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Autore: Diana Abigail    07/09/2011    2 recensioni
Raccolta di one-shot sul primo anno dei nostri piccoli (e nuovi) amici. Ci saranno tutti, o quasi, ma si concentrerà principalmente sul Rose e Albus, con nuovi e vecchi personaggi.
Rose e Albus salgono sul treno per Hogwarts, pronti per iniziare una nuova avventura, impauriti per come potrebbero andare le cose. Il loro primo anno raccontato in piccoli pezzi di vita.
Incompleta.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nuova generazione
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8. Tarantola


Le vacanze di Natale stavano per terminare, ma Rose aveva gli ultimi compiti di Difesa Contro le Arti oscure da completare. Una pergamena sui lupi mannari, a dire il vero. Nulla di impossibile, aveva ascoltato la storia sul padre di Teddy milioni di volte e aveva letto abbastanza sull'argomento, si trattava solo di scriverlo.
Se ne stava china sulla pergamena in soggiorno, mentre suo fratello si ostinava a cercare di incantare i piccoli bolidi che aveva ricevuto a Natale con il pensiero.
«Vedrai, Rose, io diventerò Cercatore di Grifondoro, Lily sarà uno dei battitori e James sarà il capitano. Albus potrebbe diventare portiere, magari. Saremo la squadra più forte di Hogwarts.» disse il bambino, lanciandole addosso un bolide disincantato.
«Ma sei scemo, Hugo?» gli gridò, alzandosi in piedi.
«Ehy! Cosa succede di là?» gridò Ron, dalla cucina.
«Papà, Hugo mi la tirato addosso un bolide! Uno di quelli che gli avete regalato voi!» gridò lei, impuntandosi.
«Non è vero, papà!» si apprestò a dire lui.
Ron arrivò in soggiorno con uno straccio tra lei mani.
«Non dovete litigare.» disse, prendendo l'altro bolide da terra. Hermione era già tornata in ufficio, mentre Ron aveva ancora una settimana di ferie da godersi a casa. Se le godeva badando ai bambini e dando una pulita alla casa, per non far ricadere su Hermione anche il peso le faccende domestiche.
«Grazie tante. Io stavo facendo i miei compiti e lui mi ha tirato quella stupida palla in testa. Io non gli ho fatto niente!» spiegò Rose, adirata.
«È vero, Hugo?» chiese Ron, voltandosi verso il bambino seduto a terra.
In realtà sapeva già la risposta, una pallina delle dimensioni di un'arancia giaceva immobile vicino a tavolo, più vicina a Rose che a Hugo.
«Assolutamente no!» disse il bimbo, alzandosi in piedi e mettendo le mani sui fianchi.
Ron non poté fare a meno di ridere, anche se era consapevole che non fosse l'atteggiamento giusto nei confronti di una marachella.
Rose e Hugo si scambiarono uno sguardo: Hugo sperava di passarla liscia, mentre Rose era basita.
Ron rideva per la posizione assunta da Hugo: era proprio quella di Hermione.
«Papà non devi ridere! Me l'ha lanciato davvero il bolide!» disse Rose, nervosa.
«Hai ragione. Hugo, non si dicono le bugie, ma soprattutto non si lanciano i giocattoli. Ma come ti è saltato in mente?» gli chiese Ron, tornando in sé.
«Ma non è vero, non gliel'ho tirato!» disse il bambino, negando l'evidenza. In questo aveva preso tutto da lui, si disse mentalmente Ron.
«Peccato che quella palla sia proprio vicino a tua sorella.» gli fece notare Ron, indicando la pallina dietro alla sedia di Rose.
Hugo si portò una mano al volto. Sperò vivamente che quella pallina si trasformasse subito in qualcos'altro. Così successe.
«Papà, non è una palla, visto? È solo una tarantola!» affermò Hugo, contento.
Con i suoi poteri instabili, era riuscito a trasfigurare la palla in un ragno enorme, che si avvicinava piano piano a loro.
