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Autore: pervancablue    09/09/2011    1 recensioni
"Sfrecciò per i corridoi freddi di dura pietra dei sotterranei diretto nella Sala Grande. Mai, mai si era sentito tanto in imbarazzo e punto nell'orgoglio.Come aveva osato quella piccola mocciosetta viziata..."
Non bastano i buoni sentimenti se non sono accompagnati da un buon utilizzo della Ragione.
Hogwarts è nuovamente in pericolo. Ma questa volta anche i sentimenti proveranno a mettere i bastoni tra le ruote alla vincita del bene.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
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-Capiscuola e Prefetti, portate i vostri studenti nelle camerate! Severus, Minerva...-
Nella confusione che seguì la terribile notizia Hermione non perse mai di vista Ginny. Lei e Ron, essendo responsabili in primis della loro casa, si stavano affrettando a riunire gli studenti in fila, aiutati dai prefetti più giovani e a impedire che i minuscoli ragazzini del primo anno scoppiassero a piangere disperati come aveva appena fatto un ragazzino dai capelli color biondo topo di Tassorosso.
Harry, salvo dai doveri di Prefetto, stava trascinando letteralmente di peso la povera Ginny verso la Sala Comune, mentre questa si attaccava disperatamente a lui, con un'espressione terrorizzata.
-Piano, Piano! Silverland, se non la smetti di spintonare Jons ti metto in punizione fino alle vacanze di Natale e non è uno scherzo!-
La parte negativa dell'avere i dormitori all'interno di una torre erano evidenti nelle situazioni come quelle.
-Oh, ma cazzo!-
Si girò, non aspettandosi in impropero del genere. La fila si era momentaneamente bloccata e qualche studente emetteva timide risatine.
-Cosa succede, perchè vi siete fermati?-
-Emh...Hermione, temo sia colpa mia...-
Si affacciò, riconoscendo la voce.
-Oh, no Neville, non è possibile! Ma come fai tutte le stante volte?-
Il ragazzo alzò le spalle, imbarazzato.
-Mi dimentico sempre di questo stupido scalino.-
Jimmy Peakes del quarto anno e Richie Coote si fecero avanti, afferrando Nevile da sotto le ascelle e strattonandolo con forza per liberarlo dallo scalino maledetto e lei si ritrovò a ringraziare mentalmente la prestanza fisica dei due Battitori.
-Voi, del primo anno, laggiù, smettetela di acciuffarvi! Ron valli a calmare...-
Il ragazzo si fece prepotentemente spazio tra gli studenti della fila, giungendo dai due ragazzini del primo anno che tentavano di darsele di santa ragione.
-Ragazzini, mi avete stufato, camminate! Arriviamo in Sala Comune e poi vi potete azzuffare quanto volete che tanto a voi ci pensa Hermione!-
Il roscio, con grande disappunto di Hermione, afferrò i due minuscoli litiganti per la collottola e li obbligò a riprendere il passo. Davanti a loro Harry che tentava di riportare Ginny ai dormitori il più in fretta possibile.
Cosa diamine stava succedendo?
-Bacchetta di Liquirizia-
La Signora Grassa si spostò, con aria preoccupata, permettendo a tutti i suoi studenti di rientrare. Nessuno salì nei dormitori, tutti si rannicchiarono in vari capannelli per la Sala Grande. Si guardò intorno e trovò Harry seduto su una poltrona vicino al fuoco, Ginny tremante tra le sue braccia.
-Non sono stata io, lo giuro, non sono stata io!-
Le si strinse il cuore, la piccola Ginny, solitamente forte e sicura di sè, la piccola Ginny che non aveva avuto alcuna paura ad affrontare schiere di Mangiamorte e Voldemort in persona, la stessa ragazza che era sempre pronta a mettere a repentaglio la sua vita per salvarne altre si trovava lì, terrorizzata da se stessa e da un passato che la feriva, amorevolmente cullata tra le braccia di Harry. Lui le schioccò un bacio sulla fronte sussurrandole qualche parola di conforto, senza molto successo.
