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Autore: Ran    25/02/2004    4 recensioni
Un nuovo arrivo ci sarà nella classe di Ranma e Akane: un ragazzo affascinante, occhi azzurri e capelli biondi, simpatico e dolce... Ma come stravolgerà la vita dei nostri eroi?
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Ranma continuava a lottare contro la morte, i dottori fecero tutto quello

Ranma continuava a lottare contro la morte, i dottori fecero tutto quello

che gli era possibile, Akane sperava, sperava di non perderlo e poi doveva

chiarire con lui, doveva scusarsi per tutte le volte che lo aveva insultato,

per tutte le volte che l’aveva picchiato, doveva assolutamente parlargli e

dirgli come stavano veramente le cose, doveva spiegargli che l’unica persona

che aveva veramente amato era solo e soltanto lui e che nessuno avrebbe mai

preso il proprio posto nel suo cuore ormai straziato dall’immagine di lui

steso a terra morente, doveva assolutamente dirgli che lo picchiava solo

perché era accecata dalla gelosia, ogni volta che qualche corteggiatrice lo

abbracciava o tentava di baciarlo. Lui doveva sapere quello che lei aveva

fatto per tenerselo stretto, come quella volta alla vigilia di Natale in cui

sia Shampoo, Ucchan e Kodachi volevano passarla con lui e Akane salendo sul

tetto del ristorante di Okonomiyaki disse che Ranma era il suo fidanzato,

era suo e avrebbe passato la vigilia di Natale con lei e la sua famiglia;

come l’aveva imbarazzata dire quelle cose eppure era quello che pensava ed

era giusto che lo urlasse a tutti.

La famiglia Tendo, il signor Saotome, Shampoo e Alex erano arrivati

all’ospedale in un batter d’occhio

"Akane, Akane" gridava Genma, Akane non l’aveva mai visto così, lui era

sempre allegro e spensierato come un bambino ma quel giorno per la prima

volta in quei due anni lo aveva visto davvero sconvolto, poteva guardare

quegli occhi colmi di terrore; doveva volere molto bene a suo figlio anche

se non lo dava mai a dimostrare

"Ragazzi, siete arrivati finalmente, Ranma è in sala operatoria, i medici

hanno detto che è molto grave, comunque stanno facendo tutto il possibile"

"Akane ma tu come stai?" le chiese Nabiki, vide la sorella talmente

preoccupata che un brivido gli attraversò la schiena

"Io bene" la voce di Akane si spense del tutto, in quel momento ebbe molta

più paura di quanta non avesse mai avuta in tutta la sua vita

"Akane stai tranquilla vedrai che andrà tutto bene, Ranma è forte e ce la

farà sicuramente" Kasumi cercava di rassicurarla.

Aspettarono per molto tempo quando finalmente un dottore uscì dalla sala

operatoria, aveva un’ aria enormemente fredda, ma forse tutti i medici hanno

quell’aspetto quando si tratta sia di buone che di cattive notizie

"Noi abbiamo fatto il massimo, però ha una gravissima emorragia interna e

noi non possiamo assicurarvi niente, non siamo neanche certi del fatto che

supererà la notte, ormai non resta altra soluzione che pregare, mi dispiace"

disse abbassando lo sguardo verso il pavimento,

Nella sala d’aspetto c’era un grande silenzio, tutti guardavano assorti

davanti a loro e nessuno ebbe il coraggio di dire una parola; ma questo

silenzio fu bruscamente interrotto dalla voce di una ragazza

all’altoparlante

[Attenzione, vi avvisiamo che il tempo a vostra disposizione per le visite

sta per terminare, vi chiediamo quindi di lasciare l’ospedale al più presto.

Grazie].

