La paura scomparve rapidamente, lasciando posto
all’ira. Come…come si permetteva di andarsene in giro tranquillo, bussare alle
porte e rifilare tavolette sulla sua appartenenza al corpo poliziesco quando da
mesi tutti i corpi scelti degli auror erano a cercarlo in ogni minimo anfratto
del mondo magico, lui e i suoi “colleghi” evasi da Azkaban. E quel…se ne andava
a passeggio per la Londra babbana!
Gin non riusciva più a riflettere, una rabbia cieca
le ottenebrava il cervello…del resto, non era mai stata una persona riflessiva.
Si preparò a balzare giù dalle scale, non riusciva a pensare alle possibili
conseguenze del suo gesto. Tutto ciò a cui riusciva a pensare era che
quell’…essere, si, perché definirlo uomo era troppo, e un insulto per la razza
umana. Dicevo, che quel…coso dovesse pagare per tutto ciò che aveva fatto a
lei, ai suoi amici, a …a Harry, a quei poveri babbani alla coppa di Quidditch…e
un bastardo del genere non era rimasto che pochi mesi rinchiuso, mesi in cui
probabilmente se la sarà spassata insieme ai suoi amichetti Dissennatori…
-Chi è?- disse una voce dietro di lei. Voltandosi
vide le teste degli altri due spuntare sopra la sua spalla. Alla fine anche il
rompiscatole aveva ceduto alla curiosità. Il cervello della rossa riprese a
funzionare. Era sì impulsiva, ma non stupida; qui non si trattava solo di lei,
ma del mettere in pericolo tutti i babbani di quella casa: non osava immaginare
che maledizione avrebbe potuto scagliare quella sottospecie di vivente alla
porta se l’avesse attaccato. Già aveva un’aria talmente disgustata in viso che
Gin non dubitò nemmeno per un momento che si tratteneva a stento dall’ammazzare
su due piedi la povera camerierina che gli aveva aperto la porta.
“probabilmente appena rientrato chiederà al boss un aumento di stipendio…sempre
che i mangiamorte vengano pagati!” La ragazza alla porta abbozzò un sorriso a
trentadue denti mentre mormorava:- chiedo alla padrona…nel frattempo, si
accomodi pure nell’atrio-
-Bene- fu la secca risposta del biondo, risposta che
non impedì all’altra di fissarlo sognante ancora qualche secondo prima di
lasciare la stanza.
Nonostante la gravità della situazione, o forse
proprio per quella, Gin fece fatica a reprimere una risata, probabilmente per
metà isterica, quando vide che anche le altre due domestiche di casa si erano
affacciate alla porta della cucina per osservare l’ “ospite”.
“OH…MY…GOD!!! Cosa cavolo è quell’espressione?
D’accordo, probabilmente sono delle grandi amanti degli animali e si saranno
intenerite nel vedere una così stretta somiglianza con un furetto parlante,
ma…aiuto!!! C’è gente che trova il colorito verdino da
sono-molto-cagionevole-di-salute attraente? È proprio vero che le perversioni
mentali sono infinite…- Dopo questo pensiero se ne affacciò subitò un altro
alla mente della ragazza: “ma perché il mio cervello da forfè nei momenti meno
adatti? Questa è una situazione tragica!!!”
Prese a risalire lentamente le scale, per fortuna
Malfoy non si era ancora voltato da quella parte. Forse sarebbe riuscita a risalire
in silenzio e a scoprire cosa faceva lì senza mettere in pericolo gli abitanti
della casa…
Fece cenno agli altri di stare zitti e allontanarsi
dall’ingresso, telegrafando per sicurezza lo stesso messaggio con gli occhi.
Si! La guardavano con aria di comprensione!!! Avevano capito cosa fare!!! Non
erano irrecu- Salve, signor…scusi, non ho capito il suo nome- esordì Poirot con
aria cordiale, subito seguito dalla presentazione di Hastings. Ginny si
trattenne a stento dal suicidarsi prendendo fuoco per autocombustione. Ma come
si faceva a essere così IMMENSAMENTE IMBECILLI?!?
Quando era stata così chiara! Neppure le minacce di
espulsione di Piton erano più cristalline del suo suggerimento dettato dal
semplice SPIRITO DI CONSERVAZIONE!!! Bene, se quei due volevano morire giovani,
fatti loro. Lei era troppo giovane per morire, aveva un ragazzo e una vedova
nera chiusa in camera sua da nutrire, quindi prese la semplice decisione di
abbandonare i due al loro destino, tanto se non aveva ucciso la cameriera non avrebbe
fatto fuori nemmeno loro, e di filarsela al piano di sopra.