-Herm...-
Ron le si era avvicinato e le aveva messo una mano su una spalla e guardando preoccupato la sorella. Gli mise una mano sopra la sua, spostandosela ad un fianco e stringendosela tra le dita. -Starà bene Ron, ho sequestrato l'altro giorno delle merendine ansiolitiche dei Tiri Vispi a Lavanda, pensò che se proprio non si tranquillizza...anche se magari è meglio portarla da Madama Chips.-
Harry alzò lo sguardo in quel momento. -Ma non può essere la Camera dei Segreti, no? E vuota, il Basilisco è morto! Lo so, l'ho ucciso io se ricordate!-
Il ritratto dell'entrata alla Sala Comune si spalancò, permettendo ad una donna dall'aria severa e preoccupata di entrare.
-Potter? Dove sei Potter?-
Sembrò individuarlo perchè si diresse a passi svelti verso di loro, alle sue spalle la bella Greengrass maggiore aveva il viso sfigurato dall'orrore e sembrava camminare più per abitudine che per reale capacità.
Chi mai attaccherebbe una giovane Purosangue Serpeverde?
-Potter, devi venire, il Preside ti vuole, ha bisogno del tuo aiuto. Parli ancora Serpentese anche dopo la morte di Voldemort, vero?-
IL ragazzo annuì, ma non diede segno di alzarsi, solo allora la McGranitt sembrò notare le pietose condizioni in cui versava Ginny.
-Oh Merlino, cosa è successo alla Signorina Weasley? Weasley, portala subito in Infermeria e Signorina Greengrass...- La donna si girò verso la ragazza dietro di lei, velata da uno sguardo di tenerezza e compassione.- Signorina Greengrass, vada con loro, la Signorina Granger sarà lieta di aiutarla.-
Hermione si sporse verso Daphne, più per gentilezza che per reale trasporto. Alla fine quella era una delle Serpeverdi che si erano rivelate più cattive con lei.
Daphne venne scossa da un singhiozzo e afferrò voracemente il braccio che Hermione le offriva, appendendovisi come fosse un'ancora di salvezza, dimentica di stare toccando solo una Sanguesporco.
-Professoressa, professoressa, sono loro! Ci faranno fuori tutti!-
Daphne la strattonò verso il basso, facendole perdere l'equilibrio, ma Hermione non lasciò la presa ed impedì ad entrambe di cadere a terra.
La McGranitt regalò alla Serpeverde uno sguardo compassionevole, e preoccupato.
-Dovete andare da Madama Chips, lei vi darà sicuramente qualcosa per calmarvi.-
Hermione si mise a trascinare la ragazza verso l'arazzo, tentando di mantenerla in una posizione dritta mentre questa sembrava volersi accasciare a terra ad ogni passo, dietro di lei Ron sembrava fare la stessa fatica con la sorella.
-Ci uccideranno, ci uccideranno tutti uno per uno perchè non siamo voluti essere Mangiamorte, perchè le nostre famiglie si sono ribellate a Lui!-
-Tua sorella starà bene Greengrass, ho sentito la Professoressa Sprite vantarsi proprio ieri con il Professor Vitios delle splendide Mandragole che ha la serra anche quest'anno.-
Daphne si fermò nel corridoio, come se fosse improvvisamente conscia di dove stava andando e con chi. Sembrò squadrare Hermione con disgusto ed astio per un paio di secondi, ma non diminuì la presa sul suo braccio.
-Sei sicura di quello che dici, Mezzosangue?-
Hermione annuì, lievemente infastidita da quel nomignolo. Dietro di loro Ron stava imprecando contro diversi Goblin studiati in Storia della Magia.
-Sì lo sono.-
Daphne riprese a camminare, lentamente, più in grado di reggersi da sola.
Davanti alla porta dell'Infermeria si fermò, affondando le unghie nella carne di Hermione che trattenne un gemito di protesta.
-Mia sorella è lì dentro.-
La Grifondoro annuì, l'istinto di carezzare amorevolmente la testa di quella Serpeverde spaventata venne smorzato dallo sguardo fiero che questa le rivolse.
Non si era mai accorta di quanto quella biondina supponente fosse bella.
-Grazie Granger.-
Si accorse della fatica che erano costate quelle parole alla ragazza, ma sorrise quando Daphne aprì la porta dell'Infermeria, trovando improvvisamente una forza interiore che nessuno sapeva avesse. Un letto con le tende tirate nascondeva il corpo vegetante di Asteria. Entrò trattenendo la Greengrass per il braccio, sperando non svenisse.
-Madama Chips!-


-Professoressa, non può, non può essere il Basilisco!-
Harry si affrettava al passo della Mcgranitt che sembrava sul punto di una crisi isterica.
