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Autore: Calimero19999    09/09/2011    5 recensioni
Raccolta di varie storie, con protagonista l'intero cast di Lucky Star, alcune saranno oneshot altre saranno storyline da continuare. Shoujo-ai e Yuri.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yuri
Note: Lemon, Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Volere e non potere Mi scuso per la lunga attesa, questo capitolo doveva essere fuori già da un paio di giorni, ma tra vita, esami d'ammissione, e KHBBSFM-ITA, non sono riuscito a concentrarmi abbastanza. Riguardo il capitolo, questa volta si tratta di una coppia un po' particolare, che non ho mai visto utilizzare, quindi mi piacerebbe sapere cosa ne pensate. Infine ringrazio GiadaWoosh e skullrose per i loro commenti sul mio secondo capitolo, spero di vedere altri vostri commenti ^_^. Ok basta nonsense via col capitolo.

Rating: Giallo

Avvertimento: Angst, fluff (se si può chiamare così °_°), lime (solo nel finale).


                                        Angelo Tentatore



Yutaka si trovava davanti alla porta della stanza di Konata,  preparandosi a, quella che sapeva sarebbe stata, una delle conversazioni più imbarazzanti della sua vita.
Bussò piano alla porta per poi entrare solo dopo un paio di secondi, non aspettandosi una risposta, che infatti non arrivò. Sua cugina era sempre così concentrata su qualunque cosa stesse facendo, che non era quasi mai collegato alla scuola se non come ambientazione, che non l'avrebbe sentita neanche se avesse urlato, quindi l'aver bussato era solo uno scrupolo per Yutaka, ma che a sua insaputa le aveva impedito di trovarsi in una o due situazioni che sarebbero state incredibilmente imbarazzanti sia per lei che per Konata, oltre che per un'altra persona.
Sua cugina, era distesa sul letto con in mano un manga che Yutaka non conosceva. Dopo  essersi avvicinata al letto venne finalmente notata dalla ragazza dai lunghi capelli blù.   - Hey Yu-chan che ci fai nella mia stanza? Ti serve qualcosa?-    Disse gioviale.   -Volevo chiederti una cosa Onee-chan, ma personale ok?-   Rispose Yutaka sedendosi sul bordo del letto con uno sguardo triste ma serio che la cugina non le aveva mai visto.   - Uh, certo tranquilla, ma che hai è successo qualcosa?-   Rispose Konata mettendo da parte il manga che aveva in mano per dare  alla sua piccola cugina la sua massima attenzione.   -No no, è solo che mi è venuto un dubbio e dopo averci pensato ho deciso che posso chiedere solo a te-    Disse la ragazza dai capelli color salmone mentre la sua interlocutrice rispondeva con un semplice cenno, incoraggiandola ad andare avanti   - Ecco... stavo pensando... come si fa ad essere attraenti?-  Chiese Yutaka arrossendo lievemente cogliendo Konata di sorpresa.   - C-cosa?  che vuoi dire?- rispose la più alta tra le due, tentando di prendere tempo.   - E' che... nessuno mi ha mai chiesto di uscire, o anche solo fatto un complimento, quindi forse... -    Mentì la più giovane delle due, lasciando  la frase a metà. Non le piaceva mentire e non era brava, ma era necessario.
L'altra ragazza si mise a sedere di fianco alla propria cugina per osservarne il viso, capendo immediatamente che ciò che le era appena stato detto non era la verità, non tutta per lo meno, ma decise di stare al gioco e rassicurarla.   - Avanti non dirmi che stai pensando di essere brutta? Andiamo sei la ragazza più dolce e carina del mondo! Sono sicura che piaci a un sacco di gente ma che non si sentono all'altezza! - Esclamò Konata con enfasi.   - Si certo all'altezza... ma se sembro una delle elementari, forse è per questo che non piaccio,  e anche se gli piacessi sicuramente si vergognerebbero di farsi vedere con una che sembra una bambina...-    Disse immediatamente la quindicenne.
