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Autore: Dannata93    25/09/2011    3 recensioni
Fan Fiction che segue la trama del film "Io sono Leggenda" e, in parte, anche dal meraviglioso libro di Richard Matheson, e narra gli avvenimenti che si sono svolti in quegli anni da un altro punto di vista.
Samantha Gray è appena maggiorenne quando scopre di avere un cancro e il suo medico le consiglia di sottoporsi alla nuova cura sperimentale della dottoressa Krippin.
La terapia la trasformerà in un mostro e solo grazie all'aiuto del dottor Thomas Wood il suo corpo riuscirà a sconfiggere il virus, ma non completamente...
Personaggi: Nuovi personaggi.
Spero di avervi incuriosito!
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nuovi Incontri

Samantha si nascose in un vicolo buio, sperando di essere riuscita a seminare loro, ma il rumore dei piedi nudi che correvano sull'asfalto la mise nuovamente in allerta e si guardò freneticamente intorno per cercare un nascondiglio; la sua unica speranza era il grande cassonetto dei rifiuti che aveva di fronte.
Alzò piano il coperchio e storse il naso, disgustata dall'odore nauseabondo che conteneva, ma se non voleva finire divorata avrebbe dovuto accontentarsi. Fece un respiro profondò e si tuffò in quella marea di sporcizia; l'unico lato positivo di tutta questa faccenda era che la puzza avrebbe di sicuro coperto il suo odore.
<< Chi sei? >> nel sentire qualcuno sussurrare alle sue spalle si voltò di scatto, facendo traballare pericolosamente il cassonetto. Imprecò in silenzio, cercando di riprendere la calma.
Davanti a lei, c'era una bambina di circa sei anni, con i capelli ricci, di un biondo talmente chiaro da risaltare persino in quella fitta oscurità. << Sei un mostro? >> domandò spaventata e solo allora Samantha si ricordò che per lei era impossibile vedere al buio; a volte tendeva a considerare i suoi nuovi poteri, se così li si voleva definire, uno cosa del tutto normale.
<< No >> le rispose. << Adesso, però devi stare zitta >> l'avvertì, sentendo i passi farsi sempre più vicini. << Stanno arrivando >>
Vide la piccola annuire senza emettere un suono ed insieme attesero l'arrivo dell'alba.

<< Dove diavolo si sarà cacciata? >> ringhiò Thomas camminando avanti ed indietro come un animale in gabbia.
<< Sbaglio o ieri sera sei stato tu a dire che non c'era da preoccuparsi? >> chiese sarcastico Ian sgranocchiando un biscotto umido.
<< Pensavo che sarebbe tornata prima dell'alba! >>
<< Tecnicamente non è ancora l'alba, ma manca poco >> lo corresse. << Probabilmente vorrà aspettare che loro vadano a dormire, per correre meno rischi >>
<< Forse >> mormorò Thomas affacciandosi cauto alla finestra. << Comunque, se tra un  paio d'ore non sarà ancora tornata, andrò a cercarla >>
<< Non hai la pistola >>
<< Un coltello basta e avanza >>
<< Fa un po' come vuoi >>

Sam camminava a passo svelta per le vie di New York tenendo per mano la bambina, guardando nervosamente ogni singolo palazzo, per assicurarsi che nessun occhio umano e non le stesse seguendo.
<< Dove stiamo andando? >> domandò la bambina faticando a tenere il suo passo. << Io sono stanca >>
<< La nostra casa non è lontana >> rispose sbrigativa svoltando l'angolo.
Qualcuno le venne addosso, facendole quasi perdere l'equilibrio, ma questo non le impedì di estrarre la pistola e puntarla contro lo sconosciuto. << Sta lontano dai noi >> sibilò minacciosa e l'uomo si lasciò andare ad un sospiro sollevato. << Finalmente ti ho trovata >> esclamò alzando finalmente lo sguardo e Sam incontrò due occhio nocciola che ben conosceva. << Tom >> disse rinfoderando l'arma. << Che cavolo ci fai qui? >>
<< Stavo venendo a cercarti >> rispose sbrigativo notando la bambina nascosta dietro le sue gambe. << Lei chi è? >>
<< Payton >> si presentò la piccola senza mollare la maglietta di Sam. << Tu come ti chiami? >>
Il medico sorrise dolcemente. << Mi chiamo Thomas, ma puoi chiamarmi Tom se preferisci >>
<< Potremmo toglierci dalla strada? >> domandò Sam lanciando un occhiata significativa alle finestre del palazzo alle loro spalle e Tom annuì tornando serio ed entrarono dalla porta sul retro, raggiungendo il loro appartamento dalle scale antincendio.
