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Autore: LadyTargaryen    17/10/2011    7 recensioni
Andromeda e Ted Tonks decidono di invitare la loro figlia Ninfadora e Remus a trascorrere il Natale da loro. Tonks è al settimo cielo...Lupin decisamente no. Cosa combineranno la strega coi capelli color cicca e il bel lupo mannaro ? Leggete e ditemi ;) !
Genere: Commedia, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Andromeda Tonks, Ted Tonks | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 5: La Vigilia ( e Remus e Tonks che finalmente " concludono " )
 
 
 
Giorno dopo giorno, disastro dopo disastro, il Natale ( e il momento di levare le tende ) si avvicinava a grandi passi, anche se non grandi quanto avrebbe voluto Remus, che ormai viveva con la costante paranoia di dirne o combinarne (in una maniera o nell'altra) una di storta, e di rimetterci la pelliccia prima del tempo. Non sapeva chi avesse avuto la grandiosa idea di uscirsene dicendo che il Natale " era il più bel periodo dell'anno ", ma se in quei giorni l'avesse avuto sottomano, luna piena o non luna piena, gli avrebbe fatto fare una fine infelice. Chiunque fosse stato, non doveva aver trascorso il suddetto periodo a casa Tonks. Infatti, man mano che il 25 dicembre si avvicinava, l'atmosfera si faceva ogni giorno più nevrotica.
 
Andromeda e Ted, tanto per cominciare, avevano cominciato ad inventarsene di ogni per tenerli a " distanza di sicurezza ", perlomeno durante il giorno, ma Lupin sospettava che si stessero organizzando anche per delle ronde notturne davanti alla porta della loro camera da letto, armati di bacchetta...O di randello. Dopo l'episodio del tacchino crudo si era aspettato una ramanzina indimenticabile per entrambi della durata di ( almeno ) ore due,  invece la caduta " fortuita "  delle pentole sfondate dal loro scompartimento - dove Tonks le aveva ammassate dopo aver "cucinato" per nascondere l'ennesimo disastro - addosso a mamma e papà appena avevano fatto per aprire l'anta, aveva "risolto" il problema dimezzando le ore di supplizio. Ma torniamo al Natale.
 
Era almeno una settimana che casa Tonks era tutta un fervore d'attività. La madre di Dora, con sommo spirito d'abnegazione, si era praticamente rinchiusa in cucina, con l'intenzione di rimanerci fino alla conclusione della preparazione del menu natalizio, uscendo solo per controllare che genero e figlia non stessero a distanze troppo ravvicinate e per poche altre cose. Remus, un po' perchè a vederla correre su e giù sciorinando dosi, ricette ed ingredienti come fossero filastrocche provava un sentito desiderio di rendersi utile, un po' perchè riguadagnare qualche punto a favore con i suoceri ( o almeno evitare di perderne ) era ormai il suo chiodo fisso, si era proposto come aiutante. Col senno di poi, si sarebbe preso a sberle da solo pur di tenere la bocca chiusa.
 
La signora Tonks infatti non era stata a pensarci su due volte: gli avrebbe fatto tenere le zampe a posto e in più c'avrebbe pure guadagnato un aiuto culinario. I due classici piccioni con una fava. Da quel disgraziatissimo " Posso darle una mano signora " per il mago era diventato un frenetico tour de force per supermercati e discount alimentari, sia dei maghi che dei Babbani, con carrelli magici impossibili da manovrare che non volevano saperne di muoversi ( e che nel caso di quelli magici non mancavano mai d'infamare il povero lupo mannaro se per sbaglio andava a sbattere contro un altro ), sporte pesantissime piene fino all'inverosimile di qualunque cosa fosse sottocosto, in offerta o simili, e soppratutto di code su code lunghe come il naso di Piton e anche di più, tra massaie inferocite che facevano corse di volata da fare invidia ad una Firebolt per accaparrarsi il primo posto alla cassa, l'ultima scatola di biscotti con il 50% di sconto o il pandoro di quel favoloso ed imperdibile " 2x1 ". A Remus, mentre la padrona di casa si faceva largo in mezzo alla bolgia di acquirenti "natalizzati" non restava che seguirla, nel “fondamentale” ruolo del portaborse, reggilista, o cercaofferte: una cosa che gli faceva quasi desiderare un biglietto di sola andata per un bel viaggetto  ad Azkaban. E una volta a casa la situazione non migliorava di certo, anzi. Infatti Andromeda, due secondi dopo avergli fatto posare le numerosissime compere del giorno, lo requisiva per portarlo in cucina ed obbligarlo a darle una mano nei preparativi del pranzo natalizio, con tanto di grembiulino non rosa ( quello aveva preso fuoco quando Tonks aveva provato ad asciugarlo dopo avergli fatto fare un tuffo nel secchio dell’acqua saponata ) , ma coi pizzi e i merletti, che erano quasi peggio. Al comparire per la quinta volta in cucina di un tacchino tanto grosso da sembrare un cucciolo di drago, l'uomo stupito aveva giustamente domandato in quanti fossero a mangiare il giorno di Natale, e quando s'era sentito rispondere che quegli otto chili d'arrosto previsti erano solo per loro quattro, che Ted se ci si metteva d'impegno si mangiava "un lupo intero" ( e qui il mago aveva sudato freddo ) e che mal che andasse lui e Ninfadora potevano sempre portarsene a casa un po' loro, si era sentito morire. Nel migliore dei casi quello voleva dire avanzi fino ad Agosto. Dell'anno dopo. Quasi quasi si convertiva alle bistecchine di glutine e ai gambi di sedano…
 
