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Autore: Doll_    25/09/2011    15 recensioni
June è un'adolescente riservata e timida che al secondo anno di liceo viene inevitabilmente attratta nella tana del lupo cattivo. Jack è più grande e affascinante, ma anche col suo carattere intrattabile e scontroso, riesce a far innamorare di sé la ragazza e a portarla a letto, per poi lasciarla come suo solito. Peccato che l'anno dopo i due verranno messi a stretto contatto a causa dell'imprevedibile destino che, seppur detestandosi, li unirà sempre più...
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'June e Jack'
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Angolo autrice:
Salve ragazzuole!
Scusatemi per il ritardo ma il mio vecchio computer mi ha definitivamente lasciata… Però ci sono anche buone notizie!

  1. Ho il computer nuovo, yeah!
  2. Da notare le immagini dei primi due capitoli che sono state create da SparksFly, le quali penso siano davvero favolose! PS: ho aggiunto immagini a tutti i capitoli ;)
  3. Per farmi perdonare del ritardo ho deciso di immettere nella storia un nuovo POV a sopresa.
Spero vivamente che anche questo capitolo vi piaccia!
Un bacione: Doll_
PS: vediamo se con questo raggiungiamo le 100 recensioni ;D

 

The Big Day 

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Il grande giorno. Proprio così.
Non ne sapevo assolutamente nulla di come ci si doveva comportare in certe occasioni, dato che tutti quelli della mia famiglia erano atei. Ma quel giorno –il grande giorno- capii di adorare quei momenti.
Adoravo la spensieratezza degli invitati, le lacrime dei genitori, le risate degli amici, gli occhi degli sposi… Adoravo l’aria di felicità, di speranza e di vita; come se finalmente tutto potesse ricominciare da capo, come se il passato fosse cancellato e lì, sull’altare, ci fossi solo tu con la persona che ami al tuo fianco mentre ti guarda negli occhi e ti promette di onorarti e starti vicino per tutta la vita.
Il padre della sposa teneva lo sguardo basso per nascondere il tremolio delle labbra mentre la madre piangeva e sorrideva allo stesso tempo. I genitori dello sposo sembravano ancora più commossi dalla situazione ed intorno a loro c’era solo quella grande atmosfera di festa e serenità.
Io li guardavo come incantata dalla penultima fila insieme ad Holly ed Abby, ma mentre loro erano troppo prese a discutere sul vestito favoloso di lei, io fissavo lui.
Lo sposo era… raggiante. L’osservavo e sapevo che realmente lui non si trovava lì insieme a tutti noi. Lui era in un mondo completamente diverso, perso negli occhi della sua amata.
Una volta avevo letto che quando una ragazza è innamorata lo si capisce dal suo sorriso mentre quando un ragazzo è innamorato lo si capisce dagli occhi.
Ebbene, quelli erano gli occhi più innamorati e più belli che io avessi mai visto.
M’illudevo e mi riempivo di storielle mentali, fantasticando che un giorno anche lui avrebbe avuto quello stesso sguardo rivolto a me. Però fissando Phil –lo sposo-, improvvisamente non m’importava più di nulla. Io sapevo solo che volevo quello sguardo e non m’interessava da chi venisse perché chiunque fosse stato, sicuramente avrebbe meritato di gran lunga anche il mio di amore.
La cerimonia, dopo quasi un’ora, terminò e tutti ci dirigemmo verso le macchine per raggiungere l’immensa villa della cugina di Jack dove si sarebbe tenuto il rinfresco ed il pranzo.
“Questo vestito è favoloso, June.” Mi sorrise, Abby.
“Nahh…” Feci spallucce, minimizzando sul bellissimo abito che indossavo e che Jack aveva insistito di pagare. “Anche tu sei bellissima oggi, Abby!” Continuai, rimirando il suo vestito color porpora mentre un altro sorrisone appariva sul suo bel visino raggiante.
Ecco, quello ad esempio era un classico sorriso da innamorata.
E gli occhi di Freddie mentre guardava Abby erano.. Beh, erano proprio gli occhi di un innamorato.
Jack non se lo sognava nemmeno di guardarmi così e tantomeno John che, seppur mi guardava, lo faceva solo per squadrarmi le gambe.
Jack indossava un bellissimo smoking semplice ma sofisticato nero, col panciotto grigio perla e la cravatta verde scura, identica al mio vestito che invece non aveva molto di speciale, proprio come me.
