Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Emily Liddell    03/09/2011    1 recensioni
Questa è la mia vera prima fanfiction su kuroshitsuji. La prima era così corta, che ne ho voluta fare un'altra. Io adoro kuroshitsuji!
Bene, qui il protagonista è Sebastian. I sentimenti che prova sono una mia fantasia, solo nel finale -riferito allo scenario- ho ripreso dal manga. Spero vi piaccia e buona lettura!
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sebastian Michaelis
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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"Open your eyes and give me your soul...."

Sebastian.

Il mio signore mi ha dato questo nome e ora io, sono pronto a servirlo fino alla fine dei suoi giorni, fino ad ottenere la sua essenza. 
Sono diventato il maggiordomo della villa Phantomhive. E' più tosto differente dalla vita che facevo prima, ma questo e ben altro pur di ottenere un'anima così prelibata come quella del mio signore.
La vita di un maggiordomo non è facile. Il maggiordomo è il governante della casa, non solo un servitore.
Le creature chiamate esseri umani sono davvero bizzarre. Senza altre persone, non sanno fare niente. Anche la persona più indipendente alla fine finisce per farsi aiutare.
Creature in autonome, come delle bambole che senza il loro creatore o colui che si prende cura di loro, essi andrebbero in mille pezzi e rimarrebbero li a terra per sempre.
Dal giorno in cui sono apparso io –e anche da quando abbiamo stretto quel patto- il signorino è rimasto sempre nella sua stanza. Ogni tanto usciva ma solo per mangiare. All’inizio ebbi un dubbio; che si fosse pentito del suo patto stretto con me?
Impossibile.
Il patto con il Diavolo è infrangibile. Solo la morte può scioglierlo. E lui non voleva morire. Lo sentivo, era chiaro.
 
Ci sono delle cose che gli umani chiamano “sogni”. Si materializzano nel sonno, ma in realtà è tutto frutto della loro fantasia. Forse per loro, anche noi esseri siamo coloro che appaiono nei sogni. Anzi, incubi. Li chiamano incubi. Sogni orribili, tragici e pieni di “mostri”.
Io lo osservavo mentre dormiva. Nella notte oscura, ogni tanto entravo nella sua stanza ad osservarlo. Anche il signorino doveva sognare.
Poveri stupidi umani, non sanno che i sogni non si realizzeranno mai. Al contrario degli incubi. Quelli, per loro sfortuna si avverano in continuazione.
La porta del signorino si apre. È malconcio e tiene ancora stretta la fascia intorno al suo occhio.
_ Posso... avere qualcosa da mangiare?_
_ Certo, cosa desidera?_
Il suo occhio è spento, ma la sua anima arde, arde come il fuoco in inverno, che, nonostante faccia freddo, essa continua ad ardere, cercando di non farsi sopraffare dal gelo che cerca di spegnerlo.
Un anima così, può ardere solo dentro a questo umano, seppur gracile di costituzione, forte nello spirito.
_ Vado in cucina e vedo cosa trovo._
Lui mi guarda inespressivo, poi chiude la porta.
 
Le creature chiamate esseri umani, sono davvero strane.
 
  
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