La cugina più gande non perse un colpo e rispose altrettando celermente   - Fidati di me quando piaci veramente, ste cose diventano dettagli che non interessano a nessuno, a meno che  non è qualcuno a cui piacciono "quel tipo di cose", in quel caso è anche meglio.-  
Konata sembrava sicura delle proprie parole ma Yutaka non era convinta, e continuò a guardarla con sguardo indeciso per qualche secondo, finchè non fu lei a farle una domanda   - Mmm... non è che c'è qualcosa che non mi hai detto? se non mi dici tutto non ti posso aiutare-   Disse la cugina dai lunghi capelli blù sapendo già dall'espressione dell'altra, di aver scelto alla perfezione il momento in cui parlare.
La piccola ragazza dai capelli color salmone guardò la cugina per un'altro istante, poi arrossendo lievemente disse   - Un'altra cosa c'è... ma non lo devi dire a nessuno, me lo devi promettere.-   Konata si congratulò con se stessa per la buona riuscita della sua strategia, per poi rassicurare  la cugina che, no, non ne avrebbe parlato con nessuno.
-E-ecco... c'è questa persona, e siamo... uh, insieme da un po' ed era tutto a posto però... - Disse Yutaka combattendo col proprio imbarazzo.  Gli occhi verdi della cugina si dilatarono per un'istante, lasciando sul viso di Konata un'espressione tra la sorpresa e la preoccupazione.   -Aspetta non è che questa persona ti ha toccata in modo strano, o ti ha fatto fare qualcosa che non volevi vero?-      Disse rapidamente e con un  misto di rabbia e preoccupazione nella voce. Tuttavia la risposta si sua cugina era destinata a sorprenderla più della notizia della sua relazione.
-No, è proprio questo il problema-   Disse Yutaka leggermente risentita   -  Non importa cosa faccio e dico, non mi tocca più nemmeno con un dito, letteralmente! A un certo punto ha smesso di toccarmi e da allora non mi ha quasi più preso la mano o abbracciata o baciata! All'inizio non me ne ero accorta, ma ieri si è anche rifiutata di avvicinarsi a me! Così mi è venuto tutto in mente e mi sono accorta che sta evitando qualsiasi contatto fisico. Siamo anche rimasti fermi ai baci a stampo, è successo solo una volta che mi ha baciata, uh, profondamente, così ho pensato che forse non le piaccio fisicamente. Ci ho pensato tutto il giorno e poi ho pensato di chiedere a qualcuno, e l'unica che mi è venuta in mente sei tu, Onee-chan.-   Concluse Yutaka, che sembrava quasi sul punto di piangere.
Konata si sentì sollevata dal sapere che questa persona, non solo non aveva cercato di approfitare della sua cuginetta, ma che evidentemente si stava trattenendo, per qualche motivo, anche dal fare quello che voleva Yutaka. "Eh, sicuramente non si è neanche accorta di avermi praticamente detto che è una ragazza."  Pensò mentre l'altra ricominciava a parlare, costringendola a spostare la propria attenzione dai propri pensieri alla piccola ragazza dai capelli color salmone che le sedeva accanto.   - Ieri e oggi ho provato in tutti i modi a farle capire che voglio andare avanti, anche solo un po', che voglio un po' più di intimità tra noi, ma ignora tutto quello che faccio, si è messa anche a evitarmi oggi. Non so più che fare... - Concluse tristemente Yutaka, rivolgendo il proprio sguardo al pavimento.   Konata, che aveva sorriso al secondo "passo falso" della cugina, che le aveva confermato che l'altra persona fosse una ragazza, si sentiva ora molto combattuta. Da una parte voleva aiutare sua cugina, ma dall'altra non voleva lanciala tra le braccia di una sconosciuta qualunque. Dopo averci pensato per qualche secondo decise che se Yutaka l'aveva scelta doveva essere una brava persona, e che il semplice fatto che tentasse di trattenersi significava che non voleva solo sfruttare Yutaka.