Non era particolarmente sexy per risaltare ogni curva, anzi, era stretto solo sul seno e si lasciava morbido e leggero fino alle ginocchia. Un tacco non troppo esagerato e dello stesso colore del panciotto di Jack adornava i miei piedi ed i capelli erano tirati solo ai lati, lasciando la folta cascata di ricci neri dietro la schiena.
Francine invece si era piombata sul rosso acceso e provocante, rimanendo col suo aspetto sempre favolosa e mai eccessiva o volgare.
Alicia era vestita di blu, con un push-up che le valorizzava il seno a più non posso, mentre Holly indossava un vestito semplice simile al mio, nero.
John era stupendo, come al solito, nel suo abito elegante blu notte e Freddie era più sexy del previsto, tanto che ebbi anche un pizzico di invidia verso Abby… ma solo un pizzico.
“Pronte per mangiarci tutto e riempirci come scrofe?” Ci venne incontro, sorridendo, Francine.
“Puoi scommetterci!” Esclamò Maggie, che indossava un vestitino carinissimo con un motivo floreale, accanto a Chase che indossava uno smoking azzurro che valorizzava i suoi occhi.
“Ci hanno messe vicine, June.” Continuò Francine, portando il suo braccio intorno alle mie spalle e stringendomi a sé.
Le sorrisi ma con lo sguardo, furtivamente, cercai il tavolo dove invece si sarebbe dovuto sedere Jack insieme alla sua ricca famiglia e quella di John, ovviamente.
“Io sono a dieta.” Decretò Abby, facendo sbuffare Freddie al suo fianco.
“Idem.”
“Holly! Anche tu!?” Esclamai io, con gli occhi fuori dalle orbite.
Non potevo crederci! Per indossare quel maledetto vestito avevo dovuto trattenere il fiato per quasi trenta secondi, rischiando di svenire per giunta, e loro che invece non avevano di questi problemi venivano a dirmi che stavano a dieta!?
“Da mò! Ma dove vivi, June?” Fece lei, dandomi una pacca sulla spalla e facendomi accorgere che Francine ancora mi teneva stretta nel suo mezzo abbraccio.
“Su ragazze, venite, sui tavoli ci sono già i primi antipasti.” Ci raggiunse Jessie, la cugina di Jack, col suo sorriso raggiante ed il suo vestito mozzafiato.
Arrossii leggermente quando mi guardò negli occhi, ricordando la pessima figura che avevo fatto il giorno in cui avevo insinuato che i due cugini stessero insieme, per poi seguire gli altri ai nostri posti.
“Conosco Phil da una vita ed è un tipo straordinario! Era ora che si sposassero!”
Nel bel mezzo del pranzo, tutto il vociare iniziò a prendere il ruolo di piacevole sottofondo e l’ilarità, insieme a qualche goccetto di troppo, cominciava a rendere le cose sempre più divertenti.
“Da quant’è che stanno insieme?” Chiese Holly, addentando un raviolo.
“Credo.. dieci anni, tipo. Si sono conosciuti quando lei faceva ancora le medie, calcola.” Rispose Freddie, passando con nonchalance una mano su quella di Abby che stava ferma vicino le posate, e stringendogliela lievemente.
“E voi due? Da quant’è che state assieme?”
Rischiai di vedere la mia migliore amica morirmi di fronte agli occhi alla domanda precipitosa di Holly, mentre Freddie se la rideva come non mai.
“Un paio di settimane…” Rispose lui.
“COSA!?” Io ed Holly sembravamo appena uscite da un cartone animato.
“Ehm.. con i preparativi del matrimonio, la scuola e la palestra non ho mai trovato il momento giusto per dirvelo.” Deglutì Abby, diventando sempre più rossa.
“Non serviva poi così tanto tempo per dirci “ehi ragazze ciao, lo sapete che mi sono fidanzata?”.. in fondo frequentiamo solo la stessa classe!” Disse, ironica, Holly mentre si versava un altro goccetto di vino rosso nel bicchiere.
Io avevo bisogno di tempo.”
La situazione stava degenerando mentre Holly continuava a bere ed Abby si tratteneva dal saltarle al collo per il tono acido e scontroso col quale si rivolgeva a chiunque.
La solita Holly non era così. Lei era sorridente, ottimista, piena di vita, simpatica… Questa Holly era solo il ridicolo tentativo di un autodistruzione per amore.
Mentre la guardavo abbassare lo sguardo e sentirsi una completa fallita, le strinsi forte la mano e guardandola negli occhi in cui lessi tanto di quel dispiacere, sperai vivamente che nessun altro si riducesse in un tale stato.
 
