8. Tarantola
Le
vacanze di Natale stavano per terminare, ma Rose aveva gli ultimi
compiti di Difesa Contro le Arti oscure da completare. Una pergamena
sui lupi mannari, a dire il vero. Nulla di impossibile, aveva
ascoltato la storia sul padre di Teddy milioni di volte e aveva letto
abbastanza sull'argomento, si trattava solo di scriverlo.
Se
ne stava china sulla pergamena in soggiorno, mentre suo fratello si
ostinava a cercare di incantare i piccoli bolidi che aveva ricevuto a
Natale con il pensiero.
«Vedrai,
Rose, io diventerò Cercatore di Grifondoro, Lily
sarà uno dei
battitori e James sarà il capitano. Albus potrebbe diventare
portiere, magari. Saremo la squadra più forte di
Hogwarts.» disse
il bambino, lanciandole addosso un bolide disincantato.
«Ma
sei scemo, Hugo?» gli gridò, alzandosi in piedi.
«Ehy!
Cosa succede di là?» gridò Ron, dalla
cucina.
«Papà,
Hugo mi la tirato addosso un bolide! Uno di quelli che gli avete
regalato voi!» gridò lei, impuntandosi.
«Non
è vero, papà!» si apprestò a
dire lui.
Ron
arrivò in soggiorno con uno straccio tra lei mani.
«Non
dovete litigare.» disse, prendendo l'altro bolide da terra.
Hermione
era già tornata in ufficio, mentre Ron aveva ancora una
settimana di
ferie da godersi a casa. Se le godeva badando ai bambini e dando una
pulita alla casa, per non far ricadere su Hermione anche il peso le
faccende domestiche.
«Grazie
tante. Io stavo facendo i miei compiti e lui mi ha tirato quella
stupida palla in testa. Io non gli ho fatto niente!»
spiegò Rose,
adirata.
«È
vero, Hugo?» chiese Ron, voltandosi verso il bambino seduto a
terra.
In
realtà sapeva già la risposta, una pallina delle
dimensioni di
un'arancia giaceva immobile vicino a tavolo, più vicina a
Rose che a
Hugo.
«Assolutamente
no!» disse il bimbo, alzandosi in piedi e mettendo le mani
sui
fianchi.
Ron
non poté fare a meno di ridere, anche se era consapevole che
non
fosse l'atteggiamento giusto nei confronti di una marachella.
Rose
e Hugo si scambiarono uno sguardo: Hugo sperava di passarla liscia,
mentre Rose era basita.
Ron
rideva per la posizione assunta da Hugo: era proprio quella di
Hermione.
«Papà
non devi ridere! Me l'ha lanciato davvero il bolide!» disse
Rose,
nervosa.
«Hai
ragione. Hugo, non si dicono le bugie, ma soprattutto non si lanciano
i giocattoli. Ma come ti è saltato in mente?» gli
chiese Ron,
tornando in sé.
«Ma
non è vero, non gliel'ho tirato!» disse il
bambino, negando
l'evidenza. In questo aveva preso tutto da lui, si disse mentalmente
Ron.
«Peccato
che quella palla sia proprio vicino a tua sorella.» gli fece
notare
Ron, indicando la pallina dietro alla sedia di Rose.
Hugo
si portò una mano al volto. Sperò vivamente che
quella pallina si
trasformasse subito in qualcos'altro. Così successe.
«Papà,
non è una palla, visto? È solo una
tarantola!» affermò Hugo,
contento.
Con
i suoi poteri instabili, era riuscito a trasfigurare la palla in un
ragno enorme, che si avvicinava piano piano a loro.
Rose
emise un urlo disumano e scappò via, colpendo il tavolo e
rovesciando l'inchiostro. Ron sbiancò di colpo.
«Ritrasforma
subito quella palla!» gridò Ron al figlio,
allontanandosi dalla
stanza.
«Non
so come si fa! Ho espresso il desiderio e la palla si è
trasformata!» disse Hugo, allargando le braccia, a mo' di
scusa.
Ron
corse in camera da letto a cercare la sua bacchetta: doveva far
tornare la tarantola alla sua forma originale.
Quandò
trovò la bacchetta scese subito le scale, correndo in
soggiorno. Si
guardò intorno, ma non c'era l'ombra del ragno.
