un'altra, ecco la cruda e dura verità.
E allora perché non ci credevo fino in fondo? Perché lo sguardo sofferente che mi rivolse dopo le mie parole orribili -e false-, mi gridava che non era come pensavo? Che nulla era come pensavo...
Ehi, June? Tutto bene?” Mi chiese Abby, scendendo dall'autobus dopo di me.
Sì, certo.” Quella fu la mia atona ed inespressiva risposta.
Hai due occhiaie...” Constatò, osservandomi bene.
Sto bene.” Ripetei, più a me che a lei.
Mettendo il primo piede oltre il cancello, una strana ed opprimente sensazione mi soffocò.
Infatti, come previsto, fuori la porta c'era il gruppetto di Francine, Alicia e Jack, intento a chiacchierare e fumare prima che la campanella suonasse.
Jack aveva sempre quell'espressione martoriata e quasi più malinconica del solito -ma a questo non badai più tanto proprio per non illudermi ulteriormente.
Non mi andava per niente di salutarli e rimanere a parlare, così, con nonchalance passai accanto a loro con lo sguardo basso come se neanche li avessi visti.
June! Non si saluta più?” Francine mi venne incontro con un sorriso enorme, abbracciandomi come se non ci vedessimo da anni.
Oh, ehm.. Ciao, Francine.” Sospirai, afflitta.
Jack era poco distante da noi ma non aveva nemmeno alzato lo sguardo.
Ti senti male? Hai una faccia..” Si preoccupò lei, facendo roteare gli occhi ad Abby, lì affianco a me.
Ad Abby non piaceva molto la confidenza che Francine si era presa con me anche perché era alquanto equivoca alle volte.
Troppi abbracci, troppo contatto fisico...
Ma questo, ovviamente, era ciò che pensava lei. Io neanche ci facevo caso.
No, no.. Sto bene.” Tentai di sorridere senza però esserne certa.
Francine aveva posato le mani sul mio viso e continuava a guardarmi negli occhi quando però stava per aprire bocca, la campanella suonò segnando l'inizio delle lezioni.