Per Dora la situazione non era molto più rosea. Ted, in accordo con la moglie ( e in questo caso indirettamente anche col genero ) la teneva lontana dalla cucina - e ovviamente dal marito - in mille e uno modi, che andavano dal convincerla a dare una spolverata alla sua ( inutilissima ) collezione di gufi impagliati ( che da una vita e mezzo se ne stavano sul caminetto a prendere polvere ) al coinvolgerla in dissertazioni senza fine sul colore giusto delle palline da appendere all'albero, se fosse meglio farlo tutto di un colore ( e in questo caso c'era da scegliere tra svariate decine di tonalità, da quelle dorate che cantavano "Jingle Bells " a quelle che rappresentavano il faccione sorridente di Babbo Natale e che ogni volta che qualcuno ci passava davanti lo facevano sobbalzare con un sonoro "Ohohoh! Merry Christmas !" ) oppure miste, decidendo allora con quale regolarità dovessero essere inserite le rosse, quale dovesse essere il rapporto di proporzione delle blu, quali posizioni dovessero occupare quelle argento eccetera. Tonks come era ovvio s'era rotta le scatole subito di tutte quelle ciarle sul " bilanciamento cromatico " e sull' " accostamento dei colori ", e ben presto aveva preso a ciondolare pericolosamente in zona " Lavori In Corso ", divertendosi in tutti i modi a stare tra i piedi alla madre e a provocare il proprio povero marito in tutti i modi possibili, di cui il presentarsi con una t-shirt decisamente trasparente, senza una spallina e senza niente sotto sbuffando " Mamma mia che caldo! " era solo il più garbato dell'intero repertorio.  Al che i suoi genitori avevano deciso di tentare con un cambio di ruoli: Dora ai fornelli sotto l'occhio vigile di Andromeda ( “In un modo o nell’altro dovrai imparare a cucinare, prima o poi!! “ ) , Lupin assieme al signor Tonks ad occuparsi dell'albero e delle varie decorazioni. Ma anche qui la situazione era degenerata, il giorno in cui lei era tornata a casa dopo un pomeriggio di compere solitarie con quindici panettoni diversi ( tra cui quello con i canditi che cantavano " We wish you a merry Christmas " e quello ripieno del famoso " Passion Chocolate " ) perchè non sapeva decidersi e un sedicesimo in omaggio - poichè aveva superato i quaranta galeoni di spesa -  farcito di mandorle e con gli zuccherini colorati sopra. Remus, che aveva ancora in bocca il sapore di tutto quel mandorlato del negozio di dolci della Londra magica, poco ci mancò che desse di stomaco. I signori Tonks litigarono con la figlia per quelle che sembrarono ( e che in effetti furono ) ore, su quanti e quali panettoni andassero riportati indietro, e dopo lungo dibattito decisero di fare a metà: otto a Dora e a Remus, otto a loro, e che non la sentissero neppure per sbaglio lamentarsi di un candito inacidito o di un'uvetta diventata rancida.
 
Nonostante i controlli sistematici da parte dei genitori di lei, Lupin e Dora riuscivano comunque ad incontrarsi nei corridoi o in salotto, dove l'operazione di decoro casalingo procedeva a rilento, essendo Tonks perennemente in mezzo ad ironizzare sulle palle col marito...E non solo su quelle dell’albero. Memorabile l'episodio in cui Remus stava appendendo le calze al camino con entrambi i suoceri presenti, e lei se n'era uscita con un noncurante: " Amore dici che ci stanno dentro i boxer che ti ho preso l'altro giorno? ", facendo quasi ingoiare al marito il bastoncino di zucchero che aveva in bocca da appendere all'abete alto due metri e sputare fuori a Ted e consorte il tè che si stavano tranquillamente sorbendo seduti sul divano. Era stato solo perchè Lupin aveva finto di non aver sentito, improvvisando su due piedi con la sua dolce metà un allegro coretto di " Verde e rosso è l'agrifoglio ",  salvandosi in extremis dagli sguardi furibondi dei padroni di casa, che la sfuriata di turno era stata evitata. Un altro problema ancora era il vischio, che era stato appeso abbondando allegramente di rami e rametti per tutta la casa, costringendo il poveretto a fare lo slalom, nella speranza di non incrociare la ragazza sotto di esso ma soppratutto sotto gli occhi dei genitori di lei, che già la prima volta che s'erano baciati sotto il vischio rimanendo con le labbra incollate per più di cinque secondi avevano dato segno di non gradire per nulla tutto quel " pomiciare in pubblico ".   
 