Non appena varcarono la soglia di casa, vennero accolti dai rimproveri di Ian. << Siete dei pazzi! >> affermò furioso. << Tu perché sei stata fuori tutta la notte e tu perché te la sei filata senza avvertirmi! >>
<< Scusa >> dissero quasi in coro, lasciandosi sfuggire un lieve sorriso.
L'uomo si accasciò sul divano passandosi avvilito una mano in volto. << Sembro mia madre >> borbottò e guardò la bambina al loro fianco. << Dove l'avete trovata? >>
<< Ero in un cassonetto dei rifiuti >> rispose la piccola dirigendosi senza troppi complimenti in cucina. << Ho fame! >>
Ian la raggiunse, prendendole un pacchetto di biscotti. << Mi dispiace piccola, ma è tutto quello che abbiamo >> si scusò abbassandosi alla sua altezza. << Io sono Ian >>
<< Payton >>
<< Piacere di conoscerti >>
<< Posso guardare i cartoni? >> disse la piccola, afferrando i biscotti che li venivano offerti e sedendosi sul divano. 
<< Si, ma tienila bassa >> rispose Sam, mentre si allontanava un attimo con gli altri. << Dobbiamo decidere che cosa fare >> iniziò Sam senza troppi giri di parole. << Non possiamo continuare a vagare di palazzo in palazzo >>
Le sue parole furono seguite da un silenzio carico di tensione, sapevano che era la scelta più logica lasciare la città e dirigersi verso zone più sicure, ma avevano paura di mettere in pratica la fuga. << E dove pensi di andare? >> chiese infine Ian.
<< Noi e la nostra Squadra stavamo per essere portati a Bethel >> disse Tom schiarendosi la voce. << Si diceva che lì, il virus non fosse mai arrivato >>
<< Nel Vermont?! >> esclamò l'ex agente guardandolo come se fosse pazzo. << E come cavolo pensi di arrivarci?! Di giorno, le strade sono piene di banditi, mentre la notte appartiene a quegli esseri e per di più ora c'è una bambina con noi! >>
<< Abbassa la voce >> lo ammonì Sam sporgendosi per controllare che Payton non li stesse ascoltando; fortunatamente era troppo presa a guardare i cartoni per starli a sentire. << Lo so, ma cercheremo di trovare un'auto veloce e resistente >> affermò affacciandosi ad una delle tante finestre. << La strada ne è piena! >>
<< E la benzina? >>
<< Ci basterà prenderla dalle altre macchine e dai distributori >> rispose iniziando ad organizzare la giornata. << Io andrò con Tom a cercare una macchina e della benzina sufficiente per il viaggio >> si voltò verso il biondo. << Quanto ci vuole per raggiungere Bethel? >>
<< Dieci, dodici ore al massimo se non c'è traffico >> scherzò Tom per alleggerire la tensione che si era creata. << Quando partiremo? >>
<< Oggi, prima di mezzogiorno >>
<< E io che faccio? >> domandò Ian indicando la bambina. << Devo restare qui a fare da baby sitter? >>
<< No, prendi Payton e cerca del cibo, ma stai nelle zone sicure mi raccomando >> lo avvertì. << Ci ritroviamo qui alle dieci in punto, chiaro? >>
<< Sei tu il capo >> la prese in giro il ragazzo caricandosi lo zaino in spalla.

<< Vuoi che guidi io? >> chiese e Tom notando la sua espressione stanca, erano in viaggio da circa otto ore e il sole stava incominciando a calare, presto sarebbe stato buio e non avevano ancora trovato un posto dove rifugiarsi.
