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Autore: elrohir    04/06/2006    2 recensioni
Allora, Sendoh e Rukawa sono cugini, molto legati (per intenderci Akira è l'unico che riesce a far sciogliere quel ghiacciolo di Kaede) e per questo Hana, che non ha ancora accettato il fatto di essere innamorato di Kaede ma per qualche oscuro motivo è comunque geloso dell'"orrido porcospino" (se mai Greta leggerà questa fic mi perdoni il furto)è molto irritato. Le cose peggiorano durante un ritiro quando le due squadre si trovano a convivere. Elementi disturbanti di un oscuro passato che accomuna e lega i cugini verranno alla luce, cambiando per sempre la vita di Hana. E certo, anche quella di Kaede e Akira. Nota: per chi è abituato a un Sendoh insopportabile, questa fic potrebbe essere molto ooc.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Akira Sendoh, Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7

 Capitolo 7

 

Sendoh pov

 

-No, adesso spiegami cosa hai intenzione di fare conciato così.

Mio cugino sta sdraiato sul letto, le caviglia incrociate. Auricolari nelle orecchie, una rivista di basket in mano, non mi degna di uno sguardo.

Ho incrociato i suoi compagni, poco fa. Erano tutti in tiro, pronti per la serata. Mi è bastata un’occhiata per capire che il mio adorabile cuginetto aveva dato seguito alle sue minacce. Non era con loro.

-Ehi scimmia, dove sta Kaede?

Lui mi ha rivolto uno sguardo di odio puro. Non ha risposto.

Non che mi serva il suo aiuto per trovarlo, sia chiaro. Ma è così divertente far ingelosire Sakuragi… ancora un po’, e si deciderà a fare il primo passo con Kae. Qualunque cosa, per strappare la sua volpe dal porcospino maniaco (cioè io)…

E potete scommetterci che, per quanto mi riguarda, sarò in prima fila a godermi lo spettacolo. Spero che mio cugino si mostri misericordioso, dopo, quando verrà a conoscenza del mio ruolo nella capitolazione della scimmia.

Sbuffo. Devo portare avanti il mio piano. E per farlo, ho bisogno di Kaede fuori da questo letto.

Oddio, effettivamente anche nel letto non sarebbe poi così male… ma dovrei legarlo, e anche Sakuragi, credo.

Troppa fatica. Quindi…

-Sto aspettando una risposta, honey.

-Non rompermi le palle.

Gli spengo il walkman e mi siedo al suo fianco.

Ormai la scimmia sarà impegnata a prosciugare le riserve di birra del pub più vicino. E mio cugino, cretino, invece di approfittare dell’occasione (a Kae la luce dei locali ha sempre donato particolarmente) se ne resta qui stravaccato sul materasso, infagottato nella solita, banalissima tuta.

Ma devo proprio insegnargli tutto, a questo benedetto ragazzo?

-Tesoro mio, non penserai davvero che io abbia intenzione di passare il sabato sera a deprimermi con te!

Scrolla le spalle. –Certo che no. Quindi perché non vai a divertirti?

-Ci vado, tranquillo. Ma tu vieni con me.

Lo metto in piedi, lo spingo nel corridoio, poi fino alla mia stanza. E lui sbuffa ma mi lascia fare.

Penso che, fossi nato femmina, mi sarei divertito da morire con le barbie, e tutti i loro abitini. Avrei passato i pomeriggi a svestirle e vestirle, in continuazione.

Dal momento che il fato mi ha negato questa possibilità, devo sfogare gli istinti assopiti con la mia bambolina privata. Anche se non credo Kaede gradirebbe il paragone…

Adoro vestire mio cugino. È talmente bello che qualunque cosa gli sta d’incanto, ma io considero una sfida riuscire a renderlo ancora più… più. Qualunque sia l’aggettivo adatto a descriverlo.

Lo osservo, scelgo un paio di jeans. Kaede li infila con l’espressione di un martire. Io sorrido soddisfatto.

Sapevo che gli sarebbero stati da dio. 

Giacca di pelle, buttata con negligenza sulle spalle… e poi il tocco finale.

-Ah no. Questo no! STAMMI LONTANO KIRA!

Sogghigno e gli sistemo i capelli. I suoi strilli fanno parte del gioco.

E mentre lo guardo negli occhi, non ho dubbi che anche lui lo sappia.

Ho proprio bisogno di qualcosa che mi distragga un po’. E un’uscita con Kaede è sempre un buon modo. Magari riuscirò a togliermi dalla testa Toshiko…

Quanto tempo è, che non lo porto in un bar? Tanto… mi dico, aprendo la porta deciso.