Dopo aver fatto promettere a Yutaka di dare comunque tempo al tempo e di non cercare di far evolvere le cose troppo rapidamente, iniziò una lunga conversazione con la cugina, in cui le diede alcuni consigli e idee su cosa fare, non solo per "smuore", ma anche infiammare il cuore di questa persona.
Una volta  terminata la lunga ed "istruttiva" discussione con la cugina, ringraziando quest'ultima, Yutaka si rimise in piedi per poi uscire dalla stanza, scusandosi per averle fatto perdere tanto tempo. Konata le rispose immediatamente che le aveva fatto piacere passare del tempo con lei e che era contenta che avesse subito pensato a lei per chiedere aiuto, Yutaka ovviamente non aveva mesionato che l'aver pensato di chiedere alla cugina dipendeva pesantemente dalla sua fama di pervertita. 

Il giorno dopo, durante tutta la durata della prima parte delle lezioni, sul volto di Hiyori rimase uno sguardo cupo e malinconico, tuttavia nessuno sembrò dare particolare attenzione al suo comportamento. La giovane artista aveva la fama di essere molto lunatica, perchè a causa del suo hobby/lavoro spesso era costretta a perdere il sonno per notti intere, inoltre quando pensava una delle sue storie tendeva a prendere il cipiglio per personaggio che aveva in mente.
La giornata passò lentamente per lei, e i pensieri che le affollavano la mente non le diedero tregua per tutta la mattina, così alla fine decise di chiedere aiuto, e come ogni volta da quando la conosceva, la prima persona che le venne in mente fu la sua sempai dagli occhi verdi. Se qualcuno poteva aiutarla era lei, in base a ciò che aveva capito, secondo la mora Konata aveva, o aveva avuto, lo stesso tipo di problema, anche se non avrebbe saputo dire quanto grave.
Al suono della campana che segnalava l'inizio dell'ora di pranzo Hiyori uscì immediatamente dalla classe, dicendo di avere qualcosa da fare.
Arrivata davanti alla porta della classe 3-B esitò un momento, ma poi entrò guardandosi intorno all ricerca dell'inconfondibile ahoge blù.
Konata, Tsukasa, Kagami e Miyuki is trovavano come al solito insieme, intente a gustare ognuna il proprio pranzo, passando il tempo in placide chiacchere senza importanza.
Quando Konata vide entrare dalla porta la sua kohai, non fu granchè sorpresa dalla sua espressione afflitta.
Tuttavia, quando salutò il gruppetto di ragazze e le chiese di poterle parlare in privato, notò che c'era qualcosa di strano nel suo tono di voce e nella sua espressione, non erano quelli che aveva di solito quando le capitava una stupidaggine, forse, si disse, si trattava di qualcosa di serio.
Hiyori rimase in silenzio finchè non raggiunsero l'aula vuota di un club scolastico.
Konata chiuse la porta e si sedette sul banco accanto alla sua amica mora - Allora Hiyorin cos'è che non va? dalla tua faccia mi sa che è qualcosa di importante, non è che ti vuoi dichiarare? -   scherzò la ragazza dagli occhi verdi cercando di allentare la tensione dell'amica.   - Eh, no niente confessione, anche se in in certo senso centra. Ma se anche fosse non mi metterei mai tra te e... urk-  Hiyori si interruppe improvvisamente, aveva quasi detto alla sua sempai che non aveva solo fantasticato sulla cugina ma anche su di lei! "devo essere proprio partita se stavo per  farmi sgamare così" pensò, poi continuò cambiando discorso e tornando al problema principale, quello per il quale l'aveva portata dov'era    - Lascia perdere.-   Disse rispondendo all'espressione interrogativa della sua sempai   - Ho bisogno di aiuto -    Konata avrebbe voluto chiederle cosa stava per dire ma decise che fosse più importante aiutare la sua amica prima.   - Che tipo di aiuto? - Chiese la ragazza seduta sul banco.    - Comincio dall'inizio, secondo te una relazione può funzionare senza, uh... contatto fisico?-   Disse la mora   -In che senso? se è per il tuo prossimo doujinshi, sarebbe un peccato, sei molto brava con lemon e lime-   Rispose la ragazza dagli occhi verdi, andando appositamente fuori strada, se voleva aiutarla doveva sapere tutta la storia e senza una spintarella Hiyori non avrebbe parlato chiaramente.