Nota sul registro. Meglio di così non poteva proprio andare.
La prof mi aveva beccata con i bigliettini durante il compito di matematica e mi aveva ben punita con una D al compito ed una nota di demerito.
All'uscita volevo solo morire, sotterrarmi e spegnere del tutto la spina.
Ero stufa di dover subire, subire.. Volevo che qualcosa cambiasse.
Vieni con me.” Una voce dura e virile, dietro le mie spalle, mi fece sussultare.
Mi voltai e vidi Jack incamminarsi verso la sua Mustang.
Dovevo scusarmi... Ero stata davvero una stronza il giorno prima. Mi ero letteralmente abbassata ai suoi livelli.
Quindi, nonostante il mio cervello mi dicesse di tornare indietro poiché probabilmente avrei sofferto ancora, le mie gambe si mossero verso di lui.
Non dissi nulla quando rischiusi lo sportello e per metà viaggio regnò il silenzio in auto, senza che nessuno dei due aprisse bocca.
Perché mi aveva chiesto di venire con lui? Voleva forse abbandonarmi da qualche parte e poi investirmi con la macchina!?
Ho saputo della nota.” La sua frase mi riscosse da tutti quei pensieri malsani.
Uhm.. Le notizie volano.”
Avevo detto che dovevo scusarmi, vero? Beh, purtroppo il mio tono sarcastico e pungente non aiutava di certo.
Ho chiesto ad Abby.” Spiegò, stupendomi.
Co-cosa le hai chiesto?” Inarcai un sopracciglio, notando ancora quella strana espressione triste che aveva addosso.
Perché a ricreazione ti eri chiusa in bagno. Sapevo che era successo qualcosa in classe perché ogni volta che prendi un brutto voto ti rinchiudi in bagno senza voler far entrare nessuno.” Disse, con nonchalance.
Possibile che si ricordasse ogni minima cosa!??
Magari della bionda sapeva anche molto di più...
Hn..” Il mio ringhio lo fece quasi sorridere.
Perché non ti sei esercitata a casa? Potevi prendere un buon voto.” Chiese, facendomi infuriare ancora di più.
Odiavo quando si comportava da padre premuroso e mi faceva prediche di cui non avevo nessun bisogno.
Sono stupida.” Risposi con astio, ribadendo ciò che mi ripeteva sempre lui quando lo facevo arrabbiare.
Non sei stupida devi solo esercitarti. Diciamo che sei svogliata, ecco.”
Oh, ma grazie! Non lo sapevo, sei la prima persona che me lo dice!!” Esclamai, adirata e sarcastica.
Non ero perfetta, io. Ma nonostante ciò difendevo i miei difetti con gli artigli, perché senza di loro, semplicemente non sarei mai stata me stessa.
Sei proprio irritante quando fai così.” Fece lui, stringendo i pugni sul volante.
Sai quanto me ne frega...” Ribattei, sapendo di stare a superare il limite della sua già poca pazienza. “Ora basta parlare di me, ormai li sappiamo entrambi i miei difetti! Perché non parliamo un po' di te, eh, Jack?” Sorrisi beffarda, con occhi inniettati di veleno.
Basta, June.” Digrignò i denti.
Probabilmente si stava già pentendo di avermi voluto in macchina con lui.
Eh, no, Jack! Non si fa così, però! Tu puoi rimproverarmi quanto vuoi ed io non posso neanche sapere qualcosa di te? Per esempio, mmm.. Vediamo...” Mi finsi pensierosa utilizzando ancora quel tono derisorio che tanto detestava.
June, ti avverto, sto perdendo la pazienza.”
Come previsto.
Il semaforo era rosso e davanti a noi la fila di macchine sembrava infinita.
Eravamo fermi, quindi lui si voltò cercando di avvertirmi con un'ulteriore occhiataccia di fuoco.
Ma io non avevo paura e continuando a fissarlo, proseguii.
...Come hai passato la giornata ieri? Ti sei divertito con la biondina? E' bella, hai proprio un ottimo gusto. Solo con me hai fatto uno strappo alla regola, perché di solito ti scegli delle ragazze bellissime.. Certo, però quella è un po' vecchiuccia non credi? Lei lo sa della settimana scorsa, Jack? Sa che ti sei scopato la tua ex riempendola di frasi sdolcinate e di nuove illusioni solo per divertimento!? LEI LO SA, JACK??!?!!” Sbottai, con tutta la rabbia che avevo in corpo.
Non so cosa mi fece più male dopo, se lo schiaffo o il fatto di averlo ricevuto da lui.
La tensione era salita talmente tanto da farlo scoppiare in un gesto tanto folle.
Mi aveva dato uno schiaffo, non troppo forte ma abbastanza da far voltare il mio viso e far diventare la mia guancia rossa e pulsante.
E comunque, io non piansi. Non ero la stessa di sempre quel giorno.
Ero fredda, indifferente.. Senza cuore.
Ma quello schiaffo me lo sarei ricordata per sempre perché, di certo, quello mi riscosse e mi fece pensare che, nonostante tutto, me l'ero anche meritato.
Jack rimase paralizzato a guardarmi con un'espressione indecifrabile sul volto.. Era quasi.. spaventanto da se stesso.
Mi portai una mano sulla guancia istintivamente e mi voltai a guardarlo negli occhi.
Non ero più arrabbiata, forse risentita, umiliata, ma non arrabbiata.
Quella donna, June, era mia cugina. Mia cugina che fra una settimana si sposa.” Spiegò allora lui, una volta ripreso.
C-cosa?”
Sua cugina? Ommioddio!
Che sciocca, ma certo! Erano uguali! Entrambi biondi, occhi azzurri, alti...
E poi i vestiti! Si era fermata davanti alla vetrina per lecita curiosità ed io avevo tratto delle conclusioni così affrettate che in quel momento, in macchina, mi sentii talmente stupida che, stupendo entrambi... scoppiai a ridere.
Era la cugina, diamine! Jack non era innamorato di nessun'altra! Lei si doveva sposare una settimana dopo!
Oddio, anche dopo lo schiaffo fui capace di ridere di sollievo.
Che sciocca, che sciocca!
E adesso perché ridi?” Inarcò un sopracciglio, lui, guardando davanti a sé poiché la fila si stava sciogliendo.
N-no.. N-niente!” Balbettai, fra una risata e l'altra.
Tu sei pazza.” Fece Jack, ma con tono divertito, tanto che dopo sorrise anche.
E la luce vivace nei suoi occhi si era finalmente riavvivata.
Jack.. Ma dove stiamo andando?” Chiesi, una volta calmata.
E' quasi mezz'ora che stiamo in auto e solo ora me lo chiedi?”
Sai che c'è, prima ero occupata a pensare ad altro.” Dissi sarcasticamente, facendo spallucce.
In città, al centro commerciale. Devo comprarmi uno smoking e anche tu devi comprarti una vestito.”
Io??” Domandai, strabuzzando gli occhi.
Mia cugina ti ha invitata al matrimonio.” Disse con nonchalance, facendomi quasi strozzare con la mia stessa saliva.
Che!?” Esclamai con la voce strozzata.
Non ci senti, mocciosa?”
Ma.. ma io non la conosco tua cugina, perché ha voluto invitarmi?”
Perché le ho parlato di te.”
In quel momento credetti davvero che il mio cuore non avrebbe retto tutte quelle sorprese.
E.. che le hai detto?” Deglutii, curiosa come non mai.
La curiosità uccise il gatto.” Sorrise.
A me non importa nulla del gatto!”
Che cattiva!” Ridacchiò.
Sentii che finalmente si era calmato e che l'atmosfera stava piacevolmente tornando com'era una volta.
E comunque io non ho soldi, Jack.” Ribadii, risoluta.
I soldi non sono un problema, June.” Fece voltandosi per un attimo per regalarmi un sorriso stupendo.
Di quelli che amavo io.
Te li ridarò.”
Come vuoi.”
Ovviamente non li avrebbe mai accettati.