-Non lo so Potter, ma credo che il Preside sia d'accordo con te, capisci che dobbiamo comunque controllare. Una supposizione non sostituirà mai una certezza.-
In poco si trovarono dentro al bagno di Mirtilla, giù al secondo piano, Silente studiava affascinato il serpente intarsiato sul lavandino.
-Harry!-
Harry alzò il viso sull'anziano uomo, stupendosi di trovarlo così invecchiato da vicino.
-Professor Silente.-
-Harry, apriresti perfavore, la Camera dei Segreti?-
Harry annuì, trattenendo il respiro. L'ultima volta che quella Camera spettrale era stata aperta il ricordo di un Voldemort adolescente aveva tentato di uccidere Ginny rubandole l'energia vitale.
-Apriti!-
I servizi si spostarono, aprendosi in un varco oscuro. Silente gli fece cenno di seguirlo ed entrò per primo.
Nei quattro anni in cui era stata chiusa la Camera non era cambiata minimamnete. Con disgusto di Harry per terra risultarono esserci ancora i resti di topi morti, un odore nauseabondo continuava a impestare l'aria e gocce umide pendevano come sempre dal soffitto. L'enorme muta che aveva incontrato tanti anni prima con Ron, però, era scomparsa, al suo posto centinaia di scheletri di topi.
-È qui che il professor Allock...-
Harry si fermò smettendo di guardarsi intorno. Il professor Silente gli indicava quella che sembrava una parete crollata in cui si apriva un varco. Quattro anni prima Gilderoy Allock, in quel preciso punto, aveva tentato di Obliviare lui e Ron usando la bacchetta rotta di quest'ultimo e l'incantesimo gli si era ritorto contro. Annuì, oltrepassando agilmente le rocce a terra.
I cunicoli bui sembravano allargarsi mano a mano che procedevano finquando l'enorme testa serpentina in pietra di Salazar Serpeverde non si presentò ai loro occhi in tutta la sua grandezza. Harry chiuse gli occhi, incapace di guardare a terra, davanti a lui. Fu Silente a farlo.
-Quindi, come immaginavamo, il Basilisco è ancora morto e non mi sembra di aver incontrato le tracce di un'altra di queste orribili creature.-
Harry aprì gli occhi, finalmente aveva il coraggio di guardare il punto in cui, quattro anni prima, aveva infilzato l'enorme serpente demoniaco con la spada di Godric Grifondoro. Un enorme e raccapricciante scheletro si srotolava nel punto in cui doveva esserci stato il basilisco in carne ed ossa.
Silente si avvicinò, studianto i resti dell'animale.
-Creatura magnifica, magnifica....il professor Lumacorno non mi perdonerà di non aver pensato di portargli un pò del veleno delle sue zanne, ne sarebbe stato molto entusiasta....-
Harry si avvicinò all'enorme testa dell'animale, ricordando con orrore quando questa era viva, coperta di carne, sangue, muscoli e vasi nervosi. Senza alcuna paura staccò una delle zanne del Serpente e la offrì al Preside.
-Se vuole può portarlo così, a me non da fastidio, davvero.-
Silente da dietro i suoi occhialetti a mezzaluna sorrise, orgoglioso, e afferrò la zanna.
-Il professore te ne sarà grato Harry. Penso che potrà ricavarci non pochi galeoni...-
Il ragazzo alzò le spalle, la cosa non gli importava particolarmente, poi, mentre entrambi percorrevano la loro strada a ritroso si fermò, come colto da illuminazione. Tornò indietro a grandi passi e staccò un'altra zanna dai resti dell'animale.
-Il Professor Piton....magari potrebbe trovarne uso per qualche antidoto contro la pietrificazione!-
Silente sorrise, conscio del grande cambiamento interiore che aveva portato Harry a crescere tanto nel corso degli anni fino a fidarsi di Piton, sempre odiandolo ovviamente.
-Credo ne sarà lieto, Harry.-
Harry si guardò la mano che teneva la zanna, come sorpreso da se stesso, poi, automaticamente fece per consegnarla al Preside.
-È meglio se gliela consegna lei, Preside. Non vorrebbe mai qualcosa da me e io non vorrei mai dargliela.-
Silente afferrò la zanna, mettendola vicino all'altra nella sua veste.
