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Autore: Nihal06    25/09/2011    2 recensioni
e se.....e se prima che fosse arrivata Mikan,Natsume avesse conosciuto un'altra ragazza e si fosse interessato a lei....come amico o forse anche di più supponiamo che si fosse innamorato di lei,come si stravolgerebbe la storia....la storia è ambientata pressochè un'anno e mezzo prima dell'arrivo della protagonista dell'anime/manga Mikan....questa ragazza di nome noemi da un potere oscuro e potente tanto da finire nelle abilità pericolose,con un passato misterioso ed un futuro incerto dentro l'accademia...... una storia piccante,misteriosa,romantica,sexy,divertente ed entusiasmante...-leggete e recensite mi raccomando,è la mia prima ff siate buoni-
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Fino ad arrivare in camera mia.  Come previsto la camera era occupata da natsume che sembrava  sfinito sul mio letto,era in pigiama e giaceva disteso in modo innaturale sembrava avere il fiato corto, come se avesse appena finito di fare una qualsiasi lotta o una corsa molto lunga. Mi avvicinai di più al letto e notai che  i vestiti erano ridotti a brandelli   e bruciacchiati in alcune parti “na…natsume che ti è successo” nessuna risposta,mi sedetti vicino a lui nel letto per vedere meglio,cosa gli era successo?, cosa aveva combinato questa volta?, i capelli erano attaccati alla fronte dal sudore e alcune parti avevano del sangue secco attaccato, ne scostai una parte e vidi un enorme taglio che gli si disegnava sulla fronte e andava sulla testa ed aveva anche  un profondo taglio vicino al labbro ,mi misi una mano sulla bocca, avevo la testa che mi stava scoppiando “natsume ti prego rispondimi” lo scossi leggermente, mentre le lacrime mi riempivano le guance e bagnavano anche il suo di viso, aprì appena gli occhi e poi li richiuse, mi venne da piangere ancora di più, chiamai l’ospedale e lo feci portare via per curarlo. Dovevo salvarlo se fosse morto non me lo sarei mai perdonata, non mi interessava se l’avessero trovato in camera mia e avessero pensato chissà che cosa, l’importante adesso era curarlo.

 
 
 

Dalla parte di natsume:
quando mi svegliai una luce biancastra mi accecò, ero immerso nel bianco forse ero morto, poteva benissimo essere così. Non mi sarebbe dispiaciuto così tanto dopo quello che mi aveva fatto persona quando mi aveva trovato con lei, ricordavo che l’avevo difesa quanto potevo speravo con tutto il mio cuore che lui non l’avesse toccata  nemmeno con un dito, mi ero allontanato da lei apposta per attirarlo su di me, era giusto farlo, era sempre giusto difenderla in qualsiasi momento ,perché io l’amavo, ero scappato nel bosco per non coinvolgerla, però avevo il terrore che quando se n’era andato via da me , lui  ,lasciandomi mezzo morto a terra  nella foresta , fosse andato da lei , così con le ultime forze ero andato in camera sua   per controllare se stava bene, mi ero accasciato sfinito sul suo letto, lei non c’era , avevo pensato  al peggio e mi ero lasciato  andare chiudendo gli occhi, non ero riuscito a difenderla,non me lo sarei mai perdonato,era tutta colpa mia, ma poi poco dopo risentii la sua voce che chiamava il mio nome, il mio corpo che veniva scosso da fragili e minute mani, calde lacrime bagnarmi il viso, forse erano le sue o forse erano le mie non lo sapevo, poi con l’ultimo sforzo aprii gli occhi e la vidi, forse per l’ultima volta, io l’avevo sempre detto che era bellissima anche quando piangeva, non mi sbagliavo, lei era sempre bella in qualsiasi momento, in qualsiasi espressione in cui il suo viso mutava, ed era la mia ragazza, non vi era dono migliore dalla vita.   Adesso che ci penso forse l’unico mio rimpianto era non avere fatto pace con ruka, si era solo quello , mi ritrovavo a pensare che sarebbe meglio che lei fosse stata con lui ,non sarebbe mai stata coinvolta in simili cose e sperai con tutto me stesso che lui se ne prendesse cura se io fossi morto.  