Rose emise un urlo disumano e scappò via, colpendo il tavolo e rovesciando l'inchiostro. Ron sbiancò di colpo.
«Ritrasforma subito quella palla!» gridò Ron al figlio, allontanandosi dalla stanza.
«Non so come si fa! Ho espresso il desiderio e la palla si è trasformata!» disse Hugo, allargando le braccia, a mo' di scusa.
Ron corse in camera da letto a cercare la sua bacchetta: doveva far tornare la tarantola alla sua forma originale.
Quandò trovò la bacchetta scese subito le scale, correndo in soggiorno. Si guardò intorno, ma non c'era l'ombra del ragno.
«Hugo, dov'è il ragno?» chiese Ron.
«Non lo so. Stava andando in bagno, credo. Magari deve fare i bisognini.» disse il bambino, scoppiando a ridere.
«Hugo-non-è-divertente!» gridò Ron, scandendo le parole.
Il bimbo guardò spaventato suo padre: non l'aveva mai visto così arrabbiato. Gli si riempirono gli occhi di lacrime e scoppiò a piangere.
«Non lo so dov'è il ragno! Non volevo trasformarlo, ma tu volevi sgridarmi e io ho tirato la palla a Rose, ma io non lo so perché!» iniziò a gridare, piangendo.
Ron, che non sopportava vedere i suoi figli piangere, si sentì terribilmente in colpa e prese il bambino in braccio.
«No, scusa Hugo, lo so che non volevi trasformarlo.» gli disse, abbracciandolo.
Il piccolo contraccambiò l'abbraccio del suo papà e singhiozzò.
«Ora vieni in missione con il tuo papà? Mi aiuti a cercare il ragno?» gli chiese, asciugandogli il volto dalle lacrime. Il bambino annuì e scese a terra, sentendosi un po' troppo grande per quelle scenate.
Hugo andò verso il bagno e aprì cautamente la porta. Entrò lui per primo, Ron era terrorizzato dall'idea di trovarsi davanti ad un ragno così grosso. Niente in confronto ad Aragog e ai suoi figli, ma non faceva differenza, era comunque un ragno.
«Papà qui non c'è.» disse il bambino, spegnendo la luce del bagno.
«Come non c'è? Andiamo in cucina, magari è arrivato fino a lì.» disse Ron, brandendo la bacchetta.
Entrò in cucina senza fare rumore, per non spaventare l'animale, seguito da suo figlio che, al contrario di lui, non aveva paura dell'animale. Di Rose neanche l'ombra.
«Guardati intorno e dimmi se lo vedi.» disse ad Hugo, fissando il soffitto.
«Papà, non ti piacerà quello che sto per dirti.» disse il piccolo, fissando la porta.
«Cosa c'è?» chiese Ron, voltandosi verso Hugo.
«Credo stia salendo nelle camere da letto.» disse il bimbo, indicando le scale.
Ron corse verso le scale, ma il rumore spaventò il ragno che iniziò a salire più velocemente. Ron lanciò una fattura, mancandolo di poco. Poi lo perse di vista.
«Speriamo solo che non si avvicini a tua sorella.» disse Ron, salendo le scale, piano.
Ma, a conferma delle parole di Ron, Rose lanciò un altro grido, peggiore del primo.
«Papààà! Io non posso fare magie! Papààà! Aiuto!» gridò Rose, impaurita.
Ron entrò nella camera della ragazzina. Lei era in piedi sul letto, rannicchiata contro il muro.
«Schiaccialo! Trasfiguralo! Fai qualcosa!» gridò indicando il ragno sulla sua scrivania. Ron lanciò un'altra fattura, con il risultato che il portapenne di Rose divenne una tartaruga.
«Papà? Potresti cercare di prendere la mira, perfavore?» chiese Rose, esasperata.
«Non è colpa mia se quel coso si muove così velocemente!» disse Ron, in sua difesa.
«Fai tornare il portapenne come prima!» disse lei, allargando le braccia.
Riuscì a trasfigurare la tartaruga, ma il ragno non si vedeva più.
Hermione aprì la porta dell'entrata e si guardò intorno: la sua famiglia era sparita.