<< No, meglio non perdere tempo >>
<< Giusto >>
<< Guarda quei due >> mormorò l'uomo indicando Ian e Payton dormire profondamente. << Dormono come angioletti >>
Sam annuì appena, tornando a guardare fuori dal finestrino, ammirando il paesaggio desolato del Massachussets.
<< A che pensi? >> le chiese Tom senza staccare gli occhi dalla strada deserta.
<< A come era la mia vita prima dell'epidemia >> rispose sincera. << Sai, certe volte rimpiango persino di essere guarita dal cancro >> ammise dopo un attimo di esitazione.
<< Perché? >>
<< Mi pare ovvio >>
<< La dottoressa Krippin avrebbe messo comunque in commercio la cura >>
<< Però è per colpa mia che non ha interrotto le vendite, perché ha visto che ero guarita >> protestò a bassa voce per non svegliare gli altri. << Le ho dato false speranze >>
<< Sai che avevamo già scoperto i suoi effetti quando sei arrivata da noi >> rispose calmo, poggiandole una mano sulla spalla. << Non è colpa tua, al massimo dovresti incolpare il sottoscritto >>
<< Non dire stupidaggini >>
<< Non l'ho fermata, anche se sapevo che la terapia trasformava le persone in mostri perché volevo i soldi per portare avanti le mie ricerche >>
<< Hai fatto degli errori, come tutti >>
<< Vero, e lo stesso vale per te perciò smettila di pensare al passato >> le disse regalandole un sorriso dolce che ricambiò con piacere, ma quell'attimo di felicità durò pochi istanti e, nel vedere l'espressione di Tom raggelarsi la sua mano corse subito alla pistola. << Che cosa hai visto? >>
<< C'è qualcuno a quell'incrocio >> mormorò e Sam, svegliò senza troppa gentilezza Ian che aprì gli occhi di scatto allarmato. << Che c'è? >> chiese stringendo a sé la piccola.
<< Ci sono due persone sulla strada >> rispose Tom diminuendo la velocità, mentre Ian svegliava la bambina. << Siamo arrivati? >> disse assonnata stropicciandosi i grandi occhi verdi, ma capì subito dalle loro facce che c'era qualcosa che non andava. << C-ci sono i mostri? >> balbettò impaurita rifugiandosi tra le braccia di Ian che cercò di tranquillizzarla. << No, è ancora giorno >> Non era del tutto vero. Restavano solo pochi raggi ad illuminare il cielo e, poi tutto sarebbe stato avvolto dall'oscurità.
<< Mi sembra che uno stia sorreggendo l'altro >> osservò Sam, facendo cenno a Tom di accostare. << Non penso che siano loro >>
Il ragazzo che sembrava il meno malconcio mise a terra il compagno e si avviò a passi decisi verso la loro auto. << Ian prendi il posto di Tom, noi due andiamo a controllarli >> disse Sam scendendo velocemente dalla macchina. << Tieniti pronto a partire e a chiudere le porte >>
<< State attenti >> gli raccomandò mettendosi al posto di guida.
Tom e Sam si avvicinarono cauti e il ragazzo con dei lunghi capelli neri si fermò, sorridendo sollevato. << Non so come ringraziarvi per esservi fermati >> esclamò porgendogli la mano, ma nel vedere che non sembravano intenzionati a ricambiare la stretta se la mise in tasca, leggermente imbarazzato. << Io e il mio amico stiamo in quella  casa laggiù e sentendo il rumore della vostra auto siamo usciti per dare un'occhiata >>
<< Non sembra stare molto bene >> osservò Sam guardando il secondo ragazzo seduto a terra con il viso pallido e smagrito.
<< Non è infetto se è questo che intendete >> li tranquillizzò. << Siamo entrambi immuni al virus. lo siete anche voi? >> questa volta fu il suo turno di essere sospettoso e si allontanò di qualche passo, ricordandosi improvvisamente che di quei tempi, era meglio non abbassare la guardia con nessuno.
<< Si >> mentì senza problemi Tom. In realtà solo lui e Ian lo erano, anche se molto probabilmente anche Payton doveva esserne immune, altrimenti sarebbe già morta; la situazione di Sam era molto diversa, ma questo al ragazzo non doveva interessare.
