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Autore: SwallBeth    06/10/2011    1 recensioni
In questa fanfiction non ci sarà un Harry Potter pronto a salvarci dal male e dal Signore Oscuro. Non ci saranno i suoi fedeli amici Ron e Hermione ad aiutarlo. Questa è la volta della gente normale, della gente comune. Siete sicuri di essere solo babbani? Sicuri che non sia tutto vero? Dopotutto, ricordatevi che c'è un po' di magia dentro ognuno di noi e questa volta non sarà solo un semplice sogno.
Bacchette alle mani, streghe e maghi!
Genere: Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Alla buon'ora!



-Be’, da quanto ho capito la Mason non è riuscita a convincere il preside.- Io e Marc ci incamminiamo l’uno accanto all’altra nel viale subito dopo la scuola.
Sospiro. -Già. L’unica soluzione, secondo la professoressa, è quella di scioperare. Sinceramente, in tre anni non ho mai organizzato di mia iniziativa una cosa del genere.-
Anche perché non ho mai avuto motivo di aderire, se non per fare compagnia a Sam.
-Non saresti comunque sola.- Continua Marc. -Da dieci cervelli dovrà pur uscirne qualcosa! E con una mente come la mia, metà del lavoro è come se fosse già fatto.- Afferma sorridendo e continuando a guardare la strada davanti a sé.
Poco modesto il ragazzo!  -Perfetto!-  Dico. - Allora ci penserai tu a creare i cartelli, scrivere i discorsi, magari elaborare una scaletta con i motivi che hanno spinto un gruppo di ragazzi a..-
-No okay okay, fermati.- Dice, ridacchiando e scuotendo le mani. -Potrei fare qualsiasi, e sottolineo qualsiasi, cosa che verrà proposta. Non ho parlato di averne voglia però!-
Roteo gli occhi, per poi ridere insieme a lui. Rimaniamo qualche minuto in silenzio, ognuno con i propri pensieri.
-Siamo di poche parole stamattina, di solito non fai altro che parlare.-
-Mi stai forse dando della logorroica, Marc?-
-Nooo, non potrei mai!- Risponde con un tono sarcastico.
-Stavo semplicemente pensando.- Dico, alzando il mento.
-E a cosa?-
Eh, a cosa. Al fatto che tutt’a un tratto la mia vita si è capovolta come non mai e mi ritrovo in una situazione più grande di me, con persone che conosco appena.
E’ piuttosto triste come cosa, ad essere sincera.
-A un po’ di tutto. Allo sciopero, a come stessi per dire ogni cosa alla Mason, al ragazzo che è stato risucchiato dal libro.. per non parlare della paura che ho se non dovessimo riuscire ad andare in Italia prima di Natale, il terrore di incontrare un Mangiamorte magari adesso, girando l’angolo..-
-Okay, fermati.- Mi dice Marc, bloccandomi all’improvviso. -Una persona non può provare tutte queste emozioni tutte in una volta. O mi sbaglio?- Chiede perplesso, gli occhi verdi spalancati.
-Solo perché tu hai la sfera emotiva di un bradipo!- Sbotto, scegliendo non a caso questa frase.
-Ehi, qua ci sono i diritti d’autore!- Afferma, con tono fintamente indignato.
-Certo, la prossima volta che vedo Hermione le chiedo scusa per averle rubato la frase!-
-Non scherzarci troppo, potrebbe succedere davvero.-
Non ha mica tutti i torti.
-Sempre meglio lei che qualcun altro! Magari di potenzialmente pericoloso, come un Gigante!- Dico, aprendo le braccia all’improvviso e colpendo Marc in pieno petto.
-Qua quella potenzialmente pericolosa sei tu!- Dice, massaggiandosi appena il punto dove l’avevo colpito. -E per una piccoletta come te, comunque, anche un Folletto della Cornovaglia saprebbe darti del filo da torcere.-
Mi fermo di colpo, ritrovandomi davanti a lui. -Ah bene, oltre che logorroica sono anche bassa adesso? Siamo d’insulti gratuiti questa mattina!-  
-Ma guardati!- Dice, drizzando il più possibile la schiena. -Tra me e te ci passano come minimo cinquanta centimetri!-
Roteo gli occhi. -Esagerato! Sei tu quello alto! E poi, guarda.- Poggio le mie mani sulle spalle, per poi mettermi sulle punte. -Adesso sono almeno venti centimetri più alta.-
Marc mi fissa, il sorriso che a poco a poco si spegne. Poggia le mani sui miei fianchi, continuando a guardarmi. Lo vedo avvicinarsi sempre di più.
-Sì.-  Dice. -Dell’altezza giusta.-
Sento i suoi capelli biondi sfiorare la mia fronte, le sue labbra sulle mie.
 
