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Autore: SwallBeth    09/10/2011    1 recensioni
In questa fanfiction non ci sarà un Harry Potter pronto a salvarci dal male e dal Signore Oscuro. Non ci saranno i suoi fedeli amici Ron e Hermione ad aiutarlo. Questa è la volta della gente normale, della gente comune. Siete sicuri di essere solo babbani? Sicuri che non sia tutto vero? Dopotutto, ricordatevi che c'è un po' di magia dentro ognuno di noi e questa volta non sarà solo un semplice sogno.
Bacchette alle mani, streghe e maghi!
Genere: Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Lavori in corso: sciopero!



‘Questo pomeriggio, ore sedici e trenta, piazza davanti alla scuola. Vedete di presentarvi TUTTI, o potete anche rinunciare all’Italia.’
 
Invio.
Ecco fatto. Facebook, dopo tutto non fai così schifo. Ho inviato il messaggio a tutta la classe, in modo da riunirci oggi stesso e discutere sull’organizzazione dello sciopero.
-Pensi che verranno?- Domanda Sam, seduta sul mio letto e sfogliando una rivista.
-Be’, lo spero per loro.- Rispondo, convinta.
Poggia il giornale sul comodino, scende dal letto e si avvicina a me.
-Posso farti una domanda?-
-Certo, dimmi.- Di solito quando Sam se ne esce con questa frase mi ritrovo in una situazione imbarazzante o complicata da spiegare. Ma magari esagero.
-Come mai quando ti ho chiamata ieri pomeriggio avevi un tono di voce strano?-
 
Diamine.
 
-Tono di voce strano? Non mi sembra.- Faccio spallucce.
-A me sì, invece.- Ribatte, prendendo una sedia e sedendocisi sopra. -Ed eri con Marc. Mi sono persa qualcosa?-
 
Diamineee.
 
-Nono, figurati.- Scorro le pagine internet sul pc; ma quanto sa essere perspicace a volte, maledizione.
-Ascolta.- Mi dice, avvicinandosi di più e guardandomi con un sorrisino. -Sappiamo entrambe che stai mentendo, o perché non sei capace a farlo, o perché sono un genio indiscusso, ma è così.- Mi puntella la spalla con il dito. -Perciò scegli: parlare ora, volontariamente, o tra due ore dopo che ti avrò torturata senza alcuna pietà.- Raddrizzo le spalle.
Nella mia mente il pensiero di quando, un giorno, era rimasta seduta sulla mia schiena per un quarto d’ora, braccia e gambe bloccate. Certo, mi ero saputa vendicare subito dopo, ma il dolore e i lividi rimasti avevano lasciato il segno.
-Okay. Va bene.- Rispondo. Annuisce, come si fa verso chi ha deciso di compiere la scelta giusta.
-Ma non è niente di che, cioè, ripeto, tu vedi il tutto nel niente.. E dopo averti detto questa cosa probabilmente mi farai una testa così!- Allargo le braccia per quanto mi è possibile.
-Questo lascialo decidere a me.- Il suo tono di voce così tranquillo e allo stesso tempo che non ammette repliche mi fa sempre un certo timore.
-Mi ha baciata.- Meglio dirlo subito, senza rigiri di parole insomma.
Mi giro per guardarla, la sua espressione.. no, non ha nessuna espressione. E’ impassibile. Sbatte un paio di volte le ciglia; apre la bocca, per poi richiuderla.
-Mi stai dicendo- Inizia. -Che ti ha.. baciata. E che.. NON E’ NIENTE DI CHE?!- Si alza in piedi all’improvviso, le mani in aria e un sorriso stampato in faccia.
Non posso che fare un salto dallo spavento e guardarla con preoccupazione. -Esattamente.- Rispondo convinta. -E’ evidentemente un semplice bacio, io non..-
No dai, cioè, è scappato. Non significa nulla.. per lui.
-No. Non iniziare Elizabeth. Sono stufa.- Mi punta un dito contro. -Qua non ci sono dubbi.. lui è..-
-Feeeerma! Ti sbagli!- Scuoto la testa, gli occhi chiusi.
-Lui è..- Cerca di proseguire, ma no, non glielo permetterò.
-Sam, basta, non è così!-
-..interessato!- Conclude, risedendosi tranquilla.
-Bene, ora che l’hai detto ti senti soddisfatta?- Le domando, senza degnarla neanche di uno sguardo.
-Certo, ma lo sarò di più quando te ne renderai conto tu!- Dice, con sguardo fiero.
-Puoi aspettare allora.- Rispondo, richiudendo il pc.
-Non hai ancora risposto alla mia domanda, comunque.-
-L’ho appena fatto.- Dico, girandomi stupita.
-No, per niente. Io ti ho chiesto il perché del tuo tono di voce, quindi prego. Sono tutta orecchi.-
Ma allora lo fa apposta.
-La tua chiamata ci aveva interrotti, ecco perché stavo per riderti in faccia.- Roteo gli occhi alzandomi dalla sedia, evitando la sua espressione imbarazzata. -E adesso, se non ti dispiace, vado in cucina. Vuoi qualcosa da mangiare? Anche se non te la meriteresti, sappilo.-
-Hai i muffin?-
-Ovviamente.- Ormai è diventata un’abitudine comprarne qualcuno in più da mangiare insieme.
-Perfetto!- Risponde compiaciuta.
Apro la porta della mia stanza, diretta verso la cucina. Mio fratello e Bibo giocano a palla nel giardino, sporchi di fango e terra; quasi quasi vado da loro a riempirmi di polvere e sporcizia.
Sempre meglio che subire il terzo grado da Sam!
-Ehiii, vuoi una mano a cercarli?- Urla quest’ultima dalla mia camera.
-No tranquilla, ho fatto.-
Non servirebbe a niente, mi prenderebbe ugualmente.
 