"Mi dispiace ma non potete stare tutti qui, soltanto una persona può

rimanere ad assistere il ragazzo" disse il medico

"Va bene rimarrò io" il signor Saotome si era offerto, dopotutto si trattava

di suo figlio e non lo avrebbe lasciato da solo

"Vi prego fate rimanere me" Akane si intromise, lei voleva stargli accanto,

voleva che la prima persona che avrebbe visto al suo risveglio sarebbe stata

lei, perché sapeva che si sarebbe svegliato

"Ma Akane, tu devi riposarti è stata una giornata molto dura, vieni a casa"

disse Soun, era molto preoccupato si sentiva dalla voce che usciva dalla sua

bocca molto lievemente

"No papà, io voglio restare qui e qualunque cosa voi facciate non cambierò

idea" Akane era davvero troppo decisa perché gli altri riuscissero a fare

obbiezioni, così Soun annuì e se ne andò seguito dagli altri. Dopodiché

Akane guardò Shampoo come per chiederle un consenso, sapeva che in quei

giorni si era molto avvicinata a Ranma e non voleva mettersi in mezzo a loro

due, ma Shampoo sapeva che loro due erano troppo legati e niente avrebbe

fatto cambiare idea ad Akane e soprattutto niente li avrebbe divisi, nemmeno

la morte

"Buona fortuna" disse semplicemente andando via, Alex era rimasto impietrito

là davanti così Shampoo gli prese una mano e lo portò con se.

Akane entrò nella stanza dove Ranma stava riposando, gli sembrava senza

vita: così immobile, così stranamente silenzioso, con quell’espressione

statica; immaginava quelle poche volte che non litigavano, a come

scherzavano e ridevano insieme, lei voleva assolutamente trascorrere ancora

momenti come quelli con Ranma.

Quella notte fu mostruosamente lunga, Akane non riusciva a chiudere occhio

* E se Ranma si sveglia mentre sto dormendo? *

* E se dovesse avere bisogno d’aiuto? * si domandava,

Ma quella notte Ranma non si svegliò mai, infatti verso le 4:00 di mattina

successe l’imprevedibile: entrò in coma……

"Stiamo perdendo il paziente" sbraitò uno dei dottori, Akane era spaventata

come non mai, era in preda al panico un forte morso allo stomaco la fece

tremare, aveva il cuore in gola che sembrava volesse uscire da lei per

quanto palpitava, le lacrime le bagnarono gli occhi a tal punto da non farle

più vedere niente, era paralizzata là davanti, a guardare quella scena

atroce, poi una dottoressa la portò fuori dal caos che si era creato in

quella stanza.

Akane non ebbe la forza di muore un muscolo e purtroppo nonostante il pronto

intervento dei medici Ranma era caduto in un sonno profondo e nessuno era in

grado di dirle quando si sarebbe svegliato e quando finalmente sarebbero

tornati a casa insieme magari litigando come erano soliti fare, quanto

desiderava discutere con lui in quel momento, mai lo aveva desiderato, ma

quella volta era diverso, quella volta lei lo desiderava con tutto il cuore.

 

Finalmente era giunta l’alba che con un fascio di luce squarciò le tenebre

della stanza di Ranma, il silenzio sovrastava i corridoi dell’ospedale;

anche Akane riuscì a chiudere occhio nonostante quella nottata da incubo.

Era ancora molto presto ma la ragazza si svegliò, purtroppo ogni singolo

ossicino le doleva, non era il massimo della comodità dormire su una di

quelle sedie.

Si alzò per andare a vedere come stava Ranma, attraverso il vetro che li

divideva lo scorse, il suo viso pallido le dava un enorme senso di vuoto e

malinconia.

A tarda mattinata, il signor Saotome decise di andare a vedere come stava

suo figlio e Akane che probabilmente era rimasta sveglia per tutta la notte.