La torta era arrivata ma prima che gli sposi potessero tagliarla doveva esserci il famoso discorso del testimone ma, dato che quest’ultimo era già eccessivamente brillo, la persona che si alzò e batté il coltello sul bicchiere per richiedere attenzione, fece immediatamente zittire tutti.
“Lo so che sono troppo giovane per fare certi discorsi..” iniziò il mio Jack, “Ma questa pazza di mia cugina ha insistito così tanto che alla fine ho dovuto cedere.” Sorrise, ammaliando tutti e tutto. “No, non è vero. Ha minacciato di distruggere la mia macchina con una mazza da baseball e per chi la conosce, sa bene che sarebbe in grado di farlo; mi dispiace cuginetta, ma ho dovuto dirlo.” Disse, facendo scoppiare a ridere tutta la sala, per poi ritornare serio.
“Jessie… lei è sempre stata come una sorella per me, una madre. Mi ha seguito da quand’ero bambino, quando i miei erano troppo impegnati col lavoro, mi ha dato tante di quelle botte quando marinavo la scuola e mi trovava con una canna in mano che se ci penso le sento ancora addosso; mi ha dato dei consigli di vita che non dimenticherò mai e mi ha insegnato a vivere appieno la mia giovinezza. Ora, dopo tanti anni, me la ritrovo vestita come un enorme confetto, con le lacrime agli occhi ed un sorriso che raggiunge entrambe le orecchie mentre guarda Phil e con un semplice sfioramento di mani gli trasmette tutto l’amore possibile. La mia cuginetta è cresciuta e si è innamorata di un uomo fantastico, ha vissuto la sua gioventù e nonostante questo è sempre rimasta fedele ai suoi principi. Lei è sempre stata una guida, un idolo per me, che invece ero solo capace di commettere sbagli su sbagli. Ancora oggi mi becco qualche scappellotto quando le racconto dei miei problemi e termino il tutto con un gran “ma non me ne frega niente”.. Lei sa che invece me ne importa eccome.” Jack si bloccò, abbassò lo sguardo e quando lo rialzò i suoi occhi puntarono me. Fra tutti gli invitati, lui guardava me e mentre parlava, capivo che quella lei non era più sua cugina, “Mi riempie d’insulti solo per farmi ragionare e alla fine posso dire di essere cresciuto solo grazie a lei. Grazie ai suoi incoraggiamenti, ai suoi sorrisi, ai suoi abbracci…” Mi guardò per qualche altro secondo, poi, come risvegliatosi da un incantesimo, passò in rassegna tutta la sala e rivolse nuovamente lo sguardo a sua cugina che stava ancora piangendo, “Quando Jessie conobbe Phil, ricordo benissimo di essere stato molto piccolo per capire quel tipo di sentimento, eppure quella luce che portava addosso era talmente accecante che avvolse anche me.  Entrò nella mia stanza e annunciò “mi sono innamorata, Jackie”… ricordo anche di essere scoppiato a piangere credendola una brutta malattia, dato quanto avevo sentito parlare della sofferenza in amore. Ma lei… Lei era così bella, così felice, che alla fine rese quel sentimento ancora più magico di quanto già non fosse. Devo ringraziare lei se la mattina mi sveglio sentendo quella stessa sensazione pervadermi corpo e mente, mentre anche io penso alla persona che è riuscita a farmi sperare ancora nell’amore.” La sua voce tremò leggermente, ma dopo un lento e regolato sospiro, si riprese e terminò, “Ti ringrazio di ogni cosa, Jessica, e tutto ciò che meriti è di continuare a vivere questo tuo fantastico amore con l’unico uomo che è riuscito a renderti tanto felice. Vi guardo e… spero solo di poter essere come voi un giorno. Grazie ancora e auguri, cuginetta.” Sorrise, alzò il bicchiere pieno di champagne e bevve il primo sorso.
Gli invitati, che erano ancora rimasti ammutoliti, scoppiarono in un grande applauso e qualcuno in qualche pianto liberatorio, mentre la festa proseguiva e Jessie riempiva di baci e abbracci Jack.
Lo stesso Jack che, inconsapevolmente, aveva appena ammesso di essere innamorato.
 