La ragazza con gli occhiali sospirò, sperava di poter evitare di raccontare tutta la situazione alla sempai che più rispettava, era qualcosa di cui si vergognava, ma evidentemente non sarebbe stata tanto fortunata.   - No per una volta nella mia vita non centrano i manga, il fatto è che sto con qualcuno e... sai come sono... ho veramente paura che una volta scoperto che sono una fujoshi, nel vero senso della parola, mi lascerà... e non lo sopporterei, non è solo una cottarella, mi sono innamorata, profondamente, e non voglio che si allontani da me.
Konata si sorprese dalla serietà delle parole dell'amica, ed in qualche modo riusciva anche a capire le sue preoccupazioni, tuttavia aveva idea che non fosse il modo giusto di di vedere il problema.   -Mmm... capisco che vuoi dire, però se sei davvero innamorata come dici, prima o poi avrai bisogno di più intimità tra voi, e vale per tutt'eddue. Però non è questo che mi volevi chiedere no? è tutta roba che hai già deciso quindi per cosa ti servo io? se vuoi supporto lo sai ci sono sempre per gli amici.-   Disse con l'espressione più seria che la mora le avesse mai visto.   - Si infatti lo so, e ti ringrazio, ma hai ragione, c'è un motivo se ti ho raccontato tutta questa storia. Il fatto è che da un paio di giorni mi sta facendo impazzire, nel senso che fa delle cose che mi fanno faticare per trattenermi, sai tipo sfiorare toccare, ora non lo so se lo ha fatto apposta, probabilmente no, ma oggi è stato diverso... non so cosa le è preso,oggi lo faceva apposta, forse è come hai detto tu vuole qualcos'altro ma non lo so quanto posso durare così.-   Concluse Hiyori con una nota di disperazione.
A questo punto Konata la guardò confusa, la scoperta che si trattasse di una ragazza non l'aveva sorpresa più di tanto, ma si chiedeva come mai fosse ancora spaventata se proprio quella persona fosse la prima ad esternare certe richieste, anche se sottintese - Scusami ma se te lo dice lei non è tutto apposto? voglio dire dovresti poter andare tranquilla così no?-   Hiyori sospirò mentalmente di sollievo, la sua sempai aveva colto il piccolo indizio che le aveva dato, e continuato tranquillamente come se nulla fosse. Dopo un veloce sguardo grato, la garazza con gli occhiali rispose dicendo   -No,  sono sicura che perderei il controllo, e non voglio immaginare cosa le potrei fare, quindi ho bisogno che mi aiuti a trovare un modo per controllarmi meglio, e in caso per rifiutare senza ferirla-.  
Konata rimase in silenzio per qualche secondo, poi parlò - Guarda secondo me ti stai preoccupando troppo -    Dopo aver chiesto qualche altro dettaglio sul rapporto che avevano, le disse che non vedeva modo per cui una delle due potesse allontanare l'altra, ma Hiyori rimase ferma sul suo punto, era terrorizzata all'idea di essere abbandonata, così la sempai acconsentì, e le diede qualche consiglio per migliorare il suo autocontrollo, consigliandole comunque di avanzare poco alla volta invece di bloccarsi, cosicchè non avrebbe spaventato l'altra, cosa che reputava comunque improbabile, e lei avrebbe potuto abituarsi al nuovo livello senza perdere il controllo.
La mora le assicurò che avrebbe pensato a ciò che aveva detto, la gingraziò di cuore, ed uscì dall'aula per dirigersi verso la propria classe.    
- Mmm... spero che non si impunti troppo, altrimenti la sua relazione potrebbe venire fuori tutta sbagliata, e sarebbe un peccato. Le riparlerò domani, cercherò una scusa e vedrò di convincerla-   Si disse Konata mentre tornava dalle sue amiche.