"Akane!" Genma salutò la ragazza

"Signor Saotome…" Akane non sapeva proprio come dirgli che il suo unico

figlio era entrato in coma

"Signor Saotome ecco……ecco vede……" la ragazza scoppiò in lacrime, le faceva

male ricordare quella precedente notte da tormento

"Akane ma che ti prende" Genma non capiva, poi la ragione si fece luce nella

sua mente

* Ranma *

"Akane come sta Ranma?" Akane non riusciva ad aprire bocca

"Akane dimmi come sta, dimmelo Akane, devi dirmelo" la prese per le spalle

e la scosse fino a farla parlare

"Ranma…… Ranma……" non riusciva a dire altro

"Cosa, Ranma cosa, Akane cosa gli è successo, sta bene vero?" Genma era

atterrito

"Ra…Ranma è… entrato i…in… co…coma" Akane scoppiò in pianto strepitante che

nessuno poteva fare a meno di ascoltare, Genma lasciò le spalle della

ragazza e cadde a terra sulle ginocchia, i suoi occhi erano vuoti, non

esprimevano nessuna emozione o forse troppe emozioni insieme per essere

decifrare.

 

Anche Shampoo aveva pensato di andare all’ospedale, la sera precedente

quando tornò al suo ristorante non disse una parola, Obaba si era

terribilmente preoccupata

"Cosa ti è successo bambina?" ma Shampoo era talmente traumatizzata da

rimanere lì in silenzio per ore. Quella mattina si svegliò prestissimo per

preparare il pranzo al suo principe azzurro, era convinta che quel giorno

lui si sarebbe svegliato e avrebbe mangiato quello che gli aveva cucinato

senza fare storie, ma purtroppo la ragazza non sapeva che Ranma non avrebbe

potuto assaggiare quelle leccornie quel brutto giorno.

Arrivò all’ospedale, stava per andare dove il suo Ranma la stava aspettando,

ma una terribile scena stava davanti a lei: Akane in piedi in lacrime e il

padre di Ranma di fronte a lei in ginocchio con gli occhi persi nel vuoto,

la ragazza corse verso i due cosa poteva essere successo al suo amato?

"Akane che succede?" chiese spaventata

"Sha… Sha… Shampoo cosa ci fai qui?"

"Sono venuta a tlovale il mio Lanma, dov’è ola?, posso andale a pallagli?"

"No, Shampoo, no che non puoi andare a parlargli, no che non puoi Ranma è in

coma" sbraitò

Shampoo non disse una parola, era paralizzata proprio come era successo al

signor Saotome.

Mousse che da dietro aveva seguito di nascosto la sua anima gemella, aveva

sentito tutto, il suo rivale in amore era finito in coma, il ragazzo era

rimasto davvero male infondo erano pur sempre amici.

Ben presto anche gli altri seppero della pessima notizia, erano tutti a dir

pochi sconvolti e cercavano di farsi forza avvicenda; Soun cercò di

convincere Akane a tornare a casa almeno quella notte ma lei era

irremovibile e rimase accanto a lui per quattro giorni senza muoversi da

quella fredda sedia accanto al letto dell’amato.

Ormai erano in molti ad avere perso le speranze; ma Akane era lì e ci

sarebbe rimasta fino a che non avesse aperto gli occhi, lei sapeva che lui

non l’avrebbe lasciata sola, perché non l’aveva mai fatto.

Kasumi portava qualcosa da mangiare ad Akane ogni giorno, e ogni giorno la

vedeva sempre più spossata e vuota

"Akane perché non ti vai a riposare almeno per questa notte?" disse

preoccupata

"Ma Kasumi come posso riposare sapendo che Ranma si trova in bilico tra la

vita e la morte?!"

"Lo capisco Akane ma così ti ammalerai"

"Kasumi non devi stare in pensiero per me, vedrai starò bene" la

tranquillizzò sfoderando uno dei suoi magici sorrisi che però quella volta

portava con se un gran senso di malinconia

"Va bene, però se hai bisogno chiama"

"D’accordo"

E così Kasumi andò via.