§§§

 
“Il discorso di Jack è stato bellissimo.” Disse Holly, che sembrava essersi ripresa.
“Già…” Annuii insieme a Francine ed Abby.
“Non me l’aspettavo da lui.” Fece Alicia, scuotendo la testa, ancora sconvolta.
Avevamo deciso di uscire e farci un giro intorno alla villa, un po’ per curiosare, un po’ per evadere da tutto quel caos.
La torta era stata divorata in men che non si dica e da lì a poco ci sarebbe stato il famoso tiro del bouquet e i balli di gruppo.
Sì, proprio così.. Balli di gruppo.
Poco più di un anno fa sarei direttamente scappata a gambe levate appena sentita questa parola, ma la mia paura era stata bella che sostituita da un indomabile entusiasmo poiché quando ancora ero fidanzata con Jack, la prof di ginnastica aveva insistito per farci partecipare a delle lezioni extra curricolari di balli di gruppo, bachata, salsa etc… promettendoci un leggero aiuto con il voto della media e, visto che io ero disperata perché avevo assolutamente bisogno di un buon voto per passare l’anno, mentre Jack voleva solo avere il massimo in tutto, accettammo senza pensarci troppo, convinti che sarebbero state delle ridicole lezioni alle quale si poteva partecipare senza il minimo impegno…
Quanto ci eravamo sbagliati.
Le coppie che vi partecipavano erano molte ma con l’andare avanti delle settimane, io e Jack diventammo i migliori. La prof ci aveva fatti sgobbare come matti ma alla fine il risultato era stato ottimo.
Bei ricordi…
“Ehi ragazze, venite! La sposa sta lanciando il bouquet!”
La voce di John pervase la mia mente e così fui costretta a raggiungere tutte le ragazze/donne urlanti nel bel mezzo della sala da ballo, sempre al di fuori della villa, all’aria aperta.
Guardavo sconcertata tutte quelle donne che si spintonavano neanche stessero giocando a rugby o gareggiando per un miliardo di dollari. Al contrario di loro, io gioivo all’interno. Speravo di poter prendere il bouquet ma non volevo di certo immischiarmi in mezzo a quelle scellerate!
Abby e Alicia però erano fra quelle, mentre Francine era sparita dalla mia visuale ed Holly si rimirava le unghie con voluto disinteresse.
La sposa si voltò dandoci le spalle, inarcò la schiena, alzò il bouquet sopra la testa e, finalmente, dopo un’energica spinta, il bellissimo mazzetto volò sopra le nostre teste che lo guardavano quasi ammaliate, fino a quando non cadde fra le braccia di…
Holly.
“Oh mio dio, Holly! Ti sposerai prima di tutte noi!” Gridò Abby, venendole incontro e abbracciandola come se avesse appena ricevuto una richiesta vera e propria.
“Oh, ma smettila Abby, è solo una stupida diceria…” Minimizzò la nostra amica stritolata, che tentava di non scoppiare a ridere.
“Non sei contenta? Ti stanno invidiando tutte. Anche quelle vecchiette lì giù.. credo siano zitelle.” Feci io, lasciandole una leggera carezza fra i capelli ben sistemati, mentre lei si guardava intorno sicuramente alla ricerca di quel qualcuno da cui avrebbe tanto voluto essere richiesta…
“Anche Chase ti ha guardata.” Continuai, facendola immobilizzare.
“Ah…sì?” Mi guardò con gli occhi pieni di speranza ai quali non potei che sorridere con tenerezza.
“Sì, Holly, ti ha guardata.”
 