Il problema principale però sorgeva la sera. Una volta chiusa dietro le proprie spalle la porta della loro camera da letto, infatti, il povero Remus era costretto a mille acrobazie sugli specchi pur di non essere costretto a fare il proprio " dovere coniugale ". Non che gli mancasse la voglia, anzi. Era che, con i suoceri che pattugliavano la casa almeno all'apparenza in cerca di palline smarrite, festoni appesi male e lucine fulminate, e che non mancavano mai d'entrare " a dare la buonanotte ", l'ultima cosa che gli veniva in mente era di concedere performance amorose...Ovviamente con vivo disappunto da parte di Tonks, che da giorni ormai si sentiva rispondere:
 
" Stasera sono stanco, tesoro. Facciamo domani ? "
 
" Ehm no domani devo svegliarmi presto...Sai il supermercato apre alle sette e voglio essere puntuale..."
 
" E se dormissimo un po' invece ? "
 
Per non parlare dei lunghi bagni che Lupin s'inventava di fare e che puntualmente non faceva, tirandola più che esageratamente lunga nella vasca assieme alle paperelle della moglie con l'acqua che diventava ghiacciata. Per non parlare dei continui gufi che gli inviava Sirius, pieni zeppi di "consigli" e suggerimenti su posizioni, modi e maniere di farlo, il tutto scritto con la sagace ironia del caro Felpato, che non mancava mai di prenderlo in giro tra le righe per le sue mille ( a detta sua inutili ) paranoie. L'ultima lettera, " Letto o divano-letto ? Scuole di pensiero a confronto " era arrivata trasportata da ben due gufi, da quant'era lunga. Remus, ovviamente, cercava in tutti i modi di nascondere la sua " corrispondenza " con il vecchio amico; se l'avesse saputo Dora, avrebbe preteso una "messa in pratica" pressoché immediata, se l'avessero scoperto i suoi genitori...Beh, preferiva non pensarci.  
 
Quella sera era la Vigilia di Natale, ed erano tutti e quattro a tavola, dove l'ennesima discussione a tema natalizio ( Dora che voleva cambiare il rosso delle decorazioni in rosa cicca ) era stata appena sviscerata, e tutti mangiavano in silenzio...Tutti a parte Tonks, che tra una forchettata e l'altra provava ad indovinare cosa le avesse comprato quell'anno il suo Remus. Quel completino intimo tanto sexy, un manico di scopa nuovo o l'ultimo lp delle Sorelle Stravagarie ? Lupin aveva provato a giustificare il " completino tanto sexy " dicendo che la moglie scherzava, ma il puntuale e sempreverde intervento fuori luogo di Dora, " Ma se me n'hai regalato tu uno per il mio compleanno!! E l'abbiamo pure provato...", gli aveva assicurato l'ennesima magra figura con i signori Tonks. Decisamente, neppure la Vigilia lo salvava. A cena conclusa il mago, con l'intenzione di tuffarsi sul letto e di non alzarsi fino al giorno successivo, aveva salutato tutti educatamente e, credendo di averla scampata ( in fondo, che cos'era una singola figuraccia serale ? Una gocciolina nell'oceano, se ripensava ai giorni precedenti...) aveva fatto per andarsene. Ma...
 
- Amore facciamo un gioco ?
 
A Remus, che aveva imparato a riconoscere "il pericolo" anche nelle piccole cose all'apparenza innocenti, salì un brivido freddo lungo la schiena.
 
- Che gioco tesoro ?
- Un giochino tanto carino, si chiama " Che cosa tu sai ? ". In pratica dobbiamo farci delle domande a vicenda...Mamma, papà giocate anche voi ?
 
Ted e Andromeda si guardarono a vicenda, lievemente stupiti, ma poi acconsentirono. Remus invece sgranò gli occhi, sospettoso: dove stava l'inghippo ?
 
- E...Che domande sarebbero, di preciso ?
- Oh, cose varie...Allora, giochi ?
- Ehm...
- E daaaiiiiiiiii! Sii buono, è Natale!
 
Peccato che se i suoi avessero voluto dargli una ripassata se ne sarebbero fregati altamente di che periodo dell'anno era ! Ma in fondo, era solo un gioco...Che poteva mai esserci di male ?
 