-Sono certo che l'avrebbe accettata con grande piacere Harry, ma se ritieni sia meglio così...-
La strada al ritorno venne fatta più lentamente, da un lato la consapevolezza che non vi fosse un basilisco a strisciare per il castello tranquillizzava Harry (che non vedeva l'ora di dirlo a Ginny), dall'altra rimaneva il dubbio su cosa potesse essere in grado di pietrificare una studentessa.
-Professore, lei cosa pensa...-
-Io, purtroppo Harry, ne so quanto te. Sono convinto che in qualche modo c'entrino i Mangiamorte, ma sono anche sicuro che per loro non ci sia modo di mettere piede nel Castello. Hogwarts, nonostante l'attacco di cui abbiamo scoperto le conseguenze questa notte, rimane il posto più sicuro al mondo per i suoi studenti.-
Harry si rabbuiò della risposta poco chiara, il viso di Silente, in quel frangente, sembrava più vecchio e stanco che mai.
-Professore, io ed Hermione cominciavamo a sospettare del comportamento della Black...-
Silente sembrò ragionarci un momento.
-Non ritengo una cosa saggia, Harry, sospettare di quella ragazza in questo frangente. Temo, purtroppo, che lei, come molti Serpeverde, siano i più possibili destinatari dell'ira dei Mangiamorte rimasti. I genitori di molti di quei ragazzi hanno voltato le spalle a Voldemort e probabilmente Bellatrix Lestrange crede che a pagarne debbano esserne i figli. -
-Questo spiega l'aggressione alla Greengrass. Ma la Black ha comunque un comportamento molto strano ultimamente.-
-Ogni persona, come tu ben sai, canalizza le proprie preoccupazioni e le proprie paure in comportamenti diversi. Una ragazza con il passato come quello della giovane Elizawin Black tende, probabilmente, a trarre un sottile piacere dalle situazioni sgradevoli, a cui è ben più avvezza.-
Harry parve smuoversi. Silente conosceva il passato di Elizawin come, probabilmente, conosceva quello di ogni altro studente, quindi forse...
-Professore, cosa c'è nel passato di Elizawin?-
Giunsero alla fine del tunnel, il lungo scivolo che li aveva portati lì davanti a loro.
-Harry, tu per primo dovresti sapere quanto il passato di una persona possa essere importante per determinare cosa o chi possa questa diventare in alcuni casi e ininfluente in altri. La cosa più importante che la giovane Black ha imparato dal suo passato è stato l'amore. L'affetto e la gratitudine per chi l'ha accolta e benvoluta oltrepassando la sua maschera di indifferenza e solitudine. L'importanza della creazione di un nucleo familiare affiatato. A volte per conoscere i segreti delle persone non serve indagare lontano come nei vecchi Profeti della biblioteca. A volte si può scoprire qualcosa senza troppo indagare, solo aprendo gli occhi e cercando più vicino.-
Harry tacque. Non riteneva che la risposta del Professore fosse stata rispondente alla sua domanda, ma sapeva che gli doveva essere in qualche modo d'aiuto. Inoltre Silente doveva avere la situazione più sottocontrollo di quello che sembrava se sapeva anche delle loro quasi ricerche in biblioteca.
Fu la voce di Silente a distoglierlo dai suoi pensieri. Il vecchio preside aveva scovato un serpente ritratto nella roccia.
-Ritengo, comunque Harry, che ci sia qualcosa di grosso che mi sfugge in questa faccenda, i Mangiamorte devono avere un modo per intromettersi nella vita del Castello. Prova a parlare qui Harry, forse ci può aiutare a salire.-
Harry si avvicinò al minuscolo serpente chiedendosi come aveva fatto a non notarlo la prima volta. -Facci uscire.-
Lo scivolo si trasformò immediatamente in un'enorme scala mobile di pietra. Silente, soddisfatto, vi salì e lui lo seguì.


-Quindi Silente non ha idea di cosa sia successo?-
Ron afferrò una ciocorana, scartandola velocemente e infilandosela in bocca praticamente integra.
-Ron sono di Ginny quelle, comunque no, non ne ha idea.-
Harry, Hermione e Ron si trovavano in infermeria, al capezzale di Ginny. Hermione era compostamente seduta su una sedia accanto al letto i due ragazzi, invece si erano stravaccati sul letto stesso. Un'ignara Ginny dormiva per effetto della pozione calmante di Madama Chips.
Ron guardò sconsolato le ciocorane rimanenti, rimpiangendo di non stare male e avere una scusa per mangiarsele.