E ora ricordo anche il perchè.

Tutte le ragazze presenti si voltano a divorarlo con gli occhi. E così fanno anche metà dei maschi.

Una volta sola mi sono azzardato a portarlo in un locale gay: dopo due ore trascorse a fulminare tutti quelli che l’avvicinavano con troppa insistenza e a spazzare via le mani che come per incanto riuscivano a posarsi sul suo culo, mi sono deciso a trascinarlo fuori.

Dopo quell’esperienza, ho realizzato che era meglio evitare certe... provocazioni.

-Cerca di divertirti un po’- gli soffio nell’orecchio, e lui annuisce distratto sedendo al tavolo dei nostri compagni.

Subito Mitsui si china in avanti per dirgli qualcosa. Lui scuote la testa, senza prestare molta attenzione. Sia mai che Kae dia a qualcuno la soddisfazione di riferirgli qualcosa di importante… quando gli hanno detto che era stato convocato in Nazionale, ha sbadigliato!

Certo, poi ha passato mezz’ora a piangere aggrappato al mio collo… ma questi sono dettagli di secondaria importanza! E poi, mio cugino mi ucciderebbe se sapesse che spargo in giro la voce. Neanche si divertisse, a essere famoso come Iceman.

A volte tento di immaginare cosa proverei a conoscerlo adesso. A trovarmelo davanti così, senza sapere niente di lui, niente di quel che nasconde dietro la maschera di ghiaccio. Senza conoscere il colore del suo sorriso.

Cosa farei? Lo aggredirei come Sakuragi, cercando in tutti i modi di attirare la sua attenzione?

Lo guarderei con l’aria di maliziosa ammirazione che scorgo a volte negli occhi di Mitsui? Tenterei di avvicinarlo con dolcezza, come Kogure?

Oppure proverei a infilarmi nel suo letto, con le minacce, con le lusinghe, con la seduzione, come ho visto fare da troppe persone, ormai?

Non lo so. Ho paura di indovinare la risposta. Paura di scoprirmi fin troppo simile a quelli che tanto disprezzo.

In fondo, cosa sanno di lui, loro? Semplicemente, quello che vedono. E cioè, un ragazzo senza cuore, senza anima e senza emozioni, un angelo incapace di sorridere e in perpetua ricerca del cielo, un fiore sensuale che sembra implorare di essere colto, un frutto maturo da mordere e succhiare.

Com’è difficile trattenere il bisogno di spaccare la faccia a tutti quelli che lo guardano. Che lo ricoprono di desiderio e doni, senza sapere che, ad ogni occhiata bramosa, una parte di lui si spegne, tremante.

Mitsui gli offre il bicchiere, Kaede accetta. Non mi disturba più, il 14 dello Shohoku. Dopo l’episodio dello spogliarello, guarda mio cugino con altri occhi.

Più protettivi. Come se avesse capito che qualcosa respira, dietro quella perfezione.

Non posso che esserne contento. Kae ha bisogno di qualcuno che gli stia dietro. Di una chioccia che lo culli, e lo difenda. Soprattutto adesso, perchè credo che in questi giorni, con Toshiko intorno, non potrò dare il meglio di me.

Maledizione, quel bastardo mi è entrato nel sangue, e dopo due anni tutto il veleno non si è ancora sciolto. La ferita resta aperta. E vederlo vicino a Kaede non fa che gettarci sopra sale.

Però lo spettacolo della faccia di Sakuragi quando siamo entrati non me lo sarei perso per niente al mondo. Pensavo che sarebbe collassato…

Si tiene a distanza, noto con un sogghigno. Quasi quasi vado a punzecchiarlo un pò. Il ragazzo deve darsi una svegliata. Insomma… io mi faccio in quattro per presentargli un Kaede più appetitoso del solito, e dopo una prima occhiata questo gli volta le spalle?

Eppure, ho come il sospetto che non si perda un solo movimento, un solo gesto. Tiene d’occhio Mitsui, e l’unica cosa che gli impedisce di avvicinare mio cugino e il tiratore da tre punti che ne ha monopolizzato l’attenzione è un’evidente reazione fisica che, stranamente, colpisce il suo corpo alla vista della ‘volpaccia.’

Eh, il disagio di essere maschi, Hana, che vuoi farci…

-Perché sogghigni?- mi chiede Koshino sbattendo un bicchiere sul tavolo. Guardo accigliato il cocktail ondeggiare, qualche gocciolina posarsi sulla mia mano. Perché il mio playmarker è incazzato?