Troppo tardi. Lo sguardo del furetto cresciuto
attraversò i due come se fossero fatti di aria (questo è completamente
contrario all’etichetta inglese, fu il pensiero che attraversò la mente di chi?
Ma si, il nostro vecchio Hast!) per posarsi poi sulla figuretta che cercava di
dileguarsi sotto una piastrella senza dare troppo nell’occhio.
-Tu!-
Opporca!! Gin provò la tasca del vestito…ok, la
bacchetta era a posto. Si volto pronta ad affrontare il meglio possibile il
probabile duello che avrebbe deciso se sarebbe arrivata al suo 16 compleanno.
-Ehi! Ma guarda, strano vederla a Londra. Avevo
sentito che si trovava in…villeggiatura su, nel mare del nord (nota: JK ha
detto che Azkaban si trova molto a nord, in mezzo al mare, al freddo). La
compagnia non era di suo gradimento? Pensare che c’è chi impazzisce dalla voglia di andarvi…-
Ok, Ginny, pessimissima mossa! La ragazza imprecò
mentalmente contro la sua bocca: perché non stava mai chiusa nei momenti
opportuni? Dannazione!
Opporcaopporcaopporca…
Ehi, niente Avada Kedavra seguito da raggio di luce
verde…che succedeva?
Gin guardò l’uomo. Mmm…a giudicare dall’espressione
che aveva in volto al momento il disgusto gli impediva di ucciderla…a dire la verità
la stava guardando come si guarda un insetto un po’ schifoso che per qualche
strana ragione è finito nella zuppa. Ehi, la considerava addirittura peggio dei
babbani. Dunque, dove aveva già visto quello sguardo? Ah, già, nella miniatura
del tizio che le stava davanti, altresì detto lo straordinario furetto
rimbalzante, l’attrazione di Hogwarts!
-Weasley…che piacere vederla. Mi dica, come sta il
caro Potter? Sa, povero ragazzo, credo che gli manchi Black… sembravano così
affiatati. Oh, è stata una vera disgrazia…-
Gin soffocò un singhiozzo, non sapeva se di rabbia o
di dolore. Quel…nel mondo non erano stati inventati insulti a sufficienza per
definirlo senza fargli un complimento. Osava nominare Sirius!
L’odio che provava dovette trasparire nel suo sguardo,
perché l’altro fece un sorrisetto di scherno e si voltò a parlare con gli altri
due. Lei strinse le nocche fino a farle diventare bianche, immaginando di
prendere quella stupida testa ossigenata e sbatterla contro il muro tenendola
per quel orribile codino fino a far uscire per sempre quel…quello scarto di
embrione dalla loro vita.
- Ora basta!- d’accordo, la prudenza era ormai
andata a farsi friggere, ma tanto valeva – cosa crede di fare? Cosa vuole qui?
Non vi bastano tutte le persone che già avete fatto soffrire?-
-Ginevra!- esclamò scandalizzato suo zio.
-Oh, mi scusi, signore, se sono stata maleducata, ma
capisce, il disgusto che mi sta assalendo alla sua vista è tale che non riesco
a scegliere le parole più adatte. Siete riuscito a ingannare il ministero, eh?
Certo, molto facile, con i sacchetti di galeoni, ma noi non ci ha mai
ingannati!- Con noi intendeva l’ordine, ed era certa che l’altro sapesse di che
stava parlando. Intendeva dimostrargli che lei non era sola. Che loro non erano
soli. Potevano anche minacciarli o ucciderli, ma prima o poi tutti avrebbero
capito cosa stava succedendo, e la cavalla addormentata in cui si era
metaforicamente trasformato il mondo megico si sarebbe risvegliata. E
allora…allora, con tutto il loro potere e la loro ricchezza, non avrebbero
potuto vincere, loro schifosi mangiamorte. Credevano che con i loro stupidi
soldi e il loro altrettanto stupido sangue “puro”, se così si poteva definire
quello di persone che si divertivano! Ecco la cosa peggiore! Si divertivano a cacciare
dei babbani innocenti che non avrebbero neppure mai saputo che sarebbero
morti…superiori? Loro? Perfino gli schiopodi erano migliori di quegli…
Tutto ciò era chiaramente leggibile nello sguardo di
sfida che la ragazza aveva fissato sull’altro. La bocca del mangiamorte ebbe un
guizzo, e gli occhi si strinsero. La mano volò alla bacchetta. Bene, pensò lei,
se voleva combattere, era pronta. Non gli avrebbe certo dato la soddisfazione
di tremare impaurita come una qualsiasi mocciosetta di due anni!
