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Autore: SimplyMe514    28/08/2011    7 recensioni
Sappiamo tutti quanto sia difficile ricordarsi di dare ai propri personaggi anche qualche difetto. E sappiamo tutti quant'è irritante leggere di personaggi che non ne hanno. E se le ragazze di Hogwarts si ribellassero all'arrivo a scuola dell'ennesima Mary Sue e complottassero tutte insieme, in barba alle Case, per riprendersi i loro ometti folgorati dall'angelica visione?
Genere: Comico, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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- Questa storia fa parte della serie 'The Trilogy: perché scrivere fanfiction è bello, ma riderci sopra ancora di più.' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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«Si può sapere perché, di tutte le persone al mondo, hai affidato a Cho l'operazione volantini? Mi pare di saper volare altrettanto bene...» A Hermione parve di udire distintamente il “se non meglio” inespresso alla fine della frase.

«Per non sovraccaricarti di lavoro, tanto per cominciare. Hai una vita al di fuori delle Amazzoni, che tra l'altro include degli esami importanti. In più ero con Luna, ed è stata lei a proporre di arruolare Cho, quindi ho pensato che sarebbe stato carino farla sentire utile. Per non dire poi che se continuo a usare te come complice, qualcuno si accorgerà che c'è del marcio in tutto quello che sta capitando ad Avalon. In effetti mi è venuto in mente che avresti potuto essere gelosa, ma...»

«Gelosa io? Ma figurati!» sbottò Ginny. «È che ho pensato che sarebbe stato il genere di lavoro adatto al Colonnello Weasley, non credevo che avresti scelto il... il...»

«Sergente. Sergente Chang» la soccorse. Colta in flagrante: negare di essere gelosa, e per di più con quel tono pericolosamente vicino alla crisi isterica, era il modo migliore per ammettere di esserlo. «E poi ho immaginato che avresti voluto goderti gli allenamenti senza troppi altri pensieri per la testa, ora che sei di nuovo in squadra... ho ragione?»

«E va bene... ma se mi passi una copia o due le lascio negli spogliatoi, tanto per non restare con le mani in mano».

In capo a pochi giorni non ci fu più nessuno a scuola che non avesse almeno visto di sfuggita il primo numero del Gazzettino delle Amazzoni, e anche se il novantanove per cento dei ragazzi continuavano a venerare la Mary Sue come una dea, tra le femmine si diffuse l'abitudine di imitare platealmente una caduta dalla scopa quando passava e di fare commenti a voce un po' troppo alta perché fossero casuali, tutti sul genere: «Vedi di non lanciarle niente, potrebbe decidere di afferrare te, invece!», oppure: «Ahi! Ho battuto la testa! Dovrei chiederle aiuto? Nah, meglio di no, potrebbe farmene crescere una in più...». Per delle soddisfattissime Amazzoni che spuntavano a ogni angolo, battendosi il cinque e scambiandosi gesti d'approvazione mentre la loro vittima non guardava, non c'era miglior spettacolo per cominciare la giornata di una Mary Sue molto, molto arrabbiata.

Ma che il corpo insegnante non reagisse era troppo bello per durare a lungo.

«Sono io, o Piton è diventato anche maschilista oltre che ingiusto?» si lamentò Susan.

«Oh, per le mutande di Merlino! L'ha fatto anche a voi?» saltò su Ginny, tra l'indignato e l'impietosito. «“Mi è giunta voce” – sì, certo, dì pure che ne parla tutta la scuola, ne siamo stramaledettamente fiere! – “di un gruppo di ragazze che stanno facendo opera di diffamazione” – okay, magari abbiamo imbrogliato un tantino, ma della sua opera di distruzione delle nostre vite non tieni conto? – “nei confronti di una loro compagna sotto il nome di Amazzoni”». Convennero tutte che il Colonnello Weasley avesse un talento straordinario per le imitazioni.

«“Pertanto, se la leader non si farà avanti spontaneamente” – ci crede davvero così idiote? – “mi vedrò costretto a... dissuadere tutti gli eventuali membri con dei compiti aggiuntivi, nella speranza che così resti loro meno tempo da dedicare a queste azioni riprovevoli”», continuò Cho al suo posto, trovandosi d'accordo con lei per la prima e probabilmente unica volta.