«Hugo,
dov'è il ragno?» chiese Ron.
«Non
lo so. Stava andando in bagno, credo. Magari deve fare i bisognini.»
disse il bambino, scoppiando a ridere.
«Hugo-non-è-divertente!»
gridò Ron, scandendo le parole.
Il
bimbo guardò spaventato suo padre: non l'aveva mai visto
così
arrabbiato. Gli si riempirono gli occhi di lacrime e scoppiò
a
piangere.
«Non
lo so dov'è il ragno! Non volevo trasformarlo, ma tu volevi
sgridarmi e io ho tirato la palla a Rose, ma io non lo so
perché!»
iniziò a gridare, piangendo.
Ron,
che non sopportava vedere i suoi figli piangere, si sentì
terribilmente in colpa e prese il bambino in braccio.
«No,
scusa Hugo, lo so che non volevi trasformarlo.» gli disse,
abbracciandolo.
Il
piccolo contraccambiò l'abbraccio del suo papà e
singhiozzò.
«Ora
vieni in missione con il tuo papà? Mi aiuti a cercare il
ragno?»
gli chiese, asciugandogli il volto dalle lacrime. Il bambino
annuì e
scese a terra, sentendosi un po' troppo grande per quelle scenate.
Hugo
andò verso il bagno e aprì cautamente la porta.
Entrò lui per
primo, Ron era terrorizzato dall'idea di trovarsi davanti ad un ragno
così grosso. Niente in confronto ad Aragog e ai suoi figli,
ma non
faceva differenza, era comunque un ragno.
«Papà
qui non c'è.» disse il bambino, spegnendo la luce
del bagno.
«Come
non c'è? Andiamo in cucina, magari è arrivato
fino a lì.» disse
Ron, brandendo la bacchetta.
Entrò
in cucina senza fare rumore, per non spaventare l'animale, seguito da
suo figlio che, al contrario di lui, non aveva paura dell'animale. Di
Rose neanche l'ombra.
«Guardati
intorno e dimmi se lo vedi.» disse ad Hugo, fissando il
soffitto.
«Papà,
non ti piacerà quello che sto per dirti.» disse il
piccolo,
fissando la porta.
«Cosa
c'è?» chiese Ron, voltandosi verso Hugo.
«Credo
stia salendo nelle camere da letto.» disse il bimbo,
indicando le
scale.
Ron
corse verso le scale, ma il rumore spaventò il ragno che
iniziò a
salire più velocemente. Ron lanciò una fattura,
mancandolo di poco.
Poi lo perse di vista.
«Speriamo
solo che non si avvicini a tua sorella.» disse Ron, salendo
le
scale, piano.
Ma,
a conferma delle parole di Ron, Rose lanciò un altro grido,
peggiore
del primo.
«Papààà!
Io non posso fare magie! Papààà!
Aiuto!» gridò Rose, impaurita.
Ron
entrò nella camera della ragazzina. Lei era in piedi sul
letto,
rannicchiata contro il muro.
«Schiaccialo!
Trasfiguralo! Fai qualcosa!» gridò indicando il
ragno sulla sua
scrivania. Ron lanciò un'altra fattura, con il risultato che
il
portapenne di Rose divenne una tartaruga.
«Papà?
Potresti cercare di prendere la mira, perfavore?» chiese
Rose,
esasperata.
«Non
è colpa mia se quel coso si muove
così velocemente!» disse
Ron, in sua difesa.
«Fai
tornare il portapenne come prima!» disse lei, allargando le
braccia.
Riuscì
a trasfigurare la tartaruga, ma il ragno non si vedeva più.
Hermione
aprì la porta dell'entrata e si guardò intorno:
la sua famiglia era
sparita.
Entrò
in cucina e vide che i piatti erano stati lavati, ma Ron non era
lì.
Andò in soggiorno dove vide le palline del Quidditch per
bambini di
Hugo e, orripilata, vide anche l'inchiostro sul tavolo e sul
pavimento. Si spaventò, credendo che fosse successo qualcosa
di
grave. Neanche il tempo di portarsi le mani alla bocca che
sentì
Rose gridare 'uccidilo! Uccidilo!'. Hermione corse su per le scale,
convinta che ci fosse qualcuno in casa loro, ma quandò
arrivò nel
corridoio vide Ron lanciare fatture e alcuni piccoli animali girare
nella stanza di Rose.