<< Allora che cos'ha? >> chiese Tom, mentre la sua parte medica prendeva il sopravvento.
<< Credo che dipenda dal fatto che non abbiamo mangiato molto negli ultimi tempi >> in effetti entrambi erano pelle e ossa.
<< Gli darò un occhiata >> ma prima che potesse avvicinarsi, si sentì afferrare la manica da Sam. << Che c'è? >>
<< Non lo fare >> mormorò senza lasciarlo andare.
<< Hai sentito che ha detto? Sono immuni >>
Scosse la testa indicandogli la gamba destra del ragazzo. << E' stato morso >>
<< Si >> affermò il ragazzo scaldandosi all'istante. << Ma se è immune al virus non può essere stato contagiato! >>
<< Avete fatto il test? >>
<< Io si e anche lui mi ha detto di averlo fatto >>
<< Ti ha mentito >> disse semplicemente Sam estraendo la pistola. << Mi dispiace >>
<< NON OSARE SPARARGLI! >> urlò il giovane frapponendosi tra lei e l'infetto. << LUI E' IL MIO MIGLIORE AMICO >>
<< Tra pochi minuti non lo sarà più >>
<< Ti sbag... >> non fece in tempo a terminare la frase, perché proprio in quel momento l'altro ragazzo si fiondò su di lui, azzannandolo alla gamba e facendolo urlare di dolore.
Sam non poteva sparare, senza rischiare di colpire il moro, così Tom cercò di dividerli, colpendo l'infetto in testa con dei calci. La creatura mollò la presa e il giovane cadde a terra strisciando lontano da lui. << Che cazzo fai, Brad?! >> gridò fuori di testa dalla paura.
<< Vai in macchina! >> gli ordinò Sam cercando di prendere la mira sul mostro che adesso si era avventato su Tom. Fece fuoco nell'istante in cui Brad affondò i suoi denti nel collo di Tom ed entrambi caddero in terra in una pozza di sangue.
<< TOM! >> corse verso di lui, pregando di non averlo colpito e con sollievo lo vide togliesi di dosso il cadavere, massaggiandosi la ferita dalla quale usciva un rivolo di sangue. << Grazie >> disse alzandosi in piedi. << Per tutto >>
<< Di niente >>
<< Sono un idiota >>
<< Non lo sei >> disse Sam fasciandogli il collo con un pezzo della sua maglia. << Ti fidi solo troppo delle persone >>
<< Il dottore lo fa, mentre l'uomo mi diceva di fare dietrofront e scappare più veloce del vento >>
Tornarono in fretta alla macchina e videro Ian guardare con sospetto il ragazzo, impedendogli di entrare nell'auto. << Secondo te diceva la verità prima? >> domandò Sam con la mano sulla pistola. << Il suo amico non mi sembrava molto immune al virus >>
<< Credo che non stesse mentendo >> affermò Tom osservando il ragazzo appoggiato alla macchina, tremante di paura. << Anche perché dovrebbe già mostrare i primi sintomi di contagio, visto che è stato per tutto questo tempo a contatto con un infetto >>
<< Lo portiamo con noi? >>
<< Si, ma per il momento è meglio evitare di farlo stare a bordo >> disse con un ghigno, indicando un piccolo carrello per auto parcheggiato davanti ad una villetta. << Sposteremo le provviste e la benzina lì dentro e metteremo il ragazzo nel bagagliaio fino a quando non saremo sicuri che diceva il vero >>

<< Perché avete messo quel ragazzo nel baule? >> domandò Payton guardando un dito che usciva da uno dei buchi che Sam aveva fatto per l'aria.