-Secondo me è stato Malfoy, la Greengrass l'ha piantato davanti a tutti proprio ieri mattina.-
Hermione voltò distrattamente la pagina del suo libro.
-Non so Ron, non m'è parso particolarmente scosso della cosa ieri.-
-Quando mai quello pare particolarmente scosso? Comunque neanche Silente pensa sia colpa sua, anzi ritiene che potrebbe essere una delle vittime più probabili. A quanto pare i Serpeverde hanno dei problemi, interni diciamo...-
-Ron, posa quella ciocorana, ci scommetto che è mia...-
Si girarono di scatto, Ginny era sveglia.
-Gin, come stai?-
La rossa si puntellò sui gomiti, mettendosi seduta tra i cuscini -Meglio credo sia effetto della pozione. Ero sveglia da un pò, ho sentito quello che dicevi Harry. Non c'entra nulla quel...quel posto, vero? La Camera...-
Harry le afferrò una mano, con dolcezza.
-No, non c'entra nulla.-
Ginny sorrise, più tranquilla. -Meno male.-
Pochi letti più in là una pallidissima Daphne Greengrass si stava rivestendo, pronta a lasciare l'Infermeria.
Hermione lasciò i suoi amici a festeggiare la ripresa di Ginny e si diresse da lei.
-Non ti è venuto a trovare nessuno. Eppure le lezioni di oggi sono state annulate.-
Daphne non alzò nemmeno il viso, fingendo noncuranza.
-Non vedo la necessità di crearmi attorno al letto un campanellino patetico come quello della Weasley. Se c'è qualcuno in giro che si diverte a pietrificare la gente ritengo molto più raccomandabile il rimanere al sicuro nella propria Sala Comune. Se permetti Mezzosangue, è proprio lì che mi sto dirigendo.-
-E tua sorella?-
Daphne accellerò appena il respiro, ma riprese subito la calma.
-I miei capelli sono orribili e il mio aspetto sarà incommentabile. Mia sorella è pietrificata e io non posso fare nulla per lei, al momento posso solo occuparmi di me. Spostati ora.-
Daphne prese a dirigersi verso l'uscita dell'Infermeria a grandi falcate, tenendo caparbiamente il volto girato dalla parte opposta a dove giaceva Asteria.
-No Greengrass, aspetta...-
-Granger, se ti aspetti che ti ringrazi ancora per ieri ti stai sbagl...-
-Dì a Malfoy...-
Daphne si fermò, alzando un sopracciglio confusa e girandosi verso Hermione.
-Cosa?-
-Dì a Malfoy che....niente. Non dirgli niente.-
Senza aspettare che la Granger cambiasse idea la bionda serpeverde si voltò, uscendo da quel luogo asettico.
Hermione la guardò uscire, per poi dirigersi verso il letto su cui era posato il corpo di Asteria e spostare le tende.
La ragazza era lì, riversa sulla schiena. In mano teneva una lima per unghie, probabilmente se le stava limando quando le era successo quello che le era successo. I capelli biondi erano ancora raccolti nella perfetta coda alta della mattina e anche se, essendo domenica, non indossava la divisa scolastica, i suoi vestiti si risolvevano in aderenti pantaloni neri a vita alta e camicetta bianca infilata in essi. L'ottima fattura di entrambi era evidente a distanza. Fu il viso a sorprendere Hermione. L'espressione sul viso di Asteria non era affatto quella di qualcuno che aveva visto un mostro o simile. I begli occhi neri erano aperti normalmente, il sopracciglio alzato e la posizione della bocca facevano sembrare che qualunque fosse stata l'ultima cosa che Asteria aveva visto era un qualcosa di ordinario, addirittura noioso data la sua espressione scocciata.
Hermione passò una mano sul viso della ragazza, liscio e freddo come il marmo.
Cosa poteva essere stato?


Afferrò il suo golfino morbido. Lì faceva un caldo asfissiante e se l'era levato, ma voleva uscire e per i corridoi c'era il gelo.
-Dove credi di andare?-
Si voltò, attirata dalla voce che aveva parlato. Sulla porta del dormitorio Zabini la guardava con preoccupazione.
-Non vedo come ciò possa interessarti.-
-Mi interessa perchè Draco ti ha detto di rimanere qui mentre lui andava a svolgere i suoi lavori di pattugliamento.-
Eliza si guardò velocemente intorno come per cercare un'altra uscita o una via di fuga da quella stanza, evidentemente non trovò nulla perchè tornò a fissare Blaise.