Entrò in cucina e vide che i piatti erano stati lavati, ma Ron non era lì. Andò in soggiorno dove vide le palline del Quidditch per bambini di Hugo e, orripilata, vide anche l'inchiostro sul tavolo e sul pavimento. Si spaventò, credendo che fosse successo qualcosa di grave. Neanche il tempo di portarsi le mani alla bocca che sentì Rose gridare 'uccidilo! Uccidilo!'. Hermione corse su per le scale, convinta che ci fosse qualcuno in casa loro, ma quandò arrivò nel corridoio vide Ron lanciare fatture e alcuni piccoli animali girare nella stanza di Rose.
«Cosa sta succedendo qui?» chiese lei, alzando la voce.
Rose, Hugo e Ron si voltarono preoccupati verso Hermione.
«Mamma! Uccidi quel maledetto ragno! È il mini bolide di Hugo, l'ha trasfigurato lui ma non è capace di farlo tornare com'era! E non è capace neanche papà, in verità.» fece notare Rose, indicando il soffitto. Hermione prese la sua bacchetta, la puntò verso il ragno e sprigionò una lampo giallo. Sentirono un tonfo e videro la pallina a terra.
Ron a testa bassa scese le scale, senza neanche salutare la moglie. Hermione alzò gli occhi in aria, non lo sopportava quando si comportava in modo così infantile.
«Rose, c'è un riccio sul tuo letto.» fece notare Hermione, ignorando gli altri animali.
«In realtà quello è il mio cuscino.» disse Rose, imbronciata.
«Papà ha sbagliato mira e ha trasformato la camera di Rose in uno zoo.» disse Hugo, scoppiando a ridere. Hermione gli tirò uno scapellotto.
«Non prendere più in giro tuo padre o puoi dire addio a tutti i tuoi giocattoli.» gli disse, mentre lui scendeva massaggiandosi la testa.
Hermione entrò in camera di Rose e fece tornare tutti gli oggetti alla loro forma originaria.
«Grazie mamma.» disse Rose, abbracciandola.
«Di niente, amore. Vieni giù, hai fatto un pasticcio con l'inchiostro e credo tu debba rincominciare il tuo tema.» le disse Hermione. Rose spalancò la bocca: le mancava veramente poco per finire il tema e ora lo avrebbe dovuto riscrivere.
Hermione raggiunse Ron in cucina e lo abbracciò. Lui fu piuttosto freddo.
«Oh, Ronnie, o preferisci RonRon?» chiese lei, spingendolo. Lui cercò di reprimere un sorriso spontaneo. Si schiarì la gola, cercando di tornare serio.
«Credo che Amoredellamiavita sia più appropriato di Ronnie.» disse lui, incrociando le braccia al petto.
Hermione scoppiò a ridere e lo baciò. Era contenta che non fosse davvero arrabbiato con lei.
«La trasfigurazione non fa per te, ma non devi farne una malattia. Pensa a tutti gli animaletti in camera di Rose! Non ti viene poi così male.» gli fece notare lei, sorridendo.
«Peccato fossero tutti errori. Avrei dovuto trasfigurare il ragno, ricordi?» disse lui, alzando un sopracciglio.
«Ti amo anche perché devo sempre risolvere i pasticci che combini.» disse lei, abbracciandolo nuovamente.
Lui sorrise e la baciò.
«Ma che schifo!» gridò Hugo, entrando in cucina.
I suoi genitori si girarono dalla sua parte, stupiti dalle sue parole.
«Non bacerò mai nessuna ragazza, questo è sicuro!» disse lui, prima di uscire dalla stanza.
«Lo dicevo anche io, ragazzo! Vedrai, lo preferirai anche al Quidditch!» gli urlò Ron, facendo ridere Hermione.
«Papà, che schifo!» concluse il bambino, lanciando una delle palline in cucina.
«Sai, credo che Hugo sia portato per la Trasfigurazione e per lanciare palle. Sarà il miglior cacciatore di Grifondoro degli ultimi tempi, ne sono sicuro.» disse Ron, soddisfatto.
«Oh, Ron, smettila di decidere del futuro dei tuoi figli!» concluse Hermione, baciandolo nuovamente.

Scusatemi, davvero! Purtroppo il capitolo lo avevo scritto nell'altro computer e non ho avuto per tutta la settimana la chiavetta a disposizione! Beh, vi lascio con questo capitolo, domani inizierà il mio ultimo primo giorno di scuola xD

A presto!


   
 
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