- D'accordo, d'accordo. Gioco anch'io.
- Bravo il mio lupacchiotto! Siediti qui vicino a me...Ci siamo. Ora
 
Esordì Dora facendo accomodare anche i suoi genitori. Poi tirò fuori un sacchettino frusciante di cui rimescolò il contenuto con la bacchetta.
 
- Ho qui il sacchetto con i bigliettini che compongono le domande: si infila dentro la mano, se ne prende uno, si legge e si fa la domanda e al marito o alla moglie.
- Perchè solo al marito o alla moglie ?
 
Chiese Remus stupito, che cominciava ad avvertire una lievissima puzza di bruciato.
 
- Perchè sì amore. Gioco mio, regole mie.
- Ma...
- Niente ma. Papà, a te la prima domanda. Pesca pure.
 
Il signor Tonks estrasse un pezzetto di carta piegato in due e lo aprì, leggendo cosa c'era scritto.
 
- " A tua moglie: quando cade il nostro anniversario ? "
 
Andromeda sorrise al marito. Remus guardò Dora che fece finta di niente, mentre quella puzza di bruciato subodorata prima si faceva più insistente, senza che lui sapesse spiegarsene il perché.
 
- Il 4 Settembre, facile.
- Esatto. Ora tocca a te Dora, pesca.
 
Tonks rovistò a lungo nel sacchetto per fare un po' di scena, poi estrasse il proprio bigliettino. Ridacchiò sotto i baffi.
 
- Amore, questa è per te. " Quanto durano in media le tue prestazioni serali ? "
 
Poco ci mancò che a Lupin cascasse la mascella. E quelle erano le "domande varie" ??? Mamma e papà Tonks, invece, lo guardavano con tutta l'intenzione d'includerlo nel menu natalizio sottoforma di carpaccio di lupo con limone, olio e scaglie di grana.
 
- Ma tesoro su...Non mi pare il caso...
- Mmmm quante storie! Che ti costa rispondere ?
 
La pelle, ecco cosa. Ad ogni modo, nella speranza che fosse la prima e l'ultima di quel particolare "filone", rispose imbarazzatissimo.
 
- Ehm...Due ore circa ?
- Sì come no! E io sono una Veela!
 
Tonks scoppiò a ridere, sbattendo i pugni sul tavolo. Gli sguardi dei genitori di lei, se possibile, si fecero ancora più truci. Il lupo mannaro cominciò a sudare freddo.
 
- Ehm...Una ?
- Cala amore, cala...
- Quarantacinque minuti ?
- Quaranta, e solo perchè non voglio farti fare brutte figure.
 
Ah, allora stava fresco. Remus si afflosciò sulla sedia, desiderando di cuore di poter essere inghiottito dal pavimento.
 
- Allora mamma! Tocca a te adesso.
 
Andromeda scoccò un'ultima occhiata fulminante al genero, poi prese anche lei un bigliettino.
 
- Per te, Ted...." Qual'è il mio colore preferito ? "
- Facilissimo
 
Sorrise Ted con un'alzata di spalle.
 
- Il viola.
- Esatto papà...Remus, è il tuo turno.
 
Pregando che non fosse niente " a luci rosse ", Lupin lesse...E si sentì gelare il sangue.
 
- " Qual'è il mio posto preferito per farlo ? Sul letto o sul divano-letto ? "    
 
Lì c'era di certo lo zampino di Felpato, ne era sicurissimo. Appena l'avesse acchiappato...Si udì distintamente uno scroccare di nocche da parte di Ted. Tonks sorrise maliziosa.
 
- Entrambi amore mio! Anche se dopo ogni volta dici sempre che il letto è più comodo perchè...
- Sì sì va bene, senza andare troppo nel dettaglio. A chi tocca adesso...?
 
Tagliò corto l'uomo, deglutendo a fatica, mentre i suoceri lo guardavano non male, di più. Il " giochino tanto carino " andò avanti per un'oretta circa, e le domande di Remus a Tonks e viceversa sembravano proprio non voler cambiare di tema, né tanto meno di voler dare al mago la possibilità di uscirsene con uno straccio di dignità: " Quante volte alla settimana lo facciamo  ", " Il mio colore preferito di boxer ", " La mia misura e coppa di reggiseno ", " Quando e dove l'abbiamo fatto la prima volta " eccetera. Per i coniugi Tonks, invece, solo domandine tranquille, del tipo date di compleanno, primo incontro dove come e quando e la squadra del cuore di Quidditch. Arrivarono alla fine che l'ultima domanda toccava a Dora. La strega aprì il bigliettino con una specie di sogghigno, come se già sapesse cosa spettava al povero marito.
 
- Ok, ultima domanda...Pronto Remus ?
 
Remus rispose con un gemito, e tentò un'ultima disperata supplica.
 
- Dobbiamo proprio ?
- Sì, dobbiamo proprio. Allora, vediamo un po'...Uhm...
 
Mormorò concentrandosi sul bigliettino come dovesse carpirne chi sa quali oscuri segreti.
 