-Draco ora non c'è, quindi posso benissimo uscire.-
-Non me lo perdonerei mai.-
-Per caso ti ha detto di controllarmi?-
-No, non l'ha ritenuto necessario.-
Un sorriso di vittoria si aprì sul viso di Eliza che si avvicinò di qualche passo alla porta, fino ad arrivare a pochi centimetri da Zabini.
-Allora fammi uscire.-
-Non lo farò.-
-Ma perchè?-
-Perchè non era necessario che Draco me lo chiedesse. Non ti farei mai fare qualcosa di pericoloso.-
-Ma perchè? Tu mi odi! E anche io non ti adoro propriamente.-
Blaise alzò le spalle, appoggiandosi alla balaustra laterale e prendendo a studiarsi le unghie.
-L'odio ha tante di quelle sfaccettature che non ritengo di avere la presunzione di conoscerle tutte.-
Eliza buttò il golfino a terra, irritata e si lasciò cadere sul letto di Draco. Zabini entrò nella stanza, chiudendo la porta e sdraiandosi sul suo di letto.
-Sono stupito, credevo mi avresti fatturato o cose così per passare.-
Eliza chiuse gli occhi, esausta.
-Io volevo solo uscire Blaise, volevo andarmene da questo posto soffocante, e Draco si è preso la mia bacchetta, non avrei saputo con cosa fatturarti.-
Blaise sorrise puntando la sua di bacchetta verso la porta d'entrata. -Colloportus. Credo, Lili, che dovrai sopportare la mia russante presenza fino al ritorno di Draco.-
Detto questo si girò e chiuse gli occhi, sorridendo inconsapevolmente, lieto della rabbia di Eliza.


Il martedì successivo ripresero le lezioni. L'aggressione alla Greengrass era ancora uno degli argomenti principali di conversazione, ma i professori erano ben decisi a non lasciare gli studenti a distrarsi troppo.
-Ma insomma, questo è l'anno dei M.A.G.O. per voi!-
Dopo l'ennesima interruzione per chiacchiere la McGranitt sbottò contro Lavanda e Calì.
Ron sospirò a fine lezione, uscendo dall'aula.
-La McGrannitt ci ha riempito di compiti.-
-L'hai sentita anche tu, questo è l'anno dei M.A.G.O. E tu non sei nemmeno riuscito a trasfigurare correttamente quella scimmia! Dovremmo affrontare le trasfigurazioni umane entro la fine dell'anno e tu ed Harry avete fatto un pasticcio!-
-Tutti hanno fatto un pasticcio Herm, solo tu ci sei riuscita a fare quella stupida trasfigurazione! Abbiamo anche gli allenamenti di Quidditch!-
-Più le creature sono complesse più concentrazione ci vuole Ron! Dovreste concentrarvi piuttosto che pensare sempre al Quidditch e ad altro!-
-Herm, anche tu mi sembri piuttosto interessata alle cose fuoriprogramma diciamo, che interessano a noi!-
-Sì, Harry! Ma durante le lezioni, io, sto attenta!-
-Comunque Herm, hai trovato qualcosa sugli arretrati della Gazzetta?-
-In realtà no, non ho avuto molto tempo per farlo e l'hai detto tu, no? Silente non sospetta di lei.-
-Silente si fida troppo secondo me Herm.-
-Però è anche uno dei maghi più grandi che siano mai esistiti.-
-Grazie Ron. Capisci cosa dico Harry?-
-Capisco cosa dici, ma ritengo che dobbiamo comunque indagare. Tu non sei curiosa di sapere?-
Hermione si morse un labbro, combattuta. La voce di Harry le giunse nuovamente all'orecchio.
-Che abbiamo ora Ron?-
-Mmm siamo liberi fino al pranzo, tu Herm?-
-Ho due ore di Antiche Rune, voi che fate?-
-Non so, vorrei continuare a fare ricerche in Biblioteca.-
-Harry non so, per me dobbiamo cominciare a fare i compiti di Trasfigurazione, io devo anche ancora finire il tema di Piton. Se ci andiamo dopo le lezioni del pomeriggio in biblioteca?-
-Io ho un appuntamento con Anthony.-
-Io con Ginny.-
-Merlino ragazzi, mi fate sentire uno sfigato! Mi devo proprio trovare una ragazza!-
Hermione ridacchiò, divertita.
