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Autore: evenstar    02/05/2006    9 recensioni
cosa potrebbe succede se tonks decidesse di ingnorare il buon senso e rimanere accanto a lupin nelle notti di luna piena? questo è quello che mi sono immaginata io.. a voi i commenti
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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AGOSTO

 

Dato che è l'ultimo capitolo godetevelo in pace senza i mie sproloqui (quelli sono al fondo)

 

Tonks salì i tre scalini del portico di ingresso boccheggiando nella sera calda e umida. Lanciò uno sguardo al cielo, grosse nubi nere si stavano addensando sopra la città, minacciando un temporale preannunciato anche da qualche isolato lampo che illuminava la sera. Aprì la porta del numero 12 di Grimmauld Place ed entrò nella grande casa; si ricordò, forse per la prima volta nella sua vita, di scansare l’orrendo portaombrelli vicino alla porta, e si diresse verso la sala. Vide Remus seduto su una poltrona che fissava il caminetto spento, perso nei suoi pensieri. Dall’incidente del mese prima le cose tra di loro erano cambiate, nell’ultimo periodo erano stati poco tempo insieme, Lupin non era più tornato sull’argomento, né le aveva mai detto nulla al riguardo, ma aveva fatto in modo di non stare più da solo con lei. Quelle poche volte che rimanevano insieme la trattava sempre con un educato distacco, come se quella sintonia che si era creata tra di loro negli ultimi mesi fosse scomparsa.

Quella sera aveva saputo da Silente stesso che l’uomo aveva chiesto di poter tornare a passare la notte alla vecchia casa dei Black, così aveva deciso di recarsi alla casa un po’ prima del sorgere della luna; sebbene temesse di incontrarlo, voleva chiarire la situazione.

Quando Remus vide la ragazza entrare la guardò seriamente, alzandosi poi lentamente dalla poltrona per andarle incontro.

- Ciao, - disse lei, abbozzando un sorriso forzato.

- Ciao. Non credevo saresti venuta, sta sera.

- Non…non ti voglio lasciare da solo.

- Me la cavo bene, me la sono sempre cavata bene, da solo, - le rispose lui, tristemente.

- Non è vero, te la cavavi bene quando avevi i malandrini, non quando eri da solo, - gli disse lei, non intendendo arrendersi così facilmente.

- I malandrini non esistono più, sono morti quindici anni fa.

- Tu non sei morto.

Lupin alzò le spalle con indifferenza. – Non importa.

- Come puoi dire una cosa simile? Certo che importa, a me importa, ai tuoi amici importa, ad Harry importa.

Lui rimase in silenzio, osservandola attentamente.

- Remus perché ti comporti in questo modo?

- Te l’ho detto Tonks, lasciami stare, voglio… solo essere lasciato in pace, - disse sospirando.

- Non è vero, lo so che non è vero. Ho visto il lupo che è in te, non vuole restare da solo, ha fatto di tutto per non rimanere da solo.

- Il lupo, - sbottò lui. – Il lupo non conta, sono io che decido, è l’unica cosa che posso controllare in tutta questa situazione, non permetterò che la volontà del lupo prevalga sulle mie scelte.

- Ma perché ti comporti in questo modo? Ti ho deluso il mese scorso, ma ti ho chiesto scusa, che cosa vuoi che faccia? Che ritorni là questa notte e dia a caccia al licantropo? Dimmelo Remus, se è questo che vuoi, dimmelo. Sono disposta a farlo.

Lui sgranò gli occhi. – Ma sei impazzita? Non ci pensare neanche, stavi per morire il mese scorso. Non voglio che tu vada più in quel bosco con la luna piena, mi hai capito?

- E allora cosa vuoi che faccia? Faccio uno sbaglio e tu mi escludi così dalla tua vita?

Lupin continuò a guardarla impassibile ma dentro di sé stava male, da una parte non voleva che Dora si ritenesse responsabile del suo comportamento, dall’altra forse era meglio così. In quel modo l’avrebbe ferita, ma lei se ne sarebbe andata, sarebbe stata al sicuro, lontano da lui, lontano dal lupo.