- Oh, tranquillizzati amore. E' una cosa facilissima, una vera scemenza...
 
Il marito parve quasi rianimarsi, alzando la testa con un'espressione vagamente speranzosa. Magari era proprio la volta che gli toccava per davvero una domanda normale...
 
- E cioè ?
- E' questa qui: " Qual'è la nostra canzone ? " Ah, e me la devi pure cantare eh !
 
Lupin si sentì sinceramente morire, mentre quella misera speranza di chiudere in bellezza la serata evaporava allegramente. La " loro canzone " altro non era che un pezzo dal testo piuttosto piccante che faceva sganasciare ogni volta il "caro" Sirius e che aveva avuto la pessima idea di far sentire alla cugina, la quale ovviamente da allora non era più riuscita a cavarsela dalla testa, né tanto meno a dimenticarsela. Nonostante Remus non avesse mai mancato di fulminare l'amico quando attaccava, Dora di quella canzone s'era innamorata follemente e, non contenta, pretendeva pure che lui le facesse da seconda voce quando la cantavano...O meglio, quando lo obbligava a cantarla con lei. Per parte sua il mago s’era fatto già da tempo l’appunto mentale di fare “due chiacchiere” decisamente non verbali con il vecchio Padfoot. No. Non l'avrebbe cantata. Non davanti ai genitori di lei ad un niente da un linciaggio natalizio in piena regola. Nel modo più assoluto. Imbastì un'espressione di vago contegno, nel tentativo disperato di svincolare in un modo o nell'altro.
 
- Ehm, tesoro dai...Lo sai che non ho una gran voce...
- Modestone!
 
Cinguettò Tonks dandogli un buffetto, poi si rivolse a Ted e Andromeda che aspettavano un responso con calma inquietante.
 
- In realtà il mio lupacchiotto è intonatissimo! Vero Rem ?
- Mi sopravvaluti, tesoro.
- Ma no, ma no! Allora ? Canti o no ?
 
" NO !! " Avrebbe voluto rispondere il povero licantropo ma, intuendo che qualcosa avrebbe pur dovuto cantare, tentò:
 
- Ehm..." If you wanna be my lover..."
 
Il sorriso tutto latte e miele di Tonks sparì sul colpo e gli mollò una pedata da sotto la tavola. Remus si massaggiò il ginocchio dolorante, protestando.
 
- Ahia! Ma che ti prende ? 
- Che mi prende ??? Mi prende che quella è di quella smorfiosa di Flebo Delacosa !!!
- Eh va beh, su...Mi sono sbagliato, scusa.
- Vedi di non azzardarti mai più. Ed ora canta che qui si fa notte.
 
L'uomo guardò la moglie, che aspettava le sue esibizioni canore con un cipiglio truce tutto di Andromeda, e i suoceri che attendevano silenziosi, inquietandolo forse anche di più di Dora.  Sospirò, e ritentò:
 
- " Vorrei incontrarti fra cent'anni..."
- NO! NO! NO! Ma ci sei ? Quella piace a Ron e a Hermione!!!
 
Lupin sospirò, afflitto come non mai. Lì per uscirne l'unica era cantarla per davvero, sperando che l'atmosfera natalizia avesse disteso gli animi dei padroni di casa nei suoi confronti...Per cui, supplicando Merlino o chi per lui di avere un po' di pietà, mugugnò qualcosa di volutamente incomprensibile.
 
- Tesoro alza il tono, non s'è capito.
 
Protestò Tonks, sempre a braccia incrociate. Lui prese coraggio, e implorando che per un motivo o per l'altro Ted e Andromeda diventassero d'improvviso sordi, intonò:
 
- "Ogni giorno della vita mia..."
- Per i boxer a cuoricini di Merlino Remus, non è una marcia funebre!!! Avanti su, ti do il tempo. Uno, due, tre: " Ogni giorno della vita mia…”
 
Lui la guardò con una muta supplica negli occhi, ma lei lo fissò in cagnesco, in stile " O mangi la minestra, o salti dalla finestra ". Rassegnato, proseguì:
 
- "Voglio farlo con te, farlo solo con te..."
- Ooooh adesso ci siamo! Continua su! "Quando penso alla tua biancheria..."
 
Riprese Dora, implacabile. Insomma, NON poteva NON sapere la loro canzone!!
 
- " Devo farlo con te, farlo adesso con te..."
- " Non ho tempo per la poesia...."
- " Voglio farlo con te, farlo solo con te..."
 
Detto questo, più rosso di una Pluffa, chinò la testa sul tavolo implorando di potersene andare finchè la pelle ( e/o la pelliccia ) ce l'aveva ancora addosso. Non osava neppure guardare in faccia i suoceri, e probabilmente non sarebbe riuscito a farlo neppure dopo una vita. Sempre che per allora ce l’avesse avuta ancora, una faccia…
 
- Sì dai, è stata dura ma te la sei ricordata! 
 