Mi sveglia e piano- piano sbattei le palpebre  che sembravano essere diventate  più pesanti, con immensa fatica  aprii gli occhi  e mi accorsi che ero in una stanza tutta bianca, la riconobbi  era una stanza dell’ospedale, ci passavo così tanto tempo lì dentro che ormai era la mia seconda casa. Avevo la mano stretta a qualcuno,  voltai lo sguardo e vidi  namika che si era addormentata vicino a me, era seduta su una sedia con la testa appoggiata al mio letto e la mano stretta alla mia, il mio cuore fece una capriola, sembrava stare bene, c’è l’avevo fatta l’avevo protetta,non potevo desiderare di più, voltai la testa e vidi ruka che dormiva su una sedia poco lontano dal mio letto, potevo chiedergli scusa. Mi sollevai piano facendo attenzione a non svegliare nessuno dei due, avevo un disperato bisogno di andare al bagno, e non credevo di poter trattenere ancora. Ero sfinito e mi alzai con fatica,mi guardai allo specchio prima di uscire dal bagno, il taglio che ero sicuro di avere in viso era solo una piccolissima cicatrice, ma allora quanto tempo era passato, quanto aveva dormito. quando uscii dal bagno con mia sorpresa tutti e due ancora dormivano, e  mi rimisi a letto. Quando fui di nuovo  a letto mi voltai verso di lei, mi piaceva da morire guardarla, la sua mano  dischiusa era ancora stesa verso di me, mi  misi a sedere e rimisi la mia mano sopra la sua,  gliela strinsi era calda e minuta, le sue dita sottili si intrecciarono alle mie, e piano la vidi svegliarsi, quando aprì gli occhi e mi vide, fu un attimo si lanciò ad abbracciarmi, come aveva fatto l’altra volta in ospedale, “natsume, natsume ti sei svegliato” mi stringeva con tutta la sua forza , che non era poi  tanta   mi doleva una spalla  comunque a quel contatto,  volevo godermi questo abbracciò, così la strinsi di più a me. Quando si staccò da me sentii le forze venirmi a meno e  mi aggrappai a lei perché mi sorreggesse, ero ancora troppo debole. Ma ero sollevato di rivedere entrambi. “ruka,ruka , guarda si è  svegliato” la sua voce risuonò nelle mie orecchie mentre ero ancora attaccato a lei, mi strinse di più e affondò la testa nella mia spalla, “si è svegliato” sossurrò appena, il suo sossurro era rotto dai singhiozzi. Stava piangendo per me, sperai fossero lacrime di felicità. Mi ridistesi piano e vidi ruka avvicinarsi, con gli occhi rossi dalle lacrime. “quanto ho dormito?”, ruka sospirò , “poco viste le tue condizioni”, “ 5 giorni” precisò lei. Dovevo chiedere scusa a ruka ma non ne trovavo il coraggio, “vi lascio soli ragazzi io vado a mangiare qualcosa, torno fra poco” fu lei a dirlo come se mi avesse letto nel pensiero, si avvicinò e mi diede un bacio leggero sulla guancia e la cosa che mi infastidii fu che lo diede anche a ruka, “ciao a dopo” fece per andarsene, non capivo perché ci trattava ugualmente, io ero il suo ragazzo non ruka, meritavo di più “tutto qui” dissi ero stato malato per 5 giorni e solo un misero bacio sulla guancia, che scarsa,lei mi sorrise “dai ci vediamo dopo torno subito” la lasciai andare ma mi chiesi il perché non volesse darmi un bacio vero, che si vergognasse, no non credo, che fosse successo qualcosa con ruka durante i 5 giorni, no non poteva essere scacciai subito quel pensiero, il mio migliore amico non poteva farmi questo. Quando richiuse la porta , mi voltai verso ruka, “raccontami cos’è successo natsume”, sospirai “ dovrei chiedertelo io visto che mi sono ritrovato qui”, lui sorrise appena “ti ha trovato lei, ha chiamato l’ospedale  e l’anno trovata abbracciata al tuo corpo che piangeva, poi ha chiamato me, e sono 5  giorni che aspettiamo che ti svegli, fino ad’adesso”  sospirai appesantito da quella dichiarazione, chissà come si era sentita vedendomi ridotto in quel modo  “adesso tocca te natsume” io sorrisi appena “vuoi proprio saperlo” ruka mi guardò negli occhi e sorrise anche lui, si era tornato decisamente il mio migliore amico. Non potevo credere di aver litigato con lui, era la prima volta che litigavamo per una ragazza, lei era inesorabilmente al centro dei nostri pensieri. “credo di avere il diritto di sapere”, risparmiai  dettagli “persona mi ha trovato con lei, è tipo impazzito e io mi sono allontanato da lei per difenderla poi quando lui mi ha lasciato mezzo morto con le ultime forze sono andato a vedere se