-Ron sei il Re, piaci ad un mucchio di ragazze!-
Ron annuì divertito.


Un turbine rosso si catapultò davanti a loro, sorridendole affannato.
-Non sei venuta a trovarmi in Infermeria ieri!-
Eliza spostò appena lo sguardo su Ginny, alzando un sopracciglio, leggermente infastidita. Al suo braccio Malfoy tossicchiò rumorosamente.
-Non so se hai notato, Weasley, che Eliza al momento è in compagnia di persone più adatte a lei.-
Ginny spostò lo sguardo su Malfoy, alzando platealmente un sopracciglio in chiaro segno di incredulità.
-A parte una specie di bradipo appeso al suo braccio non vedo nessun altro qui intorno Malferret, quindi, se permetti, Eliza viene con me.-
-Piccola spocchiosa...-
-Ci terrei a far notare ad entrambi che non sono un pacco dono da offrirsi l'un l'altro per il vostro passatempo.-
Ginny le sorrise, radiosa mentre Malfoy sbuffava, contrariato.
-Con chi vuoi andare Lili?-
-Credo che andrò con Ginny Draco, lei almeno non mi sequestra la bacchetta.-
Con uno scatto divertito Eliza si sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e prese a camminare lungo il corridoio, seguita da Ginny che si girò verso Malfoy e gli fece una poco educata linguaccia. Il ragazzo si voltò irato e prese a camminare a grandi passi a ritroso per il corridoio.
-Perchè non mi sei venuta a trovare in Infermeria, allora?-
-Non ne vedo l'utilità, mi sembra che tu stia bene comunque, no?-
Ginny riprese a camminare, pensierosa.
-Senti Black, ma tu, almeno un pochino, mi vuoi bene?-
Eliza si girò guardandola confusa. Che domanda infantile. Le voleva bene?
Questi Weasley, questi Weasley che le avevano sempre insegnato ad odiare e disprezzare, questi Weasley che le avevano detto essere inferiori sembravano in assoluto le persone più interessate a lei che avesse mai incontrato oltre la sua nuova famiglia.
Ginny sembrava volergliene, Ginny la trattava come una persona, le voleva bene?
-Non mi sei indifferente e non ti odio.-
Ginny sorrise, afferrandole la mano.
-Direi che mi basta. Andiamo a pranzo?-


Ai piedi del faggio, vicino al lago, vi era una distesa rosso-oro di foglie secche.
Hermione sorrise, sedendosi vicino al fino tronco dell'altissimo albero e sentendo lo scrocchiare allegro delle foglie sotto il suo corpo. Anthony, dal canto suo, sembrava estasiato dal tutto.
-Questo posto è decisamente meglio di quel locale soffocante no?-
-Direi di si.-
Un tentacolo della piovra gigante sferzò l'aria poco lontano da loro, ricadendo rumorosamente nell'acqua. Anthony si sedette guardando perso verso la foresta Proibita.
-Sta tramontando e quel posto diventa sempre più inquietante, ti ricordi quando siamo saliti su quei Trhestal?-
-Che sensazione orribile.-
-Sembrava di volare sul nulla.-
Il bello di Anthony era che con lui era facile parlare. Non fosse stato anche troppo timido per fare molto altro sarebbe stato perfetto per Hermione. Fino a quel momento però, i passi importanti aveva dovuto farli lei. Senza le imperiose spinte di Steeval, Goldstein non sembrava in grado di fare altro che annaspare con le ragazze. Eppure era il ragazzo più bello della scuola.
-Anthony, senti, ma perchè proprio io?-
-Cosa?-
-Perchè hai scelto proprio me? Voglio dire potresti avere qualunque ragazza e tra le Corvonero c'è una scelta piuttosto vasta.-
Il ragazzo alzò le spalle, come fosse ovvio.
-Tu sei intelligente Hermione. Hai talento e sei in grado di conversare con cognizione di causa su qualunque argomento, c'è qualcosa di più attraente secondo te? Io non credo. Ti ricordo che sono un Corvonero, "il vecchio e il saggio, se siete svegli e pronti di mente, ragione e sapienza qui trovan linguaggio che si confà a simile gente.". Non esiste un'altra strega brava come te. Mi chiedo come sia possibile che tu non sia finita a Corvonero anche se, a giudicare dal passato, il tuo coraggio deve superare di gran lunga la tua intelligenza. In definitiva devi essere anche la persona più coraggiosa sulla faccia del pianeta quindi. Ah e non dimentichiamo che ti trovo molto carina.-
Concluse, facendole un buffetto sul naso.