«“Tema sull'aspetto, i poteri e il miglior modo di affrontare i Dissennatori per la prossima settimana, e dalle ragazze pretendo due rotoli di pergamena”» proseguì Hannah, dimenticando di imitare il professore e suonando semplicemente sconsolata. «Menomale che ne abbiamo parlato l'anno scorso... proprio in questa stanza, tra l'altro... altrimenti sarei disperata».

«“Tranne che dalla signorina La Croix, naturalmente, dato che essendo vittima non può essere anche colpevole”» terminò acida Pansy, visibilmente spiazzata all'idea di aver perso i favoritismi di Piton da un giorno all'altro. «A quanto pare ha imparato a memoria il discorsetto e l'ha rifatto identico a tutte e quattro le Case».

«Oh, non preoccupatevi, domani è un altro giorno» cinguettò Hermione con una poco caratteristica alzata di spalle.

Ci fu un'esplosione generale di: «Cosa?»

«Domani il sesto ha Trasfigurazione, e credetemi, Avalon finora ha resistito anche troppo a lungo senza mettersi in mostra davanti alla McGranitt. Secondo me cederà».

«E la professoressa la prenderà malissimo» gioì il Tenente Parkinson, che era stata la prima a chiedersi cosa sarebbe accaduto quando la Mary Sue si fosse scontrata con una certa gatta soriana di loro conoscenza.

«Precisamente».

Hermione ricordava esattamente il giorno di qualche anno prima in cui la professoressa Cooman le aveva detto senza troppe cerimonie che aveva “pochissima sensibilità agli echi del futuro”; a quanto pareva si era sbagliata di grosso, dato che la sua previsione si realizzò. I primi dieci minuti passarono in relativa tranquillità, con la McGranitt che dettava appunti di una complessità terrificante sulla difficile e potenzialmente pericolosa branca della Trasfigurazione umana. Un solo microscopico errore era la promessa di un lungo periodo di degenza al San Mungo, e ciò bastava e avanzava a far scambiare qualche sguardo nervoso anche a quegli esempi viventi di “audacia, fegato e cavalleria”.

Poi avvennero in rapida successione tre cose ancora più spaventose. Uno: la professoressa lasciò in sospeso una frase. Due: il grattare delle penne sui fogli s'interruppe e calò un silenzio soffocante. Tre: la McGranitt assunse l'espressione livida di rabbia che era il suo marchio di fabbrica, labbra strette e sguardo glaciale.

«Solo perché sei nata con il particolare dono di cambiare aspetto a piacimento, signorina La Croix, non significa che tu abbia il diritto di non prestare attenzione. L'abilità di Metamorfomagus e la Trasfigurazione umana, ti ricordo, non sono esattamente la stessa cosa».

«Oh, ma non è per quello che mi sono permessa di non scrivere proprio ogni parola che ha detto, professoressa» rispose prontamente Colei-Che-Ha-Troppi-Nomi-Per-Essere-Nominata, passando dal biondo al rosa shocking che aveva promesso il primo giorno come per sfidarla. «È che, vede, so già farlo. Non c'era niente di veramente nuovo negli appunti che ha dettato».

«Dimostracelo» le intimò freddamente. «Se sei così avanti col programma, dovresti essere perfettamente in grado di eseguire una trasformazione per la quale essere una Metamorfomagus non basta, quella in un animale. Non ti sto chiedendo di diventare anche un Animagus così, sui due piedi, perché la differenza tra chi sviluppa quest'abilità e chi invece si trasforma solo temporaneamente con un incantesimo è... ?» Finì in tono interrogativo e la mano di Hermione scattò in aria quasi automaticamente.

Al suo cenno, rispose con sicurezza: «Che un Animagus si trasforma sempre nello stesso animale mantenendo capacità cognitive abbastanza umane da tornare indietro, mentre chi usa un altro incantesimo può diventare qualsiasi creatura, ma dimentica immediatamente di essere mai stato un mago e ha bisogno di essere ritrasformato da qualcun altro».