-MOLLATEMI IMMEDIATAMENTE! NON AVETE CAPITO UN
ACCIDENTE, DANNAZIONE!!!!! MA CHE CAZZO…-
-Ginevra, smettila immediatamente di dire parole
tanto volgari. È piuttosto sconveniente per una signorina della tua età-
La rossa tentò, fallendo, di mollare un calciò negli
stinchi a suo zio. Signorina?!? Solo sua nonna l’aveva mai chiamata in quel
modo, e solo perché a lei, per ovvie ragioni, non poteva dare calci negli
stinchi.
-Ouch- Il secondo calcio era andato a segno. L’uomo,
dimostrando così che in effetti non era stato immerso nell’amido da piccolo
(Gin si era già immaginata una storia stile infanzia di Achille, con Hastings
che viene immerso in una vasca di amido, uscendone impettito tranne che per il
tallone) si piegò su sé stesso,
permettendo alla piccola anguilla di liberarsi e saltellare sopra il divano.
Gli altri due si avvicinarono di nuovo con aria minacciosa, per fermarsi con
aria perplessa quando Ginny brandì come arma la prima cosa che si trovò
sottomano e strillò:- Non avvicinatevi!!!! Ma siete isterici?-
L’uomo più giovane si tolse dal viso l’espressione
da o-mio-dio-questa-è-pazza-tutto-ciò-è-così-assolutamente-non-adeguato per
avvicinarsi al divano. La ragazza saltellò sulla spalliera, contro al muro e
ristrillò, senza curarsi affatto della sofferenza che era sul punto di
infliggere ai loro poveri timpani:
-Ho detto di non avvicinarvi! Non un altro passo o…-
-O cosa?- ribattè lo zio con aria petulante.
-O…oppure..oppure succederà un …cosa molto molto
orribile- prese tempo lei, guardandosi disperatamente intorno. All’improvviso
le venne un colpo di genio.
-…oppure questa signora qui farà una gran brutta
fine- disse con un ghigno malefico, afferrando una cornice dall’aria costosa ed
estraendo la foto che si trovava all’interno.
Hastings si fermò immediatamente. Sul suo viso si
potevano scorgere le tracce di quello che era, inequivocabilmente, terrore allo
stato puro.
-Ahah! Ora non fai più tanto il grande, eh?- Si
stava divertendo come una pazza nel ruolo della ricattatrice. – Sai, questo
cappello è veramente orribile! Ma non ha un’amica che le dica “tesoro, a
quell’orrore devi solo darci fuoco!!!”. Forse starebbe meglio senza…forse
potrei staccarle direttamente la testa…- prosegui, accarezzando distrattamente
il bordo della lucida carta fotografica.
Hastings era atterrito. Aveva dato ospitalità…sotto
il suo stesso tetto…ad una persona con gravi tare mentali.
Doveva fare qualcosa! Improvvisamente la udì parlare
di …di…oh, era talmente orribile che non riusciva nemmeno a concepire che
qualcuno potesse essere tanto crudele…
Poter solo pensare di danneggiare quella radiosa
immagine…quei dolci occhietti intelligenti da passerotto, quella bocca rosea
leggermente arricciata in un sorriso mentre alzava il braccio a salutare
cordialmente…
Fu più forte di lui, si slanciò in avanti mentre un
grido gli sfuggiva dalle labbra:
-No , ti prego, la regina Elisabetta no!-
Gin lo guardò, mentre il suo cervello era
attraversato dalla stessa certezza che aveva folgorato poco prima suo zio:
evidentemente, senza che nessuno avesse loro detto nulla, in famiglia c’era una
vena di pazzia non troppo latente.
Guardò la reazione di lui. Oddio! Stava iniziando a
tremargli il labbro inferiore. “tra un po’ questo mi scoppia in lacrime!”.