stava bene, ma non l’ho trovata così mi sono abbandonato e poi ho rivisto appena il suo viso, e adesso mi trovo qui”lui deglutii “ci tieni davvero a lei?” mi disse alzando appena lo sguardo. “se non ci tenessi non avrei fatto tutto questo”lui mi guardò sembrava in preda ad una crisi isterica, le lacrime agli occhi, si alzò paonazzo “no natsume non è vero tu difendi sempre tutti, non pensi mai a te stesso” cosa stava insinuando “cosa pensi che avrei dovuto fare, lasciarla a quel verme di serio, per farla fare a pezzi, finchè ho forze in corpo la difenderò” lui abbassò la testa “non potrai difenderla per sempre” mormorò, appena un suono impercettibile ma lo udii comunque, si quello era vero il mio alice sarebbe finito così come la mia vita. Scossi la testa e mi ridistesi a letto “quando ci mette a tornare” mormorai più a me stesso che a lui, stare da solo con ruka era diventata una cosa insostenibile e lei avrebbe sicuramente alleggerito la tensione in qualche modo e poi mi mancava era inutile negarlo. “credo manchi poco conoscendola” conoscendolaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Quanto tempo avevano passato insieme quei due, per conoscersi come diceva lui, emisi un suono che sembrava un ruggito dalle labbra, la cosa non mi andava a genio per niente. –toc,toc-“avanti” disse ruka impercettibile. Se lo diceva così non lo avrebbe sentito nessuno, “avanti  ma ,sono nudo”dissi più forte anche se era una bugia ma serviva per allontanare presenze indiscrete a volte, ruka rise “allora brutto scemo rivestiti perché ho il cibo e senza di quello tu non mangi caro mio” era namika, noi due ci guardammo e scoppiammo a ridere, me la immaginavo che imprecava arrabbiata contro tutti i santi e ci malediceva entrambi. “entra dai”dissi tra le risate “no se sei nudo mi risparmio lo spettacolo”, io sospirai e guardai sconsolato ruka, non aveva capito lo scherzo a quanto sembrava. “non sono più nudo dai su vieni” entrò coprendosi gli occhi con una mano e nell’altra teneva pericolosamente in bilico un vassoio con del cibo sopra,il mio stomaco brontolò rumorosamente e lei con timore tolse la mano, sospirando sollevata vedendomi  vestito. Io guardai in tralice ruka che mi sorrise divertito, appoggiò cautamente il vassoio sul tavolino di fianco al letto e si sedette sul letto, guardandomi mangiare. “che c’è” lei sorrise ed abbassò il viso,chissà se sapeva  quanto era carina in quel momento “no niente” disse piano arrossendo, “ma che ci facevi nudo in stanza con ruka” mi guardò seria, e poi fulminò sia me che ruka, oddio, no non stava scherzando l’aveva davvero creduto, guardai ruka e scoppiammo a ridere , con lei che aveva  una tale faccia allibita “ma che avete da ridere, siete due scemi” ci volle poco vedendoci ridere , fu trascinata anche lei e finimmo col ridere tutti e tre. Avevamo appena finito di ridere, ruka si stava asciugando le lacrime, io respiravo a fatica e anche lei non sembrava stare in uno stato migliore. “ancora non mi hai risposto” adesso ero io quello sconvolto, “non ero nudo stupida” lei sembrò confusa e io mi scambiai uno sguardo d’intesa con ruka, a volte non ci arrivava proprio “e allora perché l’hai detto”io sospirai, sembrava indignata e teneva le braccia incrociate sotto il petto “era per mandare via curiosi namika” dissi stanco prima di stendermi di nuovo a letto. Lei borbottò qualcosa verso ruka, qualcosa che c’entrava con le oche che mi girano sempre intorno, era gelosa. “io vi lascio un po’ soli” ruka se n’era andato e namika aveva sospirato sconsolata per qual cosa che non mi era neancora chiaro. “dovrai spiegarmi cosa ti è successo prima o poi non credi” mi girai, aveva il capo chino.”mi è venuto a prendere persona” lei alzò il viso di scatto “perché non mi hai svegliato, potevo aiutarti” io sospirai, perché non capiva che lei non doveva rischiare per me. “ti ho già messo in pericolo una volta non ripeterò questo sbaglio”, “sei uno stupido, e credi che perderti sia meno doloroso , sei proprio uno stupido natsume “io non risposi lei si alzò e se ne andò ero sicuro stesse piangendo.

  
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