«Cinque punti a Grifondoro per il dono della sintesi», sorrise la professoressa. Poi ricompose il volto a una maschera indignata e spronò Miss Perfezione: «Allora? Perché non ci mostri che aspetto hai nelle vesti di... vediamo un po'... una gatta?»

«Siamese, persiano, certosino, Maine Coon, Devon Rex...», ribatté lei con tutta calma, «... o magari un soriano come lei, professoressa?»

«Sorprendimi» la invitò con un sarcasmo non troppo velato. «Io sarò qui a ritrasformarti, ammesso e non concesso che tu ci riesca».

E di lì a poco, facendo uscire parecchi occhi maschili dalle orbite, la bacchetta lucidata di fresco di Avalon cadde a terra con un rumore secco, dato che le adorabili zampette della micia bianca che era diventata non riuscivano più a reggerla. Perfino il suo «Miao» ebbe un vago tono di sfida. La McGranitt emise una sorta di ringhio che ricordò a tutti che in lei si nascondeva un felino e mormorò qualcosa di abbastanza complicato da far spalancare qualche altra bocca, anche se forse ciò era dovuto al fatto che il suo incantesimo aveva appena restituito alla classe il sensuale corpicino della Mary Sue, che si stiracchiò teatralmente come se non si fosse ancora del tutto scrollata di dosso la “gattitudine” (era una parola di senso compiuto? Probabilmente no, ma bisognava accontentarsi).

«Oh, grazie, professoressa. È sempre così fastidioso...» E tornando a posto ne approfittò per fare in direzione di Harry e Ron il gesto di graffiarli come una gattina molto, molto cattiva, il che fece arrossire violentemente quest'ultimo in zona orecchie (e fece voltare a Hermione una pagina di Guida alla Trasfigurazione Avanzata con una violenza molto poco necessaria che quasi la strappò).

«Signorina Granger, posso rubarti un minuto?» chiese a sorpresa la professoressa dopo aver sprecato il resto della lezione nell'inutile tentativo di far stare attenti degli studenti alquanto distratti dalla recente impresa di Avalon.

«Certo» rispose Hermione, restando indietro rispetto alla piccola folla di Grifondoro che uscivano.

«Testimoni oculari, e intendo Madama Bumb, mi dicono che eri a quell'allenamento». Le sue viscere precipitarono da qualche parte sotto il pavimento. Si metteva davvero male. Si stava già lambiccando il cervello per trovare una scusa credibile, quando la McGranitt proseguì nell'ultimo modo che aveva previsto, facendole dimenticare quel breve istante di fiducia che aveva avuto nelle proprie inesistenti capacità divinatorie: «Sapevo che eri l'unica del tuo anno in grado di produrre un Incantesimo Confundus di quel livello». Che cosa? Questa non era assolutamente una reazione che ci si poteva aspettare dalla severa ma giusta Minerva McGranitt.

«Ma... ma...» boccheggiò Hermione, sentendosi meno Generale Granger che mai.

«Niente “ma”. Onestamente, era ora che qualcuno facesse qualcosa. Di tutte le persone possibili, perfino il professor Vitious ne è rimasto affascinato! Ho difficoltà a riconoscere i miei colleghi maschi. Ci sono parecchie cose che disapprovo nei vostri, diciamo così, metodi... mettere in pericolo una compagna, insomma, le sarebbe potuto accadere ben di peggio quando ha misteriosamente dimenticato come aggiustarsi l'osso... e un biglietto anonimo, credevo che una Grifondoro dovesse avere il coraggio di prendersi la responsabilità delle proprie azioni... ma dopo oggi, doveste anche infrangere un centinaio di regole, quella ragazza dovrà o moderarsi o andarsene. La mia aula è vostra. Quando è libera, s'intende. E mi premurerò di ricordare a Severus che non ha prove contro di voi... vero, Ippolita

«La regina delle Amazzoni» disse Hermione senza pensare. I nomi in codice mitologici suonavano ancora più carini dei gradi militari, in effetti, ma era troppo tardi. «Grazie, professoressa!»

«Non una parola, signorina Granger». E se ne andò borbottando qualcosa che somigliava molto a: «Non mi riconosco più nemmeno io».

 

«L'ho sempre pensato, io, che quella avesse una marcia in più!» ruggì Ginny, che essendo un anno più indietro si era persa la scena.