‘Sì diamine, finalmente!’
 
 

Nel frattempo..


-Vai, sono tutta orecchi.- Non ha scampo questa volta, anche perché se prova a scappare o a cambiare discorso si ritroverebbe la borsa dritta in faccia.
-Non c’è molto da dire.- Risponde annoiato.
-Ancora meglio.- Continuo. -Farai più in fretta.- Crede di farmi fessa?
-Bene, perfetto.- Sospira. -Marc e io siamo fratellastri.-
Lo guardo irritata. -Sai, fin qui c’ero arrivata. Parti dall’inizio!-
-Okay, okay.- Dice, grattandosi la testa. -Suo padre, Tom White, è anche mio padre. Ha avuto una storia con mia madre, Marya, che è rimasta incinta di me. Ci tengo a precisare che- Si blocca, guardandomi serio. -Mio padre stava ancora con Judit, la madre di Marc. Era un momento un po’ così e niente, è successo.- Scrolla le spalle.
-Comunque- Dice continuando. -Judit era una grande donna, dolce, materna. E soprattutto una persona che nonostante tutto ha avuto la forza di crescere un figlio non suo. Sì perché mia madre non era molto.. contenta del mio arrivo. Aveva la sua attività, la sua vita, e un figlio imprevisto non era il massimo. Così, dopo la nascita, mi ha spedito da mio padre che ha dovuto confessare tutto alla moglie. Per il bene mio, e di Marc, è rimasta. Fino a quando..- Tossicchia appena; mi giro a guardarlo, sul suo viso un’espressione molto triste.
-Fino a quando..?- Chiedo titubante.
-Sì ammalò.- Abbassa la testa. -E’ stata con me fino all’età di tredici anni. Per lei ero come un vero figlio, non ha mai fatto preferenza tra noi due. Anzi, qualche volta sembrava essere più gentile con me che con Marc. Forse perché pensava che tutta questa situazione mi.. pesasse.. o non lo so, credeva mi sentissi a disagio in una famiglia non mia.- Sorride appena. -Non sapeva che era assolutamente il contrario. Come poteva mancarmi una madre che mi aveva rinnegato?- Sorride amaramente.
Mi sento crudele ad aver aperto l’argomento. Non avrei dovuto proprio. -Mi dispiace Luke.-
-E di cosa? Ormai è passata, storia vecchia.- Si gira, per sorridermi rassicurante.
-E come mai te ne sei andato?-
-Be’, non che lo volessi davvero.- Precisa. -Dopo la morte di Judit la situazione era molto.. tesa. E mi sembra anche comprensibile, se ci penso ora, con la mente di un diciassettenne. Ma ero piccolo allora, e molto condizionabile. La mia vera madre e il suo nuovo e attuale compagno, Carl- Dice, pronunciando il nome con una smorfia. -Hanno pensato bene di riprendermi sotto la loro ala. Quindi, dopo quasi un anno ho dovuto andarmene dai White. Ho girato un po’ l’Europa, tra le numerose residenze di mia madre, e per un po’ sono stato in America. Non fare quella faccia estasiata, era un inferno. Non facevo in tempo a creare un’amicizia che me ne dovevo subito andare. Uno schifo.- Continua, annuendo a se stesso.
-Quindi..- Penso ad alta voce. -Il tuo cognome, Johnson, è quello del compagno di tua madre, Carl.-
-Assolutamente no!- Dice, quasi indignato dalle mie parole. -Sarà anche mio padre, in un certo senso.. ma no, non è il suo. Anche perché altrimenti mi chiamerei Luke Parpenton. Puoi ridere, non mi offendo mica.-
Sto trattenendo le risate con una mano, l’espressione divertita. Nonostante tutto continuo, schiarendomi la gola. -Ma se non è il suo allora di chi è?-