Quella stessa sera, Hiyori, Yutaka, Patty e Minami, avrebbero dovuto incontrarsi tutte a casa dell'artista del gruppo per un pigiama party, tuttavia dopo l'arrivo della piccoletta dai capelli color salmone, la ragazza con gli occhiali ricevette una telefonata da Patty, che si scusava per non poter essere presente, apparentemente era stata costretta a fare gli straordinari a lavoro, le spiegò anche il motivo ma Hiyori aveva già smesso di ascoltare.
Appena pochi minuti dopo Minami chiamò Yutaka anche lei scusandosi, dicendo che i suoi genitori avevano dimenticato di dirle che quella sera sarebbe dovuta andare a una cena a casa di alcuni parenti che sarebbero venuti dal continente.
Nel frattempo fuori era già buio, i genitori della mora non erano in casa, e faceva freddo, quindi la mora non ebbe cuore di rimandare la piccola ragazza dagli occhi verdi a casa da sola.
Quando Hiyori le disse che sarebbe stato meglio se fosse rimasta comunque, Yutaka vide presentarsi la migliore delle occasioni. Era il momento di mettere in pratica i consigli di sua cugina.
Cenarono, un pasto frugale ma piacevole, e guardarono un film insieme. Per tutta la serata la piccola quindicenne non fece altro che mandare segnali alla mora, inizialmente molto leggeri
e sempre sottintesi, seguendo il consiglio di non affrettare le cose.
Ma con l'andare avanti della serata la frustrazione cominciò ad avere la meglio sulla timidezza e sull'imbarazzo, portandola a fare avances sempre più evidenti alla ragazza dai lunghi capelli corvini.
Hiyori dal canto suo, anche lei seguendo le istruzioni di Konata, riuscì sempre ad evitare o ad uscire da situazioni e discorsi che avrebbero potuto metterla in difficoltà.
Quando finalmente fu ora di andare a dormire, la bruna sentì di essere quasi alla fine delle sue pene, almeno per la serata. Andò a cercare il futon che tenevano da parte per gli ospiti ma non riuscì a trovarlo, poi ricordò di aver visto di sfuggita sua madre metterlo in lavatrice.
Quando si allontanò per controllare che i suoi sospetti fossero fondati, Yutaka la seguì e guardò trionfante il futon dentro la lavatrice. Quella sera aveva fallito su tutti i fronti ma non si era ancora arresa, quella era la sua ultima occasione.   -Uh, Hiyori-chan se vuoi posso dormire per terra, mi basta una coperta-    Disse, conoscendo già la risposta.   -Che dici? ti ammaleresti, no ci dormo io per terra tu prendi il mio letto-   Disse la ragazza dai capelli corvini. La sua piccola ospite colse la palla al balzo e rispose immediatamente   -Ma non posso così ti ammali tu... forse ci possiamo venire incontro... posso dormine nel letto con te, sono piccola e occupo poco spazio...-   "Perfetto adesso non puoi tirarti indietro"   Pensò credendo di avere ormai la vittoria in pugno.   -Cosa? no non possiamo... ecco...-  Hiyori iniziò ad elencare tutte le scuse che le si presentavano alla mente, ma Yutaka riusciva sempre a trovare il modo di renderle inutili, finchè, esaurite le scuse plausibili la ragazza dagli occhi magenta iniziò a dare motivazioni sempre meno sensate, portando la frustrazione della piccola quindicenne che le stava davanti  ad un livello
completamente nuovo.
Ad un certo punto Yutaka disperata cercò di sorridere alla mora, anche se avrebbe voluto piangere, le disse di smettere di preoccuparsi, e poi le si avvicinò per abbracciarla, ma non appena la sfiorò con una mano, Hiyori si ritrasse di scatto, come se fosse stata colpita da una scossa elettrica.