- Remus rispondimi maledizione! - sbottò lei muovendo le braccia, forse con l’intenzione di colpirlo. Lui scattò d’istinto, bloccandole le mani sopra la testa, guardò la sua espressione decisa, e capì che in quel modo non sarebbe riuscito ad allontanarla. Aveva ancora una carta da giocare, era la più pericolosa, ma forse sarebbe servita allo scopo.

- Vuoi davvero sapere perché non ti voglio avere qui con me sta notte, perché ti sto evitando da un mese, perché faccio in modo di non rimanere mai solo con te? - le disse bruscamente, tenendole saldamente le braccia e avvicinandosi a lei, in modo che i loro visi quasi si sfiorassero.

Lei annuì.

- Perché ti amo, - disse rimanendo a fissare la smorfia che compariva sul volto della ragazza. La vide sgranare gli occhi e poi impallidire. Le lasciò le mani, allontanandosi da lei, sentiva che qualcosa nel suo cuore si stava lacerando, aveva sperato che la reazione della ragazza sarebbe stata quella, un misto di sorpresa, imbarazzo e forse anche una punta di derisione per lui, ma vederlo dal vivo, rimanere a fissare tutte queste emozioni che si susseguivano sul volto della giovane, era troppo per lui.

Si girò andandosene dalla stanza e lasciandola da sola.

Tonks si accasciò sulla poltrona dove poco prima era seduto Remus, non lo guardò mentre se ne andava, troppo stupita dalla confessione ricevuta per fare caso a quello che succedeva nel resto del mondo. Si era resa conto che il loro rapporto era cambiato con il passare nel tempo, aveva capito che c’era… qualcosa… tra di loro, ma non aveva capito che lui fosse innamorato, pensava che provasse affetto, forse addirittura stima, ma amore?

E lei, lei per lui cosa provava?

Ripensò al tutte le notti passate insieme; il lupo, che all’inizio le aveva ringhiato contro, con il tempo aveva imparato a conoscerla, risentì la scossa che provava tutte le volte che lo accarezzava, non solo eccitazione per quello che stava facendo, ma gioia, pura e semplice. Rivide Remus quella notte di marzo, quando l’aveva alla fine scoperta, vicino a lei, alla finestra; sentì di nuovo il battito del cuore accelerare al pensiero di quando l’aveva accarezzata, sfiorandole il taglio che si era fatta quando lo specchio era caduto ferendola, e al ricordo di quando si era svegliata e lo aveva trovato nella stanza, a guardarla dormire, o quando lo aveva visto addormentato accanto a se, in macchina. Ripensò al mese passato a come si era sentita attratta verso di lui, non riuscendo a trattenersi dal posargli un bacio leggero e, infine, a quando lo aveva visto nel bosco, alla sua espressione sapendo dell’incidente con il licantropo.

E alla fine comprese.

Comprese che Lupin non era mai stato arrabbiato con lei, che lei non aveva capito niente; aveva frainteso il suo comportamento, aveva scambiato la sua paura per quello che sarebbe potuto succederle, per sdegno nei suoi confronti per non aver saputo trattenere il licantropo. E comprese anche che Lupin sapeva che lei lo aveva frainteso, ma non l’aveva mai corretta, sperando che si allontanasse volontariamente, che alla fine decidesse che non valeva la pena di prendersi a cuore un uomo così.

Ma adesso anche lei sapeva.

O si, lo sapeva bene.

Ci aveva messo del tempo, molto più di lui, ma alla fine aveva capito.

Si alzò dalla poltrona e si diresse a passo spedito verso la soffitta, la porta era aperta, Lupin aveva la fronte appoggiata alla parete fredda, in attesa del sorgere della luna. Entrò e gli appoggiò una mano sulla schiena, facendolo girare verso di lei; parve sorpreso di vederla.

- Ch... che cosa ci fai ancora qui? Pensavo che te ne fossi andata.

Lei scosse la testa.