Forse però Akane doveva seguire il consiglio della sorella e andare a

riposare perché ormai gli occhi le si chiudevano da soli, il sonno stava per

prendere il sopravvento i caffè non avevano più efficacia e in poco tempo si

appisolò con la testa sul letto di Ranma…

In quel momento successe qualcosa di imprevisto……………………………………………………

 

il ragazzo dopo quel lungo sonno in un attimo riuscì a muovere un dito e poi

aprì gli occhi; all’inizio non riusciva a focalizzare quello che aveva

davanti a se, ma poi tutto divenne più nitido

* Ma dove mi trovo? *

quella non poteva essere la sua casa, si guardò in torno e si accorse che

vicino a lui c’era una presenza familiare

"A…Akane" ma la sua voce era troppo bassa perché lei potesse sentirla…

Così lui con estrema fatica alzò il braccio e lo pose delicatamente sulla

sua testa; Akane si svegliò di colpo

"Ma cosa succede" disse, Ranma pronunciò di nuovo il suo nome

lei alzò lo sguardo e vide i suoi splendidi occhi azzurri sorriderle

"Ranma"

"Ranma ti sei svegliato" il suo cuore era pieno di una gioia immensa e

indescrivibile.

La ragazza chiamò subito un medico che lo dichiarò fuori pericolo e disse

"Dovrà rimanere qui per un po’, deve fare degli accertamenti e poi potrà

tornare a casa"

"Davvero dottore, ne sono così felice"

Ranma era un po’ spaesato non ricordava nulla di quello che era successo in

quel brutto incidente, ma ora non gli interessava, l’unica cosa importante

per lui era stare vicino alla ragazza a cui teneva più di se stesso.

Tutti furono avvertiti del risveglio del ragazzo che li aveva fatti tanto

spaventare e ci fu una grande festa di bentornato per lui.

Alla festa parteciparono proprio tutti: la famiglia Tendo, la famiglia

Saotome, tutti gli amici più cari Shampoo, Ucchan, Kuno, Kodachi, Mousse,

Ryoga che una volta tanto riuscì ad arrivare in tempo e poi, i compagni di

scuola tra cui Alex. Lui era sì molto contento per Ranma però si sentiva

come tradito da quella ragazza che in quel periodo gli aveva ridato vita.

Akane lo capì e decise di dargli delle spiegazioni, lo chiamò e lo portò

fuori dalla palestra dove tutti ballavano e cantavano dalla gioia.

"Alex senti io…..ecco vedi……non so come dirtelo…" Alex rimase lì ammutolito

non sapeva proprio come comportarsi

"Alex mi dispiace…" disse con un po’ di coraggio

"Akane ma che dici?!?"

"Ecco vedi tu mi piaci sul serio…io ti voglio davvero bene…però……"

"Però il tuo cuore è legato ad un’altra persona vero?!?" Alex aveva capito

tutto e Akane non poté fare altro che abbassare lo sguardo accordando

quello che aveva detto

"Akane non preoccuparti io sono felice se anche tu lo sei"

"……….." lei non aprì bocca

"Sei felice con lui Akane?" chiese, Akane lo era e con un cenno glielo face

capire

"Bene allora va e si felice" Akane rientrò in palestra e si unì alla bolgia.

 

Intanto Alex era lì fuori per osservarla segretamente un’ultima volta,

quando ad un certo punto sbucò da un’ombra Nabiki che aveva sentito tutto…

"Ma che ci fai tu qui, credevo fossi dentro" domandò lui un po’ alterato

"Hai visto è come ti avevo detto io…" Alex capì e calmandosi rispose

"Sì, avevi ragione tu, nulla può dividere ciò che il destino ha messo

insieme; ma prima non potevo capirlo, fino a qualche giorno fa credevo che

il destino fosse qualcosa che ci creiamo da soli, ma ora so che non è così"

affermò

"Sì, una volta anch’io credevo fosse così, ma poi guardandoli giorno per

giorno ho capito che mi sbagliavo" e dopo uno sguardo di proponimento Alex

le disse

"Che ne dici di unirci alla festa?"

"D’accordo".

 

Akane e Ranma senza bisogno di parole e chiarimenti erano tornati insieme,

ma d’altronde loro sono fatti così, dimostrano i sentimenti con semplici

gesti.

Alex tornò a casa con suo padre ormai nulla gli permetteva di restare.

E da quel giorno la vita per loro tornò quella di sempre, con i soliti

battibecchi, combattimenti e tutto quello che serviva per rendere la loro

vita perfetta.

 

  
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