Stefan’s
POV.
Caro
diario,
siamo
nel settembre del 1352 e mi sembra tutto così
nuovo… Abbiamo dei nuovi vicini,
sai? Sono i proprietari del feudo abbandonato accanto al nostro e sono
notevolmente
strani.
Si
chiamano Nicola, Elia e Francesca e dicono di essere fratelli.
Nicola
e Francesca escono sempre insieme dal feudo, più che altro
nel tardo pomeriggio
quando il sole prende le sue sfumature più belle e il cielo
si tinge di un
rosso malinconico.
Forse
escono a quell’ora perché anche adesso che siamo
all’inizio della bassa
stagione, il sole risplende così alto nel cielo che il caldo
diviene quasi
insopportabile.
Fatto
sta che ritornano sempre a notte inoltrata, sgusciando furtivi nella
porta
d’ingresso quasi come ladri che non si devono far scoprire.
Per
quanto riguarda Elia invece, lui non si fa vedere in giro quasi mai e
penso che
l’unica volta in cui sono riuscito a scambiarvi due parole
sia stato il giorno
nel quale l’ho conosciuto, nella loro carrozza.
Francesca
è quella dei tre fratelli che mi affascina di
più, forse per il fatto che è
ancora nubile a diciotto anni e comunque seducente, con il fisico
leggiadro di
un giunco, di un grazioso fiore di campagna.
Ogni
tanto la vedo sdraiata sul prato rigoglioso del loro giardino a fissare
l’infinito del cielo, quasi volesse trapassare con uno
sguardo quelle candide
nuvole, come se avesse lasciato il suo cuore da qualche parte in mezzo
all’infinito
della volta celeste.
Vorrei
scendere e sedermi con lei, riuscire a parlarle almeno per una volta,
ma il
buon senso mi dice di starne lontano perché da donne
così attraenti e
misteriose non ci si può aspettare mai nulla di buono.
“Ancora
a scrivere quel tuo diario,
fratellino?” sobbalzai sulla sedia del mio scrittoio e mi
voltai di scatto.
“Oh, Damon… sei tu” “Chi
pensavi che
fossi… la fata dei desideri?” tirai un sospiro di
sollievo e risi di gusto. Con
mio fratello riuscivo sempre a rilassarmi a non pensare a nulla.
Era sempre stato lui il più loquace, il
più temerario e quello che trasgrediva le regole.
“Stavi
fissando lei?” disse indicando
con lo sguardo l’esile figura di Francesca che si stagliava
con il suo vestito
rosso rubino nell’erba verde del prato.
“Non è niente male vero?” mi
domandò. Sospirai.
“E’ piuttosto strana…”
“Misteriosa,
intrigante, sensuale… Sì, se è questo
che intendi per strana” sorrisi a mio
fratello alzandomi dallo scrittoio.
“Non mi fido di loro” sussurrai
all’orecchio
di Damon. “Neanche io” rispose serio. “Li
hai visti uscire di notte?” mio
fratello annuì con un gesto repentino del capo.
“Penso che dovremmo parlare con loro”
disse poi a sorpresa. “Che cosa?! No, stai
impazzendo… Quelle persone hanno
qualcosa che non va.
Qualcosa di davvero spaventoso” ma lui stava già
scendendo le scale, pronto ad
avviarsi nel giardino dei Sannino.