Hai fame?” Mi chiese, un'ora dopo.
Da morire.”
Dove vuoi andare? Autogrill oppure.. Ah, ma che te lo chiedo a fare? Tanto so già cosa mi risponderesti.” Sorrise fra sé e sé, svoltando ad una curva e parcheggiando davanti al Mc Donald's.
Ma quanto mi conosci, eh?” Scherzai, uscendo dall'auto e affiancandomi a lui.
Più di quanto immagini.” Sussurrò allora, facendomi boccheggiare.
Stavo per chiedergli qualcosa quando riprese: “Vai a scegliere un posto, io intanto vado a ordinare.”
Aspetta, ti do i soldi...” Dissi, prendendo la borsa.
Non ci pensare nemmeno.” Mi ammonii, afferrando il mio portafogli e sequestrandomelo.
Jack!”
Vai.” Mi ordinò, guardandomi negli occhi e facendomi quasi sciogliere.
Sbuffai ma mi arresi.
Un men-” Stavo per dirgli ciò che volevo quando m'interruppe.
Un menù grande con CBO, kutchup e maionese.” Sorrise sghembo, lasciandomi a bocca aperta. “Te l'ho detto: ti conosco meglio di quanto immagini.”

Potresti smetterla di fare quel rumore con la cannuccia? E' odioso.” Sbottò, quando ormai nei nostri vassoi erano rimaste solo cartacce da buttare.
L'ho quasi finita.” Dissi, rivolta alla coca cola che stavo bevendo.
Me ne sono accorto.”
Senti, io ancora non riesco a spiegarmi come diamine hai fatto a mangiarti tutto il menù più due panini che erano il doppio del mio! Sei un animale.” Lo presi in giro, beccandomi un altro sorriso da infarto.
Ho lo stomaco più grande del tuo, mocciosetta.”
Gli feci una linguaccia e ripresi a tirare su il liquido nel bicchiere, facendo ancora quel rumore che detestava, fino a quando non finii.
Il pranzo era stato fantastico. Sembrava essere tornati al passato quando ci lanciavamo le patatine e lui rubava un po' della mia salsa rosa anche se poco prima, mentre mischiavo kutchup e maionese, la guardava con disgusto ed io finivo un quarto d'ora dopo di lui nonostante avessi comprato meno cose.
Sunday al cioccolato?” Mi chiese poi, dimostrandomi di ricordarsi anche il gelato che prendevo dopo il pasto.
Annuii come una bambina piccola e attesi impaziente il suo ritorno.
Una volta terminato anche quello, ci diriggemmo in macchina pieni come due facoceri.
Credo che con questa pancia non mi entrerà nessun vestito.” Dissi, facendolo ridacchiare mentre metteva in moto.
Il tempo che arriviamo, troviamo parchieggio, cerchiamo gli abiti giusti, sicuramente avremmo digerito.” Spiegò, facendo poi calare il silenzio.
Dopo neanche dieci minuti però, disse una cosa che mi fece paralizzare.
Scusami per lo schiaffo di prima, sono impazzito.” Deglutì, continuando a guardare di fronte a sé.
Sorrisi per la sua impacciatagine nelle scuse.
E tu scusami per tutte le cattiverie che ti ho detto.” Dissi quindi, trovando il coraggio.
Anche quelle di ieri?” Chiese e mi sembrò quasi speranzoso.
Soprattutto quelle di ieri.” Sorrisi, e con la coda dell'occhio, per mia sopresa, vidi sorridere felicemente anche lui.