§§§

 
“Pronti per i balli di gruppo ragazzi??”
Il dj rompeva il brusio di chiacchiericci con la sua forte ed estroversa voce che passava per il microfono e distraeva tutti dai propri pensieri.
Io, che mi trovavo alla fine della pista –ripeto che era stato tutto sistemato alla luce del sole e non dentro quel claustrofobico salone della villa-, fremevo guardando ovunque per cercare Jack e chiedergli di ballare.
Vedendo Holly così ancora piena di speranza nonostante sia stato ovvio che Chase stesse con Maggie come coppia fissa, mi decisi a continuare a crederci anche io che, invece, sembravo avere anche più chance di lei.
Lo dovevo fare soprattutto per la forza di volontà della mia amica.
Qualche minuto dopo la musica intonò YMCA e tutti gli invitati –vecchietti compresi-, si catapultarono a ballare senza sosta e con un gran sorriso sul viso.
Mi stavo ancora dondolando per cercare Jack con lo sguardo, quando una mano mi afferrò il polso e mi ritrovai direttamente in prima fila fra Alicia e Francine –apparsa da chissà dove- che mi guardavano come se attendessero me per iniziare a scatenarsi e, beh, come facevo a non accontentarle?
Con un altrettanto enorme sorriso alzai le braccia ed insieme a tutti cominciai a ballare e ridere senza più alcuna preoccupazione.
 

§§§
 

 

“Ti sembravano parole da dire davanti a tutti i nostri parenti e amici!?”
Lei continuava a gridarmi contro e a portarsi ritmicamente una mano fra i capelli per aggiustarsi quel cavolo di ciuffo biondo che le ricadeva sugli occhi.
“Ci hai fatto passare per dei genitori assenti!” Disse lui, senza scomporsi minimamente.
“E non lo siete?” Borbottai con la mia solita nonchalance.
Vidi nettamente il viso della strega divenire rosso peperone e le orecchie raggiungere addirittura il color prugna, mentre gli occhi si riempivano di venette e la bocca si apriva e richiudeva dalla rabbia.
Il mio vecchio intanto cercava di placare la sua ira mettendo una mano sulla spalla di sua moglie e guardandomi col solito disprezzo e disgusto, come se fossi uno scarto della natura.
“Chissà cos’avrà pensato Jennifer… sicuramente la utilizzerà come nuova scusa per martorizzarmi.”
“Sai pensare solo a questo, mamma? Che tua sorella possa usare le mie parole per vendicarsi e rinfacciarti di essere una pessima madre?” Le chiesi, inarcando un sopracciglio con indifferenza.
“Stai zitto.” M’intimò mio padre.
In realtà cercavo con tutto me stesso di non urlare proprio lì, nel corridoio della villa fra le porte delle stanze, mentre gli ospiti ballavano di fuori ignari della discussione che stava avvenendo in quel momento. In fondo, se avessi voluto urlare, non mi avrebbe sentito nessuno; la musica era troppo alta.
Ma poi ricordai che il vero Jack non si sarebbe mai permesso una simile scenata da checca isterica, quindi optai per il sempre caro silenzio che, di per giunta, faceva imbestialire i miei ancora di più delle parole.
“Dire davanti a tutti che ti ha cresciuto tua cugina perché i tuoi erano troppo impegnati… Ma come ti è saltato in mente, eh!?”
Era tipo la millesima volta che ripeteva la stessa frase con parole differenti.
Mi ero proprio stufato di quei due deficienti che si credevano ancora i miei genitori.
“Te l’ho detto, Janice, ho semplicemente detto la verità.” Spiegai, facendo spallucce e chiamando mia madre per nome, proprio come non sopportava lei.
L’unica cosa a cui era riuscita a pensare non era stata “forse ho davvero trascurato mio figlio” ma, “mia sorella avrà una nuova ragione per deridermi”.
La sorella in questione, era appunto mia zia, la madre di John.
Le due sorelle non si erano mai sopportate e dopo un lungo periodo di silenzio, quando io e John ci “conoscemmo” in primo superiore, le vecchie decisero di riallacciare i rapporti, non perché “è giusto per i nostri figli” ma perché “è meglio non far parlare troppo la gente”.
Che brutto vivere in mondo tanto critico.
“Sei in punizione, Jack. Ti proibisco di usare sia la moto che la macchina fino a quando non ti scuserai con il sottoscritto e tua madre.” Disse mio padre, perforandomi con quegli occhi tanto azzurri, quasi bianchi, per poi trafiggermi ancora più a fondo e rigirare il coltello con la frase: “Sei una vergogna per la nostra famiglia”.
Non resistetti più. I miei occhi si fissarono nei suoi, pieni di rabbia, mentre venivano ricambiati dal suo sguardo indignato e freddo, come se stesse parlando di uno scarafaggio e non con il suo primogenito.
“Ora vai.” Continuò, tenendo stretta mia madre che rimaneva immobile come un cubetto di ghiaccio del cazzo.
Vaffanculo, accidenti! Girai i tacchi e per l’ennesima volta nella mia vita gliel’avevo data vinta. Era sempre così… facevo la cazzata e dopo non avevo il coraggio di portarla a termine. Ero un codardo. Un fottuto codardo che a causa dei suoi problemi si sfogava su chiunque gli passasse davanti agli occhi.
Ero così furioso che non seppi neanche quanti ne avevo scontrati per dirigermi di fuori verso la pista da ballo. Ripresi a respirare solo quando i miei occhi incontrarono la mocciosetta dal vestito verde che si dimenava in pista con Francine ed Alicia a ritmo di musica, mentre rideva spensierata e muoveva il bacino sensualmente senza nemmeno farci caso.
Sì, perché lei era così. Prima provocava, poi faceva la finta tonta.
Non sarei mai riuscito a capirla quella testolina nera piena di ricci. Con quegli occhi grandi e verdi prima mi guardava quasi con.. amore(?), poi con odio.
Ed io, come un pazzo, ritornavo anche in quei casi sui miei passi e cercavo di trovare una risposta con l’arroganza e l’indifferenza.
Ma avevo bisogno di questo, perché lei era l’unica che riusciva a farmi evadere da quello schifosissimo mondo critico nel quale vivevo, continuando a farmi sperare in un sentimento nuovo, migliore…
E mentre ballava ed anche i suoi occhi pieni di luce sorridevano a chiunque, il mio cuore riprese a battere come se in presenza dei miei genitori si fosse momentaneamente spento. Riprese a fare le sue capriole e senza pensarci due volte mi tolsi la giacca ed i miei piedi si mossero da soli.
 