Commentava nel frattempo Tonks, con la più totale e spigliata noncuranza.
 
- Che fatica però! Devo chiedere a Sirius di fartela ripassare...
- Che c’entra Sirius ?
 
S’informò con tono poco amichevole sua madre, rigirandosi la bacchetta tra le mani con fare preoccupante.
 
- Oh niente, è lui che ce l’ha fatta sentire! Vero amore ?
 
Da Remus giunse solo un lamento da animale ferito che sapeva tanto di oltretomba.
 
- Mi sa che ci scambierò due parole con tuo cugino, Dromeda…
 
Borbottò Ted, rincarando la dose. Se Lupin non fosse stato impegnato a desiderare di scomparire all’istante senza farsi notare avrebbe volentieri gongolato. Un po’ per uno, a quel mondo! Sollevò la testa con un sospiro e, ora più che mai deciso a levare il disturbo, si alzò in piedi.
 
- Va bene, se il gioco è finito
 
E qui non poté evitarsi di  ricevere un'occhiataccia trucidante da parte dei suoceri.
 
- Io me ne andrei a letto. Buonanotte a tutti e ci vediamo domani.
- Aspetta Remus!
 
Aveva fatto appena in tempo a varcare la soglia superando il fatidico portaombrelli - che ormai stava alla cucina di Casa Tonks come le Colonne d'Ercole allo Stretto di Gibilterra - che la moglie in quattro balzi lo raggiunse e si buttò a pesce su di lui nel tentativo di fermarlo...Finendo, come volevasi dimostrare, entrambi lunghi stesi sul pavimento. Ormai era una costante...
 
- Ma porco...! Sempre tra le palle tu!!
- E' sempre stato lì Tonks non ha colpe lui!
- Sì ma se mi facessi il santo favore di cavarlo di lì...!
- Ed io cosa c'entro ? Tu toglici di dosso le mani tanto per cominciare...
 
Attirati da questo equivocabile scambio di battute, i signori Tonks piombarono immediatamente sul luogo...Per trovarli entrambi abbarbicati l'uno all'altra , anzi uno sull' altra, con il portaombrelli a zampa di troll in mezzo a loro, a mo' di ripieno di sandwich. Solo allora Remus e Dora si resero effettivamente conto della posizione in cui si trovavano. Lei, per nulla preoccupata, sbirciò tra le braccia del marito e sorrise tutta allegra alla madre:
 
- Ehi ma'! E' mica la mia vecchia Comet Duecentosessanta quella ?
- No.
 
Le rispose al posto della moglie in tono assassino suo padre. 
 
- E' una scopa di saggina nuova di zecca.
 
A Remus venne distintamente un preoccupante nodo alla gola. Non c'era bisogno di possedere "l'Occhio" di cui da una vita andava avanti a cianciare Sibilla Cooman per capire che l'uso che ne volevano fare non era di certo quello di spazzarci per terra. Deglutì a fatica, e si rimise in piedi il più in fretta possibile, imitato dalla moglie che badava a masticare qualcosa di poco gentile nei confronti di portaombrelli e cugini vari. Dopodichè il povero licantropo imboccò di corsa il corridoio, raggiungendo in un lampo la loro camera da letto. Si chiuse la porta alle spalle con un sospiro, e prima ancora che la ragazza potesse aprire bocca si fiondò per primo nel bagno, con quella che sembrava l'intenzione di passarci quel che restava del Natale. Fu costretto ad uscire solo un'ora e mezzo dopo,quando Tonks lo fece uscire a forza dalla vasca spedendolo di nuovo in camera loro senza tanti complimenti. A Remus non restò che asciugarsi e sdraiarsi sul letto, implorando che anche quella sera Dora non pretendesse "prestazioni". Dopo una mezz'ora buona che aspettava e in bagno non si sentiva anima viva, neppure i consueti improperi contro il lavandino nel quale la strega urtava ogni volta che ci passava davanti, cominciò a preoccuparsi un po'. Non fece in tempo a pensare d'alzarsi che la porta del bagno si aprì, e Lupin d'istinto afferrò non la bacchetta, ma un libro a caso dalla pila sul suo comodino, aprendolo nella speranza di sembrare molto concentrato...Un tentativo che fallì miseramente.  
 
- Ehi lupacchiotto. Come mai tutto solo ?
 
L'uomo sollevò lentamente gli occhi dalle pagine per ritrovarsi davanti Tonks ad un niente da lui, seduta a gambe accavallate sul letto. Il che sarebbe stato nulla, se non avesse avuto indosso un completino da urlo, anzi il completino da urlo, quello che si era portata in valigia. Sentì chiaramente cascargli la mascella, mentre gli passavano per la testa immagini che ai tempi di Hogwarts gli sarebbero valse l'ammirazione ad interim di James e Sirius...E un'immediata castrazione da parte dei suoceri nel presente. Chiuse la bocca senza riuscire a smettere di fissarla ad occhi sgranati, e tentò di formulare una frase di senso compiuto...E di cancellare certi pensieri poco casti.
 