-Di Judit.-
Ohh.
-Io.. non credevo..-
-Già, e non dico che non ci sia voluto tempo per cambiarlo da Kant, quello di mia madre, a White e infine a Johnson. Anzi, ora che mi ci fai pensare, c’è voluto proprio un bel po’.-
-E’ stato un bel gesto.- Dico, sorridendo appena. -Prendere il suo cognome, dico.-
-Sì.- Risponde, ricambiando il sorriso. -Ho pensato che le avrebbe fatto piacere, in fin dei conti. E poi, tra tutti era il cognome che mi piaceva di più!- Ridacchia.
Roteo gli occhi. -Eh già! Non tutti hanno questa fortuna, io per esempio, Jones avevo e Jones mi devo tenere!-
Ride. -Be’, non è mica male. Sempre meglio di Parpenton, non credi?-
-Assolutamente sì!- Rispondo, un’espressione schifata sul viso.
Continuiamo a camminare, diretti verso la strada principale. Alle nostre risate si mischia un frusciare improvviso proveniente da una siepe alla nostra sinistra.
Ci blocchiamo all’improvviso, guardandoci perplessi.
-Sarà un gatto.- Dico. -In questa zona ce ne sono molti, ogni tanto si incastrano tra i rami.-
Ci avviciniamo. -Aspetta, provo a dare un’occhiata. Magari riesco a liberarlo.- Mi avvicino al cespuglio; lo scuoto appena e tento di aprirlo, cercando di capire bene quale povero animale si fosse incastrato.
Solo che, appena scanso i rametti al centro della siepe, una massa indefinita e gelatinosa si scaraventa contro l’asfalto della strada.
-Ma cosa diavolo..- Ora, sospesa in aria, inizia a muoversi e a ondeggiare; si deforma, cambia colore, si allunga e a poco a poco sembra prendere forma.
La forma di una.. Oh santo cielo.
Indietreggio rapidamente, fino ad aggrapparmi a Luke che come me, non sa assolutamente cosa fare.
Intanto, un’enorme cavalletta color verde scuro si staglia davanti a noi, con le sue lunghe antenne a poca distanza dalla nostra faccia.
Mi sento svenire, il cuore batte all’impazzata, lo stomaco si chiude. Mi giro con le mani sulla faccia, poggiando la testa sul petto di Luke che dopo avermi presa dalle spalle mi trascina dietro di lui, avvicinandosi a sua volta alla cavalletta.
Questa guarda impassibile il ragazzo che le sta difronte. Le antenne iniziando a rimpicciolirsi, sino a scomparire; le zampe si accorciano, il corpo si rammollisce e inizia a modificarsi.
Tolgo le mani da davanti la faccia e mi rendo conto che l’insetto è scomparso. Davanti a noi, adesso, si staglia una figura umana.
Altissima, magra, le lunghe braccia terminanti in mani raggrinzite, coperto da capo a piedi con vestiti neri come la notte. Il suo viso è in ombra, nonostante il sole alto in cielo.
Si avvicina; Luke ora indietreggia, il respiro affannato, le gambe tremanti. La paura paralizza anche me, sono immobile dal terrore che quell’uomo è in grado di emanare anche solo standoci vicini. Lo sentiamo ridere, una risata acuta e terrificante.
E nel frattempo avanza, avanza, e noi siamo là, fermi.. Senza sapere che cosa fare..
 
-Riddikulus!-
 






Spazio autrice.
'Sera a tutti! Ecco il nuovo capitolo! :) E Marc si è fatto avanti, finalmenteee. E finalmente è arrivato qualcuno\a ad aiutare i nostri, mi sembra anche l'ora direi. Haha be', spero vi sia piaciuto! 
A presto! :*
  
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