– Perché sei qui? - chiese ancora lui.

- Perché, - fece una pausa, per prendere fiato. – Perché ti amo.

Lui rimase a fissarla, le sue orecchie avevano registrato quelle parole, ma la sua mente non le aveva capite. Rimase a bocca aperta, senza sapere cosa dire. - Non è possibile, - fu la cosa più sensata che gli uscì dalle labbra, alla fine.

- Come sarebbe che non è possibile? - sbottò lei. – Fammi capire avresti tu l’esclusiva su questo sentimento?

- No, cioè sì. No.

Tonks lo fissò sorridendo.

- Insomma, non è possibile, ti sei confusa, non puoi essere innamorata di me. Sono povero, sono vecchio, sono brutto e per finire sono anche un licantropo.

Adesso lei rideva apertamente. – Allora, tanto per cominciare, non mi sono “confusa” come dici tu, non sono mai stata più sicura di qualcosa in vita mia. Poi, che tu sia povero, non mi interessa, che sia vecchio non è vero, sarai più vecchio di me ma ancora vai piuttosto bene; brutto non mi sembri proprio, anzi mi sembri decisamente un bell’uomo, e per quanto riguarda il tuo piccolo problema, io e Moony abbiamo uno stupendo rapporto, anzi mi da molto più ascolto lui di te.

- Davvero? - chiese lui, sempre stupito.

- Davvero. Altri problemi? – chiese pronta a ribattere qualunque cosa lui avesse detto. Ora che aveva capito non aveva intenzione di farlo scappare.

Lupin scosse la testa, la prese tra le braccia, facendole fare un mezzo giro per aria prima di rimetterla giù. Poi avvicinò lentamente il volto a quello di lei, dandole tutto il tempo, se avesse voluto, di allontanarsi da lui. Lei però non si mosse, Remus le sfiorò appena le labbra, Dora gli passò le mani dietro alla nuca, facendolo avvicinare di più e, muovendo le labbra su quelle di lui, approfondì il bacio. Mentre Lupin la stava guardando la luce della luna illuminò il volto della ragazza, si allontanò da lei velocemente, ma prima che la trasformazione avesse inizio riuscì ancora a farle un sorriso.

Tonks rimase a fissarlo, poi si abbassò con un ginocchio per terra in modo da avere il volto alla stessa altezza del muso del lupo. Questi le si avvicinò subito annusandole la mano, la ragazza gli accarezzò la testa, grattandolo dietro le orecchie.

- Bravo cucciolone, andiamo d’accordo noi due vero? - gli disse Tonks, continuando ad accarezzarlo mentre il grosso lupo muoveva la testa, seguendo i movimenti della sua mano. – Magari fosse così facile anche con Rem, - mormorò sorridendo.

Si guardò intorno, non aveva portato con sé la bacchetta, che era rimasta nel salotto, e non aveva pensato neanche di portarsi dietro una coperta o un cuscino, o qualcosa per non dover passare la notte per terra, dopo i precedenti esperimenti non le andava di passare la notte sul pavimento duro della soffitta.

- Ascoltami Moony, faccio un salto giù, mi prendo bacchetta e cuscino e torno, d’accordo? - disse alzandosi. Il lupo la seguì con lo sguardo e si mise a ringhiare quando vide che si stava dirigendo verso la porta della stanza. – Beh, che c’è? – chiese lei voltandosi e guardando il lupo. – Torno subito, te lo prometto, - disse allungando la mano per farlo avvicinare.

Quando il lupo le fu vicino, lo abbracciò un attimo. – Se ti comportassi così anche quando sei uomo, sarebbe tutto molto più facile.

Nonostante fosse agosto la casa era vuota, nell’ultima settimana del mese sarebbero arrivati Harry, Ron con i suoi genitori e Ginny ed Hermione, da lì infatti era più semplice organizzare gli acquisti a Diagnon Alley ed era più facile raggiungere King Cross, ma per il momento non c’era nessun altro.