«Cosa
sta succedendo qui?» chiese lei, alzando la voce.
Rose,
Hugo e Ron si voltarono preoccupati verso Hermione.
«Mamma!
Uccidi quel maledetto ragno! È il mini bolide di Hugo, l'ha
trasfigurato lui ma non è capace di farlo tornare com'era! E
non è
capace neanche papà, in verità.» fece
notare Rose, indicando il
soffitto. Hermione prese la sua bacchetta, la puntò verso il
ragno e
sprigionò una lampo giallo. Sentirono un tonfo e videro la
pallina a
terra.
Ron
a testa bassa scese le scale, senza neanche salutare la moglie.
Hermione alzò gli occhi in aria, non lo sopportava quando si
comportava in modo così infantile.
«Rose,
c'è un riccio sul tuo letto.» fece notare
Hermione, ignorando gli
altri animali.
«In
realtà quello è il mio cuscino.» disse
Rose, imbronciata.
«Papà
ha sbagliato mira e ha trasformato la camera di Rose in uno
zoo.»
disse Hugo, scoppiando a ridere. Hermione gli tirò uno
scapellotto.
«Non
prendere più in giro tuo padre o puoi dire addio a tutti i
tuoi
giocattoli.» gli disse, mentre lui scendeva massaggiandosi la
testa.
Hermione
entrò in camera di Rose e fece tornare tutti gli oggetti
alla loro
forma originaria.
«Grazie
mamma.» disse Rose, abbracciandola.
«Di
niente, amore. Vieni giù, hai fatto un pasticcio con
l'inchiostro e
credo tu debba rincominciare il tuo tema.» le disse Hermione.
Rose
spalancò la bocca: le mancava veramente poco per finire il
tema e
ora lo avrebbe dovuto riscrivere.
Hermione
raggiunse Ron in cucina e lo abbracciò. Lui fu piuttosto
freddo.
«Oh,
Ronnie, o preferisci RonRon?» chiese lei,
spingendolo. Lui
cercò di reprimere un sorriso spontaneo. Si
schiarì la gola,
cercando di tornare serio.
«Credo
che Amoredellamiavita sia più
appropriato di Ronnie.»
disse lui, incrociando le braccia al petto.
Hermione
scoppiò a ridere e lo baciò. Era contenta che non
fosse davvero
arrabbiato con lei.
«La
trasfigurazione non fa per te, ma non devi farne una malattia. Pensa
a tutti gli animaletti in camera di Rose! Non ti viene poi
così
male.» gli fece notare lei, sorridendo.
«Peccato
fossero tutti errori. Avrei dovuto trasfigurare il ragno,
ricordi?»
disse lui, alzando un sopracciglio.
«Ti
amo anche perché devo sempre risolvere i pasticci che
combini.»
disse lei, abbracciandolo nuovamente.
Lui
sorrise e la baciò.
«Ma
che schifo!» gridò Hugo, entrando in cucina.
I
suoi genitori si girarono dalla sua parte, stupiti dalle sue parole.
«Non
bacerò mai nessuna ragazza, questo è
sicuro!» disse lui, prima di
uscire dalla stanza.
«Lo
dicevo anche io, ragazzo! Vedrai, lo preferirai anche al
Quidditch!»
gli urlò Ron, facendo ridere Hermione.
«Papà,
che schifo!» concluse il bambino, lanciando una delle palline
in
cucina.
«Sai,
credo che Hugo sia portato per la Trasfigurazione e per lanciare
palle. Sarà il miglior cacciatore di Grifondoro degli ultimi
tempi,
ne sono sicuro.» disse Ron, soddisfatto.
«Oh,
Ron, smettila di decidere del futuro dei tuoi figli!»
concluse
Hermione, baciandolo nuovamente.
Scusatemi, davvero! Purtroppo il capitolo lo avevo scritto nell'altro computer e non ho avuto per tutta la settimana la chiavetta a disposizione! Beh, vi lascio con questo capitolo, domani inizierà il mio ultimo primo giorno di scuola xD
A presto!