Ma quando alzo lo sguardo su Hiro, i suoi occhi sono solo curiosi.

Sollevato bevo un sorso. Poi gli prendo il mento tra le mani e lo indirizzo. –La vedi la scimmia? Diciamo che ha qualche problema di autocontrollo, questa sera…

-E perché?- domanda Hiro, perplesso.

Riprendo a guidare il suo sguardo, che adesso sta fermo su Mitsui –Ecco perché.

Lui aggrotta le sopraciglia –Piantala di fare l’idiota cazzo, Aki, dimmelo chiaro e…

Il respiro gli esce dai denti, in un sibilo, quando finalmente i suoi occhi trovano Kaede. –Kami… ma cosa si è messo addosso?

Scrollo le spalle. Hiro sbuffa –Mmmm, qualcosa mi dice che dovrai badare a lui, sta sera.

-Preferirei ci pensasse qualcun altro, sai?- medito, mentre lancio un’altra occhiata ad Hanamichi. Che in questo momento ha le guance paonazze. Deduco che abbia arrischiato uno sguardo verso la kitsune. Pessima mossa, amico…

-Sai Aki, non ti capisco. Voglio dire, ok, non sei mai stato un tipo geloso. Ma di solito, ammettilo, non te ne fregava niente di quelli con cui uscivi. Invece Rukawa… sembri tenere davvero a lui. E allora come fai a continuare così, con questi giochetti scemi? Io non ne sarei capace…

Sospiro. –Quando tieni davvero a una persona…

Lui si scurisce un istante, poi scrolla le spalle.

In quest’attimo, mi sorge un dubbio. Ma l’ha capito, Hiro, cosa c’è tra me e Kaede? Ho la sensazione che il mio migliore amico stia fraintendendo tutto… e come sempre, trae le sue conclusioni senza consultarmi. È convinto di conoscermi alla perfezione, Koshino, e ha ragione… Ma di Kaede non sa niente, e non sa quel che eravamo. Non sa cosa abbiamo attraversato, come siamo arrivati qui, a questo traguardo, a questo cielo sereno, dopo tanti temporali. Non gli ho mai permesso di avvicinarsi allo scrigno scuro che conserva i miei ricordi più segreti.

Non ne ho mai avuto il coraggio.

Però, qualcosa devo dirgli, per chiarire questo evidente equivoco. Sì, decisamente qualcosa devo dirgli…. Adesso? È il momento giusto, quello che aspettavo? Forse… Prendo un respiro profondo e mi decido. Sono pronto!

Ehi aspetta un attimo… per poco la sedia non mi cade all’indietro. Afferro il polso di mio cugino prima che questo si dilegui tra la folla. Direi che il momento delle confessioni è rimandato, ok Kosh?

-Dove cazzo stai andando, tu?- ringhio a Kaede, tirandomelo addosso. Lui barcolla e per non perdere l’equilibrio si aggrappa a me. Perfetto, ora non mi puoi scappare honey… lo costringo a sedermisi in braccio.

Sospira e alza gli occhi al cielo –Ti frega?

Non attacca sto giochino con me, Kae… -Sì, molto. Quindi?

Koshino è combattuto tra diversi istinti. I suoi occhi non riescono a smettere di percorrere il corpo di Kaede, eppure è anche incuriosito dal nostro scambio. Del resto, non capita tutti i giorni di vedere mio cugino così. Simile a un bellissimo micio nero, con la coda che sferza l’aria, e lo sguardo infastidito. Kami, Kae, ti adoro…

-Cazzo non rompere Kira, non sei il mio baby sitter…

Lo guardo negli occhi. Sospira.

-Ok, voglio farmi un giro, posso? Sono stufo, mi sto rompendo… prendo qualcosa da bere. Poi torno, tranquillo.

Lo lascio alzare. –Vedi di stare buono- gli dico, con una pacca sul sedere. Lui mi regala una smorfia, poi se ne va.

Chiaramente, seguito dagli sguardi di tutti.

Sospiro –Speriamo bene…

Koshino prende un sorso –Fossi in te gli starei dietro, a parte tutto.

-Eh?

-Dai Aki, hai visto com’è vestito… non c’è nessuno, qui dentro, che non se lo sia mangiato con gli occhi. Tra un po’ sono preoccupato io!

-Preoccupato o geloso?

Lui mi fissa. –Akira, che tu ci creda o no non mi interessa Rukawa. Però tengo a lui, perché tu ci tieni. E poi non mi piacerebbe che sospendessero il campionato perché l’asso dello Shohoku si è fatto violentare in un locale!