***

-Bene, ehm, ciao a tutti.- Riuniti nella piazza, al vento freddo, la classe di potenziamento.
Sam è davanti a tutti, in piedi e con le mani nelle tasche della felpa.
-Allora, ci siamo incontrati per decidere in che modo organizzare lo sciopero contro il preside Serkinton. Quest’ultimo, per chi non lo sapesse, non ha intenzione di concederci il viaggio scolastico in Italia. Poiché è un’evidente ingiustizia, abbiamo intenzione di protestare. E’ tutto chiaro?- Chiede, osservandoci uno a uno.
Un ragazzo corpulento, con un paio di occhiali da sole scuri, nonostante le evidenti nuvole scure nel cielo, e un berretto azzurro, alza la manona e inizia ad agitarla per farsi notare da Sam.
-Ehm sì, dimmi pure.-
-Hai il ragazzo te?- Domanda, con estrema tranquillità.
Luke inizia a ridere, seguito a ruota da Marc e un paio di ragazze accanto a loro. Sam, al contrario, è quasi indignata.
-No Paul, non ce l’ho. E tu non lo diventerai mai, sappilo.- Distoglie lo sguardo dal ragazzo un po’ deluso.  -Avete altre domande?- Chiede, un po’ scocciata.
Un biondino un po’ scorbutico alza la mano. -E io? Potrei essere il tuo tipo?- Domanda con un sorrisetto.
Luke ha le lacrime, e una mano sulla pancia.
Ora basta. -Sentite!- Urlo nera di rabbia. -Escluso il fatto che nessuna in questa piazza ha intenzione di uscire con voi due- Inizio, confortata dall’annuire convinto delle altre cinque ragazze presenti. -Vi sembra il momento? No! Siamo qua per parlare di una cosa importante, per me come per tutti, e voi cosa fate? Proposte d’uscita a Samantha! Se per colpa vostra non riuscirò ad andare in Italia, giuro che verrò a cercarvi. Non vedetela come una minaccia, vedetele come una promessa.- Indico quei due, entrambi con gli occhi sbarrati. -E adesso, avete altre domande?- Incrocio le braccia.
Davanti a me Marc alza le sopracciglia, per poi sollevare la mano.
-Spero sia inerente allo sciopero, o potrei anche saltarti addosso.-
Inizia a ridere.  -Per..?- Chiede divertito.
-Per picchiarti!- Aggiungo, imbarazzata. -Oh, diamine. Basta per favore, parliamo dello sciopero!  Luke giuro che se non la smetti di ridere ti arriva una testata!-
-Ma perché volete tutte rompermi la testa!- Dice, asciugandosi una lacrima sotto l’occhio. -Okay, okay. Ho io una domanda!-
-Bene!- Dico, massaggiandomi una tempia.
-Dove sciopereremo?- Chiede, ritornando serio.
-Be’, davanti alla scuola. Durante le ore di lezione.- Rispondo.
-Useremo cartelloni di protesta?- Domanda una ragazza mora accanto a Paul.
-Certo Stella, dovremo crearne almeno uno ciascuno. Serviranno pezzi di compensato, bombolette spray, teli bianchi e qualche frase da scriverci sopra!-
-Io ho un megafono!- Aggiunge la bionda vicina a Luke.
-Ottimo Meredith! Ci sarà molto utile!- Forse c’è speranza se andiamo avanti così.
-Beth quando metteremo tutto in atto?- Domanda Sam.
Poggio un dito sul mento. -E’ appena iniziato ottobre, dobbiamo partire entro i primi di novembre.. Direi che il prossimo lunedì sarebbe l’ideale! Prima forse dovremmo andare dal preside e provare a convincerlo un’altra volta, magari a noi darà ascolto! E comunque tentare non ci costerà nulla.- Scrollo le spalle.
-Sì infatti.- Aggiunge Marc. -E se così non fosse il giorno stesso ci riuniremo qui e prepareremo tutto il necessario.- Un lampo nel cielo, seguito da un tuono. -Anche con la pioggia.- Aggiunge. -Mi raccomando, ognuno porti qualcosa!-
Gocce iniziano a cadere per terra.
-Okay ragazzi, per oggi è tutto. Meglio andarcene adesso, prima di beccare l’acquazzone in pieno!-
Detto questo ci dividiamo, diretti ognuno per la propria strada. Solo io, Sam, Marc e Luke rimaniamo uno accanto all’altra, le mani sulla testa per proteggersi dalla pioggerellina che stava scendendo.
-Sentite, vi va di venire a.. casa mia? E’ qui vicino, almeno non ci prendiamo una broncopolmonite.-
-Sì direi che è meglio, andiamo!- Risponde Marc per tutti.
Ci spostiamo dalla piazza, salendo una piccola salita. Percorso un breve pezzo di strada, tra la pioggia ora diventata più fitta, arriviamo davanti a un grande edificio in mattoni, tetto a punta, grandi finestre ai lati e circondato da un curato prato verde.
-Ma questo è il Sambrook!- Affermo stupita.
-Tu vivi qua?- Chiede Sam meravigliata.
-Ci alloggio.- Risponde indifferente. -Adesso entriamo, forza. Qui si gela.-








Spazio autrice.
'Giorno e buona domenica a tutti! :D Sono mattiniera oggi e infatti ecco il nuovo capitolo. u.u Finalmente si organizza lo sciopero, Luke porta i suoi amici nel bellissimo Sambrook, che per chi non lo conoscesse è il Sambrook Manor Holiday Cottages a Newport, realmente esistente e anche molto bello, ed ecco anche un terzo grado alla nostra Beth da parte di una curiosissima Sam! 
Be', spero vi sia piaciuto. Al prossimo! :*
  
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