<< Non ci stava >> mentì la donna. << Adesso cerca di dormire >> le disse mettendole una coperta intorno alle spalle per proteggerla dal freddo pungente; per risparmiare carburante avevano deciso di non accendere il riscaldamento. << Ti prometto che quando ti sveglierai saremo già arrivati >>
<< Ok >>
Payton impiegò pochi minuti per addormentarsi nuovamente come un sasso. << Quanto manca? >> chiese Sam scrutando nervosa le piccole villette avvolte nell'oscurità >>
<< Trenta, massimo quaranta minuti >> rispose Ian aumentando leggermente la velocità. << Pensare che prima adoravo stare in giro di notte, invece adesso ho una paura fottuta >>
<< Non sei il solo >> disse Tom frugando nel borsone che aveva davanti. << Devo farti l'iniezione >>
<< Sto bene >> mormorò Sam; iniziava a sentire il mostro che era in lei tornare a galla, ma non era niente di incontrollabile.
<< Sei sicura? >>
Alzò gli occhi al cielo seccata. << Ti ho detto di si >>
<< Va bene >> disse rimettendo la siringa nel borsone. << Adesso scusatemi, ma ho proprio bisogno di dormire >>
Dopo circa cinque minuti era già nel mondo dei sogni. << Ma come diavolo fa?! >> chiese stupito Ian. << Potremmo venire attaccati in qualunque momento e lui, si addormenta come se niente fosse >>
<< Era stanco >> lo difese Sam accoccolandosi sul sedile come meglio poteva. << E lo sono anch'io. Ti dispiace se mi faccio una dormita? >>
<< Fa pure, tanto siamo solo in pericolo di vita >> mormorò contrariato guardando nervosamente nello specchietto retrovisore per assicurarsi che nessuno gli stesse seguendo.
<< Smettila di preoccuparti, l'alba sorgerà a momenti >>
<< Inizio ad assomigliare veramente troppo a mia madre >> borbottò e Sam le sorrise stanca, prima di chiudere gli occhi per cadere in un sonno tormentato da ricordi ed incubi.

<< Sam >> la voce di Tom la riscosse dal sonno e, nel vedere la sua espressione guardinga si mise subito in allerta. << Che cosa c'è? >> domandò allarmata.
<< E da alcuni minuti che quel ragazzo picchia come un matto, rischiando di farci uscire fuori strada >> rispose indicando il baule. Nei punti dove il giovane tirava dei colpi, il metallo si piegava leggermente per poi riprendere la sua normale forma.
<< Credi che sia infetto? >>
<< Non lo so, Ian sta andando a controllare >>
<< Vado con lui >>
<< Non serve, è giorno, se aprirà il baule quel povero ragazzo si ustionerà all'istante >>
Osservarono in silenzio Ian avvicinarsi al bagagliaio ed aprirlo cautamente. Il cuore di Sam sprofondò quando lo vide scattare all'indietro con la pistola sollevata, ma l'abbassò subito, scoppiando a ridere come un matto, lasciandoli basiti.
<< Che cazzo ha da ridere?! >> esclamò Tom scendendo dalla macchina. Si bloccò quasi suibito, fissando stupito il ragazzo che Samantha non riusciva a vedere per colpa del coperchio aperto del baule.
<< Tom? >> domandò e proprio in quel momento Payton si svegliò puntando incuriosita i suoi occhi su di lei. << Che succede? >>
<< Aspetta qui >>
Scese circospetta dalla macchina, al fianco di Tom e subito capì che cosa aveva fatto ridere il loro compagno.
Il ragazzo dai capelli neri aveva una grossa macchia sul cavallo dei pantaloni  e stava urlando contro Ian che era piegato in due dalle risate. << Se tu mi avessi lasciato uscire questo non sarebbe successo! >> ringhiò il giovane togliendosi i pantaloni e Sam si nascose imbarazzata dietro a Tom nascondendo il viso nelle sue spalle. Non portava le mutande!