Quella fu l'ultima goccia, Yutaka non era più solo triste, era arrabbiata, scoccò alla ragazza dai capelli corvini uno sguardo che la paralizzò, iniziò ad urlarle contro, le chiese perchè si stesse comportando in quel modo, perchè si rifiutasse di avvicinarsi a lei, ma la mora finse ignoranza, buttando solo benzina sul fuoco. La ragazza dai capelli color salmone ricacciò indietro le lacrime, mentre elencava tutte le volte in cui la ragazza dagli occhi mangenta si era rifiutata di toccarla od anche solo di avvicinarla, mentre il suo tono si abbassava ad ogni episodio che ricordava. La mora era senza parole, non si era resa conto di aver ferito in quel modo quella stupenda ragazza che ora sembrava ancor più piccola ed indifesa, improvvisamente si rese conto di quanto si fosse sforzata di rendere quella serata perfetta, facendo e dicendo cose romantiche, scegliendo dei vestiti che mettevano in risalto i suoi tratti migliori, mentre lei non aveva fatto altro che rovinare tutto. Si ritrovò catapultata fuori dai suoi pensieri quando la piccola rossa confessò le incertezze e le paure che le aveva dato, e poi sentì il suo viso arrossire violentemente di vergogna quando le disse che aveva notato i suoi sguardi, come la studiasse, il desiderio nei suoi occhi, le mani che tremavano leggermente nello sforzo di non toccarla, ed ora era anche confusa, perchè non capiva, se il problema non era l'assenza di attrazione, allora cosa non andava?    -Hiyori-chan qual'è il problema? dimmelo... non puoi lasciarmi fuori così... se hai qualcosa che ti fa stare male ti posso aiutare-   Concluse Yutaka, mentre due lascrime riuscivano a sorpassare la soglia dei suoi occhi.
In preda al rimorso per aver fatto soffrire una persona che
tanto amava, e schiacciata dalla vergona, Hiyori non potè fare altro che raccontare tutta la verità, che sapeva le avrebbe portato via per sempre quel piccolo angelo con gli occhi verdi.
E così parlò, le disse di come la vedesse come la più pura e delicata delle creature, e come reputasse se stessa una persona corrotta, le disse che una come lei e avrebbe potuto solo farle del male, che se non si fosse trattenuta avrebbe perso il controllo   - E non voglio fare qualcosa di cui ti pentiresti-   Aggiunse la mora, con tono affranto. Yutaka era combattuta tra il solliavo, perchè finalmente Hiyori l'aveva resa partecipe dei suoi pensieri, ma contemporaneamente non riusciva a capire.   -Perchè non me lo hai detto? e poi perchè hai cominciato ad evitarmi all'imporvviso?-    E la ragazza con gli occhiali glielo spiegò, le spiegò che quell'unica volta in cui avevano condiviso un bacio adulto, non aveva sentito solo la felicità che quell'intimità le dava, aveva sentito un desiderio, un fortissimo impulso di prenderla, e forzarla se non avesse voluto, era un desiderio talmente potente che dovette dal fondo a tutta la sua forza di volontà per resistervi.
Quando il bacio si era interrotto, si era ritrovata terrorizzata, da quello che poteva fare, da quello che poteva farle. Poi si era accorta che quella sensazione non l'aveva abbandonata, anche se più debole, sperò che sarebbe passata ma il giorno dopo solo uno sguardo alla piccola adorabile ragazza dai capelli color salmone, quella pulsione tornò prepotente. Le raccontò di come si fosse sentita un mostro, di quanto si vergognasse di se stessa, e di aver deciso alla fine che  per il suo bene avrebbe dovuto cercare di evitare il contatto il più possibile, perchè era l'unico modo che le fosse venuto in mente per tenersi sotto controllo. Poi mostrando tutta la vergogna che provava nei propri confronti, le raccontò che, anche se riusciva a controllarsi, non era servito ad allontanare quella sensazione, quel desiderio pressante di farla sua indipendentemente dalla sua volontà, e che infine, al momento attuale persino il solo sfiorarle il viso le accendeva un fuoco dentro che riusciva a stento a contenere. Infine le raccontò di come avesse chiesto aiuto alla persona di cui si fidava di più, e che se quella sera era riuscita a mantenere il controllo era solo grazie a lei.  