«L'ho detto e lo ripeto: un drago!» convenne Pansy. «Così avremo un posto dove andare se qualcuno sta usando questo come gabinetto, o per andare a imboscarsi con qualche ragazza o che so io».

«Ma i maschi di questa scuola non vogliono più imboscarsi con nessuno che non sia lei!» gemette Hannah.

«Infatti, credo che la useremo per andare a dare di stomaco per lo schifo» intervenne il Generale Granger nel tono perfido che tutte avevano imparato a conoscere e amare. «I tempi sono maturi, ragazze. Chi vuole interpretare la Mary Sue meno perfetta del mondo?»

Una mano scattò in aria prima di tutte le altre. «Io. Voglio sapere come ci si sente in un corpo così». Era Eloise Midgen. L'ultima cosa che le Amazzoni volevano era offenderla, ma in tutta onestà somigliava tremendamente a Marietta Edgecombe dopo aver tradito l'Esercito di Silente, con la differenza che i suoi brufoli non formavano alcuna parola di senso compiuto.

«Aggiudicato, il primo turno è tuo» acconsentì Hermione. «Oh, ma guardatemi... vi sto praticamente invitando a bigiare! È chiaro che dovrete fare qualche assenza, i nostri orari sono un gran pasticcio. Il che significa che dovremo far passare almeno alcuni giorni tra un turno e l'altro: se tutti i membri del nostro gruppo cominciano a sparire misteriosamente a distanza ravvicinata non ci vorrà molto prima che i professori si accorgano che qualcosa non quadra. Ci state?» Ci fu un mormorio generale di consenso.

«Per vendicarsi di quella, questo e altro» riassunse Ginny.

«La pozione così com'è è inutile. Abbiamo bisogno di qualcuno dei suoi setosi capelli in technicolor». Non tutte capirono cosa diamine fosse il technicolor, ma avevano afferrato il concetto.

«Se cerchiamo di Appellarli si strapperanno di sicuro» rimuginò il Colonnello Weasley.

«Sì, ma magari ne verrebbero via troppi... non che mi dispiaccia poi tanto il pensiero di vederla mezza calva» obiettò Cho. «E poi fa male. Tu te ne accorgeresti se qualcosa d'invisibile ti tirasse i capelli senza ragione apparente, no?»

«Giusto anche questo» ammise, aggiungendo mentalmente: Al diavolo lei e il suo “ingegno smisurato”.

«Dobbiamo farlo alla vecchia maniera, senza magia» si rassegnò Hermione. «C'è ancora qualcuno in questa stanza di cui lei non possa sospettare minimamente?»

«Probabilmente non sa di me» si fece avanti Susan.

«La missione è tutta tua».

Susan prese il suo compito decisamente sul serio e il giorno dopo si curò di inciampare apposta nella serra, causando secondariamente un certo furore tra le piante di Tentacula Velenosa, che tentarono di strangolare l'essere intruso che aveva fatto rovinare loro addosso. La professoressa Sprite fu troppo impegnata a salvare Miss Perfezione in extremis – mostrandosi peraltro piuttosto stupita che non si fosse tirata fuori dai guai da sola – per accorgersi che un'altra sua allieva, che avrebbe decisamente preferito ucciderla inavvertitamente, nascondeva in una tasca interna una fiala con un campione delle sue splendide chiome.

 

Note dell'Autrice: estendo i miei ringraziamenti a:

AlexJimenez e Ringo22, che hanno inserito questa storia tra le preferite;

asia94, Blankette_Girl, Colly, Syra94 e _Milady_, che l'hanno messa tra le seguite;

Grace98, che l'aveva già nelle seguite e ha deciso di inserirla anche nelle preferite;

Luna_LoveDark, che l'ha messa in entrambe.

Grazie. Thank you. Merci. Danke. Gracias. Arigato. Quando mi verranno in mente altre lingue andrò avanti con l'elenco. È la prima volta che sono costretta a scrivere ringraziamenti così lunghi, rischiando anche di fare un po' di confusione tra le liste: direi che è un buon indicatore del fatto che per me questi numeri siano assolutamente vertiginosi. XD

  
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