Le risate di Ian aumentarono di colpo, coperte dalle maledizioni che il ragazzo gli lanciava e dai rimproveri di Tom. << Smettila di fare il cretino, Ian e prestagli un paio dei tuoi pantaloni e tu copriti dannazione! >>
Solo allora il ragazzo si accorse della donna ed obbedì all'istante. << Scusa >>
<< D-di niente >> balbettò Sam mentre sentiva le sue guance prendere fuoco. << V-vado da Payton >>
Questa volta permisero al ragazzo di salire in macchina e lui si sedette sollevato sul sedile anteriore, rubando il posto a Tom. << Io mi chiamo Ben Cooper >> si presentò ignorando i borbottii seccati di Tom, mentre prendeva posto dietro, al fianco della bambina. << Sono un esperto di informatica >>
<< Un hacker? >> domandò acido Tom, beccandosi una gomitata da parte di Sam. << Gli ho solo fatto una domanda >>
<< Hai indovinato, fratello >> rispose senza il minimo imbarazzo. << Ed uno dei migliori >>
<< Beh, fratello >> esclamò Tom sottolineando con forza l'ultima parola. << Di questi tempi non conta quanto sei bravo con il computer, ma quanto lo sei con la pistola >>
Il volto del ragazzo si incupì. << Lo so >> mormorò guardando i primi raggi di sole fare il loro ingresso da dietro le montagne.
Ian gli arruffò amichevolmente i capelli. << Non starlo a sentire >> disse con un sorriso. << Io mi chiamo Ian Prince e, quel brontolone lì dietro è Thomas Wood >>
<< Molto piacere >>
Tom grugnì, chiudendo ostinatamente gli occhi.
<< Fa sempre così? >> domandò Ben alla ragazza che scosse il capo con un sorriso. << Solo con quelli che gli stanno simpatici >>
<< Allora sono fortunato >>
Sam si sporse per stringergli la mano. << Samantha Gray, piacere e lei è la piccola Payton >>
<< Ciao >> mormorò imbarazzata la bambina tendendogli la sua piccola manina.
<< Ciao >> rispose Ben con un sorriso a trentadue denti. << E' la figlia di uno di voi? >> chiese spostando lo sguardo su Tom, che era il più vecchio del gruppo.
<< No, l'ho trovata in un cassonetto >>
<< Ah >>
<< Parlaci di te >> esclamò Sam incuriosita. << Sei rimasto solo, o hai ancora qualche famigliare sparso per il mondo? >>
<< Beh, veramente non ho più notizie dei miei genitori da quasi sette anni >> ammise mutando subito espressione. << Non so se sono ancora vivi, ma probabilmente non lo sono >>
<< Dove vivevano? >>
<< A San Francisco >>
Ian fischiò piano. << Ci sono stato una volta, davvero una splendida città >>
<< Si >>
<< Perché te ne sei andato? >>
<< Ecco... >> le sue parole vennero interrotte da uno sparo e Ian sterzò bruscamente, facendoli finire fuori strada.
Sam riuscì a bloccare la piccola prima che venisse sbalzata in avanti, ma non poté fare niente per evitare che Tom sbattesse violentemente la faccia contro il finestrino. << Chi è stato a sparare? >>domandò massaggiandosi il naso sanguinante, mentre Ben si voltava per assicurarsi che stessero tutti bene.
Sam guardò il parabrezza, una pallottola aveva provocato un foro nel vetro, ma fortunatamente sembravano tutti illesi. << Hai visto chi è stato a spararci, Ian? >>
<< No >> ansimò il ragazzo e subito Tom capì che c'era qualcosa che non andava. << Hanno colpito Ian >> esclamò uscendo dall'auto per andare a soccorrere il compagno.
<< Cazzo >> imprecò Ben notando solo allora la spalla insanguinata dell'ex agente.
In un istante le portiere si aprirono e delle braccia sconosciute afferrarono Sam trascinandola fuori dall'auto e lo stesso fecero con Ben, Payton e Ian che gemette di dolore quando venne scaraventato a terra al fianco di Tom.
<< Stamattina abbiamo fatto pesca grossa, amici miei >> esclamò una voce, sollevando con forza il viso di Sam e la ragazza si ritrovò a pochi centimetri dal volto di un uomo con la folta barba e la pelle scottata dal sole.
<< Ciao, bellezza >>
Per tutta risposta, Sam gli sputò in un occhio, ma allo straniero non parve importare. << Jack, prendi degli uomini con te e porta i nostri ospiti alla base, mentre io mi occupo di questo bel giocattolino >> ordinò lasciandola per ammirare il fuoristrada.