Dopo aver detto tutto, Hiyori disse alla piccola rossa che non l'avrebbe biasimata se in quel momento la stesse odiando, che se avesse voluto lasciarla non si sarebbe opposta, meglio questo che corrompere la cosa più bella del mondo.
Yutaka aveva ascoltato con le guance arrossate per tutto il tempo, rossore che si espanse per tutto il viso e divenne persino più forte al complimento finale.
A quel punto non era più triste o arrabbiata, ma contrariata. Chiese alla mora perchè non le avesse parlato prima, perchè l'avesse fatta dubitare tanto di sé, per poi dirle qualcosa di tanto dolce. La ragazza dagli occhi magenta tentò di rispondere, ma la piccola rossa non aveva ancora finito, era il suo momento di parlare. Disse che per quanto potesse sembrare infantile, non era necessariamente una bambina, ed il non capire le battute di Konata non significava automaticamente essere casti ed innocenti.
Mentre la mora teneva ancora gli occhi fissi sul pavimento, la ragazza dagli occhi verdi le prese le mani facendola sobbalzare, tuttavia non si sottrasse al gesto, e le permise di guidala fino al letto sul quase si sedettero una accanto all'altra.
Poi Yutaka ricominciò a parlare, le disse che anche lei aveva avuto quel tipo di pensieri nei suoi confronti, e che se davvero provava tanto desiderio, allora sarebbe stata felice di fare qualcosa per aiutarla. Concluse dicendo che probabilmente  si sentiva sempre più ossessionata perchè avrebbe dovuto sfogarsi, non trattenersi. "Se è per questo mi sfogo anche troppo" Pensò Hiyori, e fu questo momento di distrazione a permettere a Yutaka di cingerle la vita con le sue corte braccia. La mora, colta di sorpresa non ebbe la forza di ribellarsi, rimase immobile mentre l'altra le si sedette sulle gambe, le accostò le labbra all'orecchio e poi cominciò a sussurrarle parole dal suono dolce e calmante, tuttavia la mora non riuscì a distinguerne nemmeno una, poiché nella sua mente stava combattendo una battaglia già persa, tentò di implorare la piccola ragazza sulle sue gambe di smettere, ma tutto ciò che uscì dalle sue labbra fu un mugolio indistinto.
Vedendo che Hiyori stava finalmente cedendo, Yutaka, rossa sino alle orecchie iniziò a fare tutto quello che le aveva detto sua cugina, timidamente le lasciò una piccola scia i baci leggeri come piume sul collo,sino a tornare all'orecchio, che massaggiò lievemente con le labbra e la lingua, sorprendendo persino se stessa con la propria audacia, notando poi il rosso vivo sulle guance della ragazza dai lunghi capelli corvini, che aveva chiuso gli occhi metre si perdeva nel calore che le stava montando dentro, le mani sui fianchi tremanti, nel disperato tentativo di non muoversi, iniziò ad accarezzarle viso e capelli, per poi baciarla con trasporto, la sua passione trattenuta a stento dalla timidezza e dall'inesperienza. Quando cominciò a
massaggiare delicatamente la sua lingua con la propria, sentì le braccia di Hiyori afferrarla di scatto e stringerla forte, e rispondere poi con foga, quasi con prepotenza, al bacio, per poi gettarsi all'indietro, distesa sul letto con la piccola ragazza dagli occhi verdi sul petto, rotolando subito dopo per trovarsi sopra di lei, gli occhi infuocati dal desiderio e dalla passione.    - Fermami, perchè io non ci riesco, non voglio farti male.-    Le disse con voce profonda.   -Non ce n'è bisogno, non mi farai niente, lo so-    Rispose l'altra sorridendole dolcemente.
Quando Hiyori affondò il viso nel collo sensibile di Yutaka, lei seppe di aver fatto la cosa giusta, non le interessava fin dove si sarebbero spinte, e pensò che le andava bene così mentre cercava la sua bocca per baciarla ancora.

  
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