Finisco il mio drink. –Kae sa badare a sé stesso, tranquillo… Comunque hai ragione, vado a dargli un’occhiata…

Mi alzo, quando una voce congela ogni mio gesto.

-Come, te ne vai di già? Speravo di poterti offrire qualcosa, o due chiacchiere…

Merda. Non ho il coraggio di voltarmi. Quando lo faccio, gli occhi di Toshiko mi scavano l’anima. –Non voglio niente da te- replico, gelido.

Lui sorride –Neanche le due chiacchiere? In onore dei vecchi tempi…

-E cosa ci sarebbe da onorare?- replico, ironico.

Sento lo sguardo inquieto di Koshino sulle mie mani. Cazzo, e smettetele di tremare, dita maledette…

Toshiko sorride e allunga una mano a sfiorarmi il viso. Mi tiro indietro –Non toccarmi!- sibilo.

Lui scuote la testa –Sei diventato più selvatico, Akira…

-Aki, tutto bene?- decide di intervenire Koshino, scrutando il mio viso in cerca di una risposta.

Non possiamo restare qui. Se Toshiko si accorge che tengo a lui, comincerà a dare fondo al suo repertorio di storie… e ne conosce, sia su me che su Kaede, a sufficienza.

Anche se ho deciso di confidarmi con Hiro, ci sono alcune cose che NON deve assolutamente sapere.

Meglio metterlo subito in chiaro.

-Usciamo- mormoro, cercando di mantenere ferma la voce.

Lui sogghigna soddisfatto. –Certo.

-Kosh, me lo tieni d’occhio tu Kaede?

Vedo Toshiko socchiudere gli occhi, mentre Hiro annuisce.

-Quindi anche il caro cuginetto è qui?- chiede quando raggiungiamo l’uscita. Si guarda intorno, come a cercarlo.

-Ti ho già detto di stargli alla larga.

-Non ti è ancora passata, vero?

Non rispondo. Non ce n’è bisogno. Lui mi posa la mano sul polso, io la ritraggo di scatto.

-Akira, ascoltami. Perché non possiamo ricominciare da capo? In fondo… tu al mio posto cosa avresti fatto?

Non rispondo. Lui continua, vorrei poterlo non ascoltare –Aki-chan cerca di capire… quel ragazzo è un’ossessione… fa andare fuori di testa chiunque… non puoi dare la colpa solo a me! Non lasciare che un incidente rovini tutto…- Non posso crederci. Davvero si aspetta che io mi beva le sue cazzate? Ti ho dato fiducia una volta, Toshiko, e guarda dove siamo arrivati.

Non avrai una seconda possibilità. L’unica che sono stato disposto a concederti, te la sei bruciata. E io mi sono soffocato nelle ceneri.

Devo allontanarmi da lui il più in fretta possibile. Mi massaggio gli occhi, sono stanco. Cerco le parole adatte a finire questa storia. Per sempre.

-Toshiko, ti ho già detto una volta cosa pensavo di te. Non ho intenzione di ripetermi.

-Tutto per quella troia…

Il mio pugno lo fa tacere. Lo afferro per il colletto –Forse non mi sono spiegato. Tu non devi avvicinarti a Kaede, non devi parlare di lui, non devi neanche azzardarti a pensarlo, capito? Se scopro che gli hai messo un’altra volta gli occhi addosso sei morto.

-Quindi è una banale scenata di gelosia…- sorride lui.

Lo lascio cadere a terra. Che pensi quello che vuole, non mi interessa. Adesso voglio soltanto il mare, l’odore di sale e di vento, per lavare via il ricordo del giorno che ha ucciso il mio cuore.

 

EHI!!! Volevo ringraziare tutti quelli che continuano, pazienti, a leggere le torture che la mia mente malata inventa per il nostro adorato Kaeduccio. In particolare, grazie a te, Venus... i tuoi commenti sono sempre super-iper-mega-graditissimi! La fic sui gemelli la continuerò, devo solo trovare il tempo di raccappezzarmi e calarmi un pò nei loro panni. Io ogni caso, volevo anche chiedere scusa: la storia ha preso una piega particolarmente angst, il culmine si raggiunge nei capitoli che sto scrivendo adesso (il terzo intermezzo e l'11, credo...), ma ridabisco la mia promessa: tutto andrà bene. Ok, ora vi saluto davvero! bacioni, vi voglio bene! roh.

 

   
 
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