Vennero trascinati all'interno di un edificio che doveva essere stata una scuola e sbattuti in un piccolo ufficio. Quando se ne furono andati, Tom si fiondò al fianco di Ian, premendogli le mani sulla ferita alla spalla per bloccare la fuoriuscita di sangue. << Come sta? >> chiese Sam osservando il volto pallido del ragazzo.
<< Non bene >> rispose Tom. << Aiutami a togliergli la maglietta >>
Gli tolsero la maglietta sporca di sangue cercando di muoverlo il meno possibile e lo videro stringere i denti nel tentativo di non lasciarsi sfuggire nemmeno un grido. L'odore del sangue colpì Sam come un pugno nello stomaco; il virus stava iniziando ad avere la meglio sul vaccino.
Cercò di ignorare quel disgustoso desiderio di affondare i suoi denti nella tenera carne del compagno e si concentrò sul volto sudato di Ian.
<< Riesco a vedere il proiettile >> mormorò Tom, guardandosi freneticamente intorno. << Avete un coltello? >>
<< Cosa vuoi fare? >> chiese Ben, cercando di tranquillizzare Payton, mentre Sam estraeva l'arma dai suoi pantaloni; fortunatamente quando l'avevano perquisita, quegli uomini non l'avevano trovato.
<< Devo rimuovere il proiettile, altrimenti continuerà a sanguinare >>
<< Sei sicuro di quello che fai? >> 
<< No, avete anche un accendino? >>
<< N-nella mia tasca >> boccheggiò Ian indicando i suoi pantaloni e Samantha lo prese alla svelta, controllando che funzionasse. << Perché hai un accendino? >> domandò per distrarre il ragazzo da quello che Tom stava per fargli.
<< Sono molto utili quando ti sparano >> scherzò osservando con la coda dell'occhio il biondo scaldare la piccola lama del coltello. << Questo farà male >>
<< Non preoccuparti, sarà veloce >> lo rassicurò Sam accarezzandogli la guancia.
<< Non avete della morfina da qualche parte, vero? >> sussurrò e prima che Tom potesse iniziare gli bloccò la mano, posando i suoi occhi verdi sulla ragazza. << Tappami la bocca, non voglio che Payton si spaventi ancora di più >>
Sam annuì, chiamando al suo fianco Ben. << Non farlo urlare >> gli ordinò mentre bloccava saldamente il corpo dell'ex agente con il proprio per impedirgli di muoversi.
<< Non preoccuparti Payton >> disse rivolgendosi alla bambina. << Tra poco sarà tutto finito, ma promettimi di non guardare >>
La bambina lanciò un ultimo sguardo preoccupato ad Ian, prima di nascondersi sotto la scrivania e voltarsi dall'altra parte, coprendosi le orecchie.
Anche Sam distolse lo sguardo dal ragazzo e si concentrò sul volto pallido e spaventato di Ben. Dovette usare tutta la sua forza per bloccarlo a terra, ma alla fine il suo corpo si rilassò e Thomas mostrò loro trionfante il proiettile. << Ci sono riuscito! >> esclamò posandolo a terra, prima di tornare a concentrarsi nuovamente su Ian che sembrava sul punto di perdere i sensi.
<< Questo significa che non morirà? >> chiese Ben lasciandosi cadere al fianco dell'uomo con un sospirò.
<< Bisognerà tenere controllata la ferita affinché non faccia infezione, ma a parte questo dovrebbe farcela >> rispose con la sua solita sincerità, finendo di fasciare la spalla di Ian.
Sam sorrise sollevata e raggiunse Payton sotto la scrivania. << Adesso se vuoi puoi andare da Ian >> le disse e la piccola si fiondò subito da lui, sorridendogli felice. << Ti fa tanto male? >> gli domandò indicando incuriosita la fasciatura e Ian scosse la testa con presunzione. << Nah, è solo un graffio >
<< Non dire bugie! >> lo rimproverò la piccola con un cipiglio severo che fece scoppiare a ridere i tre uomini. Sam non si unì alle risate, era troppo concentrata ad osservare la sua pelle arrossarsi leggermente dove la luce del sole la colpiva.
Aveva bisogno del vaccino, e in fretta anche.
   
 
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