Scese lentamente le scale al buio, prese la bacchetta e la accese, illuminando fiocamente il percorso, poi decise che avrebbe fatto apparire un materasso direttamente in soffitta, per cui tornò su. Rimase in ascolto sul pianerottolo ma da dentro non proveniva nessun rumore, aprì lentamente la porta ed entrò nella camera, si guardò intorno non vedendo il lupo da nessuna parte, poi fu colpita al torace, un colpo secco che le tolse il fiato e la fece cadere per terra violentemente. Si ritrovò con il lupo sullo stomaco, il suo muso a pochi centimetri dal suo volto, lo vide aprire le fauci e poi sentì qualcosa di bagnato che le passava sulla guancia.

- Rem, spostati dai, anche io sono contenta di vederti, ma mi stai togliendo il fiato, - disse prendendogli la testa tra le mani e cercando di farlo scendere dal suo stomaco. Lui le rimase ancora qualche attimo addosso, poi si scostò permettendo alla ragazza di rimettersi seduta. Riprese la bacchetta che le era caduta e fece comparire un enorme letto a baldacchino, il lupo la fissò. – Beh già che ci sono perché non fare le cose per bene? - disse rispondendo alla muta domanda.

Si diresse verso il letto e si sedette sul bordo, battendo la mano sulla coperta accanto a sé per invitarlo a salire di fianco a lei. Si stese nel letto, addormentandosi in poco tempo, Lupin le si accucciò a fianco, tranquillo.

 

Quando Tonks aprì gli occhi il sole era già sorto, si girò nel letto e vide di fianco a sé Remus, di nuovo tornato umano, che dormiva tranquillo. Si mosse nel letto, avvicinandoglisi. Lupin aprì gli occhi, fissando quelli di lei.

- Ciao piccola, - le disse, muovendo una mano e accarezzandole la guancia.

- Buon giorno, - gli rispose, chiudendo gli occhi e sentendo dei brividi scorrerle per la spina dorsale.

Remus si girò verso di lei, in modo da guardarla negli occhi. – Ti amo, - disse baciandole la guancia. Ma poi si allontanò di scatto, immagini della notte prima lo assalirono, si rivide saltarle addosso e farle le feste.

- Cosa c’è?- chiese Tonks. – Sei diventato paonazzo.

- Niente, cioè, mi sono ricordato di sta notte. Scusami.

Questa volta fu lei a voltarsi verso di lui. – Sul serio Rem, quando sei lupo...

- …è tutto più facile, - concluse lui piano. – Lo credi sul serio?

- Di sicuro sei più spontaneo, - sorrise lei.

- Ah. Grazie, - rispose lui, fingendosi offeso.

- Prego, - rise lei, appoggiando le labbra su quelle di lui. – Anche io ti amo Remus, - disse poi accoccolandosi contro di lui e chiudendo gli occhi, ascoltando il battito regolare del suo cuore. Remus la strinse a sé, accarezzandole la schiena con movimenti sempre più lenti, finché entrambi si riaddormentarono.

 

FINE

 

Ciao a tutti, sotto richiesta di Dani, Cucciola e Dreams vi ho postato anche l'ultimo capitolo, in realtà ero anche piuttosto curiosa di sapere cosa ne pensate, a me piace molto (alla faccia della modestia) come mi era piaciuto Dicembre, voi che ne dite?

Devo dire che adesso che ho finito di postare questo racconto un pò mi dispiace, mi ci ero affezionata, non so se ce la faccio a non fare qualche aggiunta, che so magari cerchiamo di scoprire chi era quel mannaro, oppure vediamo che faccia fanno gli altri alla scoperta di come Tonks passa le notti di plenilunio...

... comunque per adesso consideriamo concluso " Il ciclo della luna piena ", ma non pensiate di liberarvi di me (e qui si alza un coro di sbuffi e fischi), di storie nel cassetto ne ho ancora un sacco.

Ciao a tutti e grazie per aver letto e commentato assiduamente, aiutandomi a superare un paio di blocchi che erano comparsi lungo la strada.

 

 

 

  
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