- Ah, ehm tesoro...Co-come stai bene in quel completino...Cioè no no no, ehm sei proprio bella stasera, effetto del bagno ?
 
Dora gattonò verso di lui, investendolo con una zaffata di profumo di bagnoschiuma, chewingum alla fragola, a occhio e croce.
 
- E chi lo sa...Cosa fai di bello ?
 
Chiese, cominciando a giocherellare maliziosa con un lembo dei boxer di Remus, gli stessi che gli aveva comprato giorni prima a sua insaputa - e ancora prima di farglieli misurare.
 
- Leggo....E' che ormai l'argomento m'ha coinvolto e ci terrei a...A finirlo
 
Mormorò con un filo di voce, mentre la mano di lei risaliva la gamba e cominciava a stuzzicargli la pelle sotto la maglietta. Oh, Merlino...Lei lo fissò con un sorrisetto impertinente e ironico.
 
- Eh già...Se non fosse che lo tieni al contrario.
 
Remus spostò lo sguardo dalla poca stoffa del sopraccitato completino intimo al libro che teneva in mano. Effettivamente, nella foga disperata di trovarsi qualcosa da fare per non passare per un marito affamato di sesso, l'aveva aperto a rovescio.
 
- Ah, ehm...Errore mio.
- E dì, non c'è niente che t'interessi più del tuo libro...?
 
Continuò lei, prendendo a fargli il solletico sul petto con la più disinvolta non chalance. Il marito non sudò freddo, sudò proprio i cubetti di ghiaccio.
 
- Ah, sì ci...Ci sarebbero le carte Mazzobum nel cassetto...
- Non mi riferivo alle carte...
 
Replicò Tonks senza fare una piega. O non aveva colto, o si divertiva un mondo a vederlo in quello stato ( stato che Felpato definiva " da lupo arrapato " ). Forse l'una, forse l'altra
 
- Ah...Una partita a scacchi allora ?
- Remus John Lupin !!!
 
Ahi, non buono.
 
- Devo forse pensare che non hai voglia di fare il tuo dovere ?
- Ma no, amore, ma no...Altrochè se ne ho voglia
 
Si affrettò a rimediare lui, questa volta con genuina sincerità. E quale uomo le avrebbe detto di no ?
 
- E' che...
- Che ? Parla! E' che...Cosa ?!
 
L'uomo non disse nulla, limitandosi ad indicare la porta della loro camera da letto in un gesto eloquente. Dora ci impiegò un paio di tentativi prima di azzeccarci.
 
- E allora ? Cosa c'entrano i miei, si può sapere ?
- Cosa c'entrano ?? C'entrano che sono giorni che ci manca tanto così che mi facciano la pelle, ecco cosa!
- Oh certo. Perchè secondo te i miei ora sono lì fuori a spiarci, vero ?
- E chi mi assicura che non è così ?
- Avanti su! Piantala con ste paranoie! Se avessero voluto ridurti ad un tappeto di pelo di lupo saresti steso davanti al caminetto già da un bel pezzo!!    
 
Remus si passò le mani sulla faccia, un po' per distendere i nervi, un po' per evitare di guardarla come un cane affamato guarderebbe una salsiccia.
 
- Va bene, va bene. Ma chi mi dice che non...
- Ma ancora ?? Ho pure fatto un Maffiluto sulla camera mentre eri in bagno!
- Un che ?
- Ma sì, il Maffiluto...O Muffolito...O Mif...Oddio com'era già ?
- Muffliato ?
- Sì esatto! Lui!
 
Trillò vittoriosa lei.
 
- Quindi anche se ora tu mi facessi gridare fino a rompere i vetri loro non sentirebbero niente!!
- Perchè non me l'hai detto prima ?
 
Chiese Lupin, con un vago senso di sollievo. Se le cose stavano così...
 
- Perchè pensavo non t'interessasse! Comunque ho capito l'antifona.
 
E gli voltò le spalle, naso per aria. Remus sospirò scuotendo la testa, ma poi le si avvicinò e le posò il capo su una spalla, con uno di quegli sguardi languidi che la mandavano sempre in brodo di giuggiole.
 
- Non te la sarai mica presa ?
- Assolutamente sì!
 
Ribattè lei serissima, senza in realtà crederci per davvero. Lupin non si lasciò convincere, e cominciò a coprirle le spalle nude di baci, provocandole una cascata di piacevoli brividi.
 
- Sei arrabbiata allora ?
- Certamente!
- E non c'è niente che io possa dire...O fare...Per farmi perdonare ?
- Tu prova
 
Fece lei altezzosa, godendo non mai di quel giochino un po' infantile che adorava alla follia.
 