Questi babbani erano proprio schizzati…
Riguardò la foto, come ad accertarsi di non aver
visto male…lei l’aveva presa per caso, non pensava che fosse così preso…che
fosse la sua ragazza? Beh, allora dovevano piacergli le donne mooooolto
mature…sui 90 circa, ad una prima occhiata!
Bah, de gustibus…perlomeno aveva raggiunto il
difficile obbiettivo di fargli sbollire l’arrabbiatura…anche se era stata
costretta a terrorizzarlo all’estremo! Si sa, è uno sporco lavoro, ma qualcuno
lo deve pur fare…
- Take it
easy, rilassati, la tua amica sta a posto. Bene- prosegui, mentre con un altro
saltello atterrava come un gatto, facendo ribaltare definitivamente il divano –
ora che vi siete tranquillizzati un attimo, che ne dite di spiegarmi perché mi
avete trascinata via da quella casa mentre stavo parlando con quel
@#§#]#@#@@@&%& di Malfoy?- chiese, dimenticandosi che probabilmente
doveva l’essere ancora viva e con tutti gli arti al loro posto, a parte qualche
neurone del cervello, proprio grazie all’intervento, anche se inconsapevole,
dei suoi momentanei tutori.
-Ti stavi
comportando in maniera sconvolgente!- rispose indignato Hastings, dimenticando
lo spaventoso trauma per la vicenda Elisabetta. –Aggredire in siffatto modo
quel gentile tutore dell’ordine!-
-GENTILE
TUTORE DELL’ORDINE?!? QUELLO ERA …LASCIAMO PERDERE!!! SE NON SAPETE LE COSE CHE
CAVOLO PARLATE A FARE?-
-Nulla
autorizza un comportamento del genere, e neppure quello che hai tenuto durente
il tragitto fino a casa!!! Urlare a quel modo…chissa cosa avrà pensato la
gente…e quel poliziotto che ci ha seguito per mezz’ora prima di riconoscere
Poirot e lasciar perdere…-
-Probabilmente
che siete due pedofili e che mi avete rapito. In effetti, è una supposizione
più che ragionevole.- disse lei alzando le spalle. Arrivata alla porta del
salotto si voltò indietro: Hastings era nuovamente prossimo alle lacrime e
cercava di mimetizzare il tutto lanciandole sguardi omicidi, mentre l’altro
ridacchiava sotto i baffi. Sospirò; mamma mia che fantasia…sembravano due
fumetti. –se mi cercate, io sono in cucina a scrivere una lettera. Ciao ciao
zietto!-
Aveva quasi
finito di scrivere la lettera indirizzata all’Ordine (e credo che tutti, a
questo punto, abbiano compreso cosa ci sia stato scritto) quando un boato spaventoso
proveniente dall’atrio e un urlo (“questo è zio Hastings” pensò subito lei) le
fecero rovinare la firma con uno sbaffo d’inchiostro. Accidenti, mamma teneva
tanto all’ordine e alla pulizia…asciugò per benino la macchia con della carta
assorbente, si lavò le mani, si passò le mani bagnate fra i capelli che nel
frattempo iniziavano ad afflosciarsi e poi, con tutta calma, si avviò verso la
fonte del rumore. “probabilmente è caduta la foto della sua fidanzatina o roba
del genere”. Sicuramente non riteneva suo zio un fegataccio…
-Co-cosa
vuole d-da noi?-
I nostri
eroi erano atterriti. Q-quel…cos’era? Non poteva definirsi certo umano,
riempiva tutta la stanza con la sua mole. E poi, quegli occhi neri che
brillavano maligni sotto il cappuccio…
Ma chi, cosa
poteva trattarsi quell’essere con la forza di scardinare una porta…per fortuna
la ragazza era al sicuro in cucina…sempre che non…
-Ehiii, che
succede?- Gin si catapultò nell’atrio. Appunto.
-Virginia,
presto, corri in cucina e barricati dentro. Noi cercheremo di trattenerlo.
Sbrigati!-
Ma lei era
immobile a fissare la creatura con una stranissima espressione dipinta sul
viso. Oh, no! Era paralizzata dalla paura! Benedetta ragazza!!! Bisognava fare
qualcosa in fretta, prima che facesse qualcosa di stupido come…correre ad
abbracciarla?
-Hagrid!!!-
AH
AH AH!!! COLPO DI SCENA!! CIOè, SEMPRE CHE NON SI SIA CAPITO FIN
DALL’INIZIO…ORA, INIZIA