Che noia...” Brontolai, dopo un'altra mezz'ora di viaggio dal Mc. “Quanto manca?”
Ancora un po'... Sii paziente.” Mi ammonii dolcemente.
Feci una smorfia di disappunto e mi guardai intorno per cercare di fare qualcosa.
I miei occhi si puntarono sulla radio e l'accesi.
Uuuh, carina questa!” Esclamai, inziando a canticchiare come una demente.
Britney Spears intanto intonava Till The World Ends.
Jack inarcò un sopracciglo, ovviamente non d'accordo con la mia constatazione e rispose: “Sei passata dai Sex Pistols a Britney Spears?” Chiese, disgustato.
Non ti preoccupare, il punk rock non ha niente a che fare con 'sta roba.” Spiegai.
Le uniche cantanti pop che potevo concedermi erano P!nk e Cher, la preferita di me e mia madre.
Ero cresciuta con Cher ma con gli anni avevo sviluppato questa passione per il rock che mi fece diventare più critica sui gusti musicali.
Ma Cher rimaneva pur sempre Cher...
Lo vedo.” Sorrise, reprimendo una risatina mentre mi dimenavo sul sedile imitando malamente la povera Britney ed il suo ritornello.
I can't take it take it take no more, never felt like this before! C'mon get me get on the floor, dj what you what you waitin' for...” E poi, come se non bastasse: “Woah oh oh oh oh oh woah oh oh oh...” Gridando come una matta e ridendo come non mai subito dopo, accompagnata da un Jack che si stava proprio scompisciando per le risate.
Quando la canzone finì, però, quella che seguì fece smettere entrambi, smorzando l'atmosfera giocosa e ricreando quella di imbarazzo.
Le prime note di Warwick Avenue di Duffy riempirono l'aria e proprio quando pensai che sicuramente Jack avrebbe girato, lui mi stupì nuovamente alzando invece il volume al massimo.
Quella era la nostra canzone, anche se le parole si addicevano più alla situazione di adesso che a quella di un anno fa; ma noi non l'avevamo scelta. Era venuta da sola.
Stavamo a casa sua e lui aveva acceso la radio, socchiuso le luci e mi aveva presa per mano per farmi ballare con lui.
Dopo i primi attimi di puro imbarazzo mi attaccai a lui e Duffy cantò come stava facendo in quel momento, nonostante ci vedesse inevitabilmente divisi.
Gli avevo sussurrato che adoravo quella canzone ed il giorno dopo lui l'aveva messa in macchina, prima di riaccompagnarmi a casa, dicendomi che l'aveva inserita in un CD compilation.
Mi stavo sotterrando nel sedile in quel momento, canticchiando le parole che conosceva a memoria, bloccandomi non appena con la coda degli occhi la visione di ciò che stava facendo Jack mi paralizzò per l'ennesima volta in quella giornata.
La mano appoggiata al volante picchiettava a tempo su di esso e le sue labbra ripetevano parola per parola quelle della cantante.
Lui... la conosceva a memoria. Anche Jack, quindi, l'aveva sentita fino allo sfinimento come me. E come faceva a ricordarsela dopo tutto quel tempo?

Please draw the past and be true, don't say we're okay just because I'm here.. You hurt me bad but I wont shed a tear..

Mi morsi il labbro per reprimere la domanda non appena lo vidi sussurrare, pensieroso ed ignaro dei miei occhi puntanti sulle sue labbra, le frasi di quella canzone che in quel momento si addicevano alla perfezione: “I'm leaving you for the last time baby. You think you're loving, but you don't love me. And I've been confused outta my mind lately...” Allora la mia mano pensò prima del mio cervello e strinse forte quella di lui che teneva sopra la marcia e canticchiai anche io: “You think you're loving, but I want to be free, baby you've hurt me.

   
 
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