 

§§§
 

 
 

Avevo la fronte imperlata di sudore ma proprio mentre stavo per voltarmi, andai a scontrarmi con il petto di qualcuno.
Alzai lo sguardo ed i miei occhi incrociarono quelli di Jack.
Era… diverso. Era successo qualcosa, poco ma sicuro.
L’azzurro delle sue iridi somigliava al colore del mare in tempesta in quel momento e nonostante ciò continuava a tenermi stretta a sé fino a quando il dj non fece partire una canzone cubana che entrambi conoscevamo alla perfezione dato che ce l’avevano fatta ballare centinaia di volte a scuola.
Non capii il suo intento fino a quando non mosse i primi passi.
Jack stava ballando con me… una bachata.
La pista andava pian piano ad allargarsi e quando mi voltai, notai che tutti gli invitati, compresi gli sposi, si erano messi ai lati della pista per guardare noi.
Il cuore mi salì in gola ma senza pensarci seguii il mio istinto e, di conseguenza, anche il mio piede destro.
La musica continuava e Jack non mi toglieva gli occhi di dosso. Sembrava ipnotizzato ma allo stesso tempo agitato.
Il mio cuore batteva all’impazzata e quando la canzone terminò e credetti che tutto fosse terminato, proprio prima di lanciare un sospiro liberatorio, una mano di Jack si insinuò fra i miei capelli e l’altra dietro la mia schiena, per farmi avvicinare al suo viso e baciarmi proprio lì.
Davanti a tutti.
“Resta con me stanotte, June. Resta con me…”
Fu in quel momento che mi sentii come se fossi realmente io la sposa.
 
 
 
 
 

 

   
 
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