Hermione arrossì, gratificata, e sorrise.
-Ma tu ricordi ancora la canzone del Cappello Parlante il nostro primo anno?-
Anthony ridacchiò. -Anche tu mi pare, visto che ti ricordi che è del primo anno-
-Beh ma io pensavo...-
-Di essere l'unica?-
-In realtà sì...-
-Saresti davvero stata perfetta per Corvonero, sul serio, rimarresti sorpresa di scoprire le qualità di chi vi è smistato.-
-In realtà credo davvero che Grifondoro sia la casa più giusta per me. Prima di entrarvi, prima di conoscere Harry e Ron non capivo nulla. Vivevo solo di libri senza badare minimamente alla sfera dell' istintività. Era come se il mio corpo fosse un'appendice della mia mente più che un suo pari. A Corvonero lo avrei mai capito?-
Anthony le si avvicinò, rabbrividendo per il freddo che stava ormai calando e le cinse le spalle con un braccio.
-No, forse no, ma ti avrei avuta tutta per me in ogni momento almeno.-
Hermione rise, piegando la testa all'indietro e catturando il ragazzo in un bacio.
Con sua enorme sorpresa Anthony sembrò rispondere con più partecipazione del solito e lei si staccò. Lo guardò estasiata girandosi e sedendosi sulle sue gambe in modo da trovarsi faccia a faccia con lui. Gli passò una mano dietro il collo, spingendogli la nuca verso di lei e riprese a baciarlo con maggiore foga mentre lui le accarezzava i capelli, facendoseli arricciare tra le dita.
-Lasciami!-
Delle urla acute giunsero alle loro orecchie e i due ragazzi si staccarono velocemente, imbarazzati.
Poco lontano da loro dei ragazzini sembravano sul punto di sbranarsi a vicenda.
Hermione si alzò, inviperita, ben decisa a togliere un mucchio di punti a tutti.
-Sei solo uno sporco e inutile Mezzosangue, mi fai schifo!-
Uno dei due ragazzini scoppiò a piangere rumorosamente.
-LEWIS! Dieci punti in meno a Serpeverde ed ora sparisci, torna al tuo dormitorio prima che mi arrabbi e te ne tolga altri!-
Il ragazzino che aveva parlato si girò verso Hermione, stupendosi di trovarla lì. I lunghi capelli neri gli cascarono leggermente sugli occhi.
-Ha incominciato questo cretino!-
L'altro ragazzino, un minuscolo primino di Tassorosso, continuava a piangere disperato, spargendosi con le mani il mocciolo su tutto il viso e sui capelli biondo topo.
-Lewis, ti ho già detto di andartene o ti tolgo altri punti.-
-Ma...-
-Lewis!-
Il ragazzino di Serpeverde si girò, infuriato, tornando al Castello e borbottando sommessamente. Hermione si voltò verso il ragazzino rimasto, porgendole un fazzoletto e storcendo il naso, leggermente disgustata.
-Aguamenti-
Un leggero rivolo d'acqua fresca si sprigionò dalla sua bacchetta e il ragazzino fu lieto di bagnarvici il fazzoletto e pulirvisi la faccia.
-Come ti chiami?-
Il bambino tirò su rumorosamente con il naso porgendo il fazzoletto sporco a Hermione che lo fece evanescere disgustata.
-Rupert Moore-
-Rupert, non ti preoccupare, anche io sono una nata Babbana eppure non ho nulla da invidiare a nessun altro, se ti impegnerai a fondo potrai diventare più bravo di chiunque altro, inoltre, ormai, la maggior parte dei maghi non possono ritenersi purosangue. Va meglio?-
Il ragazzino sembrò guardare con adorazione Hermione prima di annuire velocemente con la testa e mettersi a correre, scappando verso il castello.
-Saresti un'ottima mamma.-
Goldstein era comparso alle sue spalle e le posò un bacio sul collo.
-No, non lo sarei, se non fossi stata un Caposcuola li avrei fatturati entrambi.-
-Torniamo al Castello? Ormai sarà ora di cena.-
Si avviarono anche loro verso il Castello, felici del, in fin dei conti, piacevole pomeriggio.


   
 
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