- E poi ti saprò dire.
 
Lui sfoderò un sorriso da perfetto Malandrino, e a sorpresa cominciò a canticchiare:
 
- " Ogni giorno della vita mia/voglio farlo con te, farlo solo con te "
- Ah, adesso la canti eh ? Carogna di un lupo!
- " Quando penso alla tua biancheria/devo farlo con te, farlo adesso con te "
 
Insistette lui, alternando le parole della canzone ai baci.
 
- Sono solo parole caro mio, solo parole.
- " Non ho tempo per la poesia/ voglio farlo con te, farlo solo con te "
- Fatti tesoro, fatti! A parole son tutti bravi.
 
L'uomo concluse il ritornello, e senza smettere di sorridere attaccò con le strofe, baciandole al contempo il collo. 
 
- " C'è che quando mi passi davanti/posso farti vibrare senza neanche toccarti "
- Maniaco e pervertito...E poi dicevi tanto di Felpato!!
 
Lui ridacchiò, e insistette imperterrito:
 
- " C'è che quando ti vedo ballare/ divento un maniaco "
- Ecco appunto, dicevamo...
- " E la musica non è la mia ninfa/è la mia ninfo "
- Questa me la paghi, Remus.
 
Il licantropo le regalò un sorriso pieno di maliziosi sottointesi, e passò dalla sua spalla al lobo dell'orecchio di lei.
 
- " C'è che quando mi passi davanti/ritorno ragazzino anche se passano gli anni "
 
Questa volta Dora non disse niente. Si limitò a gustarsi le carezze del marito, sorridendo tra sè e sè ad occhi chiusi.
 
- " E voglio solo scatenare l'ormone/e farlo con...
 
Ma Tonks non lo lasciò finire, e si girò verso di lui saltandogli addosso senza perdere altro tempo in chiacchiere. Finirono distesi sul loro letto, praticamente l'uno incollato all'altra. Si staccarono dopo un bacio che era sembrato lungo una vita, ansimando entrambi.
 
- "...Te. "
 
Concluse Remus ridendo, accarezzando la schiena della ragazza sdraiata sopra di lui.
 
- Allora ? Hai ancora intenzione di pestare Sirius per avermela fatta ascoltare ? 
 
Chiese lei, mentre insinuava le mani sotto la maglietta del mago con fare provocante. L'uomo ricambiò la cortesia con quella della ragazza, sussurrandole all'orecchio:
 
- Forse...Ma nel frattempo ho altri progetti sull'agenda...
- E fare del gran bel sesso fino a sfinirci che priorità ha...?
- E' l'unico presente.
 
Assicurò  Remus, per poi attirarla ancora di più a sè fino ad annullare quell'odiosa minima distanza fra loro. Tonks si lasciò sfuggire un gemito quando la morse sul collo lasciando lievemente il segno dei denti. Gli passò le mani tra i capelli, arruffandoli tra le dita. Lui le risalì il ventre lasciando una scia di baci, provocandole piacevole solletico con la barba. Si premette il viso di lui contro di sè, sospirando. Si separarono per un attimo appena, guardandosi negli occhi con maliziosa complicità.
 
- Lo sai che ti amo, zuccone di un licantropo ?
- E io amo te, testa dura di una Metamorfomagus. 
 
E ricaddero entrambi l'uno tra le braccia dell'altro, in un abbraccio indissolubile...
 
 
 
Nel frattempo, fuori dalla porta della stanza...
 
 
 
- Ooooh finalmente! Si sono decisi quei due!!
- Già, ci hanno proprio messo una vita.
- Che dici, aspettiamo domani per fare quel discorso ?
- Sì sì, tranquillo amore...Non c'è fretta.
- Se lo dici tu Dromeda, mi fido.
- Andiamo a letto anche noi ?
- Andiamo a letto.
 
E dopo essersi presi a braccetto, i signori Tonks si avviarono verso la loro camera...
 
 
 
 
 
 
Note dell'Autrice: Ehi gente :) ! Che mi dite ? Piaciuto il capitolo ? Lo so lo so, ho rotto tanto dicendo che era l'ultimo e invece U_U...Sapete com'è, avrei potuto attaccare i due capitoli ( l'ultimo e il penultimo ) ma mi sembrava troppo lungo dopo ^^", così ho pensato di spezzarlo a metà e di darvi un capitolo in più da leggere...Contenti :D ? Spero non ci siate rimasti male ragazzi XD...Allora, al vostro buon cuore di recensori ! Bye ;) !!!
 
PS  I pezzi della canzone sono di  “ Farlo con te “ di J.Ax…Uno di quei pezzi da non far MAI sentire ai genitori…^W^...
 
 
 
Raky
 
 
 
 
 
  
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